Contest di Scrittura Annuale: The World Ends With You

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view post Posted on 16/1/2012, 23:24
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The acid Queen in a psychedelic scene

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The world we live in is another skald's dream

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Well, intanto fateci sapere cosa ne pensate del video che, bisogna puntualizzarlo, e' stato un grande lavoro da parte di white :D
Io ormai e' tutta la sera che lo faccio girare in loop, mi piace troppo!
Per quanto riguarda il primo capitolo stiamo facendo gli ultimi controlli, ma penso che lo posteremo domani. Il trailer pero' va postato per primo, senno' che trailer e'? XD
 
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Crisio
view post Posted on 17/1/2012, 11:36




woo, complimenti! Non solo una pensata geniale, ma è venuto anche benissimo! Quindi nella storia ci saranno personaggi di Mew Mew, haha, interessante! Complimenti ancora per il video, il finale in particolare mi ha fatto venire i brividi!
 
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10superflex1
view post Posted on 17/1/2012, 15:12




Il trailer è veramente fichissimo !
Specialmente quando MX sferra l'attacco al cielo e tutti si girano =D
Un'apocalisse in piena regola xD
Non vedo l'ora di leggere il vostro 1° capitolo *W*
 
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view post Posted on 17/1/2012, 22:10
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Blue Eyes Whitemushroom

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Ovviamente dal C.I.M!!! Nello specifico, sezione Arkham

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Grazie del supporto, ragazzi! Siamo contenti di vedere che il trailer vi sia piaciuto. Come promesso dopo varie revisioni ecco il primo capitolo, da leggere con molta calma, rilassandovi e facendo anche qualche bella pausa. Fateci sapere cosa ne pensate, ci abbiamo lavorato su tantissimo!


Capitolo I: Darkness is coming



screenshotterra



Si sistemò i capelli per la quarta o la quinta volta di quella mattinata. Ogni ciuffo doveva essere al suo posto, aveva indossato l’abito per la cerimonia facendo attenzione alla più piccola piega ed anche gli stivali erano molto più lucidi del solito.
“Eraqus, non mi dire che quello che sento è … profumo?”
“Certo” rispose. Lo specchio gli rimandò l’immagine di un uomo non più giovane ma tutto sommato piacevole, dai folti capelli neri raccolti con il massimo della cura, lasciando solo un ciuffetto ribelle sul lato destro della faccia “Oggi è il grande giorno. E devo essere più che impeccabile”.
Non poteva dire lo stesso del suo amico, seduto sull’unico divano dell'alloggio e con uno sguardo di puro disgusto dipinto negli occhi color ambra “Ma ti sei guardato? Ti metti il profumo come una donnetta … ed i tuoi stivali hanno persino il tacco!”
“Hai paura di sembrare ancora più basso, gobbo e pelato del solito, Xehanort?”.
“Vai al diavolo, Eraqus! Tu ed i tuoi capelli!”.
Il Maestro del Keyblade si lasciò sfuggire un sorrisetto allo specchio, sicuro che il suo acuto amico avrebbe notato anche quello ed avrebbe snocciolato qualche sana imprecazione tra i denti. Curò per l’ultima volta i capelli e la tunica, e solo dopo altri quattro giri di clessidra si accorse che il tempo era scaduto e dovette abbandonare lo specchio.
Xehanort si rialzò lentamente dai cuscini “Serve una mano, amico?”.
Era preparato all’insulto, perciò aspettò con pazienza che l’altro si rimettesse in piedi del tutto. L’alchimista aveva solo qualche anno in più di lui, ma ne dimostrava fin troppi: Eraqus aveva l’impressione che ad ogni loro incontro Xehanort fosse sempre più curvo, e nonostante tutte le loro battute iniziava a preoccuparsi seriamente della sua salute.
Si incamminarono fianco a fianco per il corridoio est, che soltanto per quel giorno era libero da allievi esuberanti e maestri vocianti, ed il suono secco dei loro stivali lo rese nervoso; la luce che entrava dalle vetrate era ancora giovane, ed Eraqus si ritrovò a pensare quante volte aveva percorso quel corridoio da quando era stato nominato capo dell’Ordine.
Tante, ed una voce dentro di sé gli bisbigliava che forse erano diventate troppe.
La cerimonia d’iniziazione era un momento di grande gioia per l’ordine dei Custodi del Keyblade, il momento in cui i legami tra loro si rinforzavano, in cui più che in ogni altra festività sentivano il significato di essere come una famiglia. E proprio quel giorno tre dei suoi migliori allievi stavano per superare la prova che li avrebbe resi dei veri Maestri e che avrebbe suggellato per sempre il loro legame con il Keyblade.
Non tutti gli apprendisti arrivavano a quel livello, e ad ogni cerimonia di iniziazione Eraqus non era mai riuscito a trattenere le lacrime.
“Ne sono passati di anni, eh?” il borbottare di Xehanort interruppe i suoi pensieri. Il suo amico avanzava con calma, scrutandolo dal basso in alto con i suoi occhi vigili, l’unica parte del suo corpo che il tempo non era riuscito ad intaccare “Mi ricordo ancora di quando Terra era più basso persino di me …”
“Oh, allora era davvero tanto tempo fa!”
“È vero” fece l’altro, prendendosi una pausa per ammirare la città in festa al di fuori della vetrata “Gli anni volano, Eraqus. Per tutti. Non far finta di non accorgertene”.
Non era la prima volta che l’alchimista si lamentava del tempo che scorreva, era diventata una delle sue cantilene preferite. Ma il maestro sapeva anche come uscirne “Oh, i miei capelli non se ne sono ancora accorti, Xehanort, ed io ci tengo a tenerli nella beata ignoranza. Non vorrei svegliarmi di punto in bianco e ritrovarmi senza la mia preziosa chioma…”
Far infuriare Xehanort parlando della sua calvizie era una cosa che lo divertiva fin troppo, soprattutto quando gli dava le spalle e gli lanciava un’espressione di pura disapprovazione con un solo cenno della testa.
Si conoscevano da quando erano ragazzi, e sin dal loro primo incontro si erano sempre trovati a ridire su qualsiasi cosa, dal colore dello speeder alla quantità di capelli sulle loro teste; Eraqus gli riconosceva un sangue freddo che a lui mancava e la mentalità rigorosa e precisa di tutti gli abitanti di Autozam che gli permetteva di non rispondere alle battute quotidiane a tono. Lui era invece uno spirito libero e, come il suo amico lo rimproverava fin troppo spesso, impulsivo e passionale.
Comandare da più di dieci anni l’ordine dei Custodi non lo aveva mai reso né rigido né severo, ed in parte Eraqus ne era ben felice.
“Credi di poterli giudicare in maniera oggettiva?”.
“Come ho sempre fatto” gli rispose “Li conosco da una vita, e so quanto valgono. Si sono preparati a lungo per l’esame, soprattutto Ventus. E poi sai meglio di me che questa prova finale è una mera formalità …”
L’altro sollevò le spalle per quel poco che poté “Voi Custodi siete dei molli, Eraqus; ti assicuro che la prova finale per diventare alchimisti di stato… beh, diciamo che non tutti la superano con gli arti al loro posto. E comunque … se dovesse succedere un imprevisto … come ti comporteresti?”
Tra le mille chiacchiere erano giunti al termine del corridoio, davanti alla porta bianca che li avrebbe condotti nella Sala del Giudizio; dall’altra parte riusciva a sentire le centinaia di ospiti che discutevano tra loro, le risate degli allievi più giovani e la voce delle guardie reali.
Chiudendo gli occhi poteva anche immaginare i visi dei suoi tre apprendisti.
Non capiva come Xehanort potesse essere così cupo e sfiduciato in un giorno così bello.
“Non ci sarà nessun imprevisto, Xehanort. Diventeranno Maestri. Tutti e tre” fece, facendo scivolare le dita sugli intarsi “E se ci fosse qualcosa che non va … per quale motivo credi che avrei chiamato il mio migliore amico come secondo giudice?”.

La sala principale era affollata come mai l’aveva vista. Era sicuro che almeno metà della popolazione di Radiant Garden si fosse riversata nel loro tempio per assistere alla cerimonia d’iniziazione, e gli apprendisti più anziani avevano molto da fare: c’era chi accompagnava la gente ai lati della stanza, ci cercava di allestire uno spiazzo per la prova, altri erano usciti di corsa per scortare il re.
Grazie al cielo, Sora non aveva alcun compito particolare.
Cercò i suoi genitori nella calca, sicuro che fossero in primissima fila per vedere Ven; ma lui come al solito si era svegliato tardi, era stato reclutato dai ragazzi degli anni superiori a trasportare delle casse con delle decorazioni e li aveva persi di vista. Se almeno fossi un po’ più alto ……
Ma in famiglia nessuno era mai stato alto (Ven era più basso persino di molte ragazze), e purtroppo i due energumeni davanti a lui non sembravano intenzionati a farlo passare; per di più indossavano le divise viola del Reale Esercito, e non aveva alcuna voglia di litigare con loro, specie con quello alto quasi due metri e con un’enorme ascia in mano.
“Sora!”
Qualcosa di piccolo gli cadde sulla testa.
“Quassù!”
Riku era appollaiato ad almeno tre metri da terra su una delle grandi volute che adornavano le colonne della sala principale, e quei sacchetti che stringeva tra le mani dovevano avere qualcosa a che vedere con i dolciumi che avevano sgraffignato due notti prima dalla cucina “Altro che prima fila! Forza, sali!”.
Era certo che il maestro Eraqus avrebbe riservato loro una sonora strillata alla fine della cerimonia: ripeteva quasi ogni giorno che non dovevano arrampicarsi sulle colonne e che non dovevano far sfigurare l’ordine dei Custodi (almeno durante le solennità). Ma per due ragazzi di undici anni le regole esistono apposta per essere infrante, e Sora si aggrappò alle decorazioni tortili della colonna, scivolando da un rilievo all’altro fino a Riku, sedendosi con le gambe nel vuoto.
Il profumo delle candele e la luce che veniva dai lampadari era davvero inebriante, lassù.
Il suo amico aprì il primo pacco di biscotti di una lunga serie, tutto impettito della sua geniale idea; erano diventati inseparabili nel corso degli anni, ed insieme la loro tendenza a cacciarsi nei guai era a dir poco quadruplicata.
“Ehi, guarda, sta entrando il re!”
Sora si voltò verso l’ingresso della sala, dove decine di curiosi si allontanarono dal portone bianco per far passare il piccolo drappello di uomini, guidato da un altro esponente del Reale Esercito, un uomo basso e con una bandana rossa che il ragazzo era sicuro aver visto molto spesso gironzolare intorno al Tempio a fare complimenti alle ragazze.
Re Ansem veniva dietro la sua guardia del corpo. Qualcuno dei partecipanti applaudì al suo passaggio, ed a catena molti altri si aggiunsero, riempiendo il salone di un rumore scrosciante che arrivò fin sul loro nascondiglio “Sì, il maestro Eraqus ci aveva assicurato che sarebbe venuto!”.
“Ma secondo te il camice lo porta anche quando dorme?”
“Oh, molti sono pronti a giurare di sì!”.
L’uomo rivolse sorrisi a tutti, e si accomodò su un piccolo seggio tra altre sue due guardie del corpo, proprio quelle che Sora aveva cercato di evitare pochi minuti prima. Il re aveva qualche anno in più del maestro Eraqus, ma spesso sembrava più giovane: curava la sua barba ed i capelli biondo chiaro, creando uno strano contrasto con la pelle abbronzata. Sopra il camice il primo scienziato del regno indossava spesso un pullover rosso intenso, che per l’occasione aveva solo appoggiato lungo le spalle.
Il ragazzo era tutto eccitato “Wow, il re è seduto proprio sotto di noi!”
“Allora è meglio stare più attenti” fece Riku, pulendosi la bocca con un tovagliolo “Se per errore facessimo del male al re non ho idea di come ci punirebbe il maestro……”
Ma Sora aveva gli occhi puntati su qualcosa di assolutamente nuovo ed interessante; e non solo lui, ma tutte le centinaia di astanti avevano le pupille rivolte in un’unica direzione. A circa trenta piedi di distanza da re Ansem c’era un ristretto drappello di scienziati, tutti con i camici bianchi lustrati per l’occasione e lo sguardo fermo. Però non erano loro a suscitare l’attenzione dei cittadini di Radiant Garden: in mezzo a quegli scienziati, con indosso uno dei loro camici, c’era un demone.
“Riku … ti prego, dimmi che è un’allucinazione”
“Vorrei potertelo dire ma … non lo è …”
Il suo amico scivolò su una decorazione lungo la sua destra per vederlo meglio, ma la stanza era già gremita di curiosi. Era da più di un anno che si vociferava che un demone si fosse unito al gruppo di ricerca di Re Ansem, ma nessuno lo aveva mai visto in giro.
In nessuno dei racconti degli altri studenti si diceva che i demoni fossero bassi. Sora se li era sempre immaginati altissimi, con la pelle quasi bianca e con uno sguardo severo che avrebbe potuto incenerire chiunque. Ma quello che svolazzava dietro il loro sovrano era tutt’altro che alto ed era avvolto in un camice due taglie più grandi di lui “Riku, ma è un demone bambino? Guarda quanto è piccolo … fa quasi tenerezza!”
“E che ne so io … ma stai zitto o quello ti tira una Palla di Fuoco come se niente fosse … i demoni non fanno mai tenerezza
Il ragazzo rimase a fissare incantato il piccolo demone.
Quanto mi piacerebbe poter volare come lui…… chissà quanti scherzi si potrebbero fare …
Il re e gli altri scienziati presero posto proprio sotto la loro colonna, circondati dalle tre guardie che allontanavano con tutte le loro forze i curiosi che chiedevano di poter vedere da vicino il sovrano di Radiant Garden. Quando lui e Riku decisero che era ora di una sonora gara di sputi (chi avesse colpito in rapida sequenza le teste delle tre guardie avrebbe avuto diritto ad appropriarsi le merendine dell’altro per una settimana) tutti si alzarono in piedi.
Il maestro Eraqus entrò da un ingresso laterale, salutando gli ospiti e gli spettatori con un elegante inchino.
“Signori e signore, vorrei innanzitutto ringraziarvi per la presenza in questo umile tempio. L’ordine dei Custodi del Keyblade oggi vuole condividere con tutta Radiant Garden e con l’intera Cephiro un grande momento di gioia. Tre dei miei migliori allievi oggi lasceranno l’apprendistato per diventare dei veri maestri”.
Erano lacrime quelle agli angoli degli occhi del maestro? “Potrei parlare di loro per ore, del loro duro addestramento e dell’impegno che hanno sempre mostrato nel corso di questi anni; credo però che preferiate conoscerli di persona, sapendo che il Cuore dei Mondi d’ora in avanti potrà contare su tre nuovi guardiani”.
Sora guardò verso i suoi genitori, sicuro che sua madre sarebbe scoppiata presto a piangere. Avevano tutti aspettato quel momento da tanto tempo.
Il maestro fissò il pubblico “Ringrazio anche il nostro sovrano, re Ansem il Saggio, per averci onorato della sua visita”.
Il ragazzo ed il suo amico si unirono agli applausi, anche se Riku iniziava ad annoiarsi di tutti quei preamboli. La porta da cui era entrato il maestro si aprì di nuovo, e da dietro gli intarsi bianchi fece capolino la familiare pelata del maestro Xehanort; la luce riflessa dalle vetrate creava degli strani giochi di luce sulla sua pelle scura. “E in qualità di supervisore esterno, per garantire un giudizio imparziale e fermo sulla preparazione di questi giovani, è giunto per noi da Autozam il grande maestro Xehanort, l’alchimi …”
“L’ALCHIMISTA DELLA BOCCIA!”
Sì, decisamente non aveva calcolato l’eco.
Il suo commento per un attimo contrastò la voce del maestro e tutti, guardie, scienziati, curiosi e custodi guardarono proprio nella loro direzione, sollevando lo sguardo fino alla sommità della colonna.

“Riku …”
“Il maestro vorrà la tua testa, Sora … e nel dubbio anche la mia …”
“Ma io …”
“Stai zitto, ti prego!”


Infatti il maestro Eraqus si era scostato il ciuffo e li stava squadrando; se avesse potuto avrebbe fatto crollare quella colonna con lo sguardo.

“Che punizione mi aspetta, Riku …?”
“CI aspetta, vorrai dire …”
“Pulire i bagni delle matricole per un anno? Cambiare il pannolone al maestro Xehanort …?”
“SORA, ZITTO!”


Il ragazzo cercò di appiattirsi lungo il marmo senza molto successo. Il maestro Eraqus non allontanò lo sguardo da loro “Stavo dicendo… che è giunto fino a noi il maestro Xehanort, l’alchimista Scarlatto, amico del nostro ordine da tempo immemore”.

“Riku, dici che mi darà al Boccia come cavia per i suoi esperimenti?”
“Non fargli venire in mente queste idee…”


L’alchimista era forse l’unica persona a non guardare nella loro direzione. Si mise seduto, e con un cenno della mano richiamò l’attenzione dei presenti. Salutò con la sua voce roca, che sembrava carta vetrata su un tronco di legno, e si complimentò con l’organizzazione della cerimonia; iniziò un minuscolo discorso di convenevoli, ma Sora era troppo preso dallo sguardo furibondo del suo maestro per prestare attenzione.
“Ti ringrazio, Xehanort” fece il maestro, una volta terminato il discorso dell’altro “Ma abbiamo già parlato abbastanza, e questo pubblico non è di certo venuto a sentir parlare noi due. Direi di lasciare spazio ai miei giovani apprendisti, ed invito tutti ad accoglierli con un sonoro applauso”.

Ma chi ci aveva detto che queste prove erano una mera formalità?
Il maestro Eraqus, suppongo ……

Era certo che Ven non avesse previsto la presenza dei remoti. Suo fratello era entrato per primo, salutato in modo tiepido dalla folla. Aveva passato la sera precedente in bianco, allenandosi nel cortile mentre tutti gli altri preparavano il banchetto.
“VAI, VEN!”
Fece Sora, stringendosi alla decorazione con le gambe e muovendo le braccia in segno di vittoria.
All’inizio della prova il maestro Eraqus si era rivolto verso il pubblico, ed il piccolo demone con il camice aveva passato al re una decina di sfere metalliche. I remoti avevano preso vita con una parola d’ordine e si erano dispersi per la stanza, lanciando degli inquietanti ronzii e fluttuando intorno a suo fratello. Il primo diventò incandescente, ed un raggio partì proprio in direzione di Ven, che lo evitò scivolando contro una parete.
Nessuno gli aveva detto che ci sarebbero stati dei remoti nella prova d’esame …Il maestro Eraqus poteva anche risparmiarseli …
Una seconda ed una terza sfera fecero fuoco insieme, incrociando i loro raggi proprio nella direzione del ragazzo, che con un salto si portò alle loro spalle e ne distrusse uno con il Keyblade prima che il dispositivo potesse ruotare e ricaricarsi. Per tutta risposta gli altri si illuminarono, e nove scie luminose di ogni colore conversero contro di lui.
Da lassù vide sua madre alzarsi in piedi ed urlare ancora più forte, mentre le guardie e gli scienziati sotto di lui mantenevano un silenzio riservato, tranne qualche applauso durante le parate più difficili. Sora sapeva che Ventus si era molto preparato per sostenere il duello finale, ma per la prova individuale aveva detto che “avrebbe improvvisato”.
Poi suo fratello passò all’attacco: quando i remoti si dispersero per ricaricarsi, lui lanciò il Keyblade verso uno di loro, colpendolo pieno e mandando i pezzi in giro per la sala. “Non male come prova per Ventus” fece Riku, sorseggiando il quarto succo di frutta “Il suo punto di forza è la velocità. E Terra dice sempre che i remoti da addestramento sono lenti e stupidi, non simulano bene un combattimento reale!”
In effetti Ven riprese il controllo della situazione: scivolò intorno alla stanza, schizzando quasi davanti ai troni degli esaminatori, lasciando che i remoti lo inseguissero disponendosi secondo una formazione circolare. Le sfere lo tenevano sotto costante mira, ma lui attese che una manciata di loro si fermasse per ricaricare e caricò, spostandosi a grandi salti sul pavimento; un solo fendente e tre vennero distrutti, mentre un quarto fu polverizzato dal raggio di un altro remoto.
Ne mancavano decisamente pochi.
Sora si chiese se un giorno sarebbe diventato un maestro forte e veloce come Ven.
Probabilmente no.
Forse non sarò mai nemmeno un semplice Custode…

L’ultima manciata di remoti esplose in una fiammata quando Ven atterrò in mezzo a loro con un salto, passando attraverso la maglia dei loro raggi laser ed eliminandoli tutti con un solo, rapido colpo.
Non fece il tempo a far scomparire il Keyblade che i due esaminatori erano in piedi, il maestro Eraqus con un sorriso raggiante ed il maestro Xehanort, beh … con il suo solito orribile ghigno. Da sotto tutti proruppero in un sonoro applauso, persino il re si alzò dal seggio e lanciò diversi cenni d’approvazione.
Ma Ven non era ancora uscito dalla sala quando il pubblico esplose in un unico, grande boato.
Gli uomini nelle ultime file iniziarono a spintonare a più non posso, ed una decina si misero l’uno sulle spalle dell’altro per guardare meglio, mentre una pioggia di applausi (non per Ven, com’era da aspettarsi) risuonò nella sala e grazie all’eco probabilmente lo sentirono fino ad Autozam.
Riku si espose fin quasi a cadere di sotto “AQUA! AQUA!”
“AQUA! AQUA!” fu l’urlo di tutto il pubblico maschile, mentre la ragazza fece il suo ingresso nella stanza, con il maestro che sorrideva come se fosse in una pubblicità di dentifrici.
“AQUA! AQUA!”
“DAJE, AQUA, FACCI SOGNARE!” fece uno del Reale Esercito, quello bassino con la bandana rossa.
Sora applaudì a sua volta, anche se la persona che più voleva vedere diventar maestro era suo fratello Ven. L’unico che non si era scomposto, in tutta quella calca, era l’alchimista Scarlatto, intento ad arricciarsi la barba e ad ascoltare con serietà il discorso introduttivo del maestro Eraqus.
Un discorso molto breve, visto che il pubblico lo sommerse con le sue grida d’approvazione.
Sora si ritrovò a guardare di nuovo verso il basso, quando uno scienziato alto e biondo porse al re un paio di remoti ed una scatola nera con un grosso pulsante rosso.
“Molto bene” fece l’uomo.
All’attivazione del congegno seguì una lieve vibrazione che attraversò la stanza e la colonna, poi il pavimento sotto i piedi della ragazza scintillò e si mosse.
Un paio di spettatori lanciarono un urlo.
Le lastre di marmo si scostarono, un paio si sollevarono in alto fino al soffitto, altre diventarono curve proprio sotto i piedi di Aqua, che rischiò di perdere l’equilibrio. Una parte si posizionò davanti a lei come un grande muro, poi il re attivò i due remoti e lanciò le sfere nella stanza, mentre lo sentirono complimentarsi con l’altro scienziato.
Sora non aveva mai visto una prova simile.
“Figo” fu l’unico commento di Riku “Quando diventeremo maestri avremo anche noi delle prove così epiche!”
Quando TU diventerai maestro…
Le sfere metalliche si portarono alle spalle di Aqua, e prima che lei se ne accorgesse una delle due la colpì alla spalla; le urla del pubblico aumentarono.
“Aqua, attenta!” gridarono le guardie del re.
Lei evocò il Keyblade e rotolò sul pavimento; schivò un secondo attacco, ma la superficie del marmo cambiò forma, e l’attimo dopo si trovò dall’altra parte della stanza. Sora vide i remoti attraversare il campo con lentezza, attendendo che la conformazione del salone fosse favorevole.
Poi una grossa superficie si sviluppò dal pavimento, e la ragazza sparì alla vista degli spettatori.
“Speriamo non si sia fatta male …”
“ECCOLA!” gridò qualcuno dalle prime file.
Aqua comparve in cima alla lastra, atterrando con grazia e scivolando lungo la sua superficie, attraversando gli ostacoli con gli occhi fissi a terra, evitando le insidie. Appoggiò il piede su un bordo sottile e si tuffò in alto, contro i due remoti.
Sotto la colonna gli spettatori uomini erano scatenati “LE SI E’ SOLLEVATA LA GONNA!” fece la guardia con i capelli neri e la lunga lancia “AQUA, SEI IL PAIO DI GAMBE PIU BELLE DI CEPHIRO!”
Una terza lastra si sviluppò dalla parete per intercettare la ragazza, ma lei la strinse con una mano e la sfruttò come punto d’appoggio, trovando la spinta che le serviva. I due remoti si stavano ritirando, ma fu troppo tardi: un fendente della Custode ed andarono a terra in mille pezzi, mentre lei atterrò con eleganza sul pavimento, che tornò normale in tutta fretta.
“Aqua è bella come una fata” dovette ammettere. Sorrideva sempre, era gentile con tutti gli allievi, anche con quelli dei primi anni. I suoi capelli azzurri rivelavano sempre la sua presenza, e non c’era commerciante a Radiant Garden che non le offrisse fiori, dolci, vestiti, tutto solo per vedere il suo sorriso. Ma Ven diceva sempre che Aqua non era solo bella, ma anche bravissima.
Sarebbe stata una maestra grandiosa.
Tutti applaudirono, e la ragazza li ringraziò con un saluto ed un cenno della mano, lasciando il posto all’ultimo candidato.
“E’ pronto il remoto speciale?” fece il re.
“Assolutamente, maestà” rispose il demone, svolazzando intorno alla colonna.
Le allieve degli ultimi anni mandarono dei gridolini abbastanza ridicoli all’ingresso di Terra, che si presentò davanti al seggio del maestro con un inchino lento e formale; Eraqus si profuse come al solito in complimenti, e persino il maestro Xehanort si sollevò dal trono per augurargli una buona prova.
A Terra? Come se ce ne fosse bisogno ……
Tutti gli uomini che avevano tanto osannato Aqua, però, iniziarono a bisbigliare tra loro. Sora non poté fare a meno di sentire le chiacchiere dei membri del Reale Esercito, mentre il maestro Eraqus continuava la sua noiosissima presentazione.
“Buuuu! Buuu!”
“Braig, zitto!”
Quello con la bandana rossa, che Sora trovava assolutamente simpatico, si rivolse al suo collega più alto “Ma guardalo! E’ per colpa sua che la signorina Aqua non è ancora caduta ai miei piedi!”
“Per la puzza?”
“Zitto, Dilan! Cos’ha quello lì che io non ho, sentiamo?”
“Un fisico scolpito, occhi azzurri e soprattutto una ventina di centimetri in più, suppongo…”
Il re si alzò dal seggio e i due cessarono i loro battibecchi, mentre il demone gli consegnò una scatola con un unico, grande remoto che rifletteva tutta la luce della stanza.

“E comunque nella botte piccola c’è il vino buono, Dilan”
“No, Braig, nella botte piccola c’è poco vino e basta! Ora taci o ci licenziano!”


Ad un cenno dei due esaminatori re Ansem lasciò volar via la sfera, e per un attimo tutto il pubblico rimase in silenzio. Diverse centinaia di occhi seguirono l’oggetto, e qualche commento di stupore nacque quando il remoto scomparve.
I maestri Eraqus e Xehanort fissarono il punto dove l’oggetto era svanito, poi posarono lo sguardo su Terra. Il giovane si era portato al centro dello spiazzo dove poco prima avevano duellato sia Aqua che Ven, senza prestare attenzione né agli spettatori né al remoto invisibile; a passi lenti e misurati raggiunse un punto ben illuminato, evocò il Keyblade e chiuse gli occhi.
Per la prima volta da quella mattina il tempio cadde nel più assoluto silenzio, e Sora ebbe l’impressione che l’unico rumore presente fosse quello dei suoi denti che macinavano biscotti. Nel dubbio ingoiò il boccone ed attese.
Gli sguardi di tutti erano puntati su Terra, per cui il tempo sembrava essersi fermato.
Persino le guardie erano ammutolite.
Poi il custode aprì gli occhi e ruotò su se stesso, Keyblade alla mano, ed il rumore dell’impatto probabilmente arrivò fino a Pharen; l’arma di Terra, lunga quanto Ven e probabilmente anche più pesante, fendette l’aria dall’alto verso il basso ma non arrivò a toccare il pavimento.
Nel suo percorso trovò il remoto invisibile e l’oggetto esplose in mille pezzi.
La folla era in delirio.
Riku si sporse e gridò “TERRA! TERRA!” anche se solo le ragazze lo imitarono. Sora si unì a loro mentre il Custode fece un inchino rigido e composto verso il pubblico ed il re e tornò al suo posto.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per diventare come lui, l’apprendista migliore del loro tempio. Per essere acclamato così dalla folla e vedere il maestro Eraqus così orgoglioso mentre annunciava che aveva superato la prova meglio di ogni aspettativa.
Assolutamente qualsiasi cosa.

Per la prova finale molti spettatori furono costretti ad allontanarsi dal centro ed avvicinati ancora di più alle pareti. Liberata quasi metà della sala, il maestro Eraqus si alzò ed annunciò di nuovo l’entrata dei tre candidati; stavolta al loro ingresso ci fu solo silenzio.
I tre si posizionarono distanti, e Terra si portò molto vicino alla loro colonna.
Erano giorni che sognavano di vedere la prova finale, lui e Riku fantasticando quali colpi avrebbe usato Terra, gli affondi, le parate, avevano simulato per ore intere lo scontro tra i futuri maestri, Riku con il suo Keyblade e lui con una spada di legno. Gli altri ragazzi del loro anno li avevano imitati, ed il maestro non aveva saputo negare loro questo divertimento.
Non si era mai respirata tanta aria di festa nel tempio come in quei giorni.
Il demone scienziato svolazzò proprio accanto a loro e si avvicinò al re “Il suo gelato al sale marino, maestà!”
Cosa darei per gustarne uno anche io, adesso…
“Si dia inizio alla prova!” fece il maestro Xehanort, continuando ad arricciarsi la barba e scambiando qualche parola all’orecchio di Eraqus, che annuiva tutto soddisfatto.
Anche se era un incontro amichevole, di quelli dove occorreva soltanto far mostra di qualche tecnica, esitarono tutti e tre prima di compiere il primo passo, guardandosi l’un l’altro.
Aqua ruppe gli attimi di silenzio un po’ imbarazzanti e si avvicinò a Ven in corsa, il Keyblade pronto ad un attacco di punta; Ven si scostò, ma intercettò la sua arma nello spostamento e la deflesse per poi disimpegnarsi e passare ad un contrattacco.
Lei aspettò fino all’ultimo, poi con un salto evitò l’affondo di Ven e passò proprio sopra la sua testa. Mio fratello non è un ostacolo poi così difficile da scavalcare.
Riku era preso dal duello “Ven si è esercitato tantissimo per il duello. Se la sta cavando davvero bene!”
“Beh …” fu costretto ad ammettere “ … diciamo anche che Aqua non ci sta mettendo tutta la sua forza!”
“Devi avere più fiducia in Ven! Guarda che anche lui non si sta impegnando al massimo, altrimenti sarebbe saettato alle spalle di Aqua e l’avrebbe messa all’angolo!” il suo amico passava le ore a valutare i punti di forza e di debolezza di tutti i Custodi del tempio, simulando scontri, vittorie e pareggi “Ehi, guarda, Terra si sta avvicinando a loro!”
Ven e Aqua intanto continuavano la loro danza, più confidenti dell’inizio. La ragazza aveva iniziato una lunga serie di finte ed affondi, scivolando per tutta la sala e costringendo il suo avversario a muoversi insieme a lei. Il rumore dei Keyblade l’uno contro l’altro si era fatto più frequente, e più di uno spettatore applaudì, rompendo l’aura di sacralità del duello ed incoraggiando i due futuri maestri a fare di più.
Incoraggiato dal pubblico, Ven respinse con più forza del solito il Keyblade di Aqua, e prima che lei potesse assumere di nuovo la protezione di guardia si abbassò, scivolò sul pavimento e mirò alle sue gambe. E sarebbe anche riuscito a farle perdere l’equilibrio se non avesse trovato l’arma di Terra proprio davanti al suo naso.
“Alle gambe delle fanciulle, Ven? Non sei molto cavalleresco ……” fece, con il solito tono allegro che aveva durante gli allenamenti. Tra gli applausi, Ven si fece sfuggire una risata. Si sta rilassando … bene …vai, fratellone, adesso devi dare il meglio!
Passò all’attacco di Terra, cercando di sorprendere il ragazzo più alto e di prenderlo ai fianchi, ma l’altro rimase poco meno di immobile. Ogni volta che il suo amico tentava un affondo il suo enorme Keyblade si trovava sempre sulla traiettoria, e lo lasciava scivolare da una mano all’altra.
Alla terza parata, Riku applaudì “Nessuno è forte come Terra. Nemmeno il maestro Eraqus, secondo me!”.
“Ma il maestro è molto esperto, e conosce tutte le tecniche a memoria!”
“Sì, però … Terra è più giovane … ed ha un Keyblade formidabile! Quanto vorrei che il mio fosse grande come il suo!”
“Ma tanto non riusciresti a sollevarlo!” obiettò Sora quando vide suo fratello diventare rosso dallo sforzo. L’altro infatti era passato all’attacco: si vedeva che i suoi colpi erano quasi inoffensivi, quelli che usava per allenare i bambini dei primissimi anni, in cui metteva solo parte della sua forza. Ven aveva parato alla perfezione, ma all’atto di respingere l’arma indietro aveva trovato molta resistenza, e dovette mettere tutto il suo peso nel Keyblade per deflettere il colpo e costringere Terra a ritornare in posizione di guardia. Vicino alla parete vide i suoi genitori trattenere il fiato.
Non potevano sapere che Terra non stava facendo sul serio.
Poi Terra calò un colpo dall’alto verso il basso: prevedibile, privo di molta forza, ma abbastanza per mandare in pezzi il marmo e lanciare schegge in ogni direzione.
Una mossa che lui e Ven avevano preparato da un paio di settimane di nascosto persino al maestro (ma non agli occhi vigili di lui e Riku, nascosti dietro i cestini dei rifiuti).
Suo fratello prese la rincorsa ed usò il Keyblade di Terra come appoggio, scivolando per tutta la sua lunghezza mentre l’altro lo manteneva bene in posizione: il tempo necessario perché Ven saltasse ed eseguisse una stupenda acrobazia in aria, tutto a beneficio del pubblico e dei due esaminatori. Atterrò alle spalle di Terra ed attaccò, ma l’altro si attenne al copione ed intercettò il colpo.
Tutti applaudirono, ed il maestro Xehanort lanciava ai due giovani sguardi colmi di approvazione.
“Ehi, vi siete dimenticati di me?”
Aqua si avvicinò ai due, con quel suo sorriso meraviglioso che avrebbe sciolto il cuore persino degli oligarchi di Autozam “Ven, che ne dici di un attacco combinato?”
“Fighissimo, questo non lo avevano programmato” fece Riku, attento a non farsi sentire troppo forte “Ma tanto anche se fossero in cinque non potrebbero farcela contro Terra!”
Lui si limitò a sorridere, come faceva solo quando si ritrovava con un’arma in mano, sistemandosi i capelli castani in modo che non gli ricadessero sugli occhi “Due contro uno? Non molto leale … ma accetto”
La ragazza si lanciò contro di lui, obbligando il suo Keyblade a seguirla mentre cercava un punto debole nella sua guardia; i movimenti di Aqua erano eleganti, veloci, un passo, un affondo ed un giro, mentre Terra cercava di muoversi il meno possibile e di lasciare che fosse lei a guidare il duello. Attaccava per primo solo quando trovava un avversario realmente in grado di tenergli testa.
Ovvero soltanto il maestro Eraqus.
“Dai, Ven, adesso!”, ed il ragazzo saltò, cercando di colpire l’avversario dall’alto.
Non fu una delle sue scelte migliori, perché a Terra bastò scansarsi solo di qualche passo, impegnando il Keyblade di Aqua nel suo e trascinando la ragazza proprio dove sarebbe atterrato Ven. Lei lasciò la presa della sua arma, facendola sparire e poi riapparire nelle sue mani, mentre Ven atterrò proprio dove si trovava il suo Keyblade qualche attimo prima.
Il maestro Xehanort applaudì convinto.
“Visto? Anche se Ven e Aqua sono bravi non c’è confronto con Terra!” osservò Riku, con l’aria di chi la sapeva lunga.
I due si portarono uno accanto all’altra, con Ven rosso come il pullover del re Ansem. Si scambiarono qualche parola all’orecchio, ma né Sora né gli altri spettatori riuscirono a capire cosa si stessero dicendo “Cosa confabulate, voi due?” fece Terra, muovendosi verso il centro del salone.
“Un modo per sconfiggerti, è ovvio!” fece Ven, e partì all’assalto.
Tutti, maestro Eraqus in testa, applaudirono.
Il ragazzo usò tutte le energie che aveva in corpo, e puntò dritto al suo avversario. Quello portò avanti il suo enorme Keyblade come scudo, ma Ven lo aggirò, scansandosi a destra con la sua arma di taglio. Terra fu costretto a roteare di nuovo la sua chiave, ma il ragazzo vi scivolò sotto ed andò alle spalle.
Il suo opponente si girò, cambiando la guardia e creando una nuova posizione di difesa, ma prima che i loro Keyblade potessero incrociarsi Ven era di nuovo sul suo fianco destro.
Terra continua a non fare sul serio … un suo vero attacco e Ven volerebbe dall’altra parte della stanza …
Suo fratello non era molto più di una zanzara fastidiosa che girava intorno all’avversario, ma adesso il duello si stava facendo più interessante visto che Terra era costretto almeno a muoversi, parare e tenere sempre l’avversario sotto controllo.
Ma bastò un attimo: un secondo in cui Ven non fu rapido abbastanza, e prima che potesse tornare alla carica il Keyblade di Terra intercettò il suo, e per mantenere la presa scivolò.
Il colpo di Terra calò.
Ma il braccio rimase a mezz’aria.
Una sottile patina di ghiaccio lo ricopriva dalla clavicola al polso.
“Ti eri dimenticato di me, Terra?”
Il Keyblade di Aqua adesso scintillava di azzurro, ed il pubblico maschile andò in delirio.
“AQUA, SEI LA NOSTRA FATA!” urlarono gli uomini in prima fila, mentre lei continuò a mantenere l’incantesimo mentre avanzava verso l’avversario immobilizzato. Non tutti sapevano che la ragazza padroneggiava qualche magia di base, e più di uno spettatore fissava la scena con gli occhi sgranati.
Lei saltò, e la sua arma e quella di Terra mandarono un rumore sordo mentre l’aria diventava lievemente più fredda; spinse contro il braccio dell’altro, usando tutto il peso del proprio corpo per convincerlo ad abbassare il Keyblade e sbilanciarsi.
Poi tutto intorno a loro l’aria divenne prima verde, poi viola, poi nera come la notte, e si avvolse tutta intorno al braccio congelato di Terra. Il ghiaccio esplose in decine di schegge, e la sua arma assunse un colore sinistro, diventando più scura e, se possibile, ancora più grande.
Per lo spavento qualcuno urlò, e Riku perse di mano il succo di frutta. Qualcuno sotto protestò, ma gli occhi di tutti erano puntati sulla scena e su quella massa oscura che si era formata proprio intorno al candidato.
Aqua venne respinta: non con le mosse studiate di Terra ed i suoi movimenti lenti e prevedibili, ma con una violenza inaudita. Lei non ebbe tempo di scansarsi o di atterrare che la lama dell’altro la spinse lontano, in aria, scaraventandola contro una colonna ed investendola di quella nuova energia che crepitava intorno al corpo del ragazzo più grande.
“LA MIA AQUA E’ STATA FERITA DA QUEL MOSTRO, FERMATEVI!” urlò la guardia reale con la bandana rossa, schiamazzando e cercando di raggiungere il centro della sala con una balestra carica in mano.
Sora fissò ancora quella strana massa oscura intorno a Terra, che andava via via ritirandosi: “Riku, che mossa è quella?”
“Mi dispiace, Sora … non ne ho la più pallida idea!”

“Sono passati tre minuti e non hai ancora fatto nemmeno una battuta sui miei capelli” fece Xehanort, una volta rimasti soli “La situazione è davvero grave”.
“Lo è!” disse Eraqus, sedendosi sul divano della sua stanza dove si erano ritirati per discutere. Avevano ordinato la sospensione della prova e si erano allontanati con la scusa di deliberare il giudizio finale. Ma quello che aveva visto qualche minuto prima lo aveva lasciato sconvolto.
“Dell’Oscurità … dentro Terra?”
Non era possibile, si rifiutava di crederci! Ma quella massa di tenebre era stata reale, ed Aqua era stata fortunata a non farsi del male. Richiuse gli occhi, e vide di nuovo l’energia sprigionarsi intorno al braccio di Terra, poi intorno al suo corpo per svanire una volta terminato l’attacco.
Come è stato possibile?
Il suo amico gli porse una tazza di caffè, ed Eraqus la mandò giù con violenza. Amaro, secco, proprio come lo preferiva Xehanort. Ma era l’unica cosa che potesse tenere viva la sua mente “Xehanort, credimi, se avessi anche solo avuto il sospetto in questi anni che …”
“Eraqus, calmati. Nessuno sta accusando te” fece, bevendo a sua volta “E, se è per questo, non accuso nemmeno il ragazzo!”
I Custodi del Keyblade da sempre proteggevano il Cuore dei Mondi, facendo uso delle armi che erano destinate a loro sin dalla nascita. Eraqus, e tutti gli altri maestri prima di lui, avevano il compito di guidare le nuove generazioni. Insegnare loro a duellare era ben poca cosa: la parte più importante risiedeva nell’insegnare a tutti come incanalare i poteri ricevuti, come dar loro forma nella maniera migliore. E ad impedire che l’Oscurità accecasse le loro menti e li trascinasse verso un punto di non ritorno.
Ad usare i loro Keyblade ed i loro poteri per i loro fini personali.
Si strinse le mani, lasciando dei segni rossi sulle nocche: “Come è potuto succedere … a Terra?”
“Lo stress, forse … la perdita di concentrazione … il Custode sei tu, non io!”.
“Ma …”
Il suo amico gli prese la tazza di caffè e gliela riempì “Eraqus, il come lo affronteremo dopo. Devi decidere cosa farne di lui. Il ragazzo e tutta Radiant Garden aspettano una tua risposta!”
“Xehanort, tu non capisci! Avevo intenzione di fare di Terra il mio successore!”.
Aveva puntato tutte le sue speranze sul ragazzo. Era il migliore di tutti, molto più bravo di quanto non lo fosse stato lui alla sua età. La scelta gli era sembrata così ovvia …
“Nessuno glielo impedisce, Eraqus. Ragiona, per favore!”.
“Tu dici che …”
Il tono di Xehanort non ammetteva repliche “L’Oscurità esiste, amico mio, non è un mistero. Ad Autozam sono apparsi di recente alcune strane creature che sembrano collegate proprio alle tenebre. Per quanto a te faccia piacere crederlo, nessuno di noi possiede soltanto Luce nel suo cuore. Né tu, né io, né Terra”.
Camminava su e giù, muovendo le mani “Il ragazzo ha bisogno solo di tempo, tutto qui. E’ abile, sa duellare, sotto quel punto di vista è impeccabile, ma … forse dovrebbe lavorare di più sul controllare la sua anima. Meditazione, lezioni … quelle cose che fate voi Custodi”.
Si avvicinò alla finestra, guardando Radiant Garden ancora in festa “Terra è sveglio. Dagli un altro anno per migliorare sotto questo aspetto e sarà il più grande Custode del Keyblade che il Portale abbia mai sfornato. Fallo pazientare un altro anno, tutto qui!”.
“Bocciarlo, tu dici …”
Xehanort gli venne vicino. Si rese conto che pronunciare quelle parole non era semplice nemmeno per lui. Conosceva il ragazzo da quando era entrato nel tempio, ed a modo suo gli si era affezionato. Non aveva mai visto il suo amico così dispiaciuto e serio “Oppure nominare maestro una persona che non riesce a controllare l’Oscurità. L’ultima parola spetta a te, Eraqus. Voglio bene a quel ragazzo non meno di te, credimi”.
Gli credeva.
E lo ringraziò per i suoi consigli.
Purtroppo, però, dare al ragazzo quel triste responso sarebbe toccato a lui ed a nessun altro.

Aqua sentiva il proprio cuore in subbuglio mentre attraversava il cortile.
La festa nel tempio sarebbe durata per tutta la notte, e sopra i tetti color arancione decine di fuochi d’artificio rendevano magica la serata. Dopo la proclamazione era stata letteralmente assalita dagli spettatori, e si era trovata le mani piene di regali più svariati che aveva accettato con un sorriso.
Avrebbe dovuto essere la festa più importante della sua vita, quella che sognava da quando era entrata nel tempio.
Ma al posto della gioia sentiva un odioso nodo alla gola.
“Terra, tu sei un modello per tutti gli allievi del nostro ordine, e lo sarai ancora per le prossime generazioni di Custodi”
Gli aveva detto il maestro Eraqus, durante la proclamazione solenne.
“Tutti devono sapere il tuo impegno per la nostra causa, ed hai mostrato una perfetta conoscenza nell’uso del Keyblade, trasmettendola anche a chi ne aveva bisogno. Se resterai ancora con noi diventerai un vero maestro, e guiderai l’ordine con saggezza, ma …”
Era stato quel “ma” a far indietreggiare Terra, a far indurire di colpo la sua espressione.
“Ma prima di elevarti al grado che ti spetta di diritto ritengo necessario che tu sia ancora più preparato di oggi. Padroneggi le tecniche di combattimento, ma devi ancora dominare al meglio il tuo cuore. Sei forte e saldo, ma un vero maestro deve arrivare a cancellare l’Oscurità dalla sua anima, per non macchiare il suo Keyblade di …”
Le restanti parole del maestro non avevano avuto più importanza. Terra era rimasto in silenzio, a testa bassa, mentre Aqua pregava che quel fastidioso brusio del pubblico alle loro spalle cessasse. Aveva cercato di parlargli al termine della proclamazione, ma era stata travolta dalla folla e lo aveva perso di vista. Ven aveva provato a cercarlo, ma sembrava introvabile.
L’espressione negli occhi di Terra le aveva fatto male.
Si sentiva quasi in colpa di aver superato l’esame. Lei e Ven, che insieme non valevano la metà di lui, erano adesso dei veri maestri.
Lui, invece …
Lo trovò nel giardino sud del tempio, che il maestro aveva chiuso ai festeggiamenti. Terra era al centro, vicino alla fontana, con le braccia unite dietro le schiena e lo sguardo rivolto verso la luna ed i fuochi d’artificio.
Non c’era nessuno oltre loro due lì, ed anche i suoni della festa giungevano a fatica. Lei strinse forte nella mano i biglietti che le aveva regalato il maestro Eraqus diverse sere prima. Glieli aveva offerti con quel suo fare complice ed una strizzata d’occhio, augurando a lei ed a Terra una piacevole e fruttuosa cenetta insieme nel ristorante panoramico di Radiant Garden.
Sapeva che lui era di malumore, ma forse sarebbe riuscita a distrarlo.
“Terra!”
Scese le scale, aspettando che lui si voltasse. Non lo aveva mai visto con un’espressione così seria.
Gli venne vicino e lo prese per il braccio. Si era preparata persino un piccolo discorso, ma uno sguardo a quel viso le mozzò il respiro in gola: “Senti, Terra, io …”
“Non ti preoccupare, Aqua. Non ce l’ho con te”.
Forse sono più io che ce l’ho con me stessa. Tu dovresti essere il maestro, non io …
Lungo il suo braccio, ogni muscolo era teso. Lo strinse forte, cercando di trasmettergli un po’ del suo calore, ma lo sguardo di lui era altrove.
“Cosa ci fa l’Oscurità dentro di me? Perché proprio io …”
“Perché sei il migliore, ragazzo”.
A quella voce, Aqua sobbalzò, sicura che in quel giardino ci fossero soltanto lei e Terra.
La figura del maestro Xehanort emerse da dietro un muro, ed avanzava come suo solito a passi piccoli e lenti. Appariva ancora più stanco e curvo del solito, e Aqua si chiese se fosse il caso di avvicinarsi a lui ed aiutarlo: ma conosceva abbastanza bene l’orgoglio del vecchio alchimista.
Lui si portò accanto al loro e si sedette su una panchina, invitando Terra a venire verso di lui con un cenno della mano.
“Piccola Aqua, sei stata bravissima oggi, e mi dispiace non averti festeggiato a dovere. Ma a quello credo che ci avrà pensato Eraqus”.
Si strinse nel pastrano e sorrise “Però non è un mistero che tu, Terra, sia il più preparato del tuo anno. E, se vuoi sapere il parere di un vecchio alchimista gobbo, sei il migliore che sia passato in questo tempio da decine di anni. Anche più bravo di Eraqus alla tua età, e ti assicuro che me lo ricordo bene …”
Aqua sapeva che i due maestri si erano conosciuti quando ancora Eraqus era un apprendista. I due sedevano spesso a tavola rivangando il passato, e non c’era allievo che non avesse sentito almeno una volta di come si fossero persi nella capitale di Pharen il giorno dell’incoronazione del Grande Satana e di come il maestro Yen Sid li avesse recuperati mentre se le davano di santa ragione in una fontana.
“Maestro” fece Terra, che rispettava più di chiunque altro il vecchio “Io continuo a non capire … l’Oscurità … non mi era mai capitato, io credevo che …”
“Non è un caso che sia capitata a te, figliolo. Certo, l’Oscurità è molto pericolosa, non è un potere alla portata di tutti. Non è qualcosa con cui scherzare. Però …”
Aqua si sedette sull’erba bagnata, ascoltando. C’era sempre da imparare qualcosa da un uomo saggio come il maestro Xehanort.
“… però anche l’Oscurità nasce dal Cuore dei Mondi, O Portale dell’Alchimia, come preferisci. Oscurità e Luce camminano insieme, e nessuno può presumere di separarle, di dominare l’una e di ricacciare l’altra a piacimento. Anzi”.
Si alzò con un po’ d’aiuto da parte di Terra e si avvicinò ad una piccola lampada che illuminava la fontana; raccolse un bastoncino dal giardino e lo mise davanti alla luce, invitandoli a guardare “Dove c’è luce …” indicò con calma l’ombra che il rametto gettava sul bordo di marmo “ … nasce subito un’ombra. E quando c’è una sorgente luminosa potente come il sole …”
“Si proiettano delle ombre lunghe” concluse lei.
“Brava bambina. Terra, tutti sanno che dentro di te c’è una Luce potente, che ti ha permesso di diventare il Custode forte e preparato che sei. Ma non dimenticare che anche l’Oscurità in te è grande, che fa parte di te. E che potresti provare a controllarla”.
Gli occhi di Terra avevano una luce interrogativa “Il maestro Eraqus dice che l’Oscurità va soppressa”.
“Eraqus ogni tanto dimentica che non può esistere soltanto la Luce, che troppa può accecare. Ogni tanto è troppo rigido, io glielo dico sempre” lasciò cadere il bastoncino nell’acqua, con sguardo un po’ assente “ … ma stavolta non mi ha dato ascolto. Ho provato a farlo ragionare, ma ha insistito per impedire la tua nomina a maestro. Ha tuonato che non avrebbe mai permesso all’Oscurità di avere la benché minima presa sul tuo cuore. Lo so che ha preso questa decisione per il tuo bene, ma certe volte ha la testa più dura di un demone”.
Già …tipico del maestro. Si ritrovò a pensare.
“Lei quindi cosa mi suggerisce di fare, maestro?”.
“Di pensare con la tua testa, figliolo. Visto che dovrai rimanere al tempio ancora per un po’ usa questo tempo per conoscere meglio te stesso e questa Oscurità. Non limitarti a rinchiuderla dentro di te, perché prima o poi esploderebbe proprio come è successo oggi” si allontanò dalla fontana e rivolse ad entrambi un cenno con il capo, segno che il discorso era terminato “Ascolta il tuo cuore ed il tuo Keyblade. E, per qualsiasi cosa, chiamami. Hai tutto il mio supporto”.
Il rumore dei passi dell’uomo anziano si diradò nel giro di qualche minuto, ed Aqua si accorse che il braccio di Terra non era più teso come poco prima. Anche i suoi occhi erano diversi: ancora cupi, ma con uno spiraglio di luce. E sempre bellissimi.
Si ricordò dei biglietti “Terra, senti, se ti va per stasera io …”
“Ti ringrazio, Aqua” fece lui, mettendole una mano sulla spalla “Ma … stasera non credo di essere dell’umore giusto”.
“Nemmeno per una cena insieme?”
“Sei gentile, però … adesso vorrei rimanere da solo a riflettere su quello che mi ha detto il maestro Xehanort”.
“Ma …”
“Un’altra volta, va bene? Sei sempre molto cara” le sorrise, allontanandosi verso gli alloggi “Buonanotte, Aqua”.
Non trovò nessuna scusa per fermarlo. I biglietti iniziavano a bruciarle tra le dita. Mentre la figura di lui svaniva nell’ombra del tempio si chiese perché l’unico uomo che non era rallegrato dalla sua presenza fosse anche l’unica persona che lei volesse davvero accanto a sé. Ma almeno c’era una magra consolazione alla fine di quella giornata: Terra aveva ritrovato un filo di speranza, e non avrebbe mai potuto ringraziare abbastanza il vecchio maestro Xehanort per avergli ridato un sorriso.
Un altro anno e Terra sarà senza dubbio un maestro, pensò, lasciandosi andare alla vista dei fuochi d’artificio. E forse allora …

Pai divorava ad ampie e rabbiose falcate il corridoio che li separava dalla sala del trono, tanto che Kisshu, come al solito, doveva correre per riuscire a stargli dietro.
I demoni di guardia si facevano da parte rispettosamente, portando una mano al petto e chinando il capo al loro passaggio; anche se non appartenevano allo stesso Casato era loro dovere rendere omaggio a un demone maggiore. E Pai non era un demone maggiore qualsiasi: il suo Casato era uno dei più antichi e puri, nelle sue vene scorreva la magia primordiale che aveva visto l'alba del mondo. Kisshu poteva sentire quella stessa magia ora guizzare e dimenarsi nel corpo del suo padrone, furente come una belva in gabbia, bramosa di uscire e fare a pezzi qualcosa. Anche le guardie dovevano percepire l'aura di Pai, perché lo spiavano di sottecchi con sguardi timorosi, stando ben attente a non emettere neanche un fiato. Kisshu invece non ne aveva paura. Ci era abituato. Il capo era sempre stato così, in ogni cosa che faceva: impeto e tempesta.
Quel giorno poi aveva un motivo particolare per essere furioso. Già una convocazione del Grande Satana in persona era di per sé un affare abbastanza serio, ma la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era l'interferenza di Sua Eccellenza Baan. Era stato lui ad accoglierli al loro arrivo a palazzo, sorridente come sempre, anche più del solito. Non avevano impiegato molto a capire il perché.
“Abbiamo una missione da assegnarti, Pai.” aveva detto l'altro demone maggiore, mentre Pai e Kisshu si inginocchiavano al suo cospetto. “Il Grande Satana aveva bisogno di qualcuno di fidato, e io ho pensato subito a te!” Chiaramente non era un complimento. Se l'idea era partita da Sua Eccellenza i casi erano due: o era una missione suicida, oppure qualcosa di tremendamente umiliante. Kisshu si ritrovò a sperare nella prima opzione: il capo non avrebbe mai sopportato un'onta sul suo onore, e comunque dopo una cosa del genere si sarebbe suicidato lo stesso, e tutto il Casato con lui. Tanto valeva farla finita subito.
“E' un onore per il mio Casato servire il Grande Satana.” Risposta stereotipata e rispettosa, ma se si potesse uccidere con la voce il tono velenoso di Pai avrebbe incenerito Sua Eccellenza lì su due piedi. In tutta Pharen non c'era demone che Pai odiasse e disprezzasse più di Baan, e con tutta probabilità il sentimento era reciproco.
Se non altro pareva che Sua Eccellenza non sarebbe stato presente all'udienza con il Grande Satana, perché li aveva lasciati poco prima del corridoio che portava alla sala del trono. Arrivati al grande portone furono annunciati da una guardia e introdotti nella sala, dove si inginocchiarono per la seconda volta.
“Grande Satana, il Suo umile servitore è qui. Comandi.”
“Benvenuto Pai, e grazie per essere arrivato così in fretta. Alzati pure. E anche tu, Kisshu.”
Kisshu sperò vivamente di non essere arrossito, e ancora più vivamente che il capo non lo avesse visto. Mentre si alzava in piedi il Grande Satana gli aveva sorriso, accordandogli un breve cenno del capo in segno di benvenuto... aveva sorriso a lui, un semplice demone minore di un altro casato, e ricordava persino il suo nome! A dire il vero il Grande Satana Nehellenia si era sempre comportata così tutte le volte che l'aveva incontrata, ma ancora non riusciva a farci l'abitudine. In questo era molto diversa dai suoi predecessori e dai capi degli altri casati, Pai compreso.
La sovrana dei demoni di Pharen era ancora molto giovane, il suo regno durava da appena pochi decenni. Kisshu pensava che fosse la demone più bella su cui avesse mai posato gli occhi: alta, regale, con splendidi occhi viola e una sontuosa cascata di capelli blu notte che le ricadeva in morbide onde dietro la schiena arrivando quasi a toccare terra. Si diceva che le sue ancelle impiegassero più di un'ora per acconciarla ogni mattina.
“Immagino che Baan ti avrà già detto che intendiamo assegnarti una missione.”
“E' così, mia signora. Deve solo dare l'ordine e sarà fatto.”
“Ti spiego subito di cosa si tratta.” Il grande Satana Nehellenia si alzò con grazia dal trono, la lunga veste che frusciava sul pavimento di marmo ad ogni suo passo, e si avvicinò a un'alta finestra a ogiva, dove la luce del sole mattutino fece risplendere i suoi gioielli di mille riflessi dorati. Per un attimo parve immersa nella contemplazione del panorama, le dolci colline e le valli profonde di Pharen poi, con un sospiro, si voltò verso di loro.
“Forse sai già di cosa sto per parlarti. Presenze oscure e misteriose sono apparse a Cephiro. Creature fatte di tenebra, impalpabili come ombre, all'apparenza piccole e meschine, ma che in grande numero possono rivelarsi pericolose, soprattutto per gli umani che non possiedono la magia al nostro livello. Nessuno sa da dove provengano, ma pare che le armi convenzionali su di loro non abbiano effetto. Si nutrono dell'energia vitale degli esseri viventi, e chi viene colpito da loro si dissolve a sua volta nell'oscurità, unendosi alle loro schiere. E' così che si riproducono. Ci sono state delle vittime. Non tante, finora, ma ci sono state.”
Il capo era nettamente sorpreso, e Kisshu più di lui.
“Vittime?! Mia signora, non ne sapevo nulla! Queste creature sono in grado addirittura di sopraffare un demone?!”
“No, almeno per ora. Le vittime di cui parlo sono tutti umani, di Autozam nello specifico. La stragrande maggioranza degli avvistamenti di queste creature è stata registrata lì. Anche qui a Pharen abbiamo avuto qualche caso, ma in misura molto minore, e sono state tutte prontamente eliminate. Solo a Radiant Garden pare non siano ancora apparse. ”
Ovviamente a questo punto il capo non riuscì a trattenersi: “E allora perché preoccuparci? Che Autozam risolva i suoi problemi da sola!”
Un brusio preoccupato percorse le schiere di guardie e attendenti ai lati della sala come una scarica elettrica, e anche Kisshu sussultò. Pai aveva la fama di essere l'unico demone maggiore che osasse contraddire apertamente il Grande Satana, e per quanto Nehellenia fosse una sovrana molto comprensiva e paziente Kisshu si ritrovava ogni volta a temere che il suo povero capo incorresse in qualche punizione per il suo comportamento irrispettoso.
Il Grande Satana Nehellenia si limitò a sollevare un sopracciglio. “I problemi di uno dei tre regni di Cephiro sono i problemi dell'intera Cephiro. Dobbiamo unire le forze contro le minacce comuni. Oltretutto in questo caso c'è un' ulteriore complicazione.” Il Grande Satana si lasciò sfuggire un sospiro. “La cosa non ti piacerà, Pai, ma ti prego di non dare in escandescenze.”
“Mia signora, se il mio comportamento La ha offesa chiedo umilmente perdono.”
Come se non sapessero entrambi che tornerà a offenderla tra meno di due minuti... capo, la prego, cerchi di controllarsi almeno stavolta...
“Gli oligarchi di Autozam hanno accusato noi del problema.”
“COSA?!”
La vedo nera...
“Pensano che le creature oscure facciano parte della famiglia demoniaca, o almeno che siano state create dalla nostra magia.”
“Questo è un affronto! Una calunnia, un'ignominia! Creature delle tenebre provenienti dalla famiglia demoniaca?! Ve lo dico io com'è andata davvero! Quegli esseri sono scappati dagli immondi laboratori dei loro ignobili alchimisti e adesso cercano di far ricadere la colpa su di noi! Meriterebbero di pagare col sangue per aver anche solo osato pensare...”
“Pai, basta così!” Nehellenia mise fine con un gesto al fiume in piena dell'orazione di Pai. “Devi comprenderli, hanno paura. Mentre noi siamo qui a parlare quelle creature si moltiplicano sempre di più a Autozam, e la popolazione è spaventata. Con le loro armi tecnologiche e l'alchimia per ora stanno riuscendo a tenere a bada la minaccia, ma hanno bisogno di aiuto.”
Kisshu condivideva lo sdegno del suo capo. La famiglia demoniaca riuniva sotto di sé le più svariate creature magiche oltre ai demoni che ne erano al comando, ma esseri come quelli descritti dal Grande Satana non avevano niente a che fare con loro. Era ingiusto da parte degli oligarchi attribuire loro la responsabilità solo perché non riuscivano a trovare una spiegazione migliore. Ma da sempre gli umani avevano temuto i demoni e li avevano accusati di ogni fenomeno o problema che non riuscivano a comprendere. Ed erano molte le cose che gli umani non capivano, diceva sempre il capo.
“Vuole che io aiuti gli oligarchi a sbarazzarsi di quelle creature?” chiese Pai sbalordito.
“Non solo. Io e Re Ansem stiamo collaborando per studiare la minaccia. Dobbiamo raccogliere più informazioni possibili e capire qual è l'origine di queste creature, altrimenti non saremmo mai in grado di eliminare il problema alla radice. Continuano a moltiplicarsi, e non capiamo come fermarli del tutto. Gli studiosi di Re Ansem li hanno chiamati Heartless, perché sono senza sentimenti e agiscono solo in base al puro istinto di riprodursi. Voglio che tu vada a Radiant Garden come mio rappresentante e collabori con il Re, che ci ha fatto la cortesia di mediare in nostro favore presso il governo di Autozam. Dopodiché ti recherai a Autozam insieme a una delegazione di Radiant Garden, chiarirai la posizione di Pharen in tutto questo e offrirai il nostro aiuto e la nostra collaborazione agli oligarchi.”
Kisshu non credeva alle proprie orecchie. Era un semplice attendente e non spettava a lui giudicare né tantomeno mettere in questione le decisioni dei sovrani, ma... mandare il capo in una missione diplomatica? Con gli umani? Sì, tutto questo puzzava davvero dello zampino di Sua Eccellenza Baan.
A quanto pare Nehellenia dovette leggergli nel pensiero, perché disse: “So che la diplomazia non è il tuo punto di forza Pai, e so anche ciò che pensi degli umani. E' per questo che non sarai solo nella tua missione: sarai affiancato dalla mia assistente personale, Nova, esperta in relazioni diplomatiche. Puoi portare Kisshu con te naturalmente, e chiunque del tuo Casato tu ritenga necessario, ma in questa missione tu e Nova avrete pari grado. Segui le sue indicazioni e andrà tutto alla perfezione.”
Per una volta il capo era rimasto senza parole, ma nel suo sguardo cupo e stupefatto si leggevano mille dubbi e domande inespresse.
Il Grande Satana Nehellenia se ne accorse, e fece un cenno ai demoni schierati lungo le pareti della sala: “Lasciateci.”
Si ritirarono tutti in ordine e in completo silenzio, e Kisshu era incerto se dovesse unirsi a loro oppure no, ma il Grande Satana gli fece cenno di restare. Tuttavia, quando Nehellenia si avvicinò al capo e gli prese una mano tra le sue, non poté fare a meno di sentirsi di troppo, e si ritirò piano piano in una nicchia tra due colonne, cercando di farsi il più piccolo, insignificante e invisibile possibile.
“So che ti chiedo un grande sacrificio, Pai, ma è una questione della massima importanza. Non avrei scelto te se non sapessi di potermi fidare ciecamente.”
“Perdoni la sfrontatezza, mia signora, ma è stato Sua Eccellenza a scegliermi. E ora temo di aver capito il perché.”
Non c'era rabbia nel tono del capo, ma la sua voce traboccava di dignità offesa... e di qualcos'altro, più profondo e nascosto, che solo chi lo conosceva bene come Kisshu riusciva a scorgere.
Il giovane attendente osservò il volto di Pai, ora illuminato dal sole che filtrava dalle alte vetrate delle finestre. Il capo aveva solo poche centinaia di anni, ma i suoi occhi scuri erano seri e profondi come quelli di un demone anziano, e la sua bocca era una linea severa che raramente veniva increspata dall'ombra di un sorriso. Era alto, dal portamento fiero e il fisico asciutto, agile e scattante, e Kisshu sapeva che più di una demone sospirava segretamente pensando a lui. Molte concordavano sul fatto che fosse ancora più carino da quando aveva tagliato corti i suoi capelli blu-violetto, lasciando solo una sottile treccina che gli ricadeva da un lato del volto. Ciò che non sapevano era che Pai non aveva fatto una cosa del genere per pura vanità (non sarebbe stato da lui!), ma solo e soltanto per distinguersi da Sua Eccellenza. Da quando Baan era diventato Consorte del Grande Satana molti demoni maschi avevano iniziato a farsi crescere i capelli ad imitazione della sua lussureggiante chioma corvina, e Pai aveva deciso di manifestare il suo dissenso nell'unico modo possibile. Il suo Casato lo aveva seguito, e ora i capelli verdi di Kisshu erano raccolti in due corti codini che gli incorniciavano il viso insieme a una frangetta ribelle.
“E' vero.” disse il Grande Satana, lasciando la mano di Pai. “L'idea è stata di Baan, anche se lo ha detto più per scherzare che per altro. Io però sono seria. Penso che sia un'esperienza che possa farti bene. So bene che gli umani non ti piacciono.”
Dire che a Pai non piacevano gli umani era un eufemismo. Il capo era sempre stato il più strenuo oppositore della politica di apertura verso gli umani che il Grande Satana Nehellenia aveva messo in atto da quando era salita al trono, e la fazione da lui guidata rifiutava qualsiasi contatto o collaborazione con loro.
“Ma come gli oligarchi di Autozam accusano noi della presenza degli Heartless perché si rifiutano di conoscerci e di capirci, allo stesso modo tu rifiuti gli umani e la loro cultura perché non hai mai provato ad aprirti a loro e a guardare le cose dal loro punto di vista. Per questo voglio mandarti a Radiant Garden e a Autozam. Sono certa che conoscendoli meglio ti libererai dei tuoi pregiudizi.”
“Mia signora, degli umani so tutto quello che basta per affermare con certezza che sono una vile razza di sporchi...... ”
"E' quando sei convinto di sapere tutto di una cosa che è il momento buono per guardarla da un'altra prospettiva.” il tono di Nehellenia non ammetteva repliche. “Voglio che tu faccia tesoro di questa esperienza. Sono convinta che possa renderti una persona migliore. Lo farai, Pai? Lo farai per me?”
“Mia signora!” il capo piegò un ginocchio davanti a lei, la voce vibrante di solennità e ardore. “La Sua volontà per me è legge! Io sono solo uno strumento nelle Sue mani, e se Lei desidera che mi getti tra le fiamme, che mi trafigga il petto con le mie stesse mani e le offra su un piatto d'argento i miei cuori sanguinanti o che trascorra il resto dei miei anni a fare da schiavo al più turpe e indegno degli umani, ebbene, io lo farò!”
Sono sicuro che gli riuscirebbe molto più facile cavarsi i cuori che passare la vita al servizio degli umani...
Inaspettatamente il Grande Satana si mise a ridere. “Suvvia, Pai! Non essere sempre così serio! I tempi delle antiche saghe di guerra e dei giuramenti di sangue sono finiti. Lasciati andare un po'!” Poi vide la determinazione ardere nello sguardo ferito del capo, e la sua voce si fece più dolce: “Perdonami.”
“Grande Satana, Lei non deve chiedere perdono a un...” lei si chinò e gli poggiò delicatamente l'indice sulle labbra, impedendogli di continuare. “Se ti ho dato l'impressione di dubitare della tua fedeltà ti chiedo scusa, perché so di non avere un amico più sincero e leale di te.” Lo prese per le mani e lo fece rialzare, sfiorandogli la fronte con un lieve bacio.
“Grande Satana...” l'esitazione durò appena un istante. “Grande Satana, non penserei mai una cosa simile. Sono al Suo servizio, ora e sempre.”
Nehellenia si allontanò di qualche passo e scosse la testa con un sorriso in cui a Kisshu parve di intravedere una sfumatura malinconica.
“Buon viaggio, Pai. Aspetto rapporti regolari da te e da Nova. Arrivederci anche a te, Kisshu.”
L'udienza era finita. Il capo si inchinò ancora una volta e poi voltò le spalle e uscì dalla sala, mentre ancora una volta Kisshu gli trotterellava dietro a fatica.

Meno tre... meno due... meno uno...
“Kisshu! Ardo di sdegno!”
Puntuale come una maledizione...
“Ti rendi conto? Collaborare con gli umani! Camminare sul loro suolo immondo, respirare la loro aria fetida!”
“E mangiare il loro putrido cibo, stringere le loro sporche mani.” rincarò Kisshu, che ormai conosceva la tirata a memoria. “Sono indignato anch'io, capo.”
Si trovavano ancora nei corridoi del palazzo del Grande Satana, e Kisshu sperò con tutti i cuori di non imbattersi di nuovo in Sua Eccellenza. La pazienza del capo aveva già superato abbondantemente il limite massimo di sopportazione, e un altro incontro con il suo peggior rivale avrebbe potuto avere conseguenze a dir poco catastrofiche. Per chi, Kisshu non era sicuro di volerlo sapere.
“Indignato è dir poco. Gli oligarchi di Autozam ci hanno accusati a torto... hanno accusato il Grande Satana! E' un'onta che può essere lavata solo con il sangue, e quello di tutti gli abitanti di quel sudicio regno non sarebbe sufficiente!”
“Capo!“ fece Kisshu in tono allarmato. “Non intenderà mica...”
“Il Grande Satana Nehellenia mi ha ordinato di svolgere questa missione e io lo farò.” il tono del capo non ammetteva repliche. “Ma ciò non significa che ne sarò felice.” La sua bocca si contorse in una smorfia di disprezzo. “E' sempre stato così, da che il mondo ha avuto inizio.” Lezione di storia in arrivo. Kisshu sospirò, preparandosi ad ascoltare un discorso che aveva già sentito molte, molte volte. “Gli umani hanno sempre invidiato la nostra lunga vita e la nostra magia. Hanno sempre cospirato contro di noi, e consapevoli di non poterci sterminare con la forza hanno fatto ricorso di volta in volta ai trucchi più spregevoli e subdoli. Sono creature vili, per cui l'onore non ha nessun significato. Per loro i giuramenti non sono che parole al vento e pezzi di carta buoni solo per alimentare il fuoco.”
“E non hanno rispetto per il mondo in cui vivono” lo anticipò Kisshu, mentre Pai annuiva con convinzione. “Sfruttano la terra indiscriminatamente e costruiscono in modo selvaggio senza pensare alle conseguenze, perché la loro vita è breve e a loro non importa nulla di quelli che verranno dopo. Sono egoisti e pensano soltanto a se stessi, non hanno il senso della famiglia e della comunità come noi demoni.”
“Giustissimo, Kisshu! Gli umani sono i parassiti di Cephiro. Dovremo fare attenzione mentre saremo nel loro regno, perché loro non aspettano che un'occasione per pugnalarci alle spalle. Il Grande Satana si fiderà anche di questo Re Ansem, ma IO non ho intenzione di abbassare la guardia mentre mi trovo nel suo sudicio covo. Kisshu, tu verrai con me, e voglio che tu tenga sempre gli occhi aperti. Non mangiare il loro cibo, non accettare nulla di ciò che ti offrono, e soprattutto evita nel modo più assoluto qualsiasi tipo di contatto fisico. Porteremo con noi tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Soprattutto diffida dei loro sorrisi e dichiarazioni di amicizia. Non c'è nulla di più falso della promessa di un umano.”
Kisshu aprì la bocca per dire il suo solito “sì capo, conti su di me, capo”, ma una voce femminile sconosciuta, proveniente dall'altra estremità del corridoio, lo batté sul tempo.
“Oh-oh. Mi sa che quando il Grande Satana diceva che la diplomazia non era il tuo punto forte era nettamente eufemistica. Poveri noi, la missione sarà molto più ardua del previsto.”
Una giovane demone avanzava verso di loro, accompagnata dall'eco della sua risata cristallina. Era di corporatura snella e minuta, con una folta chioma di capelli rosa e grandi occhi rosso sangue. Kisshu era sicuro di non averla mai vista prima di allora.
Pai la fissò con uno sguardo che avrebbe incenerito persino un Cavaliere del Drago. “E tu cosa vuoi? Stai al tuo posto, demone minore! Hai idea di chi ti trovi di fronte?”
La ragazza non sembrò scossa, e rispose con la massima tranquillità: “Ahimé sì. Pai, demone maggiore e capo del casato più retrogrado e bigotto nella storia della famiglia demoniaca.”
Kisshu divenne ancora più pallido di com'era e si preparò all'imminente esplosione. Sentì l'aura magica del capo impennarsi come un'onda di maremoto, furente e terribile.
“Come osi.... “
La demone non si curò del suo sdegno: “Io sono Nova, assistente personale del Grande Satana Nehellenia e appartenente al suo grande e nobile casato. Sono venuta per dirvi che partiamo per Radiant Garden tra due ore esatte, con un'astronave gentilmente mandata da Re Ansem in persona.”
“Mi rifiuto categoricamente di viaggiare su un mezzo umano!” esclamò subito Pai.
“E io mi rifiuto categoricamente di sopportare oltre le tue lamentele insensate.”
Kisshu era senza fiato: quella piccola demone stava... stava contraddicendo il capo! Era consapevole di star erigendo da sé la propria pira funebre?
“Siamo in missione diplomatica, e dobbiamo rispettare le usanze dei nostri ospiti. Non vorrai far sfigurare il Grande Satana di fronte a un sovrano straniero, mi auguro.”
Questa frase ebbe il potere di placare le proteste di Pai, se non la sua collera. Il Grande Satana Nehellenia aveva decretato che Nova e Pai sarebbero stati di pari grado in quella missione, e il capo non poteva che adeguarsi. Continuò a seguire Nova che si allontanava per il corridoio con sguardo torvo, ma senza proferire parola. Poco prima di sparire dalla loro vista lei si voltò un'ultima volta e disse: “Tra due ore esatte all'ingresso del palazzo!”
“Kisshu, andiamo!” Il capo si avviò lungo il corridoio senza neanche aspettarlo. Kisshu gli si affrettò dietro per l'ennesima volta in quella giornata, con tutta la velocità che le sue gambe mingherline gli consentivano.
La missione si prospettava un autentico inferno. L'unico pensiero che riusciva a tirarlo su di morale era che almeno avrebbero rivisto Zaboera.

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Grazie mille per aver letto tutto il capitolo! Vi prego, evitate solo il commento "è lungo". Quello lo sappiamo da noi. Solo che abbiamo in mente un sacco di cose e dobbiamo limitarci a 12 capitoli .... forse su un contest biennale saremmo andate meglio. Alla prossima e fateci sapere cosa ve ne pare!!!!

White&Lis

Edited by Lisaralin - 17/1/2012, 22:53
 
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view post Posted on 21/1/2012, 10:55
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...oh mamma mia white... li abbiamo terrorizzati.... XD
 
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Il signore dei biscotti

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Puff. . . pant. . . *si trascina fino alla fine della pagina*
Sono riuscito a leggerlo tutto! D:
Che dire, è un capitolo molto intrigante, ben descritto e ottimo come introduzione. L'alterazione dell'esame dei Maestri di BbS mi sembra decisamente buona, la trovo appropriata! E, nonostante ciò, MX continua a rivestire lo stesso ruolo. Certa gente non cambia mai : D

CITAZIONE
Sora ebbe l’impressione che l’unico rumore presente fosse quello dei suoi denti che macinavano biscotti

Quando diavolo me li ha presi, quel ragazzino!? ò_o

E poi c'è la parte della storia che riguarda gli altri pg. Uhm, come carattere mi piacciono molto.
Quel Pai, mh, la sua personalità è la migliore : D
I pg. della seconda parte del capitolo rispecchiano gli originali? Oppure avete modificato il loro carattere?
 
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view post Posted on 21/1/2012, 14:16
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Povero Val, al termine della maratona di meriti un coccoloso abbraccio di un Fungo Bianco! Sono felice che tu ce l'abbia fatta tutto intero (controlla se non ci siano pezzi di Val sparsi nel forum)
Beh, MX perde il pelo (o i capelli, fate voi) ma non il vizio. Alla fine ogni storia fantasy che si rispetti deve avere un cattivo come si deve, e per non sbagliare io e Lis siamo andate su un personaggio che non delude mai. Infatti ache nel trailer avevamo abbastanza fatto intuire che avrebbe avuto la parte del leone e non ci smentiremo.

CITAZIONE
Quel Pai, mh, la sua personalità è la migliore

Grazie! Beh, seguitelo e vedrete che sarà anche meglio! E' uno dei personaggi della cui evoluzione siamo più fiere!

CITAZIONE
I pg. della seconda parte del capitolo rispecchiano gli originali? Oppure avete modificato il loro carattere?

Non c'entrano una mazza con i personaggi da cui li abbiamo presi. Io e Lis facciamo sempre così: prima ci inventiamo di sana pianta un pg, background e caratterizzazione (oppure li definiamo in corso d'opera), poi cerchiamo tra i film o gli anime un corpo con cui immaginarcelo (ed un nome perché siamo inabili ad invertarceli), ma niente di più. Ci piace avere dei modelli fisici in cui inserire i nostri personaggi, ma la caratterizzazione al 99% è nostra. Al contrario i personaggi tratti da KH (almeno in questa storia, non nel Ramingo e lo Stregone) sono più o meno fedeli alla caratterizzazione dei pg originali, abbiamo variato ambiente e background.
 
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10superflex1
view post Posted on 21/1/2012, 14:42




Ed anch'io ce l'ho fatta! Un applausone per la lunghezza!
Comunque, molto bello e dettagliato l'esame, complimenti per la descrizione *approva*
Sora e Riku che mangiucchiano qua e là sono veramente simpatici :D
Purtroppo non conosco i personaggi della seconda parte, ma sembrano interessanti, in particolare Kisshu che mi ispira molta simpatia ^^

CITAZIONE
“DAJE, AQUA, FACCI SOGNARE!” fece uno del Reale Esercito, quello bassino con la bandana rossa.

Braig è sempre il solito xD
Le uscite del pubblico facevano spanciare xD
 
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Crisio
view post Posted on 21/1/2012, 20:12




l'ho letto anche io hahahahha
molto bello, davvero, mi sono piaciute un casino le descrizioni, ferme al particolare. Mi sorprende innanzitutto l'idea di stravolgere così la storia reale, non me lo aspettavo, complimenti davvero!
Ah, e massima stima per Braig che sbava per Aqua hahahahha
Una cosa, ma sto Grande Satana Baan, che c'è anche nel Ramingo e lo stregone, chi c***o è? XD
 
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view post Posted on 21/1/2012, 20:18
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CITAZIONE
ma sto Grande Satana Baan, che c'è anche nel Ramingo e lo stregone, chi c***o è? XD

Viene da un manga chiamato Dai no Daiboken. Abbiamo ripreso alcune caratteristiche del mondo dei demoni da quel manga. "Grande Satana" e' il nome della carica di chi governa il regno demoniaco, e' un titolo, equivale a quello che per gli umani e' un re o un imperatore. In questa storia pero' a ricoprire questo titolo e questo ruolo e' una donna, Nehellenia. E' lei la regina dei demoni.

CITAZIONE
Mi sorprende innanzitutto l'idea di stravolgere così la storia reale, non me lo aspettavo, complimenti davvero!

L'inizio e' simile al vero BBS, ma andando avanti la trama si sviluppera' in modo molto diverso...
 
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view post Posted on 29/1/2012, 15:36
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L'Uomo Citazione

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Anf,anf,ho letto tutte le storie,finalmente!Complimentoni a tutti,a Superflex e Lis e White per i loro momenti comici,a Crisio e Omni per le descrizioni!Il mio capitolo è ancora agli inizi,ho deciso di fare grosse modifiche,quindi neanche il riassunto che ho fatto a te,Crisio,rispecchierà la mia storia!Anche se so che ne posso postare due insieme,la scadenza del primo capitolo quando è?Grazie per la pazienza!
 
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view post Posted on 29/1/2012, 15:42
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Il signore dei biscotti

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CITAZIONE
Anche se so che ne posso postare due insieme,la scadenza del primo capitolo quando è?

Beh, scade esattamente a mezzanotte del 31 Gennaio. Dal 1 Febbraio puoi postare fino al secondo capitolo, e così via ^^
 
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view post Posted on 29/1/2012, 19:25
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Blue Eyes Whitemushroom

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Wow, che bello, anche Roxo è in gara!
 
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Crisio
view post Posted on 29/1/2012, 20:47




CITAZIONE
quindi neanche il riassunto che ho fatto a te,Crisio,rispecchierà la mia storia!

D: maledetto! hahaha vai, così mi sorprenderai ;)
 
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view post Posted on 1/2/2012, 00:07
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L'Uomo Citazione

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Ok gente,ecco il mio primo capitolo!Il rating della mia Fanfic dovrebbe essere sul giallo,visto che ci sono parolaccie(spesso)e credo in futuro scene ecchi(poche).Ho cercato di farlo sembrare la scenografia di un anime,mettendo anche un anticipazione al prossimo capitolo in stile Fairy Tail!Spero vi piaccia!

Heart Resonance.

Capitolo 1:Mondi in collisione

Eccolo lì,teso come una corda di chitarra. La su mano era ferma,sicura,e si muoveva lentamente verso quella meraviglia blu:scintillante,grosso quasi come un pugno e magnetico. Avrebbe fatto di tutto per averlo,ed era vicinissimo a prenderlo,pochi centimetri ancora e ce l’avrebbe fatta,lì,da solo con quella visione celestiale.
Era suo.
Doveva essere suo.
Ed ecco che lo prendeva…
“Tocca il mio ghiacciolo e sei morto,Lea!”esclamò il ragazzo dai capelli blu con in mano un ghiacciolo al sale marino
“Cavolo Isa,hai gli occhi dietro la testa?”disse il rosso,sospirando per il suo fallimento
“No,semplicemente so che sei un ladruncolo e che adori i ghiaccioli,quindi,usando la logica,non è diffic-”
“Sì,sì,Isa,lo so,sei un genio,un cervellone e bla bla bla!”
“Beh,non è che ci voglia molto per capirti,Lea,hai una personalità complicata come un cubo di Rubik di un solo colore!”
“Ah ah ah!Che ridere!”disse il rosso in modo sarcastico“Come fai,le prepari o le dici così,come capita capita?”
“Dai,non fare il musone!”
Il ragazzo dai capelli blu si alzò dal prato su cui era seduto
“Andiamo a casa?”disse
“Ok”disse l’altro,rialzandosi da terra.
I due passeggiavano lungo la strada principale:le case di Radiant Garden erano uno spettacolo illuminate dalla Luna,e le strade si snodavano in mille modi tra queste ultime. Ad un certo punto i due amici videro un gruppetto di ragazzi intorno a un piccolo tavolino,dietro al quale vi era un altro ragazzino che…
“Ha i capelli pettinati come una scopa che ha messo del gel al viagra!”esordì Lea.
Isa lo colpì in testa“Guarda,piuttosto,sembra che stia per succedere qualcosa di interessante!”disse poi additando il ragazzino,che aveva tre carte in mano
“Venite,signore e signori,al grande gioco di Myde e la sua chitarra!Se indovinate la carta rossa vincete,scegliete quella nera e tutti i vostri risparmi vanno a me!”
“Perché Myde e la sua chitarra?La chitarra è la tua amante,forse?”disse uno dei ragazzi intorno,scatenando l’ilarità degli altri
“No”riprese il ragazzino“Ma perché ogni volta che vinco farò così!”e suono qualche accordo che sembrava inneggiare una vittoria“Allora,chi vuole tentare la fortuna?”
Un ragazzaccio robusto si fece avanti“Forza piccoletto,fai il tuo gioco e dammi la mia vincita!”
“Mh,lo staremo a vedere!”disse il ragazzino,iniziando a muovere le carte con mano esperta“Scegli pure!”
“Questa!”disse il ragazzone,indicando quella al centro. Myde la girò,mostrando che era nera.
“Per te quanto ci mette a scoprire il trucco?”sussurrò Isa all’amico
“Tre,due,uno…”iniziò Lea,e subito le urla iniziarono a farsi sentire nei pressi del tavolino“C.V.D.,Come Volevasi Dimostrare!”
“Ah,pensavo fosse un altro dei tuoi stupidi spelling”rise Isa
Intanto il piccoletto stava avendo problemi col suo“cliente”.
“Ehi,moscerino”tuonò il ragazzone“Mi hai imbrogliato!”
“Addio,babbei”disse il ragazzino con un sorriso beffardo,e gettò violentemente a terra una pallina viola. Non successe niente.
“Ehi”disse“quel tizio mi ha imbrogliato,dov’è il fumo?Beh,sembra che siamo stati fregati tutti e due,quindi siamo pari,no?Io andrei…”ma prima che potesse fare qualcosa fu preso per il bavero dal gigante.
“Dove credi di andare tu?Adesso io e te facciamo un discorsetto!”
“No,la prego,signore”supplicò Myde,gettando a terra i soldi vinti“Eccole i suoi soldi e le mie scuse,ora posso andare?”
La faccia del suo interlocutore non sembrava d’accordo.
“Mi spiace”disse quello con un ghigno beffardo“Ma credo proprio di doverti fare una bella ramanzina!”
“No…”piagnucolò Myde
Ma una mano bloccò da dietro il gigante
“Ehi,bello,lascialo stare!”disse Isa con voce pacata“Questo ragazzino è un poveraccio,si è scusato e ti ha ridato i soldi:credo sia abbastanza!”
“Tsk,non ti immischiare,fata turchina!”rispose quello con sguardo beffardo
“Oh oh,è finitaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”disse Lea con una voce acuta e spaventata che non preannunciava niente di buono,coprendosi la faccia con la mano. Intanto il sopracciglio destro del suo amico si muoveva irregolarmente,in preda a spasmi
“Come…mi hai chiamato?”disse a denti stretti
“Oh,forse non mi hai sentito?Non credi che dovresti tagliarti quei capelli azzurrini sopra le orecchie,cara la mia fatin-”
Non fece in tempo a finire la frase che Isa gli aveva mollato un gancio destro dritto sul mento. Il ragazzone mise la mano sul suo naso gocciolante,e si diresse all’attacco verso quell’insolente insetto blu. Ma Isa era già pronto.
“Avversario di grande stazza”pensò tra sé e sé mentre quello si avvicinava“Scarsa coordinazione delle gambe,parte superiore sviluppata ma dai movimenti goffi,le maniche corte mostrano una ferita sul braccio sinistro,piccola ma sfruttabile a proprio vantaggio. Piano d’azione:veloce manovra evasiva,indebolimento del braccio sinistro e azzoppamento.”Finito di pensare ciò,poco prima che il pugno sinistro del suo avversario lo colpisse,Isa si abbassò,prese la mano sinistra del ragazzo e torse il braccio,per poi colpirlo all’attaccatura della spalla col gomito una,due,tre volte,e mentre il ragazzo urlava,Isa mise la sua gamba destra davanti a quella del suo nemico e,facendo leva sul braccio,lo spinse giù violentemente,lasciandolo a terra,esausto. Intanto tutti i ragazzi intorno,escluso lo scopettone,erano scappati via,temendo la stessa sorte.
“Nessuno mi chiama fata turchina!”concluse Isa
“Uao!”disse Lea avvicinandosi e applaudendo“Uno spettacolo degno di te,Isa!”
“Grazie!”
“Ma come al solito lasci le cose a metà!”
“Cosa?”disse il ragazzo dai capelli blu,stranito,ma non ebbe il tempo di pensare di più a queste parole che Lea lo sorpassò,bloccò il gigante,che si era rialzato,e lo colpì rapidamente allo stomaco con il gomito,e quando l’ormai stremato ragazzone si inginocchio,lo colpì col collo del suo piede destro.
“Impara dal maestro!”disse Lea,compiaciuto di sé stesso,mentre Myde si avvicinava a loro in ginocchio e prendeva Isa per la mano
“Grazie,signore!”
“Signore?Ho la tua età,anno più,anno meno!”disse Isa
“Lei mi ha salvato”continuò quello,senza ascoltarlo“D’ora in poi sarà sempre mio dovere aiutarla in tutto ciò che vorrà!”
“Forte,ho sempre desiderato uno schiavetto tutto mio!”disse Lea,eccitato
“Non scherzare”lo fermò Isa“Dimmi scopettone…”
“Scopettone?”pensò Myde
“Che ci fai a quest’ora in strade così malfamate?Non mi sembri un grande imbroglione,e ne ho visti di trucchi io!”
“Beh,sapete com’è,sono orfano e quindi…”
“Oh,bella storia”disse Lea“Vuoi sapere la novità?Anche noi!Piuttosto vedi di trovare un modo per sdebitarti con noi!”
“Lea,non è necessario”lo riprese Isa
“Eh,signore dai capelli blu?”disse tremante Myde
“Signore?”pensò ancora Isa,poi disse:“Sì?”
“Potrei ripagarvi in qualche modo:conosco un entrata segreta di un posto pieno di golosità!”disse Myde
“Grazie,ma abbiamo i nostri metodi!”disse spavaldo Lea
“Ma è il chiosco dei gelati…”
“Al sale marino?”urlò Lea prendendo Myde per le braccia
“Sì!”rispose il piccoletto
“Se stai scherzando,giuro sui miei capelli che ti butto giù dalla torre del castello!Chiaro?”
“Chiarissimo!”disse Myde tremolante,e fece cenno ai due di seguirlo
“Ah”pensò Isa“E Lea dovrebbe compiere diciassett’anni domani?Quando farà parte della mia fascia d’età,spero cambi un pò!”

***



“Ma papà,è da giorni che non vieni a cenare con noi!”
“Ho molto lavoro da fare,torna da tua madre!”disse Re Ansem,girato di spalle.
Il giovane ragazzo sbuffò:suo padre era sempre stato un tipo impegnato,ma ultimamente era quasi un fantasma. Ludor guardò lo specchio alla sua destra,vedendo i suoi capelli biondi rasi,simili a quelli del padre,e i suoi occhi azzurri affranti.
“Ma…”
“Ho molto lavoro da fare,torna da tua madre!”ripeté suo padre
Ludor uscì,sbattendo la porta:odiava il padre,ormai,e non ne poteva più di vederlo armeggiare con quelli che chiamava“intrugli e alambicchi”.
Nella stanza in cui era appena stato,Ansem continuava a ripetere:“Ho molto lavoro da fare,torna da tua madre!”all’infinito
I suoi occhi erano vacui e privi di qualsiasi espressione.

***



Il sasso fece il sesto rimbalzo,poi affondò. Il lago poco fuori Radiant Garden era splendido di notte,specialmente con la luna piena. Le ninfee galleggiavano dolcemente,come stelle intorno al riflesso della Luna,e il lago stesso sembrava l’Empireo.
Ma per Ilamaru quel lago era solo un altro essere che lo prendeva in giro,come la ragazza seduta poco più dietro su un ceppo di legno.
“Ahahahah,hai perso ancora,Ily!”disse la biondina,con uno sguardo sprezzante e irrisorio
“Non chiamarmi così,Larene!”disse il ragazzo,girandosi di scatto e facendo fluttuare al vento i suoi capelli rosa“Lo sai che odio quel nomignolo!”
La ragazza rise mettendosi una mano davanti alla bocca,come per nascondere la sua silenziosa risata,anche se voleva che il suo amico la notasse.
“Su su,non fare l’offeso!Allora,mi devi all’incirca…mmmmmmm…100 munny!Che fai,lasci o raddoppi?”
Ilamaru ci pensò su:si era già umiliato abbastanza,ma i munny non erano un problema,e voleva dare una lezione a Larene.
“Raddoppio”disse Ilamaru sfoggiando un nuovo sorriso“Ma stavolta facciamo a chi tira il sasso più lontano!”
“Pfui!Contento tu!”disse Larene rialzandosi in piedi“Se vuoi continuare questi giochini per bambini scemi…”
“Ma se ha iniziato lei a proporre questi giochini?”pensò Ilamaru.In effetti Larene avrebbe potuto campare come una regina solo con i soldi che gli spillava ogni giorno nelle loro sfide senza fine.
“Ok,vado!”disse Ilamaru,mandando il sasso quasi sulla riva opposta.
“Batti questo,donna-antenna!”disse Ilamaru,schernendo i due ciuffi di capelli di Larene,anche se non era mai riuscito a capire se fossero fatti col gel o se lei avesse i capelli più strani del mondo(senza accorgersi che i suoi non erano da meno).
“Umpf!”sbottò Larene,imbronciata“Adesso ti faccio vedere io!”E prese un sasso da terra,pronta a lanciarlo. Fin da piccola veniva presa in giro per i suoi capelli,proprio come Ilamaru,quindi era ovvio che prima o poi sarebbero diventati amici. Beh,amici era un parolone,visto che i due stavano sempre a litigare per chi fosse il migliore,esibendosi in stupide sfide conosciute in tutta la città. Ormai mancava solo una sfida a Ilamaru per superare Larene,ma quest’ultima non voleva certo perdere:si preparò,tirò indietro il braccio,e pochi secondi dopo la pietra stava fendendo l’aria.
Forse Larene avrebbe dovuto mirare meglio,perché prese in pieno un pescatore addormentato sulla riva opposta,che si svegliò urlando:“Gli alieni ci attaccanZZZZZZZZZZ!”.
Larene e Ilamaru scoppiarono a ridere,poi la ragazza si girò verso l’amico e si avvicinò a lui dicendogli:“Dunque,ho vinto,e così,contando tutte le nostre sfide…siamo 31 a 30 per me!Sgancia i miei 200 munny!”
“Uff!”sospirò Ilamaru,mettendo mano alle sue tasche“Eccoti i soldi,ma voglio fare un’altra sfida!”
“Accidenti,sei un tipo cocciuto,Ily!”disse Larene,ma ci era abituata,anche se non capiva perché il suo roseo amico,a differenza di tutti gli altri ragazzi che venivano a scuola con loro,non accettasse di perdere contro di lei“Dovresti smetterla di fare il maschilista,sai?In fondo sei il ragazzo della scuola più vicino a noi ragazze,in un certo senso”e prese uno dei ciuffetti rosa dell’amico. Adorava stuzzicarlo in quel modo,come per tutti,del resto,ma Ilamaru,a sua detta,aveva l’espressione arrabbiata più buffa del mondo.
Il ragazzo scostò la mano dell’amica dai capelli“Non sono maschilista,è solo che non mi piace perdere conto le persone arroganti e…vince chi arriva per primo in fondo alla valle!”E diede uno spintone a Larene,mandandola a gambe all’aria mentre lui scendeva lungo il lieve pendio dietro al lago. Larene si rialzò subito,infuriata,e si precipitò all’inseguimento dell’amico,con l’intenzione di strappargli i genitali. Ma Ilamaru era veloce sui sentieri accidentati,specie quando vi erano degli alberi in giro:il ragazzo riusciva sempre a capire ad occhio se poteva usarli o non a suo favore,e Larene perdeva sempre in questo genere di gare. Ma non stavolta. Schivò una radice a terra,saltò un masso e fu vicinissima a Ilamaru,ma il ragazzo prese il ramo di un albero e lo usò per lanciarsi in avanti,staccandola di qualche metro. Larene però era pronto a tutto pur di batterlo:non sopportava che ci fosse qualcosa in cui Ilamaru la sorpassava sempre,così decise di tentare l’ultima spiaggia.
Individuò un piccolo masso che spuntava da terra e,salendoci sopra e saltando,riuscì ad atterrare vicino a Ilamaru. O meglio,addosso a Ilamaru,finendo per rotolare insieme a lui fuori dalla boscaglia,in un prato vicino ai giardini reali.
“Primo”disse Ilamaru,trionfante e affannato“E non fare mai più una cosa simile!”concluse poi voltandosi,ritrovandosi a pochi centimetri dalla faccia di Larene. Di norma questo non lo avrebbe toccato,e avrebbe iniziato una rissa con lei per il tanto agognato vantaggio,ma stavolta non ci riuscì. Non aveva mai notato come fossero belli gli occhi della sua amica,e di come il loro colore verde risaltasse alla luce della Luna,anche se mai quanto i suoi biondi capelli. Poi si accorse che Larene lo stava guardando stranita,e si rialzò subito a sedere,rosso come un papavero.
“Che succede Ilamaru,ti senti male?”chiese Larene
“S-sì,tutto bene!”rispose Ilamaru con voce insicura,cercando di sembrare il più naturale possibile,ma Larene sembrava aver capito,e arrossì anche lei,per poi iniziare a ridacchiare,volendo prendere in giro l’amico e levarsi quella scena di prima dalla testa.
“Che c’è,Ily?”disse poi Larene“Sembri un peperone ripieno!”
Ilamaru neanche badò al nomignolo,cercando di evadere dalla situazione con una risata a denti stretti. Larene,capendo che poteva divertirsi,si sedette sulle gambe dell’amico e si mise una mano dietro la testa,con fare sexy“Che c’è,Ily?Non mi trovi…irresistibile?”e gli fece l’occhiolino,ottenendo per tutta risposta uno spintone che la mando ancora a gambe all’aria. Poi i due scoppiarono a ridere,quando ad un certo punto Ilamaru si fermò:c’era qualcosa di strano nel cielo. Nah,si stava sicuramente sbagliando. O forse no?Sapeva solo che un’ombra aveva coperto una stella,poi un’altra,e si stava allargando quasi fino alla Luna.
“Ma che cazz…”disse Ilamaru,mentre Larene si girava per guardare cosa succedeva.

***



La stanza dello Shinigami era silenziosa,come al solito,mentre delle nuvole giravano per la stanza,mandando ombre sulle migliaia di croci lì intorno. Il Sommo Shinigami guardava nel suo specchio,attendendo il rapporto.
Finalmente un uomo si presentò:i suoi capelli rossi erano sudati per la corsa,la cravatta a croce stropicciata,e il suo sguardo preoccupato.
“Sì,Spirit,che c’è?”disse il Sommo Shinigami con la sua buffa voce
“Come sta la mia Makaaaaaaaaaaaaaaaa?La prego,me lo dica!”disse la Death Scythe
“Calmo Spirit,non ha ancora fatto rapporto”
“Ma potrebbe essere in pericolo!Dobbiamo fare qualcosa,se si ferisse anche minimamente mia moglie me la farebbe pagare,e Maka non mi guarderebbe più in faccia,che razza di padre sarei se perm-”ma la manona dello Shinigami calò con uno Shinigami Chop sulla testa dell’uomo
“Stai calmo Spirit!E poi è da quando hai divorziato che Maka se la cava anche senza di te!”
“Non lo dicaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”
In quel momento lo specchio dello Shinigami iniziò a emettere un suono simile a una suoneria vecchio stile
“Ah,eccola!Pronto pronto,Maka-chan?”
Una ragazza molto magra,con una felpa,un mantello e una gonna scozzese molto corta apparve sullo specchio:“Salve,Sommo Shinigami!”
“Allora”disse Shinigami,facendosi serio“siete riusciti a stanare Ashura,il primo Kishin?”
“Ecco,a dir la verità…”iniziò Maka
“Quel tizio è scappato non appena mi ha visto”disse un ragazzo dai capelli blu,mettendosi davanti allo specchio“Evidentemente ha capito che sono più grande di un dio!”
“Black*Star,fuori dai piedi!”disse,Maka,spintonandolo via“Ma ad ogni modo è vero!Ashura è sparito in un vortice nero!”
“Oh,cielo!”disse Shinigami
“Ma c’è una cosa strana,Sommo Shinigami!”
“Mh?”
“Il portale in cui è sparito è ancora aperto e…sembra che porti ad un altro mondo!”

***



“No,perché proprio a me?”disse Lucy piangendo. In mano aveva l’ultima pagliuzza,e guarda caso era anche la più corta.
“Perché la vita è così ingiusta?”pianse ancora Lucy
“Beh,non lamentarti con noi,è la sorte a decidere!”disse il ragazzo vicino a lei,che per qualche strano motivo era passato in pochi attimi da completamente vestito a coperto solo dai suoi boxer.
“Gray,perché ti sei spogliato?”disse la ragazza con l’armatura accanto a Gray. Il suo amico era sempre il solito,si spogliava senza accorgersene e,come sempre,urlava sorpreso quando glielo si faceva notare. Ogni,sante,volta!
“Ok Lucy”disse avvicinandosi un l’ultimo della compagnia,un ragazzo dai capelli rosa appuntiti“E’ ora di andare in questo coso!”
“Chissà dove porta”disse un gatto blu con le ali,spuntando da dietro al ragazzo“Eh,Natsu?”
“Già,Happy,ma non saremo i primi a scoprirlo!”disse Natsu,guardando con un misto tra l’ansioso e il sadico Lucy.
“No,Natsu,ti prego!”disse Lucy,che poi sorrise e si avvicinò a Natsu,ammiccando e facendo gesti sensuali“Non vorresti andare tu?”
Natsu si fermò a guardarla.
“E uno,e due,e tre!”disse Happy,e Natsu lanciò Lucy nel portale
“Noooooooooo!”urlò lei mentre spariva nel Portale.
I ragazzi si avvicinarono,temendo per la sorte dell’amica,la cui testa spuntò all’improvviso dal portale.
“Natsu,Gray,Erza!”urlò“Qui c’è un mondo…un altro mondo,ma…diverso sia da Earthland che dal mondo parallelo di Edolas!Venite a vedere!”
“Sarà sicuro?”disse Erza
“Andiamo,non mi fa paura un altro mondo,anzi…”disse Natsu sorridendo“Sono tutto gasato!”

FINE CAPITOLO 1

Anticipazione:

Lea:“Guardate ragazzi,c’è una gigantesca ombra oscura nel cielo!”
Myde:“Fooooorte…cioè,oh no,però è forte!”
Isa:“Possibile che tu non capisca la gravità della questione?Sei davvero così stupido come sembri?”
Myde:“Ehm…”
Lea:“Stupido o no,mi deve ancora il mio gelato!”
Isa:“Ma perché provo a parlare con loro di cose serie?”

Lea,Isa e Myde:"PROSSIMO CAPITOLO:POTERI ALLA RIBALTA!”

Myde:“Comunque non sono stupido!”
Isa:“La velocità che ci hai messo per rispondere dice tutt’altro!”
 
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287 replies since 19/12/2011, 22:21   7,007 views
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