Contest di Scrittura Annuale: The World Ends With You

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view post Posted on 24/3/2012, 13:24
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The acid Queen in a psychedelic scene

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Wow supeflex sono contenta che ti piaccia Pai :) Forse non dovrei, ma lo dico lo stesso: e' il mio preferito in assoluto XD Infatti avra' un bel ruolo nei capitoli successivi, aspettate e vedrete :)
 
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view post Posted on 24/3/2012, 15:10
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Il signore dei biscotti

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Ok, mi ci sono messo e lo ho finito di leggere.

Dunque, la mia antipatia nei confronti di Pai-boy cresce sempre di più D: Non lo posso proprio soffrire. Speriamo che venga presto un'evoluzione del carattere, perché non lo reggo più.

Pegasus mi appare così rilassato : D Devo ammettere che in quel clima di tensione ci voleva proprio un pg. capace di essere ottimista fino a tal punto. Ora che ci penso, mh, immagino che anche lui sia morto nell'esplosione. . . poveretto D:

CITAZIONE
"Capisce Maestro Xehanort? Noi lo abbiamo visto, abbiamo visto il colpevole!”
“Era un alchimista! Ed era gobbo!”
“Maestro Xehanort, lei deve fare assolutamente qualcosa!”

Oh, porca miseria XD E per fortuna che è stato visto solo dai due marmocchi. . . anche se mi stupisco che anche Riku non sia arrivato alla soluzione.

Un capitolo emozionante!
 
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view post Posted on 24/3/2012, 16:30
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Blue Eyes Whitemushroom

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CITAZIONE
mh, immagino che anche lui sia morto nell'esplosione

eh, purtroppo sì ... povero Maximilian RIP

CITAZIONE
Speriamo che venga presto un'evoluzione del carattere, perché non lo reggo più

Beh, Pai è Pai. Forse più che un'evoluzione del carattere in lui ci sarà una maturazione nei sentimenti per ciò che prova verso altri personaggi, pur mantenendo invece intatti alcuni suoi punti di vista. Io e Lis non facciamo mai mistero di chi siano i nostri personaggi preferiti, e Pai è sicuramente uno dei primi.

CITAZIONE
se mi stupisco che anche Riku non sia arrivato alla soluzione.

mumble, forse questo non lo abbiamo specificato prima .... ad Autozam ci sono molti alchimisti che finiscno bloccati con la schiena per il brutto vizio di fare cerchi per terra, quindi al buio non avrebbero potuto riconoscerlo. Poi loro non ci penserebbero comunque perché per loro MX è il miglior amico del loro maestro Eraqus ed una persona buona e pacata, non avrebbero alcun motivo di dubitare di lui.
 
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10superflex1
view post Posted on 2/4/2012, 18:17




Buonasera signori e biscotti, siccome siamo ad Aprile è tempo di postare il n.4 (no, Vexen non centra nulla ò_ò ).
Come già detto in parte sarà anche questo un capitolo di intermezzo...Infondo nella fict sono a Natale, facciamo riposare i personaggi xD
Dal prossimo capitolo si ripartirà...Mhuahah, fate attenzione ad i nuovi personaggi, magari tra questi si nasconde qualcuno di vitale per la fict..Vediamo se lo trovate è_è
Buona pazzia =3

Capitolo 4-Il dono di Toald

Era una serata stupenda, c'era la luna piena, il cielo era senza stelle ed un alone di nubi oscurava qua e là.
Quel giorno era stato veramente pieno d'impegni, mi ero addirittura sposato.
La mia compagna era stupenda..Aveva i capelli biondo laccato, un colorito pallido, il lungo abito da sposa nero che le ho dato, ed un fiocchetto rosso sangue sui capelli, l'unica nota di colore vivo...Si fa per dire.

“Non pensare male Fred, non ti tentare da solo.” Pensai.

Dopo una lunga camminata arrivammo a casa sua, mi guardai intorno, era una bella villetta.
Susy bussò e dopo un po' i suoi genitori si affacciarono, tutti e due alti, mori e vestiti di nero.
Per un attimo mi prese un colpo...“E poi sarei io il Diavolo?!”
-Susy? Sei tu?- Chiesero confusi.
-S, L È IL DVL, S CHIM FRD.- Spiegò. I suoi mi lanciarono un'occhiata ed io accennai ad un sorriso. Mi sarei aspettato che avrebbero preso un Vangelo od un Rosario e me lo avrebbero lanciato addosso, invece si misero in ginocchio.
Io rimasi a bocca aperta, ma che si fumavano?!
-FINALMENTE! Susy, anche tu sei diventata una dark, non sai quanto ci speravamo!- Dissero.
-N, I'M 4EVER TRUZ! L È SLMNT M MRT, C SIAMO SPST GG, M H INTNZN DI DVRZR.-
-Piacere...- Tesi una mano e suo padre me la strinse. Notai che stava leggermente lacrimando per la commozione ed il trucco attorno ad i suoi occhi calava lentamente..Non avevo mai visto un uomo con l'eyeliner...
-E dimmi, come mai divorzieresti?- Chiese sua madre.
-XK M H UCCS ED ADSS SN UNA MRT VVNT, IO NN SR MAI DRK CM V.-
I genitori di Susy si scambiarono un'occhiata poi mi saltarono addosso.-Aiuto...-
-Che bello, finalmente avremo un altro piccolo darkettino in casa, per non parlare del fatto che sarà anche un morto vivente!- Me li guardai per un secondo, poi pensai straziato:
“Ma dove caspita sono capitato?”

Ci fecero entrare in casa, pensavo che stendessero un tappeto rosso, ma mi sbagliavo, ne stesero uno nero.
Mi fecero vedere la mia camera, la casa ed il cimitero con l'altare in giardino...Ero ancora abbastanza scandalizzato, ma la loro casa mi piaceva, mi ricordava la mia.
Avevano detto che avrebbero chiamato qualche loro amico per festeggiare insieme il matrimonio quella notte, bé, non mi restava che aspettare.
Andai nella mia stanza e mi preparai, dopo di ché decisi di fare un salto da Susy.
Attraversai vari corridoi, era una casa bella grossa, finché non arrivai.
Mi fermai un po' sulla porta, poi riluttante bussai; Susy si affacciò:
-CS V?- Mi chiese.
-Niente di ché..Volevo solo parlarti...- Sorrisi.-Nel frattempo che arriva qualcuno.-
A malincuore Susy mi fece entrare nella stanza.
Ci sedemmo sul letto ma non accennammo a parlare. Probabilmente Susy ce l'aveva ancora con me. Dovevo riuscire a riconquistarla.
-Ehm..Persone simpatiche i tuoi.- Dissi, rompendo il ghiaccio.
-CM N...- La guardai.-Senti Susy, potresti parlare in modo “normale”? Non ci capisco niente, fallo per me, dai.-
Mi guardò un attimo, poi rispose: -Solo perché altrimenti i miei si arrabbierebbero.-
Sorrisi.-Grazie...Senti, com'è che si chiamano loro?-
-Giuseppe e Maria.- Rispose.
-Ma che mi prendi per il...!? Quei due si chiamano così?!-
-Sì, ma preferiscono essere chiamati Dark ed Only...Non ci fare caso, sono pazzi...Figurati che quando ci sono i colloqui con i professori questi ultimi si portano minimo tre Crocifissi con sé.-
-Ma dai...Comunque, quanti anni hanno? Sembrano abbastanza giovani.- Chiesi.
-Trentatre, trentaquattro...Si sono sposati presto. Naturalmente con rito dark, di notte con la luna piena ed in un bosco tenebroso. Loro ed i loro amici non ci stanno con la testa, credimi.-
-Ti hanno mai raccontato di quando hanno iniziato a comportarsi così?-
-Praticamente ogni notte: Loro erano fidanzati, una sera decisero di fare una passeggiata insieme. Andarono nel bosco, questo qui vicino, non molto lontano da Abetonia. Gli piaceva molto la natura, ma sfortunatamente si ritrovano ad assistere ad un omicidio invece che allo sbocciare di qualche fiore.
Chi ha commesso quell'orrore si accorse della loro presenza e li inseguì per disfarsi di loro, aveva una pistola ed era veloce.
Un gruppetto di dark che vide a sua volta la scena li salvò e fece arrestare quel tizio, fortunatamente per loro uscirono senza un graffio.
Da quel giorno i miei sono diventati dei “credenti” accaniti.- Disse tristemente.
-Ah..Mi dispiace, a quanto pare non ne sei per niente felice...Scommetto che si aspettavano una piccola bimba dark quando sei nata, eh-eh.-
-Ma loro non sono i miei veri genitori...- Ci rimasi un po' di sasso, non avrei dovuto dirlo, ma non sembrava arrabbiata con me.
-N-no?- Scosse la testa.-Il cadavere di cui quell'uomo nel bosco si stava disfacendo era quello di mio padre, il mio vero padre. Così quando è morto si sono sposati e con il consenso della polizia e dei miei parenti mi hanno adottato, dato che ero rimasta sola. I miei veri parenti abitano lontano, ogni tanto mi vengono a fare visita, ogni tanto..-
Deglutii.-Quando hai scoperto la verità?- Si accasciò sul cuscino.-Non molto tempo fa, avevo praticamente un anno quando accadde ciò.-
Provai una sensazione strana, tristezza forse. Probabilmente all'Inferno o magari in Paradiso, lo avevo anche visto suo padre. Abbracciai Susy, poi le dissi: -Ti manca tanto tuo padre? Potrei farlo tornare, sai...- Lei si girò e si allontanò. -Sei il Diavolo, il tuo lavoro è tentare le persone, lasciami in pace o ti esorcizzo seduta stante.-
Ero rimasto un po' amareggiato, ma almeno non aveva ripreso a parlare in modo strano...Eravamo soli in quella stanza buia, adesso i miei pensieri erano i suoi e viceversa. Sospirai, poi abbassai lo sguardo.
-Sai Susy, tu credi che io non riesca a capirti per il semplice fatto che sono diverso da te. È vero, io non sono un uomo, ma nemmeno una bestia. Posso garantirti che anche uno come me sa amare, ma anche piangere. Ho perso molti amici per colpa di qualcuno, sono diventato quel che sono per questo, per vendetta. Voglio, o meglio, volevo vendicarmi, ma poi ho capito che ci sono cose più importanti che neanche l'immaginazione può capire. E non parlo d'immaginazione umana.
I sentimenti vanno ben oltre Noi. Capire lo stato d'animo di una persona non ci è dato, nessuno può.
Siamo soltanto piccole parti di una grande esistenza, se te crederai in me, né come Dio, né come altro, allora potrò: potrò superare i confini dell'immaginazione, dei limiti, dell'esistenza e solo allora riusciremo a vivere insieme, a far parte di un unico universo, gli uni stetti nel mondo dell'altro.-
Esitai un po', era solamente un piccolo sfogo però volevo mettere le cose in chiaro.
Io non sono una bestia, dovevo provarglielo.
Le tesi gentilmente una mano e le dissi:-Susy, te credi in me?-
Lei abbassò lo sguardo, poi dopo un po' si alzò e mi fisso dritto negli occhi.
-Fred, magari è vero, io e te siamo diversi, ma nonostante tutto sono felice di stare insieme a te, Fred...- Afferrò la mia mano.-Crederò in te.- Disse infine abbracciandomi.
Restammo così per qualche minuto. Finalmente di nuovo uniti...Forse dovevo ricredermi, Toald aveva ragione, l'amore esiste, ma sono io che non lo vedo.
Così dopo esserci riappacificati continuammo a parlottare, io le raccontavo di me e Susy di lei. Non mi ero mai sentito così “in pace”.
Dopo un po' quei tranquilli momenti furono interrotti: ci vennero a chiamare per i festeggiamenti, erano arrivati i primi invitati.
Ci alzammo malvolentieri ed uscimmo, mi chiesi come sarebbero potuti essere gli ospiti visti Dark ed Only.
Presi Susy a braccetto e scendemmo le scale, il nostro rapporto era migliorato, incredibile come delle semplici parole potevano farti sbocciare dentro una felicità inaudita.
Quando arrivammo nel salone principale per il momento c'erano ancora pochi ospiti.
Il padre di Susy ci si avvicinò accompagnato da uno di questi: era uno strano tizio, aveva i capelli neri mossi e gli occhi azzurri così profondi che potevi perdertici dentro, sembrava un giocatore di basket per quanto era alto; aveva indosso un buon profumo, era giovane, sulla ventina ad occhio e croce.
-Fred, questo è il Sg.Rachet Byalk, un nostro caro amico.- Disse presentandomelo.
Gli strinsi la mano e gli sorrisi, lui ricambio.-Piacere, puoi chiamarmi anche solamente Rachet.-
-Piacere mio. Hai una faccia conosciuta, ci siamo già incontrati?- Gli chiesi.
-Non so, magari a qualche raduno dark.-
-Uhm..Ne dubito.-
Quell'uomo mi dava una strana impressione, la sua vicinanza mi agitava.
Ero turbato, ed anche tanto. “Non conosco così a fondo gli umani, ma mi ci giocherei la play che questo sniffa...Ha l'aria di uno strafatto di dolciumi per la miseria, sembra il bombolotto che si porta a presso mio fratello..!” Pensai.

Era una mattinata stupenda, mi svegliai che c'era addirittura il sole nonostante fosse inverno.
Stavo quasi per rimanere sotto le coperte, ma resistetti e mi alzai.
Quel giorno, era un grande giorno! “Oggi è la Vigilia...Di norma dovrebbe arrivare Babbo Natale, speriamo che ci lasci in pace almeno oggi e faccia il suo lavoro...”
Ieri avevo sentito Susy al telefono, mi disse che tra lei e Fred le cose stavano andando meglio e che i suoi erano entusiasti.
Anche Rocky e Pence stavano bene, ma ero in pensiero per l'Unicorno.
Toald non ricevette più nessuna notizia da quando lo vedemmo partire...Neanche i tg dicono niente riguardo un cavallo rosa o cose del genere...
Mi sforzai di non pensarci, così mi preparai.
Scesi di sotto, erano appena arrivati i miei zii, che bello, era da un po' che non li vedevo.
Li salutai felicemente, poi mi diressi da Toald. Aveva deciso di aiutare i miei genitori a preparare la casa per l'arrivo dei parenti.
-Ohi Toald, come va?- Gli chiesi vedendolo indaffarato.
-Bene, se non fosse per questo aggeggio strano che mi sta aspirando una mano...Vuole uccidermi forse..-
-Ehm...Ma quella è un'aspirapolvere..Vuoi che ti aiuti?- Sembrava si stesse impiccando...
-No, no, sono quasi riuscito a domarla, non preoccuparti.-
Risi e rimasi lì a guardarlo. Era incredibile ciò che stava combinando, persino una pigrona matricolata come la sottoscritta riusciva nell'impresa titanica di usare un elettrodomestico.
Probabilmente era la prima volta che ne teneva uno in mano..
-..Vang..?-
-Sì?-
-Ci ho ripensato..Mi aiuti?-

Nel pomeriggio telefonai ad i miei amici, li invitai a casa; in caso di attacco natalizio dovevamo prepararci.
Erano circa le tre quando arrivarono.
-Hola ragazzi!- Urlò Rocky entusiasta come sempre.-Buona Vigilia!-
-Grazie Rocky, anche a te.- Sorrisi.-Venite, accomodatevi!-
Ci sedemmo sul divano in salone, Pence aveva portato qualche film.
Preparammo un po' di pop-corn ed in attesa che fossero pronte iniziammo a chiacchierare.
-Come vanno i rapporti di coppia?- Chiese Pence a Susy.
-BN, MMM E PP HNN DTT C PSS TNRL A KASA, XÒ NTRLMNT DRMM IN 2 STNX SPRT.-
-Quando lo regalate un nipotino allo zio Rocky?- Chiese con un sorriso che gli occupava tutto il volto.
Susy e Fred si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi lui gli ammollò uno sganassone super-mega-iper-galattico e lo vedemmo volare via per la stanza, la guancia diventata blu per il livido che neanche Modugno avrebbe saputo dire come volava bene.
-IGNORANTE SIAMO MINORENNI!-
Quando Rocky atterrò nella lavastoviglie scoprimmo con sollievo che era ancora vivo.
Mezzo rotto, ma allegro come suo solito.
-Ehy ehy...Rocky è ancora vivo..Sì.- Disse, poi cadde a terra.
Portato con cautela il suo corpo sul divano accendemmo la tv.
C'era il tg, con il solito giornalista rompiscatole di Sky Tg24.

“Buonazeva zignovi, ziamo in divetta dal Gvan Canyon negli U.Z.A., dove zi ztanno zcontvando una zovta di cavallo voza ed un moztvo che zta mangiando il Nevada.
Non c'è nulla di cui pveuccupavzi, i Powev Vangerz ztanno avvivando inzieme al Zommo.
Ma adezzo pazziamo a pvoblemi più zeri: Covona zi è lazciato l'ennezima volta con Belen, il Gvande Fvatello zta pev vicominciave e l'Izola dei Famozi è affondata, la linea ad Emilio Fede e Zgavbi.”

Spensi la tv finché ero in tempo, uno che ti bestemmia nell'orecchio e l'altro che ti urla “FASCISTA! FASCISTA!” non mi andava di sentirli.
-Hanno detto qualcosa a proposito dell'unicorno, allora è ancora vivo!- Constatò Toald.-A proposito, cosa sono quelle cose che ha detto..? Ci aiuteranno?!-
Io ed i ragazzi ci scambiammo un'occhiata.
-Credici, sono delle cose arcane e malefiche, esseri che si rinchiudono in una casa o su un'isola per architettare piani malvagi sono persone di cui non puoi fidarti...Escono dalle pareti e ti intontiscono con la loro demenza...Colpiscono quando meno te lo aspetti...Di solito il lunedì sera su Rai Due ed Italia 1..- Gli spiegò Pence.
-Farò finta di capire.- Annuì pian piano Fred.-E questo tizio che si fa chiamare Sommo?-
Io rimasi sbigottita...-ERESIA!- Urlai.
Fred e Toald rimasero di stucco.-Cosa ho detto?- Chiese il moro.
Rocky tirò fuori un libricino dalla tasca dei pantaloni.
-Dovete sapere che in principio esisteva il Sommo, che con un calcio rotante ha provocato il Big Bang. Da lì si sono formati i pianeti e noi insignificanti creaturine.-
-Toald, ecco spiegata che fine ha fatto il nonno.- Disse Fred.
Il pomeriggio passò tranquillamente, aveva addirittura iniziato a nevicare lievemente.
Ci scambiammo i regali, poi tornarono a casa per la cena con i parenti.
Anche noi cenammo, poi in attesa del ciccione rosso ci mettemmo a giocare un po'.
Erano circa le dieci ormai, mancavano due orette al Natale.
-Ehy Vang, posso chiederti una cosa?-
-Cosa Toald?-
-Cos'è questo Natale di cui parlate tutti?..Sinceramente ancora non sono riuscito a capirlo..- Mi chiese.
-Non hai mai festeggiato il Natale?!-
-Che io ricordi no...Ero piccolino quando Babbo Natale è cambiato, magari è per quello che non lo festeggiamo...-
-Bé, il Natale non è fatto certo solo del Babbo. È un giorno speciale dove si è tutti riuniti e più buoni; certo, ci scambiamo i regali, ma questa tradizione è subentrata dopo, così come il Babbo.
In origine il Natale era un giorno dedicato ad una festività pagana, mentre adesso si festeggia la nascita di Gesù.-
Toald era un po' confuso.-..Chi?-
-Ma sei Dio o no te?..Insomma, dovrebbe essere tuo figlio/nipote..ect.- Gli chiesi sbigottita.
-Magari qualche lontano parente..-
Ogni secondo che rimanevo con Toald ero sempre più incuriosita da lui.
Parlandogli venivano alla luce molte cose che nessuno avrebbe immaginato..Per esempio ieri camminando per Abetonia siamo arrivati vicino alla vecchia Chiesa scassata; si stava celebrando la Messa.
Pensavo che gli avrebbe fatto piacere sentire qualcosa “dedicato” a lui, invece appena messo piede in Chiesa se ne andato in fretta e furia; aveva detto che si stava addormentando...
In fin dei conti non era tanto diverso da una persona normale.
Così continuammo a parlottare, finché non arrivò mezzanotte.
Ci riunimmo tutti in salone per augurarci buon Natale.
-Tre!-
-Due!-
-Uno!-
-...BUON NATALE!-
-Auguri a tutti!- Urlai.
Presi un pacchetto e lo porsi a Toald.
-Auguri!- Gli dissi dandogli il regalo.
-È per me?- Chiese.
-Certo, siamo amici no?-
-In tal caso...Grazie.- Prese un pacchetto da dietro la schiena.-Anche io ho qualcosa per te. Non sapevo cosa ti piacesse, così ho chiesto ad i tuoi.-
-Grazie Toald. Buon Natale.- Dissi quasi commossa.
Anche se ci conoscevamo da poco lo vedevo già come un caro amico.
Passammo la serata felicemente con i parenti.
Era l'una passata quando se ne andarono, così, mezza morta di stanchezza me ne andai a letto.
Strano ma vero, il Babbo non era venuto a farci visita.
Mi coprii con le coperte ed iniziai a ronfare.

Tutto d'un tratto venni svegliata da qualcuno.
Per poco non caddi dal letto rompendomi il sederino...
-Ohi...Chi sei.?- Chiesi assonnata.
-Vang, sono io, Toald! Ho sentito dei rumori...E se fosse Babbo Natale?!-
-Sì, come no..Babbo Natale che scende dal camino..Non penso che verrebbe qui a quest'ora, sai come sono i vecchietti, dopo un certo orario si addormentano.-
-..Posso dormire in bagno allora?-
-Ma dai...No che non puoi dormire in bagno! Lì c'è già il mio gatto!-
-Allora mi accompagni a vedere se è di sotto?-
-Ok, ok, ma dopo lasciami dormire.-
Scendemmo le scale ed andammo in salone, il cosiddetto "luogo sospetto."
Ero piuttosto irritata..Mai svegliar la Vang che dorme.
Perlustrammo un po' la stanza, sotto i divani, nel frigorifero in cucina, sulla libreria ed accertatoci che non c'era nessuno mi rivolsi a Toald:
-Vedi? Non c'è nessuno!- Gli dissi.
-Forse hai ragione, sarà stata l'immaginazione...-
Stavamo per tornare su, quando sentimmo dei rumori.
-Bleah...Puzzette di renna...- Mi guardò.-Il camino non lo abbiamo perlustrato...Se si stesse calando?-
-R-renna?- Risi.-Sicuro che è una renna? Magari è l'unicorno, oppure una giraffa, quel ciccione non ci entra nel comignolo.-
Stavo per appoggiare il piede sul primo gradino quando improvvisamente mi arrivò una ventata gelida ed il suono di una voce.
-Diamine che stretto questo comignolo!..Oppure sono ingrassato io...-
Toald mi guardò spaventato. -L-l'hai sentito?-
-B-bbb---babbo...?!- Dissi tremante..No, non poteva essere vera quella storia del camino! Sentimmo un tonfo e si alzò un po' di cenere.
Vedemmo una figura con una grande pancia avanzare verso di noi.
Dietro di lui c'erano due piccoli esserini, elfi forse.
Il sangue nelle mie vene stava gelando, battevo i denti...Ecco cosa succedeva a non dare ragione a Toad...
-Bene bene...Guarda chi si rivede. L'ex-Dio e la piccola ficcanaso.- Scoppiò a ridere.-Negli inferi avete rovinato i miei piani e non mi avete neanche invitato al matrimonio...-
-Fidati non è stato un gran ché.- Gli disse Toald cercando di convincerlo.
-Sì, ma ne parlano tutti!- Mise il broncio.-Non ti credere, anche se ho una certa età seguo anche io le mode.- Sbuffò.-Comunque, veniamo al dunque..Sono qui per sconfiggervi.-
-Babbo, ma è Natale!- Gli urlai.-Proprio oggi?!-
Lui mi guardò esterrefatto.-Sono stufo di lavorare per voi marmocchi ingrati! Sai che ti dico?! Mi licenzio! Ti va bene?!-
“NOOOOOOO!” Pensai.
Impossibile! Babbo Natale licenziarsi?! Adesso sì che potevo cadere in uno stato di depressione tale che un emo rosicava a vedermi.
Caddi in ginocchio, senza forze...-Non puoi Babbo, non puoi!-
-Ohhh...Sì che posso. Quando l'oscuro signore avrà conquistato il vostro insulso mondo potrò finalmente vivere ad i Caraibi...Il Polo Nord fa schifo!- Urlò.
-L'oscuro sign...Sei un fan di Potter?!-
-Taci ragazzina!- Natale fece un cenno ad i due piccoli elfi.-Catturate gli adulti!-
I piccoli elfi scattarono di sopra, cercai di inseguirli, ma un pinguino baffuto mi atterrò.
Era robustello, aveva i baffi alla “zio Adolfo”, aveva lo sguardo satanico ed era vestito da militare; sembrava un mix tra i dittatori più conosciuti della storia.
-Mhuahaha! Ti presento Mussitlerin Franco, il mio pinguino da compagnia!-
-Ehy! Alcuni pinguini sono specie protette!-
L'uccellaccio si parò davanti alle scale e si mise in guardia.
Nel frattempo vedemmo scendere i piccoli aiutanti di Babbo Natale con i miei genitori; erano legati ed imbavagliati...Questa il vecchiaccio me l'avrebbe pagata!
-Come ti senti adesso piccola ficcanaso?!- Mi chiese ridendo come un pazzo.
-Zitto..- Singhiozzai. Babbo mi fece cenno di non aver sentito.
-Allora?- Sospirai e lo guardai negli occhi.
Avrei voluto tanto saltargli addosso e strappargli la barba pezzo per pezzo, quel vecchio infame...
Inspirai ed espirai, cercai di trattenere la calma, mi alzai e gli parlai molto, molto calmamente...
-.....METTITI UN AMPLIFON SE NON CI SENTI!...Il primo mese è gratis!...Toald, adesso!-
Toald scattò velocemente sulla destra e con una scivolata fece cadere a terra il vecchietto ancora incavolato per quello che gli avevo detto.
Il pinguino e gli elfi si avvicinarono in gran fretta lasciando da parte i miei. In quel momento scattai verso di loro e cercai di liberarli dalle corde.
Erano strette, ma la fortuna voleva che il mio gatto passò di lì in quel momento; prima che scappasse lo afferrai come Pence avrebbe afferrato un gelato al sale marino ed usai la sua zampa artigliata per tagliuzzare le corde.
“Fortuna che il veterinario gli ha fatto la zampicure.” Pensai.
Nel frattempo Toald stava combattendo con quei piccoli demoni. Aveva steso gli elfi, ma rimanevano il Babbo e il pinguicoso.
Fu in quel momento che mi venne un'idea geniale...
Presi il libro della Divina Commedia dalla libreria e lo lanciai in testa al pinguino.
STONK!
Cadde a terra e fece un botto così forte che i miei che fino a poco fa dormivano nonostante quel putiferio si svegliarono di scatto.
-TU! Hai osato ferire il mio tesorino!-
-Io?- Risi.-Sarà anche un incubo leggerlo, ma ti assicuro che se dai quel libro in testa a qualcuno gli crei un trauma cerebrale.-
Furioso come un toro scagliò a terra Toald e si precipitò contro di me.
Se quel tizio mi sarebbe caduto addosso mi avrebbe soffocato per quanto era ciccione.
Per un attimo mi passò la vita davanti, credevo di essere spacciata, invece Toald si parò davanti ed i due ricevettero una sonora capocciata.

-Ohi...Ohi...Che mi è successo...?-
Gli porsi un bigliettino.-Babbo Natale mi si era scagliato addosso e te ti sei messo in mezzo, così vi siete dati una forte capocciata e sei svenuto.-
-E questo..?- Mi chiese. Sospirai cercando di non pensarci.
“È difficile ammettere le proprie colpe.”
-Vedi...Te sei svenuto, ma lui no. Ti ha imposto una specie di blocco, non potrai usare i tuoi poteri finché non viene rimosso...Quanto vorrei un centro Pokémon a portata di mano..-
Toald aprì lentamente il bigliettino e lo lesse scandendo le parole:

“Caro Diuccio e cara ragazzina rompiscatole, volevo dirvi che adesso la vittoria del mio signore è ormai certa.
Sarà certamente lieto di sapere cosa è successo, ha il mondo in pugno e voi non potrete fare nulla per fermarlo.

Baci il vostro Natale.”

-Non posso crederci...Oltre ad avere una calligrafia pessima adesso ci da anche per vinti. Non posso ammetterlo.- Disse strappando il bigliettino.
-Cosa possiamo fare? Conosci qualcuno in grado di liberarti?-
Lui ci pensò un po' su e dopo due minuti mi disse che qualcuno c'era.
-Dove possiamo trovarlo?!-
-Abita su una statua che raffigura una donna che ha una lampadina ed un fumetto in mano. Sai Vang, non credo che ci aiuterà, ma possiamo provare. Sai dove c'è una statua simile a questa..?-
Per poco non scoppiai a ridere.-Una lampadina ed un fumetto..? Intendi per caso la Statua della Libertà a New York?-
-Sì, penso sia quella.-
-Perfetto, tutti all'aeroporto allora. Avviserò i miei.-
-Pensi che ti lasceranno andare?-
-Toald, se non mi hanno ancora denunciato per aver aggredito Babbo Natale non penso che cambi molto. Nessuno dopo ciò che sta succedendo è tornato alla normalità, sicuramente se vesto un peluche con i miei vestiti neanche se ne accorgono, idem per i miei amici.-
Socchiuse un po' gli occhi, poi fece un lungo respiro.-Quando spediremo in pensione Babbo Natale sai che dovrò cancellarvi la memoria, vero?-
Feci cenno di sì.-Saremo pronti per quel momento, ma adesso che abbiamo l'occasione di intraprendere un'avventura pazzesca come quelle dei film non voglio lasciarla scappare.-
-Te sei una persona strana.- Si alzò in piedi.-Sai benissimo che rischi di morire, ma non te ne importa nulla. Vivi questo caos come un'avventura ed hai preso Babbo Natale a librate...Non ce ne sono tante di persone come te, impossibile scordarsene. Quindi Vang, siccome siete in “edizione limitata” fammi un favore: sopravvivi.- Detto questo sorrise.-La pazzia a volte è un dono, fai buon uso di ciò che ti ho dato.-
 
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CITAZIONE
Ma adezzo pazziamo a pvoblemi più zeri: Covona zi è lazciato l'ennezima volta con Belen, il Gvande Fvatello zta pev vicominciave e l'Izola dei Famozi è affondata, la linea ad Emilio Fede e Zgavbi.”

Bellissimo questo pezzo.. e quanto è vero!!!

CITAZIONE
Ti presento Mussitlerin Franco, il mio pinguino da compagnia!-

Ahahaa, il pinguino più spaventoso della storia XD

CITAZIONE
Quanto vorrei un centro Pokémon a portata di mano.

Impagabile anche questa!!!

Bello anche il pezzo di Fred in prima persona e... la Divina Commedia come arma... geniale!! XD

Come al solito divertentissima, continua così flex!

 
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Ma è carinissimo questo nuovo episodio! Il pezzo dal punto di vista di Fred è uno dei più divertenti in assoluto, il punto di vista del diavolo innamorato da piegare dalle risate

CITAZIONE
“Ma dove caspita sono capitato?”

quanto lo capisco, povera anima!

Mumble, penso che il personaggio importante per la fic di cui hai parlato all'inizio sia quel tale Rachet, mi puzza di losco lontano un miglio, sprattutto perché Fred dice di averlo già incontrato o comunque di ricordarsi di lui. Puzza di malvagio lontano un miglio (non come Fred, che alla fine è un pezzo di pane).

CITAZIONE
una statua che raffigura una donna che ha una lampadina ed un fumetto in mano

realistica descrizione della statua della Libertà, non vedo l'ora di capire chi potrebbe essere il nuovo misterioso aiutante!!!
 
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10superflex1
view post Posted on 3/4/2012, 19:17




CITAZIONE
la Divina Commedia come arma... geniale!! XD

Grazie, in effetti la Divina Commedia se presa in testa fa male...Provato da Flex e Babbo xD
CITAZIONE
penso che il personaggio importante per la fic di cui hai parlato all'inizio sia quel tale Rachet, mi puzza di losco lontano un miglio, sprattutto perché Fred dice di averlo già incontrato o comunque di ricordarsi di lui.

Ottima osservazione, chissà, magari le tue tesi sono fondate...*Aria di mistero*
Comunque in questo capitolo sono apparsi anche i genitori di Susy, magari anche loro potrebbero centrare qualcosa..Ricordo che sono due tizi da manicomio, potrebbero cacciarsi in qualche guaio.
CITAZIONE
non vedo l'ora di capire chi potrebbe essere il nuovo misterioso aiutante!!!

Che la suspence sia con te U_U
Il nostro piccolo essere misterioso potrebbe essere qualcuno già conosciuto o legato a qualcuno già apparso...
*Cerca di confondere le idee*
 
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Omnixes
view post Posted on 10/4/2012, 18:18




Uhm, potrebbe (e dico potrebbe) darsi che causa esami in procinto di essere sostenuti questo fine mese io non riesca a postare... D:
Recupererò con Maggio :D
 
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view post Posted on 12/4/2012, 14:10
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Blue Eyes Whitemushroom

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Ovviamente dal C.I.M!!! Nello specifico, sezione Arkham

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Tranquillo, non muore nessuno, Omny. Buona fortuna piuttosto per gli esami!
 
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view post Posted on 12/4/2012, 15:42
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Blue Eyes Whitemushroom

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Ovviamente dal C.I.M!!! Nello specifico, sezione Arkham

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Ok, ragazzi, mi autodoppioposto per poter tirare fuori dal cappello a cilindro il quarto capitolo del contest annuale targato White&Lis (da qui capirete quanto possano essere sproporzionati i nostri cappelli a cilindro).
Un capitolo particolare, in cui emergono le prime mosse politiche che condurranno al fulcro della vicenda e che guideranno i sentieri dei nostri eroi, con uno sguardo più umano verso la famiglia demoniaca e una strizzata d'occhio agli arditi piani di MX!
Se non vi torna qualche conto chiedete pure!

Capitolo IV: A Clash of Wills



sailor9



“Non è stato lui.”
Lo aveva ripetuto almeno dieci volte negli ultimi cinque minuti. Chiunque non la conoscesse bene avrebbe visto solo rabbia negli occhi viola della signora dei demoni, rabbia e sdegno senza fine; ma Baan era suo marito, e aveva scorto la preoccupazione celata dietro la sua fronte corrugata, la paura nel tremito delle mani strette convulsamente attorno alla stoffa del vestito.
Superò la distanza che li separava e strinse Nehellenia tra le braccia, affondando il viso nei suoi morbidi capelli del colore della notte. Amava gli istanti in cui erano completamente soli, perché almeno per poco potevano smettere la maschera del Grande Satana e del suo Consorte ed essere semplicemente marito e moglie, giovani, felici, innamorati.
Ma stavolta il dovere chiamava, e dallo sguardo preoccupato dell'attendente che li aveva svegliati nel cuore della notte avevano capito subito che c'erano cattive notizie in arrivo.
Erano stati ottimisti: le notizie erano pessime.
“Io lo so che non è stato lui, Baan.”
“Non è me che devi convincere Nelly, ma gli oligarchi.”
“Gli oligarchi sono morti nell'esplosione. Tutti quanti. Ma il governo provvisorio di Autozam non ha perso tempo. Vogliono processarlo, Baan, quando secondo tutti i trattati internazionali spetterebbe a noi! E anche se non hanno nessuna prova io so che già lo considerano colpevole...”
Al loro posto lo penserei anch'io. “Tuttavia il suo comportamento vergognoso e sconsiderato li ha indotti a crederlo. In parte la colpa è anche sua.”
E nostra, per essere stati così pazzi da assegnare proprio a lui una missione del genere.
“Lo so. Ma non ho intenzione di abbandonarlo al suo destino. La famiglia demoniaca protegge tutti i suoi membri.”
“Non volevo dire questo, Nelly...”
Lei si sciolse dall'abbraccio e prese a camminare su e giù per la camera da letto, i pugni serrati, lo sguardo concentrato. L'attimo di debolezza era passato. Ora la moglie amorevole era sparita, e al suo posto restava solo l'indomita e forte regina dei demoni.
“Se non altro sono riuscita a ottenere che Kisshu venga processato a Pharen. Dovrebbe tornare tra non molto, e ci racconterà la sua versione dei fatti. Magari saprà indicarci qualche possibile testimone, un alibi... ogni dettaglio è di vitale importanza. Qui non è in gioco solo l'onore di Pai, ma quello dell'intera famiglia demoniaca... e ancor peggio, tutto il nostro progetto di collaborazione e convivenza pacifica con gli umani.”
“E Re Ansem? Hai parlato con lui?”
“E' la mia speranza più grande. Autozam ha sempre dato ascolto a lui molto più che a noi. Mi ha promesso che tenterà di mediare per ottenere che Pai venga processato da una giuria composta in egual numero da nostri rappresentanti e loro. E soprattutto per aprire una commissione d'indagine sull'incidente. Autozam potrà anche pensare di aver catturato il colpevole, ma i veri responsabili sono ancora là fuori da qualche parte, e la cosa mi preoccupa molto più di quanto io stessa non voglia ammettere. Dopo questa esplosione di violenza gli Heartless sono aumentati a dismisura ad Autozam.”
E anche questo in parte è colpa di Pai. Con il suo odio per gli umani e la sua arroganza potrebbe nutrire un intero esercito di quelle creature. Pai era l'incarnazione stessa dei sentimenti negativi. Da quando lo conosceva Baan non lo aveva visto sorridere... no, non lo aveva visto soddisfatto nemmeno una volta, né aveva mai scorto qualcosa di diverso dal disprezzo e dallo sdegno nei suoi gelidi occhi scuri.
Anche quando entrambi avevano rivaleggiato per la mano di Nehellenia e il ruolo di Consorte... a Baan non importava nulla né del potere né del rango, si era fatto avanti per il puro e semplice motivo che amava Nehellenia e non sognava altro che trascorrere la propria vita al suo fianco. Ma Pai? I discorsi con cui aveva perorato la sua causa parlavano di purezza del sangue, del prestigio del suo casato, di onore, lealtà, devozione, tradizione. Ma mai di amore. Probabilmente Pai non era capace di amare nulla a parte i suoi ideali astratti e ammuffiti e il suono della propria voce.
“Ho scelto te perché sei capace di sorridere” gli aveva detto Nehellenia poco dopo il loro matrimonio. “E soprattutto di far sorridere me.”
Pai lo aveva preso come un affronto terribile e da allora non aveva fatto altro che spargere maldicenze sul suo conto, ma a Baan non importava. Per Nehellenia sarebbe stato disposto a pagare un prezzo mille volte più alto.
Un Occhio di Zaboera si avvicinò svolazzando a sua moglie. Lei lo accarezzò sulla testa e sui tentacoli, e la creaturina trillò soddisfatta.
“Che notizie ci porti, piccolino? E' Re Ansem?”
La pupilla del grosso globo oculare al centro dei tentacoli sparì e fu sostituita dall'immagine di una stanza dalle pareti di metallo, con in mezzo un tavolo circolare al quale sedevano diverse persone dagli inappuntabili completi neri.
Il governo provvisorio di Autozam...
L'unico umano in piedi guardava verso di loro attraverso l'altro Occhio di Zaboera, e la sua espressione accigliata non prometteva nulla di buono.
“Grande Satana” esordì l'uomo, senza salutare né presentarsi. “Ci sono delle immagini che dovrebbe vedere.”
Prima che Nehellenia potesse rispondere la scena al centro del globo cambiò, mostrando un'inquadratura delle strade di Autozam.
Baan trattenne il fiato per l'orrore.
L'audio non c'era, ma le facce terrorizzate degli umani che scappavano in tutte le direzioni si vedevano benissimo. Così come le esplosioni, le macerie, i cornicioni dei palazzi che crollavano... e i demoni. Almeno una ventina, feroci, spietati, le mani scintillanti per gli incantesimi che scagliavano senza sosta contro tutto e tutti...
“Ma chi diavolo...?”
E poi l'inquadratura si strinse su un demone più giovane degli altri, un ragazzino di nemmeno cent'anni che con la magia stava tracciando dei segni sui resti di un muro. Quando ebbe finito si allontanò di qualche passo per contemplare l'opera, poche lettere che brillavano di una sinistra luce rossastra:
PAI REGNA.
Madre Drago, salvaci tu...
L'immagine sparì, sostituita di nuovo dal volto dell'uomo vestito di nero.
“Credo che lei ci debba delle spiegazioni, Grande Satana.”

Lo spiegamento di forze intorno alla prigione del capo era impressionante. Lo avevano rinchiuso nei sotterranei di un grattacielo, in una specie di pozzo metallico dalle pareti lisce e profonde, sorvegliato da telecamere, protetto da scudi e barriere antimagia, pattugliato da interi battaglioni di soldati e da macchine bizzarre di cui Kisshu non conosceva né lo scopo né il funzionamento. Sapeva solo che dovevano essere terribilmente pericolose.
“Tre minuti, non di più” lo avvertì uno dei soldati, facendogli cenno di salire su una piccola piattaforma quadrata. Kisshu obbedì, e la guardia digitò un comando su un aggeggio pieno di numeri che sporgeva dalla parete; subito la piattaforma iniziò a muoversi lentamente verso il basso, superando una lunga serie di barriere metalliche che si aprivano per permettergli di passare e si richiudevano immediatamente dopo con schianti poderosi che facevano rimbombare tutte le pareti del pozzo. A Kisshu sembrava di discendere in un inferno di acciaio.
Sul fondo lo attendevano altri soldati, che lo scortarono per una lunga serie di portoni blindati, ciascuno più imponente e difeso dell'altro.
Hanno una paura matta di lui. E fanno bene...
Aveva dovuto pregare e supplicare per ottenere un'ultima visita al capo prima di lasciare Autozam. Erano venuti nella sua cella solo poche ore prima per comunicargli che lo rimandavano a Pharen, “dove sarai processato e giudicato da quelli della tua razza”, gli aveva detto un soldato, calcando con notevole disprezzo la parola “razza”..
“E il capo?”
“Quel pazzo furioso?” il soldato aveva riso, una risata dura e cattiva. “Tu sei un pesce piccolo, ma se la tua regina vuole riavere lui sarà meglio che venga a supplicarci in ginocchio. Quel bastardo ha ammazzato troppa gente per cavarsela con uno dei vostri processi farsa. No, lui resta qui, e prima lo spediscono davanti al plotone d'esecuzione e meglio sarà.”
Se non fosse intervenuto il comandante Eagle Vision probabilmente non gli avrebbero mai concesso di vedere Pai. Eagle era diverso dai suoi sottoposti, l'unico che lo trattasse se non gentilmente almeno nel rispetto della sua dignità.
Eagle vede me e il capo come creature sue pari, si rese conto improvvisamente. Per gli altri siamo solo bestie feroci, esseri pericolosi, da rinchiudere. E dopotutto... anche noi, al loro posto, li avremmo trattati così.
Ma se tutti la pensassero come Eagle e come il Grande Satana Nehellenia, allora forse...
Scosse la testa, rifiutandosi di continuare il pensiero.
Se il capo mi sentisse adesso mi farebbe fare la fine di Zabo...
Finalmente lo fecero fermare davanti a una porta più piccola delle altre, circondata da bocche di armi da fuoco automatiche fissate ai muri e puntate tutte in direzione dell'entrata.
“Tre minuti” gli ricordò uno dei soldati, per l'ennesima volta. “Dopodiché ti portiamo fuori a forza.”
Lo lasciarono entrare da solo e la porta si richiuse subito alle sue spalle. La cella era piuttosto piccola, le pareti grigie e perfettamente lisce, senza nemmeno una finestra né un mobile di qualunque tipo.
Pai sedeva sul pavimento, la schiena appoggiata al muro e i polsi bloccati da manette. Quando alzò lo sguardo su di lui Kisshu rabbrividì per la furia senza confini che vide nei suoi occhi.
Doveva fare presto. Frugò in tasca e trovò l'oggetto che desiderava; senza tirarlo fuori premette il pulsante, secondo le istruzioni di Zaboera, e attese. Pochi secondi dopo l'oggetto vibrò contro il palmo della sua mano. Solo allora osò parlare:
“Capo...”
“Kisshu, io ardo di sde....”
“Capo, la prego, ho solo pochi minuti. Mi ascolti attentamente.” Trasse il piccolo oggetto dalla tasca e lo mostrò a Pai, tenendolo alto sul palmo della mano. Non era altro che un piccolo ammasso di pezzi di metallo e fili di vari colori, ma quell'apparecchio all'apparenza insulso erano riposte tutte le loro speranze.
“Questo annulla per poco tempo gli scudi antimagia intorno quest'area. E anche le telecamere”
“Come lo hai...”
“Rubato a una guardia.” tagliò corto Kisshu. Si vergognava a mentire al capo, ma lui non avrebbe mai accettato di usarlo se ne avesse scoperta la vera origine.“Non dura a lungo però, perciò non ce faremo mai a evadere in due, fuori ci sono troppi strati di difese. Lanci un incantesimo di illusione su di noi. Scambiamoci di ruolo. Io posso restare qui a marcire, ma lei è troppo importante. Gli umani vogliono condannarla a morte, capo. Scappi via finché è in tempo!”
Stavolta Pai non protestò. L'ira sparì dal suo sguardo, sostituita da una fredda determinazione. Non più limitato dallo scudo antimagia spezzò le manette con un semplice movimento dei polsi, e Kisshu sussultò lievemente quando lo vide poggiare una mano sulla sua spalla; per i suoi standard era una forte manifestazione d'affetto, come tra umani poteva essere un abbraccio. Si sentì onorato, e commosso.
“Verrò a riprenderti, Kisshu.” disse semplicemente. “Hai la mia parola.”
“Capo, io...”
Le parole gli si strozzarono in gola mentre davanti ai suoi occhi la figura del capo sfarfallava come la superficie di un lago increspata dal lancio di una pietra: l'incantesimo di illusione stava facendo effetto. Pochi secondi dopo Kisshu si ritrovò a fissare una copia identica di se stesso.
“Faccia attenzione, capo.”
Le sue dita stringevano convulsamente l'ultimo dono di Zaboera. Si era sentito in colpa per aver voluto incontrare un'ultima volta l'amico prima della partenza da Radiant Garden. Aveva coscientemente disobbedito agli ordini del capo, e se ne vergognava. Era stato un incontro rapido e fugace, solo per dirsi addio. Se ne stava già andando quando Zaboera gli aveva messo in mano quel misterioso congegno, pregandolo di portarlo con sé.
“L'ho inventato io.” aveva detto. “Anche se il capo mi ha bandito io resto uno di voi, e voglio esservi utile. Questo vi potrà servire se avrete bisogno di infiltrarvi da qualche parte. Conoscendo quelli di Autozam non si sa mai.”
Tutto sommato stavolta non aveva fatto male a disobbedire. Grazie, Zabo. Quando tutto questo sarà finito proverò a chiedere al capo di farti tornare. Te lo prometto.
Pai aveva raggiunto la porta. Si girò un'ultima volta, salutandolo con un cenno del capo. I suoi occhi scuri erano carichi di determinazione, e Kisshu in quel momento seppe che il capo avrebbe attraversato fuoco e fiamme per venirlo a salvare.
Trattenne con tutte le sue forze le lacrime che stavano per sgorgare dai suoi occhi. Lui era Pai adesso, demone maggiore di uno dei casati più antichi di Pharen, e il vero Pai non avrebbe mai pianto in un luogo che non fosse stato almeno mille miglia distante da occhi e orecchie umane.

Anche senza percepirlo con la magia Baan capì subito che il demone che aveva appena fatto irruzione nella loro stanza non era il vero Kisshu. Troppo impetuoso, troppo furibondo... troppo rumoroso.
Nehellenia fece un gesto con la mano e l'illusione svanì pian piano, rivelando sotto le spoglie del piccolo Kisshu il cipiglio cupo e sdegnoso di Pai. Doveva aver volato superando la velocità del suono, perché aveva il fiato corto e dovette appoggiarsi al muro per non collassare a terra.
Nehellenia gli era corsa incontro: “Stai bene?”
Lui fece cenno di sì, boccheggiando, e Baan decise che aveva visto troppo: “Che ci fai TU qui?? Come osi farti vedere dopo tutto quello che...”
Pai lo ignorò, come suo solito. Piegò il ginocchio di fronte a Nehellenia e in poche, concise parole le fece un resoconto di quanto accaduto.
Incredibile, pensò Baan mentre ascoltava il racconto, è un invasato, eppure i suoi seguaci sarebbero pronti ad attraversare l'inferno a piedi scalzi per lui. E chi è più pazzo, il pazzo o i pazzi che lo seguono?
Ogni demone era legato per la vita e per la morte al proprio capo casato, ma i seguaci di Pai superavano ogni limite. E quel che è peggio, non pensavano affatto alle conseguenze. Hanno preso da lui, non c'è dubbio.
“Dobbiamo tornare a prendere Kisshu, mia signora. Lo uccideranno. Dobbiamo tornare in forze a Autozam e...”
“DOBBIAMO, Pai?!!?” Ogni traccia di comprensione era sparita dal volto di Nehellenia. Baan indietreggiò istintivamente di qualche passo. Quando quei due si scontravano era meglio fingere di essere un elemento del paesaggio e pregare che la tempesta passasse presto.
“Tu presumi troppo! Non ti basta il disastro che hai già combinato?! I membri del tuo casato hanno fatto il tuo stesso ragionamento e ora siamo ai ferri corti con Autozam. Si sono presi un'iniziativa che non era loro concessa!!”
Pai sgranò gli occhi e dimentico di ogni convenzione scattò in piedi, la sua aura magica incandescente come un vulcano in eruzione: “COSA?! Cos' hanno fatto i miei demoni?! Se hanno mancato di rispetto alla sua magnificenza Grande Satana giuro sul mio onore che li scuoierò con le mie mani centimetro per centimetro e getterò le loro miserabili carcasse in....”
“TACI, Pai!! E ASCOLTA! I tuoi demoni hanno seminato il panico per le strade di Autozam in tuo nome. Più di trenta persone innocenti sono state brutalmente uccise. Donne, bambini, hanno colpito in modo indiscriminato, in modo DISONOREVOLE, Pai, indegno di te e degli ideali che tanto professi!!”
“Io... io non ho mai ordina...”
“TI HO DETTO DI TACERE!” Quando Nehellenia si infuriava in quel modo faceva paura persino a lui. “Ora i tuoi fanatici seguaci si sono ritirati, minacciando Autozam di tornare entro un paio d'ore se non ti libereranno. Mi sono messa in contatto con loro e hanno rifiutato di obbedirmi. Al mio posto un altro Grande Satana avrebbe voluto le loro teste e la tua, te ne rendi conto, vero?”
“La mia vita appartiene a lei, Grande Sat...”
“Pai se non taci giuro che se non la testa almeno la lingua te la faccio cavare. E' il minimo che meriteresti dopo tutto quello che le tue sparate arroganti e infantili hanno causato!”
“Me la strapperò di bocca con le mie mani se è quello che lei desi...”
“PAI!!!”
Il viso stravolto di Nehellenia fu attraversato dalla tipica espressione vorrei-sbattere-la-testa-contro-il-muro che caratterizzava ogni sua lite con Pai. E probabilmente un muro avrebbe ceduto molto prima della granitica, adamantina, inossidabile testardaggine del demone più arrogante che si fosse mai visto a Pharen da millenni.
“Fermali” ordinò infine la regina dei demoni. “Sei l'unico che può farli ragionare. Niente spargimenti di sangue, ma assicurati che nessuno di loro metta più piede a Autozam e puniscili come meritano. E ora vai!”
Appena Pai fu volato via Baan si ritrovò a ringraziare la Madre Drago per il silenzio che era sceso sulla stanza. Meraviglioso, rilassante benefico silenzio.
“Dovresti punire anche lui” disse infine Baan. “Levargli il casato, magari, e mettere il povero Zaboera al suo posto.”
“Pai sarà punito, certo, ma solo per il comportamento increscioso che ha tenuto con gli oligarchi. L'esplosione della villa e l'attacco dei demoni non sono sue colpe.”
“Il capo di un casato deve rispondere dei crimini dei suoi sottoposti, lo sai meglio di me Nelly.”
“Ma lui non era in grado di fermarli in quel momento.”
“E loro non si sarebbero mai comportati così se lui non avesse riempito loro la testa con le sue idee sanguinarie ed estremiste! E anche solo il modo in cui ha trattato gli oligarchi... se avesse trattenuto la sua stramaledettissima lingua seminatrice di discordie nessuno lo avrebbe accusato di nulla!”
Nehellenia non rispose.
Baan sospirò. “Sei sempre troppo indulgente con lui, Nelly.”
Nehellenia era una sovrana paziente, raramente perdeva le staffe con qualcuno dei suoi sottoposti. L'unico che la faceva infuriare oltre ogni dire era Pai. Eppure non lo aveva fatto punire nemmeno una volta.
“Ne parleremo in seguito.” disse infine lei, e il tono era definitivo. “Ora abbiamo cose più importanti di cui occuparci.”
Come se le avesse letto nel pensiero, un secondo Occhio di Zaboera si avvicinò trillando con insistenza: “Pipu, pipu, pipu!!”
L'ennesimo carico di notizie pessime.
Al centro del globo apparve l'immagine di un umano dalla barba bionda con un indosso un camice e un maglione rosso poggiato sulle spalle.
“Re Ansem. Lei è la nostra speranza in quest'ora buia, non sa quanto le siamo grati per il suo aiuto.”
L'anziano re umano sorrideva cordialmente, ma il suo volto era teso e persino le sue rughe sembravano più profonde e scavate del solito. Si sta chiedendo come dirci qualcosa che non ci farà affatto piacere.
“Grande Satana. Mi duole informarla che dopo l'attacco dei fanatici le trattative con Autozam stanno diventando ancora più ardue. Ho fatto il possibile, ma...”
“Ma...?” Nehellenia prese l'Occhio tra le mani, stringendolo forse più del dovuto. La creaturina emise un piccolo trillo soffocato, e lei la lasciò andare.
“A nessuna condizione intendono rilasciare il vostro ambasciatore Pai. Su questo sono stati inamovibili. Lo processeranno non appena saranno eletti i nuovi oligarchi... e sarò franco, Grande Satana, ma la condanna a morte è l'esito più probabile.”
Già, credono ancora di avere tra le mani il vero Pai...
“C'è dell'altro, vero Re Ansem?”
Nehellenia parlava in tono neutro, cercando con tutte le forze di celare le proprie emozioni, di mantenere il proprio viso imperscrutabile. Per gli umani, o almeno per alcuni di essi, era molto più semplice: erano capaci di mentire con il riso sulle labbra, di simulare allegria dopo la più cocente delle delusioni, di far sgorgare lacrime dai propri occhi mentre in fondo all'anima esultavano di gioia segreta. La prima volta che Baan aveva assistito a uno spettacolo umano al Gran Teatro di Radiant Garden era rimasto senza parole, ed era uscito dalla sala con le lacrime agli occhi e i cuori che battevano per l'emozione: sembrava tutto così vero. Gli attori demoni erano giullari da quattro soldi in confronto alla maestria dei loro colleghi umani. I demoni erano spontanei, i loro volti erano lo specchio delle loro anime, libri aperti dei loro sentimenti. Molti erano semplicemente incapaci di mentire. Alcuni di loro, come Pai, provavano orgoglio per questa caratteristica, e disprezzavano quelle che chiamavano l'ipocrisia e la doppiezza degli umani. Ma da quando era entrato in politica Baan si era reso conto che il loro vanto poteva trasformarsi in una pericolosissima debolezza.
“Siamo gli esseri più nobili e antichi di Cephiro”, dicevano quelli come Pai. Forse la verità era semplicemente che erano i più semplici e primitivi, i meno evoluti. Quelli che non riuscivano a stare al passo con i tempi e i cambiamenti del mondo.
Era fortuna che Re Ansem fosse disposto a intercedere per loro.
“Vogliono dei risarcimenti per i loro morti, Grande Satana.” disse il sovrano di Radiant Garden. “E non oro o ricchezze, ma territori. L'area della Foresta dei Licantropi, proprio sul confine tra voi e Autozam.”
Casualmente uno dei territori più ricchi di risorse di tutta Pharen... mi viene quasi da pensare che siano contenti di tutto il disastro che è successo...
“I loro morti non sono tutti causa nostra. Pagheremo per le vittime dei demoni di Pai, ma non hanno prove per quanto riguarda l'esplosione della villa.”
“Sono convinti di non averne bisogno, mia signora. Ma forse c'è una speranza. Il Maestro Xehanort, uno degli alchimisti più influenti di Autozam, è da decenni un buon amico di Radiant Garden e del nostro Maestro Eraqus. Ha promesso che si occuperà personalmente delle indagini sull'attentato alla villa di Pegasus, e coinvolgerà tutti gli alchimisti ai suoi ordini. Dobbiamo sperare che scopra qualcosa che scagioni il vostro ambasciatore e faccia ragionare gli oligarchi. Io inoltre ho ventilato loro che potrei essere disposto a cedere a Autozam i brevetti di alcune invenzioni mie e dei miei apprendisti in cambio di un alleggerimento delle condizioni nei confronti di Pharen.”
“Re Ansem, questo... noi non possiamo accettare, un debito tale...”
Ansem sorrise, liquidando le obiezioni di Nehellenia con un gesto cortese: “Even e gli altri hanno brontolato un po', ma sono tutti d'accordo. E' per la pace di Cephiro, Grande Satana. Nessun sacrificio è troppo gravoso.”
“Non ho parole per ringraziarla, Re Ansem. Quando tutto questo sarà finito le do la mia parola che Pharen non dimenticherà la generosità di Radiant Garden. Ricompenserò personalmente ciascuno dei suoi apprendisti. Porti loro i miei più sentiti ringraziamenti sin da ora.”
La conversazione terminò con l'ennesimo scambio di convenevoli. Baan però non seguì le ultime parole di Re Ansem; il suo orecchio era stato catturato da un rumore sordo in lontananza, come un tuono o una frana. Si faceva sempre più vicino.
Non era un tuono. Peggio, era Pai di ritorno, che sfrecciava oltre il muro del suono nella loro direzione. Pochi secondi dopo lo videro entrare dalla finestra e gettarsi ai piedi di Nehellenia.
“E' fatto, mia signora. Quei traditori non fanno più parte del mio casato. Li ho banditi.”
E così ora l'antico e glorioso casato di Pai è composto solo da lui e Kisshu.
La punizione era grave, ma i seguaci di Pai l'avevano meritata.
“Non dobbiamo più temere colpi da parte loro.”
“Bene, Pai.” Nehellenia gli fece segno di rialzarsi. “Ora voglio che tu torni al tuo palazzo e ti chiuda lì dentro fino a nuovo ordine. Non tentare colpi di testa. Nessuno deve sapere che il vero Pai è libero.”
“Mia signora, dobbiamo tornare a prendere Kisshu. Lo uccideranno. Non possiamo lasciarlo...”
“PAI.” stavolta l'altro demone si zittì subito. “Non ricominciamo con questa storia, per favore. Di Kisshu mi occuperò io, ma con le trattative e la diplomazia, non con la violenza. Ti prometto che non lascerò nulla di intentato. Ma tu hai causato già abbastanza problemi. Ora vai, fuori dalla mia vista Pai. Non una parola di più.”
Pai aprì di nuovo la bocca, ma lo sguardo di Nehellenia lo congelò sul posto. Chinò la testa, i pugni stretti in segno di frustrazione e l'aura magica in subbuglio. Infine volò via senza voltarsi indietro.
Nehellenia lo seguì con lo sguardo finché non divenne un puntolino minuscolo all'orizzonte.
“E adesso?” chiese Baan. Si sentiva esausto, svuotato, e Nehellenia doveva stare molto peggio di lui. Tutta la responsabilità gravava sulle sue spalle.
“Adesso chiamo Nova” rispose lei. “Intendo mandarla a Autozam a trattare con il nuovo governo.”
“Lei?” Baan era perplesso. “D'accordo, è la nostra diplomatica migliore, ma gli oligarchi non avranno voglia di trattare con un demone. Credo che Re Ansem sia la nostra speranza migliore.”
“Re Ansem ci sta dando un aiuto immenso” convenne Nehellenia. “Ma Nova potrebbe riuscire in ciò che anche per lui è impossibile.” si appoggiò al davanzale della finestra, continuando a fissare il punto in cui era sparito Pai:
“E non ci riesce lei, probabilmente non ci riuscirà nessuno.”

“Ma guarda quel bastardo! Abbiamo fatto proprio bene a dargli il lassativo!” fece Braig, trangugiando la seconda bottiglia di birra della serata. Zaboera non capiva come una cosa dall’odore così disgustoso potesse piacere agli umani.
Purtroppo però i suoi pensieri tornarono all’ologiornale: erano tutti lì dentro, tranne Aeleus che era di scorta con il re, e fissavano l’immagine tridimensionale che mostrava la devastazione avvenuta ad Autozam non più di poche ore prima. Non riusciva a credere ai suoi occhi.
La scritta PAI REGNA era sempre al centro di tutti i servizi, ed i giornalisti di Autozam facevano a gara per riprenderlo, qualcuno era riuscito a filmare da lontano alcune scene dell’attacco ed il piccolo demone aveva riconosciuto in quella furia di sangue e magia diversi demoni del suo vecchio casato. “Non temere, Zabo, sappiamo che tu non sei come loro”.
Non era quello il punto, ma come spiegarlo a Ienzo e agli altri?
Il capo non avrebbe mai dato un ordine del genere, non quando era in missione diplomatica per conto del Grande Satana Nehellenia. E sono sicuro che non avrebbe mai fatto saltare in aria la villa degli oligarchi, non quando era in gioco la reputazione della nostra sovrana.
Ma questo gli umani non lo capivano.
Anche i suoi colleghi di Radiant Garden.
Tutti avevano visto il capo furibondo ed alterco, pieno delle sue idee di grandezza della razza demoniaca e del suo sdegno, ma nessuno conosceva il suo onore. I suoi sottoposti avevano agito di loro iniziativa, ci si sarebbe scommesso entrambi i cuori. Pai lo aveva cacciato dal casato e la cosa lo faceva soffrire, ma era orribile vedere che nessun essere umano provava pietà per lui e lo considerava colpevole a priori.
Liberò un sospiro e lasciò la stanza, ignorando le chiamate dei suoi compagni. Si era già chiuso nella sua camera quando udì il rombo di uno speeder che si avvicinava a gran velocità e che frenò con rumore davanti ai cancelli del tempio dei Custodi.

“Xehanort! Non ti vedevo infrangere tutte le norme del codice della strada dai tempi dell’accademia!”.
“Eraqus” l’alchimista aveva il fiato corto per la corsa, ma rifiutò con insistenza la mano che gli veniva porta per scendere dal velivolo. Era scuro in volto “Dobbiamo parlare. Da soli”.
Non gli piacque per nulla l’espressione sulla sua faccia, ma con un cenno della mano allontanò un drappello di studenti e dopo un’occhiata complice vide Terra radunare i ragazzi del primo anno e portarli nel salone comune. Attraversarono il tempio e solo quando chiuse a chiave la porta del suo alloggio personale Xehanort ritrovò la parola.
“Eraqus, amico mio” fece, accasciandosi sulla poltrona “Vorrei non essere io a darti questa terribile notizia. Ma d’altra parte non vorrei che tu ne venissi a conoscenza ascoltando per caso uno di quegli odiosi ologiornali. Ecco perché sono venuto di persona”.
“Xehanort, mi fai preoccupare, che cosa …”
Il suo amico si strinse la testa fra le mani e la sua voce si ridusse ad un sussurro “Uno dei miei alchimisti ha riconosciuto Sora. Tra le vittime dell’attacco dei demoni ad Autozam”.
Sora?
La tazza di caffè che aveva preparato per il suo amico gli cadde tra le mani, e si accorse di non riuscire a staccare gli occhi dalla macchia scura che si diffondeva sul pavimento.
“Ne sei sicuro, Xehanort?”
“Non sarei qui, altrimenti” sentì l’amico sollevarsi e stringergli una mano intorno alla spalla “Appena l’ho saputo mi sono recato sul posto e … sono un mago anche io, Eraqus, so riconoscere gli incantesimi dei demoni quando ne vedo uno. Mi dispiace”.
Il maestro si accorse di tremare e la mano gli scivolò nella tasca, dove trovò la lettera che il ragazzo gli aveva lasciato qualche giorno prima proprio nella sua stanza; cercò con tutte le forze di trattenere le lacrime.

Caro maestro Eraqus
Siamo partiti in cerca di avventure.
Quando Sora ritroverà il suo Keyblade torneremo.
Non si preoccupi per noi, abbiamo tutto il denaro delle nostre paghette ed un po’ di cibo.
Un grande saluto dai futuri Maestri del Keyblade.

Riku e Sora



“Riku non è tra le vittime” fu come se il suo migliore amico gli avesse letto nel pensiero “Ma ho distribuito la sua foto segnaletica a tutti gli alchimisti e ho fatto in modo che arrivasse anche al consiglio degli oligarchi. Troveremo almeno lui, vedrai”.
“Lui … era così giovane, Xehanort … perché?”
Non era sicuro che il suo amico potesse dargli una risposta. Aveva davanti agli occhi l’immagine dei due ragazzini dagli occhi azzurri che saltavano, gridavano e lo acchiappavano per la tunica, e l’unico pensiero era che sicuramente uno di loro non sarebbe tornato a casa. Aveva permesso che si allontanassero e non era riuscito a trovarli in tempo; le gambe gli tremarono.
“Eraqus” il tono dell’alchimista si abbassò ancora “So che tu non vuoi più sentirne parlare ma … lo sai che quella soluzione è sempre aperta”.
“NO”
Non c’era bisogno che l’altro continuasse. Il Custode sapeva benissimo di quale soluzione stesse parlando. Non avrebbe intrapreso lo stesso sentiero due volte “Sai come la penso”.
“Lo so, amico mio. Ma qualora ci ripensassi io sono a tua disposizione, non mi …”
“No, Xehanort” si asciugò con rabbia una lacrima e fece appello a tutta la risoluzione che lo aveva guidato nel corso di quegli anni “Non commetterò quel peccato un’altra volta, e tu mi hai anche promesso che non ne avremmo mai più parlato! Certe cose è meglio che rimangano nell'blio. E adesso … credo di dover parlare con Ven. Quel ragazzo deve saperlo, ed anche i suoi genitori. Questa disgrazia è in parte colpa mia, e devo assumermene le responsabilità. Per quanto … per quanto faccia male”.
“Lo so”.
Il vecchio alchimista gli strinse la mano e con delicatezza gli fece scivolare la lettera via dalle dita, piegandola con cura ed appoggiandola sullo scrittoio. Non era un mistero che avesse voluto bene a quel ragazzo come ad un suo nipote “Lo so, non sarà facile”.

Quel pomeriggio anche il cielo voleva piangere. Non era il tempo adatto per far volare un’areonave, ma Eraqus sapeva di non poterlo negare al suo apprendista.
Aveva cercato in ogni modo di prepararlo alla notizia e di prendere l’argomento alla lontana, ma le sue lacrime l’avevano tradito a metà del discorso ed aveva snocciolato al povero Ventus la verità in un modo fin troppo brusco e rapido. Lo aveva sostenuto per quanto aveva potuto, ma doveva ammettere con rabbia di non essere bastato nemmeno un po’, che invece di fargli coraggio aveva soltanto acuito la sua disperazione.
Il giovanissimo maestro non aveva nemmeno cercato di trattenere il pianto, ma aveva organizzato immediatamente un volo per recarsi ad Autozam e portare il corpo del piccolo Sora a casa; il cielo era nero mentre il ragazzo caricava qualche effetto personale a bordo, scuro in faccia, mentre un paio di piloti reali si affaccendava per riscaldare i motori e consultare i centri aerei per la migliore rotta da seguire. Eraqus non aveva trovato altre parole per consolarlo e si era limitato a seguirlo e ad aiutarlo come meglio poteva, con l’odiosa sensazione di essere di troppo in quel piccolo universo sconvolto dal dolore. Avrebbe voluto partire con lui.
Era così intento a fissare il piccolo globo di capelli biondi che si affaccendava per il cortile che si accorse della nuova arrivata solo quando lei scivolò con grazia al suo fianco.
“Lady Nova, perdoni la mia distrazione”.
“Non ha nulla di cui scusarsi, maestro Eraqus. Ho appena conferito con la mia sovrana, e vi porge le sue condoglianze per la vostra perdita”. La giovane demone non era priva di fascino; nonostante il cielo proiettasse soltanto un’ombra scura sulla città, i suoi occhi rossi ardevano come rubini, e l’amarezza che mostravano era genuina “La ricerca di Heartless a Radiant Garden non ha dato i frutti sperati, ed il Grande Satana ha deciso di inviarmi ad Autozam. Il comportamento di poche teste calde ha infangato l’onore della famiglia demoniaca ed è mio dovere far luce sull’avvenimento”.
Si aggiustò con attenzione il lungo oggetto avvolto in fasce che portava dietro la schiena mentre lanciava occhiate tristi nei confronti di Ventus “Mi vergogno io stessa delle azioni della mia gente”.
“La vergogna non basta”.
Il passo di Terra lo sentì eccome.
Con indosso porzioni della sua armatura di bronzo ed il Keyblade sguainato ed appoggiato sulla spalla, il ragazzo fece il suo ingresso da una porta del magazzino occidentale ed attirò l’attenzione di tutti. Non gli piacque l’espressione che correva negli occhi azzurri e nel modo in cui fremevano i muscoli della spalla.
Si avvicinò a loro ed aggrottò le sopracciglia mentre scrutava dall’alto le sembianze dell’ambasciatrice “La vergogna non è sufficiente a ripagare la morte di persone innocenti. La morte di bambini”. Le diede le spalle e si portò davanti a lui nella posa del saluto, appoggiando l’estremità del Keyblade sul pavimento accompagnato da una profonda genuflessione “Maestro, mi permetta di accompagnare Ven. Se quei mostri dovessero attaccare di nuovo troveranno pane per i loro denti, glielo giuro. Nessuna madre dovrà più piangere come quella di Sora”.
Terra …
Non vi era bisogno di essere un maestro per leggere la rabbia che ribolliva dentro di lui e velava di fuoco il suo sguardo, specie quando fissava la demone al suo fianco. La mano stringeva l’elsa dell’arma in modo frenetico, e la forza di quella stretta sembrava mandare in frantumi tutte le ore di meditazione che avevano trascorso insieme. L’Oscurità ... è ancora presente in lui. Troppo.
Non poteva allontanarlo da lui, non in un momento così delicato. L’equilibrio tra Luce ed Oscurità non era mai perfetto, né vi erano linee tracciate con un righello che delimitassero il loro confine; ed era della lieve sfumatura tra bianco e nero che aveva terrore. Si lasciò sfuggire un sospiro, poi appoggiò entrambe le mani sulle spalle dell’apprendista, cercando di calmarne la furia.
“Comprendo il tuo dolore Terra ma no, non posso lasciarti partire”.
“Ma maestro …”
“Sei colmo di odio, ragazzo mio. L’Oscurità non ti ha abbandonato, e temo per te. Non voglio che il tuo desiderio di proteggere il tuo amico si trasformi in un proposito di vendetta”.
“Sono in grado di controllarmi” gli rispose, pieno di testardaggine “Ma Ven è ancora sconvolto ed avrà bisogno di me. E cercherò anche Riku, non ne dubiti!”
“Ho detto di NO”.
Si accorse di non aver mai alzato la voce in quel modo nei suoi confronti.
“Non sei ancora pronto, Terra. Hai bisogno di meditare ancora. Ven e l’ambasciatrice Nova sono più che in grado di risolvere questo problema da soli, e se necessario li farò affiancare da Aqua” si sforzò di addolcire la voce “I tuoi intenti sono nobili e li apprezzo, ragazzo mio, ma non permetterò all’Oscurità di avvolgerti ancora”.
Accolse su di sé l’espressione amareggiata del giovane, che acconsentì con cenno del capo, ritirò l’inchino e si ritirò sbattendo la porta da cui era venuto con violenza, fermandosi un’ultima volta per scambiarsi un’occhiata poco amichevole con la demone. La situazione è peggiore di quello che credessi.
Non volevo essere duro con lui, ma …

Era per il suo bene. Non lo avrebbe abbandonato ai suoi desideri di vendetta.
Era il suo maestro.
“Maestro Eraqus, le do la mia parola che a Ven non accadrà nulla di male. È una brava persona ed ho molta fiducia in lui. Farò l’impossibile per riportarlo qui sano e salvo” si aggiustò i capelli mentre le prime gocce di pioggia iniziarono a bagnare l’avioporto “Lui e Sora”.
Aveva cancellato l’espressione giocosa che aveva visto sul suo viso in quei giorni, mostrando delle fattezze risolute che ricordavano quelle del Grande Satana, bellissime ed austere; il maestro a quelle parole sospirò, sentendo rispecchiate le sue emozioni nel cielo grigio “Per riavere indietro Sora servirebbe un miracolo …”
“Lei crede nei miracoli?”.
Ma che domanda è questa?
“No. Non credo”
“Io invece sì” rispose lei, stringendo tra le mani il suo fagotto “È la mia specialità”.

Era la quinta volta che il Custode abbatteva il suo pugno sulla poltrona, con quel gesto tutto umano per allontanare la furia che avvolgeva la sua mente. Era più di un’ora che si era chiuso in quella stanza con il Padre che invece si era seduto su una sedia, mescolando con pigrizia l’ennesima tazza di caffè. “Lo sai che Eraqus è fatto così, Terra. È un grandissimo amico, ma quando si tratta dell’Oscurità sembra che indossi dei paraocchi. Per questo non si accorge del tuo talento”.
“LO SO, MAESTRO XEHANORT, MA NON POSSO IGNORARE QUELLO CHE HANNO FATTO I DEMONI! SORA ERA UN BAMBINO, DIAMINE!”
Il blob aveva imparato a scivolare in maniera discreta ed elegante da quando era stato portato a Radiant Garden, e la magia del Padre impediva a molti di essere visto. Dal suo angolo dietro la pendola osservò l’espressione del suo creatore, gli occhi carichi di tristezza e le labbra che disegnavano un sorriso strano.
Le emozioni degli esseri umani.
“Anche io mi sentirei più sicuro nel saperti ad Autozam, ragazzo mio. Forse c’è Oscurità in te, ma serve gente con i tuoi ideali, il tuo senso di giustizia e la tua giovane età …” fece, sollevandosi con voluta lentezza “Se fossi un Custode non me ne resterei qui con le mani in mano, per questo ti capisco. Eraqus sa essere davvero frustrante”.
“ECCOME! IO SONO IL MIGLIORE QUI DENTRO E MI LASCIA A MEDITARE COME UN RAGAZZINO!”
“Allora agisci. Se le tue azioni porteranno del bene vedrai che persino Eraqus capirà la verità”
“E come?”
Il Padre era abile.
Conosceva le parole.
Il blob sapeva che le parole potevano essere armi, il vecchio alchimista lo ripeteva spesso. Diceva che gli esseri umani erano deboli davanti ad esse. La creatura non capiva come potessero ferire delle strane lettere messe in ordine confuso, prive di lame o massa contundente. Per lui erano tutte uguali, ma per quel Custode dai capelli castani non era così.
Il Padre passeggiò per la stanza, arricciando la barba tra le dita “Sono un vecchio alchimista, ragazzo. Credo che nel tuo cuore ci sia già la risposta. Non ci sono Cavalieri del Drago che mantengano l’equilibrio e la giustizia, perciò dobbiamo cavarcela noi umani! Tutto questo è iniziato con quel demone ambasciatore arrogante, ma ti rendi conto anche tu che il problema sta nel manico; se quell’essere meschino ha osato tanto è perché qualcuno di molto influente gli protegge le spalle. Lo appoggia. Forse lo istiga perfino, chi può dirlo?”. Gli andò vicino, una figura anziana e traballante accanto ad un guerriero forte ed impavido “Terra, fammi vedere il tuo Keyblade”.
Quello obbedì. Il blob vide l’uomo disegnare con il fuoco di un incantesimo un cerchio alchemico sotto lo sguardo curioso ma ricco di desiderio del ragazzo. La creatura aveva visto tante volte il Padre preparare quel cerchio nel suo laboratorio, cercare i libri appropriati e consultare la biblioteca della capitale. Non aveva chiuso occhio per trovare un modo di portarlo ai massimi livelli.
E conosceva benissimo i suoi effetti.
“Tengo a te come un figlio, ragazzo. Non so quale saranno le tue scelte, d’ora in avanti, ma non voglio perderti, non dopo quello che è successo a Sora” fece, una volta terminato il rito. Le linee rosse che delimitavano il cerchio erano sparite, fuse con l’essenza vitale del Keyblade “Ho rafforzato un pochino la tua arma … ovviamente so già che Eraqus non approverebbe … ma qualsiasi prova tu decida di affrontare sappi che ti proteggerò come posso. Con questo cerchio ed altro ancora”.
L’altro si inginocchiò e si profuse in ringraziamenti. Il Padre si girò verso l’angolo dove lui era rifugiato e si limitò ad un cenno della testa. Ma il suo sorriso era inequivocabile.


Complimeni per chiunque arrivi fino alla fine!!!

Edited by Lisaralin - 23/4/2012, 10:45
 
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view post Posted on 12/4/2012, 19:20




Bellissimo questo capitolo!
Dannato vecchiaccio gobbo hai combinato un disastro...Insomma, il nostro intelligentissimo Sora non può essere morto, vero? D:
E Riku? Lo terrà segregato da qualche parte?..
Comunque, diamine, Pai che patta la spalla di Kisshu mi ha commosso...E chi se lo aspettava da lui? Speriamo che riescano a riunirsi il prima possibile!
Inoltre questa rivolta dei demoni del casato di Pai mi ha incuriosito: insomma, lo avranno fatto veramente per il loro capo...oppure è qualcuno che glielo ha ordinato? *mistero*
E Baan anche, non lo so, ma mi puzza di falso, (n.d.a. l'intuito della sottoscritta ha sempre fatto cilecca xD ) questo suo odio verso Pai potrebbe averlo portato ad incastrarlo ò_o
Aspetterò i capitolo successivi per vedermi risolte queste domande ^^
 
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view post Posted on 12/4/2012, 21:21
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Wow, grazie tantissime supeflex, è bello vedere che hai seguito bene questo capitolo e molte domande che hai fatto hanno molto senso. Ad alcune posso risponderti subito, per altre la soluzione si sbroglierà più in là da sola.

CITAZIONE
Sora non può essere morto

oh, sì che lo è .... ha scoperto il grande segreto del cattivone di turno, glilo va a spiattellare davanti e ... se tu fossi il cattivo di turno cosa faresti?

CITAZIONE
Pai che patta la spalla di Kisshu mi ha commosso...E chi se lo aspettava da lui?

Infatti!!!! Pai è un personaggio che cambia a seconda del punto di vista, Baan lo vede in un modo, Kisshu in un altro, gli umani in un altro ancora ... Sta a voi decidere / comprendere chi sia davvero Pai o come inquadrarlo!

Grazie ancora per i commenti!!!
 
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view post Posted on 19/4/2012, 21:42
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Ok, eccomi arrivato alla fine dopo tanto peregrinare per la fiction XD

Questo capitolo è il mio preferito, finora! Ci sono tanti colpi di scena interessanti!!
Dunque partiamo dal presupposto che Pai si sarebbe potuto sprecare in un "No, Kisshu, devo prendermi le mie responsabilità", "No, non puoi farti uccidere al posto mio" oppure "Grazie". Non riesco proprio a farmelo piacere. Quella lavata di capo è stata sacrosanta.

E. . . Sora D: Sono convintissimo che sia vivo. MX non si sarebbe preso il disturbo di lasciare vivo solo Riku. Dev'esserci qualcos'altro sotto.

Questo capitolo è stato un epicentro di emozioni!! Mi ha tenuto incollato : D
Spero che anche i prossimi siano così ben fatti!
 
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view post Posted on 23/4/2012, 09:41
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CITAZIONE
Dunque partiamo dal presupposto che Pai si sarebbe potuto sprecare in un "No, Kisshu, devo prendermi le mie responsabilità", "No, non puoi farti uccidere al posto mio"

Pero' qui non e' solo Pai il problema, e' proprio la mentalita' dei demoni in generale.
Nella societa' demoniaca non c'e' uguaglianza: alcuni demoni sono piu' importanti di altri. Non solo e' normale che un demone minore si sacrifichi per il proprio signore, ma ci si aspetta che lo faccia, e se non lo fa e' considerata una cosa riprovevole.
Il capo di un casato ha diritto di vita di morte sui suoi sottoposti, e' un sovrano assoluto, e i sottoposti sono tenuti ad anteporre la vita e il benessere del loro capo al proprio. Il demone maggiore e' piu' importante, e' superiore, percio' e' giusto e' normale che in una stuazione di pericolo gli altri si sacrifichino per salvarlo.
C'e' da dire pero' che i sottoposti di Pai si sacrificano ben volentieri per lui: lo adorano! E' un rompiballe e tutto, ma ha un carisma che spingerebbe i suoi ad attraversare l'inferno per lui!

Comunque sono felice che ti sia piaciuto Val!
Nel prossimo capitolo vi aspettano grossi colpi di scena!
 
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nobodyN.XV
view post Posted on 25/4/2012, 14:56





capitolo 3
EROI
Usciti dal portale ci ritrovammo in un deserto roccioso .
-Bel posto - dissi con tono sarcastico -mi spieghi che siamo venuti a fare qui ?-
-Non possiamo andare avanti senza indizi.-
-E questa tu la chiami risposta?-
-...Quindi, siamo venuti qui perché c'e una biblioteca dove potremmo trovare qualcosa di utile.-
-Bene . Allora andiamo.-inizia a camminare verso la sporgenza del rialzo su cui eravamo, più vicina a noi.
-La biblioteca si trova dall' altra parte,a Nord... -disse uscendo la bussola
-E se avessimo già superato quel punto del Nord?-
-Ed e per questo che andremo al villaggio qui vicino a chiedere informazioni-
-Bene. Arrivati al villaggio mangiano prima qualcosa,ok?-
-Come vuoi-e così dicendo si incammino verso ovest.
-Ehi Topolino sei sicuro che il villaggio sia da questa parte?-chiesi.
Mi mostrò la mappa.
-Il puntino verde siamo noi quello rosso il villaggio.- spiegò.
-Non ci potevano mettere anche la biblioteca?-
-Non sono tutti irresponsabili, sai ?-
-e con questo che intendi dire?-
-Dai sto scherzando!-disse mostrando un sorriso -non l' hanno messa per sicurezza-
-Allora dev' essere importante.-
-Già. Si dice che solo una parte della biblioteca sia conosciuta.-
-E l' altra cosa contiene ?
-Beh non lo so , non ci sono mai stato.-
-C'é mai stato qualcuno?-
-Che io sappia no, ma si dice che le due parti si siano venute a formare in seguito ad un terremoto, e che la bibliotecaria sia rimasta dentro la parte ormai persa .-
-Capisco...ma prima del terremoto possibile che nessuno ci sia stato?-
-Era già inaccessibile e solo pochi potevano entrare e ovviamente, erano tenuti a non dir nulla. -
-Mmmm...così è andata persa...è ancora molto distante il villaggio?-
-Abbastanza...-
-Accidenti sono sfinita.-
-Fermiamoci qui. Si sta facendo buio.-
-Ma sei pazzo? Cosa hai intenzione di mangiare?-
-Ho qualcosa qui.-
-Perfetto... E dimmi è commestibile?-
-Lombrichi arrosto, ti va?-
-Accendi un fuoco con la "tanta" legna che c'è qui e me li mangio.-
-Bene.-
Si fermo e poggiò a terra lo zaino e lo aprì. Prese una scatola contenente piccole sfere e la aprí.
-Che sono caramelle?-
-Sta a guardare.- Lanciò la sfera in aria e all' impatto col terreno si creó del fumo attorno ad essa e comparí una tenda.
-E dimmi hai anche della legna lí dentro.-
-Ti diverti tanto a sfottere ?-
Scoppiai a ridere.
Mangiai ciò che Topolino aveva e dopo un po' lo vidi allontanarsi.
-Dove vai?-
-Indoviana un po'?-
-Mmm... Fammi pensare.. A cercare della legna?-
-Hai indovinato .-
-Vuoi una mano ?-
-Te ne potresti pentire.-
Lo vidi scomparire dietro una roccia.Mi alzai e decisi di andare a fare una passeggiata. Camminavo verso il sole che tramontava e lo ammiravo in tutto il suo splendore. Facevo rotolare un sasso coi piedi fin quando non cadde in un dirupo. Mi fermai sull' orlo e mi sedetti. Persi i sassi intorno a me e li buttai uno ad uno giù nel burrone. Mi stesi a guardare le nuvole e le paragonavo a oggetti. Chiusi gli occhi e sentivo una leggera brezza tra i cappelli. Ripensavo a Xion. Continuavo a credere che ci conoscessimo, ma non riuscivo a capire quando: a Crepuscoli, vicino la torre dell' orologio, venne a galla il ricordo di quando lei scomparve, eppure lei si ricordava di me. Forse avrei dovuto chiedere a Topolino, ma ci ripensai e decisi che sarebbe stato meglio non farlo. Del resto ero felice, perché l' avevo rivista e sapevo che stava bene e, che se quella promessa, che avevo sognato l'avesse fatta realmente l' aveva mantenuta.
Sentii un solletico sul volto e mi alzai di scatto. Scordandomi che ero vicina al burrone mi diedi una spinta in avanti e finii per perdere l' equilibrio. Qualcosa mi fermo, mi tiró su e mi poggiò a terra.
-Accidenti, grazie amico. Mi hai salvata, come posso sdebitarmi?-
Sentii una specie si lamento.
-Cos-?-Mi voltai e insietreggiai fino all' orlo.
Era un lupo o qualcosa del genere. Mi guardai indietro per trovare una via di fuga, ma niente.
Sentii ancora quei lamenti e il lupo cadde mostrando una zampa ferita.
-Accidenti che brutta ferita...-
Glie la curai con ciò che avevo e lo aiutai a mettersi in piedi.
-Grazie ancora.-
Il lupo chinò la testa come risposta e gli sorrisi. Sentii un altro ululato provenire da lontano e il lupo si voltò. Ululò anch' esso e corse via.
Il sole era quasi scomparso e decisi di tornare indietro.
Arrivata, Topolino mi chiamò e io lo raggiunsi .
-Guarda!Fuoco!- aveva asceso una piccola fiammella.
-Fa già abbatanza caldo senza che tu accenda un fuoco.-mi avvicinai alla fiamma e soffiai spegnendola.
-Eih!!!-reclamò Topolino facendo una faccia offesa.
-Su dai non tenermi il broncio. Pensi che mangerei volentieri i lombrichi?-
Raccolse la legna e si allontanò.
Intanto il sole scomparve all' orizzonte e comparvero le prime stelle.
Dopo un po' vidi Topolino corrermi incontro. Si fermó davanti a me per riprendere fiato.
-La vecchiai gioca brutti scherzi.-dissi.
-Ridi pure, ma spero che tu abbia fame.-
Mi alzai e vidi che infetti c'era un fuoco.
Topolino contento e soddisfatto mi portó vicino al fuoco.
-Su dai Topolino non starai dicendo sul serio spero.-
-Buon appetito.-
-Bene... Allora, su, va a prendere dei lombrichi in un deserto a quest' ora. Spero che tu abbia la vista come quella dei pipistrelli, in caso contrario... fatesti meglio a non provarci se non vuoi finire in un burrone.-
Si rese conto che infetti non avrebbe mai trovato dei lombrichi a quell' ora della notte in un deserto e se ne andó nella tenda deluso e io scoppiai nuovamente a ridere.
Mi avvivicinai anch' io alla tenda, ma non ci entrai, rimasi fuori. Presi un ramoscello secco e mi misi a disegnare sul terno arido.
Disegnai un cuore, una corona e la testa di un lupo . Quest' ultimo ululava. Mi distesi a guardare le stelle e con il ramoscello le univo formando figure bizzarre, e anche qui vennero fuori un lupo, un cuore e una corona. Il ramoscello si spezzò e una parte di essa cadde vicino il mio volto e tornai a sedere. Topolino uscì dalla tenda.
-Non dormi?- chiese Topolino.
-Ci sarei venuta fra un poco.-
Si sedette accanto a me e inizió a giocherellare con il bastoncino.
-Com'é bella la luna-disse.
-Chi ti manca?-chiesi con prontezza.
-Cosa?-
-Non negarlo. Ti manca tua casa.-
-Già-
Fissai la luna - Si,davvero bella-
-A te manca la tua casa?-
-Beh...ecco io... non ricordo la mia casa,non ricordo nulla del mio passato, ho solo ricordi di altri e riguardano tutti Crepuscoli. È per questo che voglio salvarla.-
-E dimmi, com'è non ricordare?-
-É vuoto, seppur con molti altri ricordi ti senti vuoto e tutte le emozioni di quei ricordi ti sovrasta, ti travolge, ma di mio è come se non ci fosse nulla.-
-Dove andrai quando questo viaggio finirà.-
-Beh non lo so, ne incomincerò uno nuovo.-
Rimanemmo in senzio per un po', senza dire nulla e senza incrociare gli sgurdi, poi decisi di fare la cosa migliore.
-Quando arriveremo al villagio... torna a casa tua.-
-No, non posso lasciarti ora.-
-Ci sono persone che ti stanno aspettando. Saranno in pensiero per te, non preoccuparti di me, vedrai che me la caverò.-
-D' accordo, però una volta arrivato torno da te.-
-Grazie.-
-Ehi, Xheart, non ricordi proprio nulla del tuo passato?-
Mi alzai. -Qualcosina.- Entrai nella tenda e mi misi a dormire.
Il giorno doppo fui svegliata da Topolino che mi chiamava. Mi alzai, ma nella tenda non c' era. Corsi fuori e lo vidi combattere contro alcuni mostri. Evoci la x-blade e corsi in suo aito.
-Accidenti non si può stare tranquilli nemmeno in un deserto.- dissi.
-Dobbiamo sbrigarci a farli fuori prima che ne arrivino altri.-
-D' accordo.- aumentai il ritmo e poco dopo furono sconfitti .
-Ce l' abbiamo fatta.- disse Topolino.
-Già...però ora, che ne dici di fare fuori anche quelli?-dissi con un sorriso amaro e indicai alle spalle di Topolino.
Si girò e vide mostri salire da ogni parte.
-Non ce la faremo mai!- disse Topolino scpraggiato.
-Andiamo via, presto.- iniziammo a correre per sfuggirgli, ma alcuni di essi ci sbarrarono la strada.
-E ora che facciamo??-
-Scegli: essere il vincitore o il vinto. Io,non ho paura di loro e non ho intenzione di scappare, perche saranno loro a doverlo fare.-dissi e mi avventai su di loro senza pensaci su due voltei. Impugnai la X-blade e alternando i suoi colpi con la magia, sconffigevo mostri, pensando a tutte le vittime di quella storia. Mi chiedevo dove finissero. Poi mi fermai lasciando che i mostri mi circondassero.Si aventarono contro di me, ma un ragazzo mi raggiunse e mi protesse.
-Si può sapere... che ti succede?- parlava a malapena, ma la sua voce mi colpí nel profondo. Sentii qualcosa dentro, non avrei saputo dire cosa fosse, rabbia, dolore, felicità, so solo che quell' emozione era piú grande di me e che non potevo contenerla. Fasci neri mi avvolsero e nelle mie mani apparvero due spade completamente identiche, nere, con l' estermità come quella di una falce.Solo macchioline bianche su una di esse differenziano le due spade.
Poi tutto nero.
-Che è successo? Dove sono?- mormorai.
Aprii lentamente gli occhi e vidi nero, tutto nero. Un po' assonnata portai la mia mano sulla mia testa che sembrava stesse per esplodere. Mi alzai e iniziai a guardarmi intorno per trovare qualcosa, ma tutto era nero, non un singolo colore, non una traccia di luce.
Non capivo più nulla. Dentro me c' era una guerra. Che cos' era successo? Ma soprattutto, io dov' ero capitata? Solo domande, non una risposta.
Inizia a camminare lentamente in quella distesa che pareva non avesse ne un inizio, ne una fine, e assorta nei pensieri continuavo a attraversare quella landa desolata, mentre le mie domande continuavano a tormentarmi
e ogni volta, le uccidevo e andavo avanti. Ma sapevo che non sarebbe potuto andare avanti così per molto, e che un giorno avrei dovuto trovare quelle risposte. Non sapevo se conoscerle fosse la cosa migliore, forse, sarebbe stato meglio non farlo e andare avanti, portandomi dietro quel vuoto che c'era dentro me; quello stesso nero che mi circondava e che mi impediva di ricordare.
Mi chiedevo se era quella la mia vera storia, se alla fine avrei colmato quel vuoto e se salvare Crepuscoli fosse la cosa giusta cosa da fare o se io, ero solo una pedina sul campo di battaglia.
Ero sola, sola com' ero prima di iniziare. Non sapevo dove andare, cosa fare,non sapevo nulla e sembrava che il nulla mi appartenesse.
Ma io ero sempre lì, impassibile a tutto ciò che c'era dentro me e continuavo come se nulla di tutto quelle che c' era non ci fosse.
Camminavo con lo sguardo fisso nel vuoto, finché apparve qualcosa lontano. Iniziai a correre per raggiungerla. Si faceva sempre più vicina e una nuova speranza nasceva dentro me. Mi fermai a qualche metro di distanza e potei focalizzarla meglio: era una casa, una casa di Crepuscoli,l' ultima . La mia serenità scomparve quando vidi attraverso le finestre dei mostri in cerchio attorno a qualcosa. Da una fessura potei scorgere un volto di un ragazzo. Restai un' attimo a guardarlo, l' avevo già visto, ma non ricordavo dove, ma soprattutto quando.
Tra tutti quei mostri ce n' era uno piú grande. Aveva sembianze come quelle umane, ma molto piú grande e del viso potevano scorgersi solo i suoi occhi. Stava aspirando qualcosa dal ragazzo, e i suoi occhi diventavano sempre piú vuoti,poi si accorse di me. Si girò verso di me. Avanzai arrivando vicino la finestra rotta, trovandomi faccia a faccia con quell'essere, guardandolo negli occhi. Per un attimo parve che mi stessi guardando in uno specchio. Sembrava come se volesse parlarmi, ma da amico o nemico?
Porse la sua mano verso di me. Uscirono fasci luminosi e si diressero verso di me, penetrando nel mio medaglione e qualcosa accadde in me, ma non capivo cosa.
Dal suo petto uscí un' altro medaglione, che sollevatosi in aria incominciò a roteare su di esso. Pian piano acquisí una velocità e una luce abbagliante.
Il mio fece lo stesso, ma lo avvolse una flevile oscurità. La luce continuava ad aumentare finché l' oscurità emanata dal mio madaglione fu quasi sconfitta,ma il mostro fermò il suo medaglione e il mio tornò normale.Alzò una mano e iniziò a scivere nell' aria con il suo dito, lasciandosi dietro una scia luminosa e scrisse: non sei ancora pronta, ma non preoccuparti.Il mostro scomparve come polvere nell'aria cosí come i mostri.
Non ci pensai due volte ad avvcinarmi al ragazzo, mi inginocchiai accanto a lui.Loguardai megli:capelli arancioni,viso piccolo e occhi vuoti.
-Tu sei R-Rail, vero?- chiesi. Annuì.
-Mi dispiace... Averti incontrata ora, ma per me... Rimani sempre Heart.-
Dall'angolo della stanza comparve del nero che in poco tempo dipinse tutta la stanza , e Rail diventó polvere nelle mie mani.
-No... ho fallito.-
Rimasi immobile a ancora un po'. Volevo piangere, ma non ci riuscivo,troppi ricordi,tropi pensieri.
-Non hai fallito.-Riconobbi quella voce. Mi voltai e vidi Xion.
-No... Quella era l'ultima casa.-
-Non è tutto perso, ma ricorda: puoi battere qualsiasi cosa che intralci lo spirito,ma quando qualcosa intralcia il corpo non puoi fare nulla.-
-Xion... Tu ricordi di me,giusto?-
Annuì.
-Chi ero io?-
-Be questo non te lo so dire,però eri molto diversa. Devi guardati dentro.-
-Io... Sono un nessuno, non è vero?-
-più o meno.-
-in che senso?-
-Tu provi qualcosa,ma...-
-Non dovrei essere io a farlo,sono dovute ai ricordi, ed essi non sono miei.-
-Giá.-
-Cosa succederà alla fine?-
-Molte cose sono scritte, ma si possono cambiare.-
-Prometti, che alla fine della storia, saremo di nuovo tutti insieme? Io tu e Rail.-
-Questi dipende solo da te.- disse una terza voce. Era Rail.-Ciò che é successo fino ad ora non è niente in confronto a quel cha sta per accadere.-
-Spiegati meglio.-
-Non rimane molto tempo,io e Rail dobbiamo andare.- disse Xion.
-Andare dove?-
-Siamo stati qui troppo a lungo.È tempo che ogni cosa torni al suo posto.-
Evocarono delle spade e le alzarono al cielo. Comparve una luce e puntano la spade contro di me.
-Bisogna sconfiggere il male.- disse Rail
Uscirono fasci luminosi dalle spade e mi colpirono. Caddi in ginocchio, con la mano piena di sangue sullo stomaco traforato,incredula di tutto ciò.
-P-per-perché?-chiesi.
-Sei stata ingenua ancora una volta,la storia si ripete.-
-Non avremmo mai potuto ucciderti, sei troppo importante. Nutriti dell' odio, cerca vendetta e quando sarai pronta, ritorna.-
-Chi l' avrebbe mai detto... I miei,i miei migliori amici, diventano i miei peggiori nemici....ma non so se riuscirò mai ad odiarvi...-
Caddi a terra senza piú respiro.
...
Nella mia mente tornarono a galla tutti i ricordi dall' inizio del viaggio.
Non riuscivo nemmeno a pensare; era come stare in un oceano in tempesta e le mie vele si erano rotte. Poi sentii la voce di Topolino -Scusami...-
Appena udita aprii gli occhi e mi ritrovai nel deserto. Mi guardai intorno, niente più mostri poi vidi Topolino a terra in una pozza di sangue. Corsi verso di lui, ma quando fui li, il suo cuore ormai non batteva più. Lo chiamai più volte, invano, sperando in un segno di vita, ma non si svegliò.
-Perché?-dissi piangendo-Hanno preso te... non è giusto...-
-È inutile piangere.- udii una voce.- Ho voluto sostituirti io,ma non devi fermati,va avanti.-
-loro erano... Miei amici...perché l' hanno fatto?-
-Xheart,protettimi che non ti arrenderai.-
-Non riesco ad accettarlo...non ci riesco!Non riesco a più a fare niente.Ciò che é dentro di me è più forte.-
-Allora liberatene.-
-Come?-
-Prova a cercare te stessa.-
-Dove?.-
-Tu hai ricordi di tutti e quindi in un certo senso tu sei loro, tranne che te.-
-Allora dove sono i miei ricordi?-
-Da qualche parte in questa dimensione, ma ricorda, se non hai un cuore e dei ricordi, ed essi ti spingono verso l' oscurità diventi uno dei tanti mostri che abbiamo sconfitto. Del resto, se possiedi solo ricordi, non sei completa e dentro te non c'è equilibrio.-
-Ecco ciò che mi sta accadendo...-
-Già. L' unico modo di ritrovare te stessa è non essere gli altri. Solo così potrai sconfiggere il male,ma da sola non potrai farcela...ora devo andare...addio.-
-No, aspetta!-
Fu tutto inutile,Topolino non rispose più e il suo corpo svanì nel nulla.Rimasi a pensare. Ora non volevo ricordare i tempi passati con Xion e Rail, mi avrebbe solo fatto soffrire.
Perché l' avevano fatto? Da che parte stavano? Volevo avere un cuore mio in quel momento,per capire cosa provavo nei loro confronti. Rifiutavo la realtà delle cose. Xion aveva detto che la storia si ripeteva, ma come facevo a cambiarla se non la conoscevo? Tutto era scritto... Una rabbia mi percosse dentro e stavo perdere il controllo, quando il terreno incominciò a tremare. Il terreno sprofondava ed io insieme a lui. Non riuscivo a stare in equilibrio e mi spostavo da una roccia all' altra per non cadere più. Quelle parole mi tormentavano, chiusi gli occhi e poggiai male il piede, cadendo all' indietro nel vuoto. Perchè dovevo odiarli?
Un fortissimo vento incominciò a soffiare dal basso. Iniziai a rallentare e niente fermai in aria. Poi diminuì pian piano e poggia i piedi a terra. Mi ritrovai in ua stanza circolare col soffitto a cupola celeste con quadrati bianchi. C'era un corridoi alquanto celeste con i quadrati bianchi. Iniziai a percorrerlo poggiano la mano sulla parete e ogni volta che passava da una mattonella all' altra, si sentiva un piccolo rumore che accompagnava quello dei passi. C'erano scale interrotte qua e là da un piano orizzontale. Alcune scale salivano altre scendevano. Arrivai davanti una scalininattivonata alta alla cui fine si potere vedere un porta. Sali un gradino alla volta e arrivata in cima aprii la porta trovandomi davanti degli scaffali enormi. Iniziai a camminare quando un tubo di vetro si alzò dal pavimento ricordandomi. Lo scaffale a me di fronte si giró e comparve una vecchietta con degli occhiali e i capelli alzati, attrocigliati sa se stessi e tenuti con una pinzetta . Battei contro il vetro per richiamare la sua attenzione. Stava usando un computer. Portò la mano agli occhiali e se li abbassò guardandomi da sopra essi. Si alzò dalla scrivania e si mise davanti a me. Portò un mano sul vetro. Una strana forza imponeva alla mia mano di fare lo stesso. Cercai di resistere ma fu tutto inutile. Lasciai che la mi mano andasse dov' era quella sua e fu come se entrò dentro me. Qualche secondo dopo tolse la mano e il tubo fa vetro scomparve nel pavimento ricordando.
-Lei è entrata dentro me?-chiesi.
-Si, hai.indovinato.-
-sa che è maleducazione?- mi avvicina alla scrivania. C'erano fogli i dappertutto, penne e libri. Il mio occhio cadde su un biglietto. Lo presi. Da una parte c' erano dei libri, dall' atra una frase:non c'é sempre un perché. -Lei è la segretaria di questo posto?-
-Si e tu non dovresti essere qui.-
-Che contengono questi libri ?-
-Storie.-
-Per esempio?-
-per esempio la mia, la tua di tutti.-
-Vuol dire che posso leggerla?-
Si diresse verso la scrovania, sfogliò alcune pagine di un libro e poi prese qualche foglio.
-Mi dispiace, sei arrivata tardi.-
-In che senso?-
-Il tuo librodo non esiste più.-
-Cosa?-
- tutti gli abitanti di Crepuscoli non hanno più una storia. Vedi, il nostro essere é composto da una parte carnale e una spirituale. Quest' ultima e formata dal cuore e ricordi. Se hai solo ricordi, ed essi ti spingono verso l' oscurità tu scomparire. Del resto se hai un cuore é più difficile che ciò accada, ma ne resta comunque la possibilità...
A ecco qui!-
-Cosa?-
-Del tuo libro è rimasta solo una pagina.-
-Davvero?- Mi precipitai tra gli scaffali, ognuno di 20 metri. Percorsi 5 mi fermai a riprendere fiato. Sentii rumore dei tacchi e lq.segretaria mi fu davanti. Picchettò con la penna sullo scaffale facendomi notare la lettera B.
-Non si corre- disse porgendomi un voglio di carta. C'erano scritti dei nomi. Fece per andarsene.
-Che me ne dovrei fare?dissi con tono alto.
-Portami quei libri e... Non si urla.-e la vidi scomparire dietro uno scaffale.
-Capirai a chi do fastidio.- borbottai.
Lessi la lista dei nomi, erano molti. Misi il foglio in tasca e cammina verso le ultime lettere. "R". Mi inoltrai negli scaffali e cercai il libro di Rail.
-Eccolo!-lo presi e osserva la copertina in velluto rosso e il nome scritto sopra e al lato. Lo sfogliai e notai che quasi tutte le pagine erano molti bianche. Poi trovai delle scritte:
" I tre camminavano lungo la riva" uno spazio bianco " ridendo. Scrissero nella sabbia i loro nomi e espressero un desiderio. Poi" tutto vuoto. Lo chiusi e lo misi in una tracolla per terra e la indossai. Cadde il foglietto a terra e mi ricordai che dovevo prendere i libri. Gli presi tutti velocemente e li portai sulla scrivania poi andai alla lettera "X". Trovai Xion e notai che anche nel suo libro c'erano molte pagine bianche. Arrivò la segretaria e misi il libro nella borsa.
-Hai preso i libri?-
Annuii.
-Se hai fame di lì c'é il pranzo-disse indicando uno porta.
-Grazie.-
Entrai nella stanza e magia velocemente, poi aprii il libro. Verso la fine trovai qualche riga scritta:"Rail era a terra e Xion e Heart proseguivano la tualotta tra bene e male.
-Non ti permetterò mai di portare la tua pace.- disse Xion.
-Ragiona!" spazi vuoti"-sai che non accadrà mai.-" righe vuote " per quanto Heart cercava di resistere all' oscurità, fu tutto inutile. Cadde a terra e Xion si avvicinò impegnando la spada. La alzò puntando la punta verso Heart."spazi vuoti " sarà il male a trionfare.-
Heart si alzò tentando di colpirla , ma Xion la schivò e abbassandosi colpì Heart. Nel farlo Xion pianse."spazi vuoti. Questo mi fece tornare in mente ciò che avevo ricordato "- Ti prometto che ci rivedremo.-" chiusi il libro e lo poggia sul tavolo.
Perché hanno non hanno voluto la pace? É questo che devo cambiare. Tornai dalla segretaria e la vidi riordinare dei libri in una bacheca di vetro.
-Perché quiete libri sono lì ?-
-Perché sono importanti, purtroppo anche loro hanno risentito per ciò che é accaduto-
-Chi sono loro?-
-Eroi-
-Tze... eroi.-
-Grazie a loro c'é la pace.Forse un giorno ci sarai anche tu tra loro.-
-Io sono solo un cover, non c'è nulla che io possa fare.-
Lessi -Sora... - una rabbia mi percorse dentro.
-cosa c'é che non và in loro?-
-io ricordo le loro azioni... a causa loro, persone innocenti sono scomparse, tante persone, solo per loro, perché loro andassero avanti. Ma chi é il vero mostro? Hanno infranto sogni, speranze, nelle loro stolte immaginazioni in cui tutto và bene. Ha lasciato che persone cadessero, ma loro, alla fine stanno bene.Io non li considero veri eroi.-
-Bhè peer essere eroi non devi per forza morire, no?-
-Forse non per te.-
-È per Xion,vero?-
-Lei non mi importa.Io non capisco.... ho ricordi di lei scompare,ma....-
-Vedi... questa non è la vera storia.-
-In che senso?-
-Tutto è iniziato tempo fa. La pace regnava, finché un giorno un essere ha voluto esistere. Non facendo parte del destino, della storia se né è creata un' altra.
Si é creato così un passato e un presente, ma le storie non potevano coesistere, alcune persone cambiarono storia. Per qualche motivo la pace fu spezzata e ci fu una guerra. Si schierarono da una parte eroi, che combattevano per la pace, chiamati guerrieri bianchi, dall' altro quest' essere seguito da tutti quelli che volevano la fine, chiamati guerrieri neri . La guerra fu combattuta, ma non ci fu ne un vincitore, ne un vinto. I capi furono intrappolati, loro erano la fonte di potere e mettendo a tacere loro, finì la guerra e la nostra storia si fermò . Qualcosa è successo e siamo tornati, qualcosa deve accadere, con la fine della guerra si deciderà se Crepuscoli si salverà. Nel periodo in cui abbiamo smesso di esistere, però,molte cose sono cambiate e molte cose devono ancora cambiare.-
-Ora capisco,tutto é molto più chiaro. Chi ho incontrato nella porta era un buono. In questa storia la parte del cattivo la interpreta Xion,ma non la farà franca ancora una volta, questa volta la fermerò io.-
-Ora devi andare, vieni.-
Iniziò a camminare e io la seguii.
Entrai in una stanza con tante porte diverse. Su una c'era scritto Crepuscoli.
Guardai al di la della porta e vidi Crepuscoli, era ancora intatta. Fui traversata da un brivido e mi voltai. Vidi la segretaria a terra.
-No...- sussurrai.-no...no...non andare.-
-É giunta anche la mia ora...ma ricorda... L' oscurità non porta sempre dolore così come la luce, non porta sempre felicità.-
-Anche tu... Perché non posso far nulla?-
-Non preoccuparti... Se Crepuscoli vuoi salvare solo tuo cuore devi andare ascoltare.-e scomparve.
-Non ho ricordi inerenti a lei e quindi essendo un nessuno, non provò niente... Ora, mi dici perché l' hai fatto,Xion?-
-Per far si che il mio piano si realizzi.- udì una voce alle mie spalle.
-Pensi ancora che il vostro piano funzionerà?-
-Sai...-disse arrivando di fronte a me. -Ho la soluzione nelle mie mani e voglio farti un regalo .- mi porte un libro e lo presi.
-Non puoi più sfuggire e prima o poi ti chiamerò ancora una volta Heart.-
-Dimmi il perché.-
-Non c'é un perché.-
Entrai nella porta di Crepuscoli e mi ritrovai nella stazione.
 
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