| Arimath |
| | | 9° capitolo- Hazzy, il Giullare dai mille volti
La città era nel bel mezzo di una guerra contro nemici di cui non si conosceva neppure il nome, solo una cosa era certa: andavano fermati prima che fosse troppo tardi. Zuck continuava a correre per le strade della città seguendo la direzione in cui la bestia, che non riusciva più a vedere per colpa delle case, si era allontanata. Le dimensioni del mostro gli avevano fatto credere di non essere distante ma in realtà questo si trovava a diversi metri, forse c’èra un buon chilometro di mezzo, e la stanchezza che si portava dietro non lo aiutava per niente. “Crash è una magia potente ma mi sento veramente esausto” disse parlando fra sè mentre cercava di gestire il fiatone. Poi si fermò un secondo. Si accasciò a terra e alzò lo sguardo al cielo; non aveva ferite gravi e di certo non rischiava la vita, ma non poteva nemmeno arrivare lì in quelle condizioni. Si rendeva conto che doveva sbrigarsi ma sarebbe davvero crollato se avesse continuato a correre, quindi optò per una magia di cura e, dopo aver puntato il suo keyblade verso di sè, iniziò a sentirsi meglio. Mentre tentava di rialzarsi gli si gelò il sangue al pensiero che potesse essere successo qualcosa a Nicol, quel mostro era il suo obbiettivo e sembrava molto più potente di quello che aveva sconfitto. Si fece forza. “Nicol ha una pellaccia dura, non si farà mettere al tappeto così facilmente” poi fissò il cielo “Non c’è più niente ... e i fuochi in giro sembrano cessati, c’è la possibilità che quello sia l’ultimo ...l’ultimo di quelli grossi”. Il luogo in cui si era fermato era un ponte sul fiumicello che attraversava la città senza un’ anima viva, ma sentiva le grida delle persone in lontananza; non era ancora finita. “Ad ogni modo” e riprese a correre come meglio poteva “devo sbrigarmi... se quello muore sarà tutto più facile”. Appena detto questo la bestia, che nel frattempo si era allontanata parecchio, lanciò un grido lancinante. “Ma allora qualcuno sta combattendo ...”
______ Le armature si fusero in modo bizzarro e le lance si posizionarono ad angolo piatto; al centro Dot muoveva velocemente i piedi, tanto da far apparire poco chiara la sua immagine, mentre Tod, a lui avvinghiato, roteava nella stessa direzione le armi aumentando la velocità. Questo strano “attacco” aveva una potenza tale da smuovere la polvere intorno a loro formando un turbine e, quando si schiantò sul nemico, questo non poté far altro che soffrire di fronte alle punte affilate che si infilzavano nelle sue carni. La rotazione rese il colpo devastante, avrebbe piegato l’acciaio e così fecero col corpo del mostro. “SFERA DOT E TOD” intonarono all’unisono ma il mostro, dopo esser quasi scivolato, si rialzò più arrabbiato di prima. Tod si staccò da Dot e poi disse “Sembra resistente... nemmeno la sfera è servita”. “Già” annuì Dot “Questa volta la vedo veramente brutta” poi si grattò la pancia e tirò su i pantaloni: era davvero preoccupato. Il gigante non perse tempo e con uno un colpo di zampa sbriciolò come se fosse un biscotto il duro pavimento in marmo della piazza Est. I due lo evitarono all’ultimo facendo un salto all’indietro, ma la bestia partì subito con la seconda zampa che però non li trovò impreparati: Dot prese velocemente Tod per le gambe e, dopo aver ruotato ad una velocità straordinaria, bloccò il colpo deviandolo in aria. La zampa non colpì case o abitazioni, lo avevano attirato nella piazza più grande, ancora più di quella centrale, per poter combattere al meglio ... a scapito del povero Zuck che ora doveva raggiungerli. “La ruota Dot e Tod lo ha fermato ma dobbiamo sferrare il nostro asso nella manica...” disse Dot mentre continuava a far ruotare l’amico. “Accidenti... bloccare quel colpo mi ha fatto male...” si lamentava Tod vedendo il sangue che gocciolava. “Non c’è tempo da perdere, facciamolo!” “Che cosa?! Vuoi farti del male?” “Muoviti!” Tod capì che non c’èra tempo di discutere, ormai il mostro era pronto per tornare alla carica e, quando Dot lo abbassò abbastanza da toccare terra, appoggiò le mani ad essa e, con una potenza sovrumana, eseguì una sola rotazione di busto e spinse Dot verso il cielo. L’uomo, che certo non era un pesopiuma, sembrò volare più in alto del normale mentre reggeva in mano la sua scodella di legno. Essa era fatta di Weight Wood, un materiale che permette di cambiare il peso di colui che la tiene in mano e di un immenso valore. Tod, che nonostante tutto sentì un tremendo dolore alle gambe, si rialzò subito e quando vide che Dot era esattamente in aria sopra il nemico, magicamente, fece allungare la sua lancia. Questa si estese per moltissimi metri in pochi attimi e colpì lo stesso amico facendolo precipitare sul nemico con buona velocità. A questo punto Dot strinse la sua scodella e la velocità con cui cadeva raddoppiò: aveva deciso di aumentare il suo peso fino a diverse tonnellate e, mentre precipitava in picchiata, gridò “Bomba Dot e Tod!”. Si schiantò sul nemico con forza tale da farlo sprofondare nella terra, poi un rumore sinistro. Gli aveva spezzato in due la spina dorsale. Senza alcuna pietà, la guardia mingherlina non aspettò nemmeno che il polverone si dilatasse e eseguì un’altra rotazione su sè stesso, ancora con la lancia completamente allungata, che si andò a conficcare nell’occhio del mostro. Questo gridò, ma aveva due buoni motivi per farlo e non si capì cosa facesse più male. Tod fece tornare la lancia a dimensioni normali e incominciò ad ansimare “Non... non posso permettermi di sprecare l’allungamento... già che questa...questa lancia maledetta mi mangia la vita è meglio non essere misericordiosi”. Mentre la bestia tremava, Dot scese da essa, che cercava di raggiungerlo con l’artiglio per toglierselo di dosso, e tornò dal compagno. Zoppicava leggermente ma era piuttosto soddisfatto alla vista dell’orrenda creatura che sembrava arrendersi piano piano alla morte. “Stavolta l’abbiamo conciata per le feste...” disse asciugandosi il sudore e il sangue “non potrà fare più male a nessun-“ prima che potesse concludere la frase un ruggito possente quanto l’eco di una frana nella valle gli squarciò l’udito e la figura del mostro che si rialzava su due zampe trascinando il resto del corpo lo sbiancò. Tod invece era troppo stanco per avere paura. “Non è possibile... è ancora in piedi” tremava ma non era spaventato dalla forza del mostro. No, non era quello. Era inquietante vedere il mostro alzarsi, ma lo era di più rendersi conto che stava soffrendo e che nonostante questo volesse combattere; era una macchina da guerra il cui unico scopo era uccidere, completamente non curante del dolore. Purtroppo erano troppo stanchi per reagire. “Temo... temo che riuscirò a far poco così” e si lasciò cadere col sedere a terra, alzando un leggero polverone, vicino all’amico che si reggeva alla sua lancia. “Non è stato male fare la guardia con te” parlò Tod, finalmente, con un sorriso malinconico. “Già, brutto idiota,dovevo sempre dirti tutto io! Ma ora mi riposerò, credo che è finita” ridacchiò. “Credo che sia finita...” “Cosa?” “Hai sbagliato, dovevi usare il congiuntivo” “Quello che ho detto!” Poi il l’artiglio del mostro luccicò alla luce del sole pomeridiano e si lanciò verso i due con immane potenza. Mentre si avvicinava sorrisero entrambi e tutta la vita gli passò davanti, Dot si rassegnò e Tod pensò “No, non voglio morire... non ho ancora trovato nemmeno una ragazza... se non fossi stato così timido”. Poi un colpo tremendo. Già, un colpo potentissimo fu scagliato ... ma sulla guancia del mostro. Infatti un potente calciò colpì in pieno la faccia del gigantesco bestione facendolo cadere rovinosamente a terra e alzando un altro grosso polverone. Una figura, con un grande salto, aveva infatti colpito con entrambi i piedi la guancia del nemico che non era riuscito a portare a termine il colpo. Le due guardie si resero conto che solo un uomo era capace di tanta forza e la conferma fu quel leggero rumore di campanelli nell’aria; era proprio lui, lì con il volto dipinto di uno strano colore rosso e gli occhi nerastri. Toccò un campanello del cappello e il suo viso tornò normale, poi fissando i due disse tranquillo “E’ il momento di morire”. I due sobbalzarono. “Di morire ... dal ridere!” esclamò “E di certo questo coso non mi ruberà il lavoro”. Fece un inchino “Giullare Hazzy, al vostro servizio!”. ______
Gli abitanti erano tutti ammucchiati nella piazza Nord, vicino alla reggia. Mai era stata così piena e, se bastava ad accogliere tutti, era perchè in molti se ne erano andati fuggendo o stavano combattendo... oppure erano semplicemente morti. I soldati tentavano di bloccare l’attacco da parte degli esseri oscuri, ma si facevano sempre più numerosi e di grandi dimensioni: le grida di donne e uomini aumentavano, come i morti. Pure il re combatteva in prima linea ma, esattamente come quando si ha paura del buio perchè non si conosce cosa vi si nasconde, le persone scappavano da quei mostri... non avevano idea di cosa fossero. Avevano paura del buio. Sembravano destinati ad essere uccisi uno per uno, quando una ragazza dai capelli rossi si innalzò su una statua in mezzo alla piazza e rese immensa la sua figura in mezzo alla folla. “Big Voice!” Gridò e,un’ onda d’urto partì dalla sua bocca colpendo tutti i mostri e spazzandoli diversi metri indietro su ogni singolo fronte su cui i soldati combattevano. Fu impressionante anche se non provocò quasi nessuna morte fra i nemici ma riuscì a stordirli ed ancora più incredibile fu che colpì solamente i bersagli e provocò solo una leggera brezza sul viso degli abitanti. La voce della ragazza risuonò nel silenzio che si era creato “Quello... quello era il mio incantesimo per aprire il forziere alla festa...colpisce solo i bersagli che desidero anche se non è molto potente e richiede molte ...” e qui quasi cadde, sembrava stanca. Si alzò un bisbiglio nella folla ma prima che le grida tornassero parlò di nuovo “Ascoltate! Questi non sono che gli esseri oscuri che combatterono i nostri antenati!” mentre parlava, i mostriciattoli già stavano per tornare all’attacco. “Fanno paura ma se continuiamo a cadere nella loro trappola allora faremo la fine dei topi...aiutiamo le guardie, smettete di scappare!” Era in lacrime. “Mio padre, i keyblader, il re... tutti stanno combattendo per voi! Maghi, contadini, fabbri, vi prego! Fategli vedere la forza del nostro popolo!”. Le parole di quella ragazzina colpirono i cuori delle persone che si risvegliarono da un incubo di terrore: non aveva senso farsi ammazzare in quel modo. Gli uomini e le donne si armarono zappa, i maghi di parole. I bambini furono presi di forza dalle madri e portati, con i feriti, nel castello. Un esercito di popolani si abbatte sui nemici con forza doppia a quella delle guardie. “Brave Voice...” disse Marion mentre sveniva.
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Zuck non staccava lo sguardo dall' abnorme creatura oscura, che veniva domata con una certa facilità da uno sconosciuto alleato, ciò fece rallentare il passo al castano quello che bastava per riprendere il fiato che aveva perso. "Ehi Zuck" lo chiamò una voce ed istintivamente si voltò verso la sua destra e da dietro un angolo una figura famigliare spuntò. Abiti lunghi e barba color corteccia "Merlino", i suoi occhi incominciarono a brillare non appena si poggiarono sul mago, "Cosa è successo?" chiese sperando di raccogliere maggiori informazioni. In pochi attimi si scambiarono le informazioni più salienti dei rispettivi combattimenti, causando solamente altri dubbi. "Quindi dal tuo racconto immagino che adesso bisogna occuparci di quella creatura" "Esattamente e nonostante il combattimento contro Nicol l' abbia indebolita, sembra ancora molto forte" disse guardando il loro obbiettivo, poi dopo uno sguardo complice iniziarono a muoversi verso la piazza in cui era collocata, ma bastò uno sguardo veloce alla sua sinistra per farlo smettere di correre e anzi farlo immobilizzare completamente. Vide il maestro. Ne era sicuro nonostante tutta la folla e il cappuccio che copriva il suo volto. Era lui, il modo di muoversi, di respirare e di guardarsi attorno, ogni particolare sembrava che appartenesse ad Anguus, ma era quella sacca bianca che teneva sulla spalla che lo fece preoccupare. Possibile che fosse stato lui a rapire Joy? Stava per correli incontro quando una mano sulla spalla di Merlino lo fermò, "Calmati ragazzo" "Come posso calmarmi. Quello è il maestro. E' il mio maestro" cercò di liberarsi dalla stretta ma più si divincolava e più si faceva forte. Che intenzione aveva il mago? "Per il momento meglio lasciar andare. Ho posizionato su di lui una magia di localizzazione ed adesso ovunque vada io lo saprò. Adesso la priorità è quel bestione che rischia di spazzare via la città. Mi capisci" gli urlò Merlino in faccia. Zuck rimase scosso e non sapeva se credere al mago, oppure liberarsi e andare dal mentore per riempirlo di domande. Ma un attimo di lucidità lo fece ritornare alla realtà ed optare per il mostro era la scelta più saggia, la stessa scelta che avrebbe fatto il maestro. Gli lanciò un ultima occhiata e seguì Merlino verso la piazza. "Zuck" esclamò l' uomo incappucciato sparendo a sua volta in un vicolo oscuro. ________
La bestia scosse violentemente la testa per riprendersi dal duro colpo, per quanto fosse resistente era stato troppo inaspettato, e adesso davanti a lei vi era un nuovo avversario. "Dot.Tod. Voi potete anche riposarvi, so quanto sono difficili da gestire quelle armi. Avete fatto un buon lavoro" esclamò Hazzy passandosi un dito sotto il naso. Le due guardie ansimarono e si rigettarono nuovamente a terra, se la situazione fosse degenerata si sarebbero messi nuovamente in moto, ma era difficile prendere in considerazione l' eventualità del loro aiuto adesso che vi era Hazzy. La bestia furiosa alzò la sua imponente zampa e la calò con forza su Hazzy, quest' ultimo rimase immobile fino all' ultimo poi si toccò un campanello e come d' incanto il suo viso si colorò di verde. Il colpo andò a segno. La pietra della piazza Est si frantumò e i frammenti schizzarono in più direzioni, mentre il corpo del giullare spariva sotto la potenza dell' arto d' ombra. La bestia sicura di aver centrato l' obbiettivo continuò nuovamente a colpire quel punto, fino a quando una voce non la fece smettere. "Pesce d' Aprile" disse ridendo Hazzy che invece di trovarsi sotto le macerie era collocato in ben altro posto. Sopra la testa della bestia. La modalità verde lo rendeva estremamente veloce e lasciare un immagine residua di sé stesso era un gioco da ragazzi, un gioco divertente a detta sua. Il gigante d' ombra ruggì arrabbiato, ma prima che potesse fare altre cose la faccia del giullare aveva cambiato colore ed ora era di un rosso accesso. "Pioggia di Coriandoli" dopo aver urlato il nome dell' attacco, una moltitudine di calci iniziarono a tempestare il volto del bestione che non poteva fare altro che subire e cadere sotto tutta quella potenza. Tod e Dot sentivano che il compagno si stava facendo valere, fino a quando non cadde vicino a loro. "Devo ammetterlo questa è veramente tosta … " si alzò da terra e prese una piccola ricorsa. "E il premio come creatura più fastidiosa del giorno …" saltò con tutta la sua forza verso il volto della creatura "… va a te". Un potente attacco si abbatté sulla' occhio precedentemente ferito della bestia, ma tanta era la potenza del colpo che il corpo della creatura si alzò dal terreno e fluttò in aria schiantandosi duramente sulla pietra della piazza, distruggendola nuovamente. Hazzy ritornò a terra con un sorriso soddisfatto e alzò lo sguardo fiero al cielo, quel tanto che gli bastò per vedere un' enorme figura oscura cadergli addosso. "Hazzy" dissero all' unisono le due guardie alzandosi da terra, ma ormai era troppo tardi e il colpo lo centrò in pieno. La bestia continuava a premere la zampa con forza nel tentativo di sbriciolare ogni ossa di quel dannato giullare, ma qualcosa opponeva resistenza. Una possente figura stava bloccando l' arto oscuro e poco dopo lo lanciò via con ardore. "Ma quello è …" esclamò Tod. "Hazzy…" finì Dot. Il cappello del giullare era in grado di amplificare le sue capacità a seconda del campanello che toccava, ma quando suonava la "Black Bell" assumeva una forza e un aspetto quasi demoniaco. Lo confermava il volto che si era tinto di nero, così come tutto il resto del corpo, il suo fisico si era fatto muscoloso ed era perfino diventato più alto, mentre la pelle aveva incominciato a sviluppare strane placche. Non restò molto fermo a farsi osservare e partì subito all' attacco. Con un salto si portò oltre la testa della creatura, che già arrancava con molta fatica. Hazzy caricò il colpo, unì entrambe le mani a pugno e sferrò un potente attacco alla testa del nemico, che all' ultimo cercò di pararsi con una zampa, ma servì ben a poco. Il colpo frantumò l' arto come se fosse stato un piatto caduto a terra, ma non si fermò e urlando disse "Esplosione della Pignatta". La tremenda tecnica colpì con mostruosa forza il cranio della bestia, che sotto a tanta forza, non poté far altro che spezzarsi. "La festa è finita" esclamò mentre cadeva con il nemico, che raggiunto il suolo lo frantumò. Il giullare cadde a terra tornando normale e rotolò poco lontano, il giusto per evitare che venisse sommerso dal peso dell' ormai sconfitta creatura. "Hazzy" esclamarono le guardie soccorrendo l' amico che dopo un simile attacco era privo di energie. "Hai esagerato vecchio mio" disse Tod caricandoselo sulla schiena. "Ma senti chi mi viene a parlare. Che mi dici di quando hai sprecato due secondi della tua vita allungando la lancia per prendere quel dolcetto?" "Era un dolcetto buono" annuì la guardia smilza, "Ci credo. Lo aveva fatto la mia Merion, per l' appunto mi parla sempre di te. Per me gli piaci" disse facendo l' occhiolino, Tod divenne rosso e accellerò il passo sotto le risate di Dot e Hazzy. "Ragazzi avete bisogno di una mano?" esclamò Zuck spuntando da dietro un' angolo, ma poi vide la creatura a terra e le pietre della piazza frantumata così come le case vicine. "Che strano … non ricordavo di essere passato di qui" esordì Merlino facendo ridere tutti. Le guardie raccontarono della loro battaglia e di quella di Hazzy,onorandolo per le sue doti di combattente cercando di reclutarlo nella guardia cittadina. "No, grazie amici. Il giullare è un lavoro che mi alletta molto di più … " sorrise passandosi il dito sotto il naso. "E adesso che facciamo?" chiese Zuck attirando su di lui l' attenzione dei presenti. "Meglio passare a riprendere Nicol e andare dal Re" propose Merlino e dopo che tutti ebbero annuito partirono, perfino Hazzy preferì scendere da Tod per camminare con le sue gambe e si avviarono verso la fine della strada. E mentre tutti parlavano e ridevano le bestia si alzò dolorante. Non fece alcun rumore mentre estraeva il suo artiglio e piano, nonostante la mole, colpì quel odiato giullare. Il fiato gli mancò e il dolore prese il suo posto, guardò dapprima i suoi amici e poi l' artiglio che gli aveva perforato il petto e mentre il sangue incominciava a uscirgli dalla bocca,iniziò a parlare, consapevole che quelle sarebbero state le sue ultime parole. "Se lo spettacolo vi è piaciuto, applaudite" Ed infine fece un gesto semplice ma allo stesso tempo naturale. Sorrise.
Bhè questo è l' ultimo capitolo che posto, poichè finito completamente. Mi dispiace ancora per aver fatto allungare così tanto il contest e RaffaxKIngdom vuole specificare che non ha preso parte alla correzzione,poichè troppo occupato con la scuola, del 8 ,9 e 10 Capitolo di questa storia. Per concludere spero che vi piaccia questo ultimo pezzo nonostante non sia la fine
10 ° Capitolo - Il tocco della morte
L' artiglio uscì piano dal corpo esanime di Hazzy, lacerando ancor di più la carne. Il colorato giullare cadde a terra, tingendo a sua volta le pietre della via. Un rosso accesso, un rosso vivo strappato con violenza dal suo corpo, ed il sorriso che gli aveva perennemente dipinto il volto, andava piano,piano svanendo, lasciando dietro di sè solo il suo ricordo. Un bel ricordo. A tutti il cuore smise di battere per quei pochi secondi. Quelli che ti fanno veramente capire quanto importante fosse per te.L' importanza di qualcosa o qualcuno, la capisci solo dopo averla persa. I ricordi correvano nelle menti dei presenti, anche in quelle di Zuck e Nicol, che in un solo giorno erano riusciti ad apprezzare ogni sfumatura di Hazzy. E le lacrime iniziarono a cadere. Così, spontanee. Prima che ci si potesse rendere veramente conto della grande perdita e come un segno divino anche il cielo si rabbuiò per far cadere le sue lacrime, gocce di pioggia. Tod e Dot storsero la bocca, sperando che non fosse successo quello che avevano visto. La bestia ruggì vittoriosa, per aver ucciso il nemico che l' aveva sconfitta, ma una potente magia del fuoco la fece evaporare come le gocce di pioggia li vicino. Merlino con la mano ancora fumante, non pronunciò il nome dell attacco. La bocca tremava e gli occhi erano lucidi, non era riuscito a salvare un suo amico, stava per piangere, ma ricacciò le lacrime indietro, Hazzy non lo avrebbe mai voluto vedere in quello stato. Neanche la sua magia era in grado di fare miracoli, e tutti lo sapevano bene. Il corpo venne sollevato dalle due guardie che lo guardavano piangendo, che gli urlavano di resistere, ma come poteva sentire un corpo ormai morto? Lo portarono in mezzo agli amici, lo portarono sotto quella pioggia battente, per dargli un ultimo abbraccio, sperando di vederlo ridere ancora una volta. Ma così non fu. E piangere sembrò la soluzione migliore per tutti. Piangere per sfogarsi, piangere per ricordarlo al meglio.
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Ormai gli esseri oscuri, di cui ancora non si era riusciti a capire il nome, si stavano ritirando vedendo i propri generali sconfitti, il popolo esultò, alzando il braccio al cielo in segno di vittoria , tutti tranne Marion. Mentre lottava, si era sentita trafiggere, come da una grossa lancia, e aveva iniziato a piangere, non dal dolore, ma dalla tristezza,come se uno spettro l' avesse avvolta nel suo telo di morte. Si sentì pesante, anche se erano solo i vestiti bagnati a pesarli. Si sentiva sola, anche se era circondata da persone. "Papà" esclamò, in modo talmente spontaneo che sorprese anche lei. Si guardò veloce intorno e dopo di che iniziò a correre, non sapeva dove, ma era certa di percorre la strada giusta. Non gli ci volle molto prima di arrivare al portone cittadino, dove erano riuniti tutti i suoi amici. Tutti riuniti intorno a suo padre. Le guardie rimasero basite in quella apparizione, vedendo la ragazza come uno spettro, "Ragazzi perché mio padre è a terra?" esclamò. Tutti abbassarono lo sguardo, facendo facilmente intuire quale fosse la risposta. Sul volto di Merion non si riconobbe più la pioggia dalle lacrime, ma un grido acuto rimbombò più forte di tutta quella pioggia scrosciante "Papà".
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Il gruppo tornò all interno del castello, accompagnati da Re Rupert. La servitù era intenta a correre in modo frettoloso, cercando di sistemare il più possibile dopo l' attacco delle creature. Ma tutti si fermarono non appena il sovrano, annunciò la morte del giullare Hazzy. La servitù si mise a piangere e a disperarsi, cercando di aggrappassi a qualcosa di inesistente. Il Re, con sguardo basso, riprese la sua posizione sul trono, sedendosi con molta fatica su quella sedia così decorata ma davanti a sé, come poche ore prima, vi erano i Keyblader e il mago suo vecchio amico, gli avrebbe voluti guardare con sguardo sereno e un sorriso in volto, ma dopo una battaglia non c'è mai tempo per una risata. Merlino guardò il sovrano avanzando una proposta " Sire … comprendo benissimo che questo sia il momento meno opportuno, ma … dobbiamo partire alla ricerca di Aangus. Se è possibile ci farebbe scortare da alcuni dei suoi uomini? ". Rupert alzò lo sguardo in cerca di una risposta nell' aria, poi porgendo nuovamente lo sguardo al trio diede il suo verdetto finale "No. Mi dispiace" Merlino mandò giù il boccone amaro senza discutere, come i due Keyblader, volevano veramente ritrovare il maestro sopratutto Zuck, ma gli sembrò l' occasione meno propizia per controbattere. "I pochi guerrieri restati vivi aiuteranno nella ricostruzione della città e all' occorrenza, a scacciare gli ultimi esseri oscuri. Quindi la risposta è no, ma sé posso fare qualcosa per voi ne sarò lieto" concluse il Re, lasciando che la stanza cadesse nuovamente nel silenzio. Il Keyblader più basso non smetteva di martellassi la testa con domande, avrebbe fatto bene ad avere ancora fiducia nel maestro? Possibile che le cose che aveva fatto fossero tutte vere? Erano domande senza risposta, o almeno per lui, domande che perforavano la sua mente facendolo disperare ancora di più. Poi l' amarezza mista alla tristezza, terminò quando il compagno pose una mano sulla spalla del compagno "Tranquillo Zuck appena troveremo il maestro vedrai che andrà tutto meglio", Zuck fece un sorriso amaro, quello che bastava a non far preoccupare ulteriormente l' amico, che a guardarlo meglio stava peggio di lui. Nicol infatti stava stringendo i denti e con la mano libera si tocca le costole. Aveva perso solo la battaglia per fortuna, ma sicuramente portava una ferita più profonda di quella che aveva nella carne, un terribile senso di colpa. Il mostro che era riuscito a sconfiggerlo aveva ucciso molte persone compreso il giullare, e nella sua mente giravano sicuramente le stesse domande di Zuck, riguardanti al maestro e guardandolo negli occhi si accorse che non erano mai stati sconfitti su così tanti fronti. Ormai rimaneva solo la loro amicizia, e una vana speranza di ritrovare il maestro, a sostenerli in quella lotta che sembrava persa in partenza. Poi Zuck abbracciò il compagno con fatica e dolore, ma il calore provato superò queste sensazioni regalando un sorriso a entrambi. Merlino li guardò sorridendo a sua volta, ormai si era affezionato a quei due ragazzi, anche se gli parve strano. In fondo non gli aveva mai visti, oppure sentiti nominare, ma i loro cuori erano in così perfetta armonia che gli sembravano due suoi vecchi amici, perduti e ritrovati dopo tanto tempo. Il mago sapeva che era stato il loro maestro a rapire Joy ma forse potevano riportarlo indietro, con quelle belle parole parole che sapevano solo pronunciare loro. In fondo sperava anche lui che lo ritrovarselo, buono o cattivo, non avrebbe fatto differenza perché quei due se lo sarebbero riportato indietro, come il vecchio Aangus, "Va bene sua maestà. Noi andiamo e quando ritorneremo avremo di che festeggiare" disse Merlino sorridendo ancora più forte. Dopo la benedizione del Re i tre si congedarono, sparendo dalla sala del castello, lasciando Rupert da solo, che in mezzo a quel silenzio, desiderava avere accanto a sé Hazzy. Le lacrime iniziarono a scendere nuovamente, ricordando l' amico appena perso.
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Uscendo dal castello si diressero subito alla piazza cittadina, il mago disse di avere un piano. La piazza era piena di feriti stesi su dei letti, mentre altre persone li prestavano assistenza fasciandole, oppure cercando di tranquillizzarle. C' erano persone che si disperavano e piangevano, sicure di non aver mai potuto più riabbracciare i loro cari e mentre camminavano in mezzo a questa folla di disperazione Merion li venne incontro. I suoi occhi erano rossi come i capelli e lo sarebbero stati ancora a lungo, guardò il mago "Dove andate?!'" chiese, "Andiamo a ritrovare il maestro Anguus", la ragazza abbassò lo sguardo "Spero che abbiate più fortuna della mia" trattenne nuovamente delle lacrime, non voleva piangere ancora, gli salutò e sparì tra la folla. Merlino sapeva che era forte e quando sarebbe tutto finito sarebbe tornata più allegra di prima, con lo sguardo cercò anche le guardie sue amiche e non fu difficile individuarle. Tod e Dot aiutavano portando bende e medicinali alle persone e annuendo il mago si convisse che prima o poi sarebbe tornato tutto come prima. "Allora Merlino cosa facciamo adesso?" intervenne Zuck impaziente di trovare il maestro, il mago scosse la testa liberandosi dai suoi pensieri e si voltò verso i due "Il vostro maestro si trova nella foresta Ovest detta Foresta Raven. Non possiamo perdere altro tempo, quindi ho deciso di usare la magia del teletrasporto" i due Keyblader annuirono in religioso silenzio. Dopo aver accumulato energia magica e concentrazione, ordinò ai due ragazzi di toccarlo e di stringersi forte alla veste, nuovamente in silenzio eseguirono l' ordine stringendo forte un lembo del vestito del mago, che dopo aver preso un bel respiro invocò parole antiche, imparate chi sa su quale testo e davanti agli occhi di tutti, ma senza destare stupore, sparirono. Quando i due ragazzi riaprirono nuovamente gli occhi, il paesaggio aveva cambiato forma. Si trovavano alla base di una collina circondata da un fitto bosco, ma gli alberi avevano qualcosa di strano. Erano storti e piegati, ma non per la loro innaturale crescita, ma a Zuck parve più che si stessero dimenando dal dolore, le foglie infatti erano di un colore grigio topo e l' erba era completamente assente, preferendo lasciare posto a della terra morta. Merlino si era disteso sul primo sasso che aveva trovato, quella magia era assai portentosa ma vi erano troppi rischi, compreso quello del senso di spossatezza, Nicol invece sembrava stare meglio e si guardava attorno con uno strano sorriso, felice di poter rivedere di nuovo il maestro, questo sollevò Zuck. Non appena il mago si fu ripreso iniziarono la scalata verso la cima della collina, che era assai ripida. Per quel breve tratto forse per la fatica e il dolore, Zuck non riuscì a pensare a niente se non al fatto di poter rivedere il maestro. Appena arrivati in cima un ammasso di pietre che sembravano comporre un rudero, si parò di fronte al trio "Eccoci… Anguus è qui sotto" preannunciò Merlino "Ma la discesa non sarà facile" continuò, i due ragazzi forti annuirono all' unisono, e Merlino spostò sicuro un masso, sapendo dove era la via. Una botola segreta con delle scale fece la sua comparsa, scale che portavano alle viscere della collina. Scale che portavano verso una strana oscurità, ma tutti e tre non dubitarono nemmeno un secondo e uno dopo l' altro entrarono sparendo nel sottosuolo. La scala era ripida, il corridoio stretto e l' oscurità gli copriva come una pesante coperta. Più scendevano e più a Zuck sembrò di cadere, riusciva solo a sentire il suo respiro, leggero come la carezza di una mamma, la sua mente li sembrò inesistente in quel baratro d' oscurità e si sentiva quasi impazzire. Non seppe quanto camminarono, anche se a lui sembrarono ore, ma riuscirono ad arrivare alla loro meta. Una luce li indicò la via giusta e la imboccarono subito. S ritrovarono così in un enorme stanzone costruito sotto la collina, da chi sa chi, ma quello che a Zuck sembrò più strano fu che era illuminato, non sapeva da dove venne la fonte e mentre si guardava attorno lo vide. Una figura immensa in fondo alla stanza che stringeva forte a sé un ragazzo e Zuck si fermò subito, la figura era alta e muscolosa ma era anche vestita di una tonaca bianca come la neve, sapeva bene chi era quella figura "Maestro" urlò a squarciagola d' istinto, gettandosi in ginocchio al suolo, con gli occhi che lacrimavano e un sorriso in volto. La figura si girò. "Cosa?! Zuck che ci fai qui?" esclamò Anguus posando delicatamente Joy al terreno, Zuck rimase immobile forse per la gioia, o forse ancora per il dubbio che fosse divenuto malvagio, fatto stà che fu Nicol a rispondere per lui "Scusami ma i piani sono cambiati .. vecchio". Anguus indietreggiò "Gli accordi erano che se avessi fatto quello che mi avevi ordinato non sarebbe successo niente a Zuck" disse protestando a gran voce, Nicol si aggiustò i capelli biondi "E infatti è così…" poi si sentì tirare la veste da una mano, la mano del compagno "Nicol ma che stà dicendo?" il più alto dei due si inchinò e guardò negli occhi l' amico "Tranquillo fa tutto parte del mio piano … tra poco diventeremo i più potenti" sorrise e andò da Anguus, a Zuck sembrò non capire. "Allora che vuoi fare?" chiese il maestro alterato, Nicol mosse un po' le mani "Bhè voglio ricompensare il mio amico… per tutte le volte che mi è stato accanto. Voglio ricompensarlo con il potere dell' oscurità, voglio che anche lui assaggi quel delizioso netare " un potente pugno arrivò sul volto del ragazzo, respingendolo indietro "No … non puoi essere così stupido. I patti non erano questi, ho ucciso delle persone, rubato un tesoro e rapito un ragazzo innocente per far in modo che Zuck non ne sapesse niente". Nicol iniziò a irritarsi "Cosa c'è … brutto scemo, non ti vanno bene i piani? Sono io il capo" Anguus contrasse la faccia dal disgusto e dalla rabbia "No… se è così io mi dissocio puoi scordarti che io ti dia una mano". Zuck non riusciva a capire cosa stesse succedendo e guardò Merlino in cerca di una risposta, ma anche il mago sembrava sorpreso quanto lui. Da come stavano parlando sembrava che Nicol c'entrasse qualcosa. Che c' entrasse fin troppo. "Se è così allora non mi servi più" Nicol schioccò le dita e la rosa disegnata sul dorso della mano si illuminò, facendo intuire che avrebbe lanciato una magia e così fu. Difatti delle fiamme ardenti iniziarono a solcare la pelle del vecchio mentore, poi il biondo si voltò verso l' amico, come se non fosse successo niente "Scusami questo non era previsto… ma vedrai che riusciremo a portare a termine il piano, che ho ideato anche senza quello sce…" un pugno ricoperto di fiamme colpì in faccia Nicol, deformandoli il bel viso e facendolo cadere a terra. Anguus era ancora in piedi con le fiamme che lo stavano divorando piano e in modo inesorabile.Nicol alzò lo sguardo e la rosa si illuminò nuovamente, la magia che aveva appena scagliato trasformò il braccio, di chi lo aveva colpito, in puro ghiaccio.Il maestro cadde in ginocchio dal dolore. Nicol stava cercando di uccidere Anguus, arrivò perfino ad invocare il Keyblade per darli il colpo di grazia. La cosa a Zuck sembrò inverosimile, il suo amico, colui che fino a quel momento lo aveva accompagnato alla ricerca del maestro, si era rivelato cattivo. Strinse i denti, poteva anche darsi che si stesse sbagliando di nuovo e tornò a guardare la battaglia in cerca di altre risposte, mentre Merlino con qualche incantesimo d' invisibilità era riuscito a portare al sicuro Joy.Nicol si alzò impugnando l' arma e caricò il maestro, che parò con il braccio di ghiaccio, che andò a frantumarsi in milioni di schegge, ma con la mano buona invocò anche lui l' arma, un Keyblade dalla forma di obelisco bianco,uno dei tanti altri motivi che gli avevano fatto assegnare il suo soprannome, e cercò di contrattaccare, colpendo di striscio il vecchio allievo, una ferita superficiale che non lo avrebbe certo fermato. "Fuggite … schiocchi" urlò Anguus alzandosi nuovamente in piedi. Zuck invece di seguire il consiglio del maestro iniziò a correre, ma non per la salvezza, ma per cercare di proteggere il mentore e di potere fine a quella follia. Ma prima che potesse raggiungerlo la veste bianca si macchiò. Con un mugolio Anguus cadde a terra inesorabilmente portandosi la mano alla ferita, ma ormai era troppo tardi e quando Zuck riuscì a fiancheggiarlo. La fierezza che un tempo abbondava negli occhi del maestro stava svanendo , ma non si voleva dimostrare debole al discepolo ed espose un suo ultimo pensiero "Grazie Zuck … sei s-stato un bravo allievo, ma Nicol è caduto nell' oscurità … con lui s-sono stato troppo debole" tossì sangue, ormai era al limite, ma continuò a lottare e riprese nuovamente la parola "…Ti prego salvalo e tornate a casa. Felici come prima. Felici come siamo sempre stati" poi non gli restò altro che sorrise e si spense come una stella. L' obelisco bianco era caduto. "Ma che sperava di fare quello scemo?" disse sogghignando Nicol, curandosi la ferita, ma poi smise di ridere non appena vide gli occhi di Zuck. Occhi rossi come quelli del demonio ed esattamente come un demonio iniziò a parlare "Nicol … ti ammazzo". Si alzò in piedi invocando l' arma. |
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