| Sun_Micia |
| | | Scusate il doppio post, metto il quarto capitolo ^^ non è un granché purtroppo, ma mi rifarò coi prossimi!
PS: su facebook ho trovato un'immagine carina da dedicare al contest ^^
Tempo di combattere
Ci vollero 175 giorni.
Nessuno credeva che per andare e tornare dalle prigioni avrebbero impiegato così tanto tempo. O per chi è tornato perlomeno.
Quando arrivarono ad Ulakam, immediatamente accorsero gli altri membri per saperne di più.
D: Miei cari compagni, sono immensamente addolorato nell’annunciarvi che Elnath e Duns sono caduti. Ed è nel dolore della loro perdita che apriamo quest’adunanza.
Silenzio. Si sapeva che il viaggio sarebbe stato difficile ma non così tanto da causare la morte di due membri dell’Ordine. Lâki non riusciva a farsi una ragione che il suo migliore amico fosse morto, ma più di tutti era Kinha ad aver ricevuto un colpo al cuore. Sua sorella, che rappresentava tutta la sua famiglia, se n’era andata. E’ vero che era crudele, meschina e presuntuosa, ma la amava. E in fondo all’anima, piangeva.
D: Sindar, Belfire. Vi prego annunciateci la risposta. Risolvete i dubbi che straziano le nostre anime. Dov’è l’Angel- S: Ancora là.
La freddezza e la schiettezza con cui Sindar rispose, lasciarono tutti di stucco, incluso il povero capo che stava per giungere all’apice del suo pomposo discorso.
S: L’Angelo è ancora là, falso allarme.
Ma nessuno pensava che potessero esserci nemici peggiori dell’Angelo. Nemici che nascono dall’oscurità dei cuori e come tali non vanno sconfitti con la forza delle spade, ma con la forza dell’anima.
D: Miei cari compagni, sono lieto di sapere che il più temibile nemico che sia apparso dall’inizio dei tempi sia ancora sotto il controllo di Góra, il grande Dio. Ma non per questo dobbiamo demordere. Riprenderemo tutti i nostri allenamenti al fine di diventare grandi guerrieri in vista di una dura battaglia.
Dēvan era proprio azzeccato come capo, sapeva fare grandi discorsi. Ma solo quelli.
Lâki e Shedar erano i più piccoli del gruppo e per questo quelli con meno esperienza, e Ian, da bravo ragazzo che era, si offrì di aiutarli. Era particolarmente bravo nel combattere, riuscendo a maneggiare due spade contemporaneamente ed era veloce e preciso negli attacchi; suo fratello Pam invece era un impedito, come lo definiva Vega, le spade gli scivolavano, le frecce andavano storte e lanciando le lance raggiungeva sì e no il metro di distanza, le magie neanche a parlarne e le botte e le minacce di suo padre non erano bastate a farlo migliorare. Se non altro Kinha (sentendosi umiliato da parte di tutto l’Ordine per le sue inesistenti capacità), aveva inventato un giorno un’arma tutta per lui, ottenuta forgiando insieme le lame di due spade, formando così una specie di boomerang a quattro punte, tagliente come una vera e propria spada. Quando Pam lo provò rischiò di perdere una mano riafferrandolo. Così Mordred, che provava per lui tenerezza, gli cucì dei guanti con una particolare stoffa del suo regno, che arrivavano fino al gomito, rossi come il fuoco e resistenti come la roccia; dopo qualche tempo era diventato davvero abile nell’uso della sua particolare arma. Lâki non riusciva a combattere con una vera e propria spada perché gli risultava eccessivamente pesante, ma era veloce e se la cavava a calci e pugni; Shedar invece era una brava maga, come sua madre.
Poco si sa su di lei, non era mai stata una donna gentile e difficilmente perdonava i torti subiti; scomparve un anno dopo che la piccola Shedar aveva ereditato il trono lasciandola nelle mani dei consiglieri. Aveva giurato vendetta contro il re e la regina che non l’avevano invitata a prender parte al battesimo della propria figlia e dal quel giorno non l’ha più vista nessuno. Kairi pensò bene di nasconderle la verità, non le avrebbe certo fatto piacere sapere che sua madre è stata una delle principali cause della distruzione e del panico nel suo mondo e preferì lasciarle credere che fosse stata uccisa ingiustamente da quei regnanti meschini che non l’avevano invitata.
Ian non essendo un asso nella magia, decise saggiamente di lasciare tali insegnamenti per Shedar in mano a Vega, che ne sapeva decisamente di più. Quest’ultima aveva un grande scettro, più alto di lei ma leggero come una foglia; del colore del cielo e racchiudeva il potere che un tempo era stato di Dio. Sindar invece, maneggiava due lunghissime fruste, riuscendo a colpire nemici anche a grandi distanze. Kinha era potente, lo era in tutto. Quando combatteva indossava solo dei larghi pantaloni, perché a suo dire ogni genere di maglia gli impediva di muoversi più liberamente, era in grado di sferrare attacchi fenomenali e in quanto a magie poteva dirsi secondo solo a Vega. Turōki era un abile arciere, usava un lunghissimo arco bianco dalle forme armoniose che risultava un tutt’uno col suo fisico pallido e longilineo. Belfire, da bestione che era, riusciva a sollevare come se niente fosse una mazzafrusto e una mazza chiodata che intimorivano gli avversari prima ancora che cominciasse lo scontro. Mordred era la versione femminile di Pam, un’incapace in materie belliche e peggio ancora era profondamente contraria alla guerra e se si fosse mai trovata nel mezzo di una si sarebbe limitata a curare i suoi alleati. Kairi infine continuava a usare il keyblade donatole da Riku. Dēvan invece, beh lui si allenava a dare le direttive, nella peggiore delle situazioni lui avrebbe comandato i suoi fidi sottoposti dall’alto del suo castello.
Il tempo passava ma non si rivelarono altri attacchi come quello nel Cigno o nella Luna.
Strano- pensò Dēvan –che sia davvero finita così?-
Gli allenamenti continuavano comunque ininterrottamente.
K: Perché i membri defunti non vengono sostituiti? I: Beh Kairi, c’è una procedure che impedisce ai nuovi regnanti di prendere parte all’Ordine prima che siano passati tre anni dal decesso del suo predecessore, infatti anche tu sei arrivata dopo tre anni dalla scomparsa di Ansem. K: Ma come mai? I: Perché deve essere prima messo alla prova, per testarne le sue capacità. Tu sei stata l’unica eccezione finora ad essere stata incoronata il giorno stesso della tua entrata nell’Ordine, in quanto i tre anni di lasso erano già scaduti e Dēvan non poteva farci niente. K: Oh capisco, tu da quando sei nell’Ordine? I: Oh beh, io ho sostituito mio zio circa due anni fa, mentre Pam è entrato pochi mesi prima di te, prendendo il posto di un altro nostro zio, entrambi fratelli di nostro padre. Tu e Ansem eravate parenti? K: No… o almeno non credo, vedi il fatto è che non ricordo nulla della mia infanzia e non saprei nemmeno perché fossi la prima nell’ordine di successione.
Era pomeriggio inoltrato e mentre Kairi e Ian chiacchieravano sulla scogliera, alla Baia di Pietra erano rimasti solo Vega e Pam ad allenarsi e tutti gli altri erano già rientrati.
V: Non ti arrendi mai eh? P: Perché dovrei? Sto vincendo io! V: Pff! Prendi questo!
Ma Pam era veloce, molto veloce. Per lei era difficile colpirlo in pieno con le sue magie, ma allo stesso tempo lui non riusciva ad avvicinarla o sarebbe stato un bersaglio troppo facile, così ogni volta che combattevano tra di loro andavano avanti all’infinito.
Il sole non era ancora sceso del tutto e per metà si ergeva ancora sul mare, stagliando su di esso i suoi raggi purpurei, sopra, le nuvole dorate ricoprivano il cielo. Fu allora che lo videro. Una luce accecante, come di un’esplosione squarciò il cielo, e dalla voragine tra le nubi scese lui. Veniva giù lentamente con le braccia allargate e si fermò a qualche decina di metri sul livello del mare. Non disse nulla. Immediatamente sotto di lui si creò un’onda gigantesca che si dirigeva a folle velocità verso il Bastione.
Tuttavia non sembrava preoccupante, la scogliera era imponente e l’onda non sarebbe arrivata nemmeno ai piedi del castello. Ma Vega e Pam erano ancora giù alla Baia e nemmeno volando si sarebbero salvati dalla furia del mare. Appena in tempo lei creò uno scudo servendosi della magia e Pam si reggeva saldamente alle sue spalle per non venire travolto dalle acque; il peggio doveva ancora venire. Ne uscirono quasi incolumi dallo schianto dell’acqua contro la dura pietra, ma ora la corrente li tirava nuovamente verso gli abissi.
Non sapevano che fare e l’effetto della magia sarebbe presto finito, questo voleva dire che non sarebbero più riusciti a respirare; quando grazie al cielo un catenaccio piombò proprio a fianco a loro. Sindar e Belfire erano in cima alla scogliera pronti a tirarli su.
Il misterioso figuro intanto non aveva mosso ciglio. Era parecchio distante dalla costa e se ne stava lì ad osservare.
Non appena furono messi in salvo, erano tutti pronti ad affrontarlo.
Ma non successe niente, se ne andò lentamente, risalendo esattamente com’era arrivato. Si sentì solo in lontananza “ E’ tempo di combattere”.
B: Quello non era certo l’Angelo della Morte. S: Già, se fosse stato lui a quest’ora saremmo passati a miglior vita. I: Questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia! D’altronde i propri assi nella manica si mostrano a fine partita. D: Ian ha ragione, con questo intendeva solo aprire le danze. Chissà cosa ci aspetta al walzer.
Rientrarono e consumarono la cena in silenzio. Ognuno pensava a cosa sarebbe successo e cercavano di ipotizzare l’identità del nemico.
Poco più tardi si erano tutti sparpagliati per il castello, a parlare, a dormire, a pregare; solo Turōki e Belfire n’erano rimasti nel salone.
B: Spero vivamente che tu non abbia nulla a che fare con tutto ciò. Perché se così fosse non esiterei a farti giustiziare. T: Il tuo amore fraterno è davvero sconfinato “Belfiore”, comunque purtroppo per te non centro nulla; ma devi ammettere anche tu che quel tizio ha stile, un’entrata in scena così non s’era mai vista. B: Non dire idiozie fratello! C’erano delle persone in mare in quel momento e sono tutti morti! Senza contare che abbiamo quasi perso la nostra guerriera più potente! T: Hei scherzavo! Non scaldarti troppo, posso comunque dirti una cosa a riguardo. B: Se ne sai qualcosa questo ti coinvolge inevitabilmente. T: Sei diventato più sveglio ultimamente devo ammetterlo, ma dimentichi che io vivo coi morti e le loro anime sanno più di quanto tu possa immaginare. Una delle Ninfe, quelle del Cigno, dice che non sono state attaccate direttamente dal nostro nemico, ma che ha evocato … dei mostri. B: Mi stai prendendo in giro forse? Sappi che non è divertente! T: Ricorda fratello, le anime non sbagliano mai. B: Loro no, ma è di te che non mi fido. T: Buon per te, forse vivrai più a lungo. B: Che intendi dire con questo? T: Ahahah! Che forse sei ancora un idiota e io mi ero illuso credendoti più sveglio del solito.
E se andò sghignazzando. Belfire in cuor suo sapeva che suo fratello lo stava solo prendendo in giro come al solito, ma visti gli ultimi avvenimenti non riusciva a fare a meno di sospettare di lui come un possibile alleato del loro misterioso nemico, che poi era un nemico o una nemica? Era così distante dalla riva che era impossibile dirlo con certezza.
Mordred era sola nella sua misera stanza a pregare Góra affinché li salvasse da quella terribile minaccia, quando Dēvan entrò.
D: Ti rendi utile? M: Faccio ciò di cui sono capace.
E così si era chiusa la loro conversazione. Non amavano parlarsi e se possibile evitavano anche di salutarsi, tuttavia Dēvan si era inspiegabilmente sentito in bisogno di andare da lei, anche senza dirsi niente, sarebbe bastato stare insieme … per un po’.
Pam era già andato a letto, vedersi la morte in faccia aveva bruciato tutte le sue energie e non si reggeva più in piedi. Kairi era tornata alla Isole, erano giorni che non tornava a casa e voleva assolutamente raccontare l’avvenuto a Sora e Riku. Lâki e Shedar giocavano in un salottino, i giochi da tavolo erano davvero noiosi così decisero di inventarne uno loro stessi, su un tavolo si lanciavano una pallina di legno facendola rimbalzare con due libri e per renderlo più difficile avevano messo un lungo pezzo di stoffa a metà del tavolo e la pallina doveva passarci sopra; Belfire annoiato si era unito ai due facendogli da giudice. Kinha se stava solo in cima alla scogliera l’erba era ancora bagnata e le acque non si erano ritirate ancora del tutto. Se ne stava lì a pensare e nella sua mente si ripeteva la scena avvenuta circa tre ore prima. Poi il tema dei suoi pensieri cambiò, gli sembrò di rivedere Elnath al suo fianco, che si passava una mano tra i capelli biondi e col suo solito sarcasmo diceva “Pff con niente potrei corromperlo e farlo venire dalla nostra parte” e poi rideva con quella sua risata insopportabile; da quando non c’era più il mondo era diventato terribilmente silenzioso. Vega se ne stava in camera sua, seduta sulla finestra con le gambe a penzoloni nel vuoto, immersa nei suoi pensieri e poi all’improvviso sentì bussare; Ian entrò e si sedette a fianco a lei.
I: Scusalo V: Chi? I: Mio fratello, certe volte è proprio un idiota, è andato a letto senza nemmeno ringraziarti. Se non fosse stato per te ora lui sarebbe morto. V: Beh secondo me lui la vede da un altro punto di vista I: Cioè? V: Che sono stata io a insistere per combattere ancora e se non l’avessi fatto saremmo stati al sicuro al castello con voi I: Non fare la finta buona, si vede che ce l’hai su per questa storia
Passarono ancora un po’ di tempo insieme a ridere e scherzare e ormai era notte fonda.
V: Hai notato, il cielo stanotte è senza stelle I: Sono solo coperte dalle nuvole V: Io dico invece che sono spente I: Se così fosse sarebbero “morte” V: Già, potrebbe essere per quanto ne sappiamo I: Quando parli così mi ricordi Duns! V: Ahahah! Me lo dice sempre anche Pam, certo che siete proprio uguali! I: Ma io sono più bello!
La notte era buia come la pece, né la Luna né le lontane stelle splendevano nel cielo di Ulakam.
Belfire si sentiva male. Non nel senso di un malore, ma si sentiva male dentro. I sensi di colpa lo straziavano.
S: Ehi Belfire, noi abbiamo solo obbedito. B: Sindar, non sempre obbedire è bene e lo dimostrano le vite di Duns e Elnath.
Belfire aveva ragione, andare alle Prigioni degli Déi era una missione suicida e si sarebbero dovuti rifiutare.
Arrivati alle Prigioni erano ancora tutti e quattro. Il viaggio era stato arduo ma unendo le forze se l’erano cavata solo con qualche graffio.
L’arco d’entrata era spaccato a metà e si riusciva distintamente a vedere l’interno: era tutto nero, bruciato e solo la flebile luce delle stelle lo illuminava. C’erano resti di corpi sparsi per tutto l’atrio e la puzza dei cadaveri infestava l’aria; immediatamente pensarono tutti la stessa cosa, ma avevano l’ordine preciso di andare a controllare all’interno della prigione dell’Angelo.
Proseguendo all’interno del nero castello potevano sentire solo il rumore dei loro passi, c’era un silenzio inquietante e in preda alla paranoia credevano di sentire presenze ovunque. Scesero nei sotterranei di circa quattro piani e poi si trovarono nel labirinto.
S: Merda, e adesso che facciamo? E: Questo non me l’aspettavo … B: Dovremmo demolire i muri di pietra
Così Belfire radunando tutte le sue forze cominciò a colpire i muri che componevano il labirinto, ma distrutto uno era già allo stremo.
D: Non ci resta che tentare di trovare la strada usando l’intelletto. S: E’ una parola a dirsi, è stato progettato per confondere l’Angelo della Morte noi ne usciremo tra un’era senza una mappa.
Effettivamente quel labirinto era un’arma a doppio taglio e loro non sapevano quanto grande fosse; il vantaggio dei labirinti all’aperto è che puoi sempre arrampicarti in cima ad una siepe per vederne la fine, ma lì i muri si univano al soffitto.
S: Torniamo indietro, abbiamo abbastanza prove per accertare che l’Angelo è fuggito, anche un idiota lo capirebbe!
In effetti anche gli altri erano d’accordo e tornarono indietro.
Fu questione di un attimo, si girarono e Duns venne trapassato da parte a parte, con gli occhi sgranati e spalancando la bocca come per gridare, ma non ne uscì neanche un suono. Rimase immobile per qualche secondo e poi si accasciò al suolo, dietro di lui, l’Angelo. Aveva uno sguardo agghiacciante, i suoi occhi fissavano i tre Re con aria di sfida e velocemente si lanciò all’attacco, scaraventandosi su Belfire. Lui non era agile ma parò bene il colpo
B: Scappate! Fuori di qui! Via subito! S: Neanche per sogno! Elnath si lanciò sul nemico usando i suoi due pugnali, ma non centrò neanche un colpo, lui era troppo veloce e la evitava con facilità. Capirono subito tutti e tre che non avevano speranze ed era meglio fuggire, se mai fosse stato possibile. Si fiondarono di corsa sulle scalinate che riportavano all’uscita, fortunatamente l’Angelo non era un vero e proprio Angelo e per questo non aveva le ali; questo dava loro un certo vantaggio perché potevano sempre seminarlo. Arrivati all’atrio potevano ormai tirare un respiro di sollievo, quando davanti a loro comparve una nuvola di fumo nero dalla quale uscì il loro nemico, sbarrandogli la strada per la nave.
E: Non è possibile! Che razza di trucco è mai questo? S: Se lo evitiamo riusciremo a raggiungere la nave lo stesso
Gli squarci sul pavimento non giocavano certo a loro favore perché non si poteva correre velocemente senza inciamparci o peggio ancora, sprofondarci dentro. L’Angelo era sotto l’arco pronto a riceverli. Per primo passò Belfire, mentre Sindar teneva occupato il loro nemico, poi fece lo stesso Elnath per far sì che Sindar si liberasse e raggiungesse Belfire. Ora il problema veniva con lei. Era davvero in difficoltà, le sue magie più potenti lo graffiavano appena ed avendo dei pugnali non riusciva ad avvicinarlo abbastanza. Sindar era in cima alla nave con un arco puntato sull’Angelo, aveva paura di sbagliare colpendo Elnath ma se fosse riuscito a centrare l’Angelo, lei sarebbe riuscita a salire a bordo. Era nascosto dalle vele e poteva comunque contare sull’effetto sorpresa, finalmente l’occasione perfetta si presentò, Sindar mirò velocemente e scoccò la freccia.
Con uno scatto impressionante l’Angelo gettò le sue armi e afferrò Elnath al collo tenendola dritta davanti a sé; la freccia le passò dritta attraverso il cuore.
Belfire non ci pensò due volte e partì. Dietro di loro l'Angelo gridava, furioso, perché la sua unica occasione di fuggire di lì se n'era andata con loro. Lanciò poi via il corpo di Elnath, che sprofondò silenziosamente nelle viscere dell’universo.
Edited by Micia-kun - 4/10/2012, 15:29 |
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