Romanzo Chain of Memories Reverse/Rebirth in italiano, tradotto dal XIII Order Forum

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view post Posted on 9/10/2012, 21:04
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Blue Eyes Whitemushroom

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Io la vedo più grossa del normale ... vabbè, pazienza!

Beh, quello era il pensiero di Riku Replica prima di avere i ricordi condizionati, il suo unico obiettivo era diventare più forte per dimostrare di valere più del vero Riku e non essere soltanto una copia! E' molto realistico e conforme al gioco, ed alla fine a me non dispiace, perché è l'unico modo che ha per mostrare di non essere soltanto un falso made in China. Alla fine della Reverse Rebirth per quale motivo torna ad affrontare Riku? Tecnicamente non ne avrebbe più motivo dopo quello che è successo ... ed invece lo fa oerché è l'unico modo per essere se stesso e sentirsi "originale" perché non sarà mai qualcuno finché Riku esiste!
 
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view post Posted on 9/10/2012, 22:25
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The acid Queen in a psychedelic scene

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CITAZIONE
Io la vedo più grossa del normale ... vabbè, pazienza!

Prova a vedere adesso, ho provato a eliminare una linea che inizialmente aveva dato problemi anche a me...
 
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Blue Eyes Whitemushroom

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Ok, adesso è normale, grazie!!! :wdance: :bclap:
 
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Capitolo 4 - Replica




Era avvolto dall'oscurità più completa.
E' buio pesto.
Dove sono?
Non vedo nulla.
Non sento nulla.
E... chi sono?

Il ragazzo osservò il proprio corpo.
Pantaloni blu e una maglietta gialla. Guanti e polsino nero.
I miei capelli... sono argentei, mi sembra.
Questo... sono io?
Sento che c'è qualcosa di terribilmente sbagliato.
Non avrei mai detto che questo fossi io.
Eppure... sono io.

Iniziò a camminare. Intorno a lui era completamente buio, perciò non era sicuro di starsi realmente muovendo. Ma sentiva che doveva andare avanti, e continuò a camminare.

Presto la porta si aprirà.


Da dove viene questa voce?
“Chi sei?!” gridò. Subito dopo si portò le mani alla gola, stupito.
La mia voce... è davvero così?

Non devi temere nulla.
Nemmeno l'oscurità.
Ora vai... Eroe dell'Oscurità.


Mi sembra di aver già sentito questa voce da qualche parte. Ma non ricordo a chi appartiene. No... non ricordo nulla.
Improvvisamente in alto ci fu un'esplosione di luce. Il ragazzo chiuse gli occhi per proteggersi dal bagliore, e un suono calmo e rilassante si fece strada nelle sue orecchie. E' il rumore delle onde?
Aprì lentamente gli occhi e si ritrovò di fronte un vasto oceano blu. Le onde si infrangevano pigramente su una riva dalla sabbia bianchissima.
Lì vicino c'erano due bambini e due bambine, seduti sulla sabbia a parlottare di qualcosa con le teste vicine tra loro. Non sembravano essersi accorti di lui, anche se si trovava proprio dietro di loro.
Il bambino con i capelli castani si alzò in piedi, arrabbiato: “Perché devi sempre essere così stupido, Riku?!” gridò, e corse via.
“Sora, aspetta!” la bambina dai capelli rossi lo rincorse.
Quindi il bambino castano si chiama Sora.
Sulla spiaggia rimasero solo una bambina bionda e un bambino dai capelli d'argento.
Il bambino con i capelli d'argento... mi somiglia. Pantaloni blu e maglietta gialla. Guanti e polsino nero. Capelli argentei, come i miei... ha gli occhi azzurri.
Il bambino con i capelli d'argento si alzò, scrollandosi la sabbia dai pantaloni. “Tu non segui Sora, Naminé?” domandò alla bambina seduta.
“Se vado con lui tu poi rimani solo.” rispose lei a voce bassa. In mano aveva un blocco da disegno e dei pastelli.
“Per me non è un problema stare da solo.” disse Riku voltandole le spalle.
“Sora ha Kairi... e tu hai me, Riku.”
“Eh?” Riku si voltò di nuovo verso di lei. Era arrossito.
Naminé rise piano. “Eehehe... Riku, posso disegnarti?” sistemò i pastelli accanto a sé e aprì il blocco da disegno.
In un attimo, come per magia, disegnò un Riku sorridente su una pagina che fino a pochi istanti prima era stata bianca. Poi Riku e Naminé sorrisero insieme.
“Ehi, voi...” cercò di chiamarli il ragazzo, ma in quell'istante il mondo iniziò a girare.

<<ЯR>>


Il ragazzo dormiva in una capsula enorme. Di fronte a lui c'era un uomo con il volto coperto da un cappuccio nero. Lentamente, il ragazzo aprì gli occhi. L'uomo se ne accorse e tirò indietro il cappuccio, rivelando lunghi capelli argentei e una pelle pallida.


<<ЯR>>


-----Conversione al 13%-----



<<ЯR>>


Correva sulla spiaggia insieme agli altri due bambini.
Noi tre... Kairi, Sora e io.
“Sora, aspetta!” gridò.
Kairi seguiva Sora, e lui stava arrivando ultimo.
Kairi si voltò a guardarlo: “Sbrigati, Riku!” gli gridò.
Lo stesso nome del bambino con i capelli d'argento che ho visto sulla spiaggia.
Riku... è il mio nome? Allora... quel bambino ero io?

“Ti ha detto di sbrigarti! Sei lento, Riku!” gli urlò Sora da lontano.
Quindi io sono Riku, è così?
La vista gli si annebbiò improvvisamente, e fu costretto a fermarsi. Sentiva un ronzio fastidiosissimo nelle orecchie.
Non sento più il rumore delle onde. Questo suono è così strano... che cos'è?
Il mondo davanti ai suoi occhi divenne nero, e il ragazzo svenne di nuovo.

<<ЯR>>


Si trovava di fronte a una piccola caverna. Questo suono fastidioso... sembra una voce che si lamenta. No... il suono che sentivo prima era ancora più fastidioso di questo, o no...?
“Shh, zitto!” disse al ragazzo che lo seguiva. E' Sora, ne sono sicuro. “Dobbiamo mantenere la calma.”
Perché stavamo andando in quel buco? Ah sì... Sora diceva che lì dentro c'era un mostro. Volevamo vivere un'avventura.
A quel tempo anche una sciocchezza simile era una grande avventura per noi.

Il blu del cielo faceva capolino da un buco nel soffitto della caverna.
“E' il vento. Hai scambiato il rumore del vento per un mostro.”
Sora incrociò le braccia dietro la testa e fece un sospiro esagerato. “Uff, tutto qui... che noia.”
In quel momento si udì di nuovo il fischio del vento.
“Eh? Che c'è laggiù?”
Sora si mise a correre, attratto da qualcosa che aveva visto sul fondo della caverna.
“Una finestra... no, sembra più grande...”. Senza fretta, il ragazzo seguì Sora.
“Una porta...?”
In effetti era una grande porta.
Me la ricordo. L'ho già vista da qualche parte... ma dove... dove?
Esaminò la porta, ma non trovò né serrature né maniglie.
“Mi sa che non si apre.” disse voltandosi verso Sora, che stava prendendo a calci dei sassolini.
Sora è più piccolo di me di un anno, e a volte mi sembra che si comporti come un bambino, come adesso.
“Ehi, Sora.” lo chiamò. “Io diventerò molto più forte. Così un giorno potremo lasciare le isole e vivere una vera avventura, non come questa.”
Sora gli sorrise.
Poi si udì di nuovo il fischio del vento.
Il ragazzo si voltò.
Ora la porta scintillava di luce dorata, e il ragazzo ne fu avvolto.

<<ЯR>>


Mi sta schiacciando.
Mi soffoca il respiro, il cuore.
Perché fa così male?

Si trovava in una stanza cupa e fredda. Era arredata con lusso, ma emanava solitudine. Il ragazzo si portò una mano al petto, soffrendo per il dolore.
“Riku...”
Sollevò lo sguardo. Di fronte a lui c'era una donna alta, avvolta in abiti neri. In mano stringeva un bastone, e il mantello frusciava sul pavimento ad ogni suo passo.
Da questa donna proviene un odore strano, sgradevole.
“Se fai troppo affidamento sul potere dell'oscurità, ti divorerà il cuore.”
‘Non ho bisogno dei tuoi consigli’, stava per replicare, ma le parole gli morirono in gola. Perché dovrei dirlo? Cosa ha che fare questa donna con me? Io sono Riku, no? Non lo so... non so niente.

<<ЯR>>


Il ragazzo dormiva nella capsula.
“Replica! Mi riconosci?”
Lentamente sollevò le palpebre. Di fronte a lui c'era un uomo dai lunghi capelli argentei, vestito di nero. Il sorriso dipinto sulle sue labbra era freddo, e al ragazzo parve vagamente inquietante.
“Diventerai forte... grazie al potere dell'eroe dell'oscurità.”
Il ragazzo chiuse di nuovo gli occhi.


<<ЯR>>


----Conversione al 35%----



<<ЯR>>


“Che farai quando saremo in un altro mondo, Riku?” chiese Kairi guardando il tramonto. Sora era in piedi dietro di lei. Sulla sabbia accanto a loro c'era una piccola zattera.
Sabbia bianca... il rumore delle onde. E' quell'isola.
Il ragazzo ormai sapeva che quel nome apparteneva a lui.
Riku... il mio nome. Anche se c'è qualcosa di strano...
“Vuoi solo vedere altri mondi come Sora? O c'è qualcosa di più?”
Il ragazzo rifletté sulla domanda di Kairi. “A dire il vero non ci ho pensato molto. Voglio solo... voglio sapere perché siamo qui. Se ci sono tanti mondi, perché noi siamo finiti proprio in questo?”
Il ragazzo socchiuse gli occhi per proteggersi dal bagliore del sole che tramontava.
“Se ci sono tanti mondi, allora questo posto è solo un frammento di qualcosa di più grosso. E quindi... perché siamo proprio qui, e non altrove?”
Una piccola isola in un piccolo mondo. Volevo vedere altri posti. Volevo sapere perché, di tutti i mondi esistenti, noi eravamo finiti proprio lì.
“Se restiamo qui non lo scopriremo mai. Se non facciamo qualcosa, niente cambierà.”
Il ragazzo avanzò verso la riva.
“Possiamo vedere sempre e solo questo stesso panorama. Io... voglio fare qualcosa.”
“Sei pieno di pensieri, eh Riku?”
Sbaglio o Kairi sembra un po' triste?
“E' grazie a te, Kairi. Se tu non fossi arrivata in questo mondo non avrei mai pensato a tutte queste cose.”
E' vero... Kairi mi piaceva, ne sono sicuro. Era speciale. Ma lei... a lei piaceva Sora. Lo sapevo.
“Grazie, Kairi.”
Ecco perché... la verità è che quel giorno volevo dire a Kairi cosa provavo per lei, ma... non ci sono riuscito.

Io posso renderla tua.


Il ragazzo si voltò di scatto, cercando l'origine di quel sussurro.
“Chi sei?!”
Solo in quel momento si accorse che l'oceano si era tinto di nero.

Che cosa desideri?


La voce sembrava sussurrare direttamente nelle sue orecchie. A partire da sotto i suoi piedi il suolo cominciò a tingersi di nero, come se lui stesso emanasse oscurità. L'oscurità era ovunque.
Il suo corpo ne fu inghiottito.

Io realizzerò il tuo desiderio.


Non voglio che lo faccia tu. Voglio riuscirci da solo. Ma a quel tempo... volevo Kairi solo per me, a qualsiasi costo.
Io? No... Riku. Riku voleva Kairi solo per sé, a qualsiasi costo.
Il ragazzo svenne nell'abbraccio dell'oscurità.

<<ЯR>>


Questa era la mia stanza, in quel castello. Il castello della strega Malefica, la Fortezza Oscura.
“Kairi... Sora...”
Ero deciso a fare qualsiasi cosa pur di recuperare il cuore di Kairi. Anche macchiarmi le mani con l'oscurità.
Il ragazzo si alzò dal letto e uscì dalla stanza.
Da questa rampa di scale si arriva a una piccola terrazza in cima alla torre.
Un tempo gli piaceva osservare il panorama da lassù.
Era come se il vento soffiasse attraverso il vuoto nel mio cuore. Come se fossi l'unica persona rimasta al mondo, come...
Il vento freddo gli carezzò le guance.

<<ЯR>>


Quando riaprì gli occhi era sulla spiaggia.
Davanti a lui, Sora stava guardando i disegni di Naminé.
“Ma questo non mi somiglia per niente!”
Naminé fissava Sora con sguardo preoccupato. Il blocco tra le sue mani era aperto su un disegno del viso di Sora, ma l'originale non ne sembrava soddisfatto.
“Secondo me sì” intervenne il ragazzo, osservando il disegno. Era una rappresentazione perfetta dell'espressione arrabbiata di Sora.
“Io ho detto di no! Questo?!”
Sora cercò di strappare il blocco dalle mani di Naminé.
“Sora, ridammelo!” gridò Naminé, e in quel momento il blocco si strappò con un rumore orribile di carta lacerata.
“Sora!?” gridò il ragazzo, mentre il blocco finiva in pezzi di fronte agli occhi dei due bambini.
“Sei cattivo...” mormorò Naminé, chinandosi a raccogliere i fogli strappati. Ma Sora la spinse da parte e pestò i piedi sui pezzi del blocco.
“Sora... non ti voglio vedere mai più!” gridò Naminé tra le lacrime.

Sora, non ti voglio vedere mai più!


In quel momento il ragazzo svenne di nuovo.

<<ЯR>>


“Ma davvero?” disse Larxene in tono di sufficienza.
“Certo” rispose Vexen digitando qualcosa su un quadro comandi.
Accanto a loro, Naminé osservava il ragazzo che dormiva nella capsula.
“Mi dispiace...”
Ma non sapeva se il suo tenue sussurro potesse raggiungerlo...

<<ЯR>>


----Conversione al 43%----



<<ЯR>>


Il ragazzo si trovava in una sala di marmo bianco. Sembrava una parte di un grosso castello.
Si guardò intorno. “Dove sono...?”
Non ricordo questo posto.
Una porta si aprì, e il ragazzo sentì dei passi venirgli incontro.
“Riku! Riku, finalmente!”
E' la voce di Sora. E Riku è il mio nome.
Il suo cuore riconosceva quel nome. Il ragazzo si voltò e guardò Sora.
Sora gli corse incontro come se volesse abbracciarlo, e si fermò a pochi centimetri da lui.
I miei ricordi sono confusi, pensò il ragazzo. Perché sono qui?
“Allora anche tu sei qui!”
“‘Anche’? Lo dici come se io fossi qualcosa di accessorio.” furono le parole che gli uscirono di bocca, e sbuffò. Ma per qualche ragione si sentiva inquieto. Siamo... siamo stati separati, sì. E... ci siamo cercati. E ora stiamo cercando Naminé. Sì, questo è il riassunto della situazione... riassunto?
Anche mentre pensava al significato di questa parola che aveva fatto capolino nella sua mente, il ragazzo fissò Sora con rabbia.
Sora abbassò lo sguardo. “Non volevo dire questo...”
“Non cercare scuse. La verità è che ti eri dimenticato di me, vero?” Non riusciva a celare l'irritazione che i suoi ricordi gli comunicavano.
“No che non è vero! Ho fatto tutta questa strada per cercare te!”
“Ma ora non più. Ora vuoi solo trovare Naminé. Di me non ti importa più niente!”
“Ti sbagli!” gridò Sora.
Sora non pensa ad altro che a Naminé. E anch'io... ma tu hai Kairi. Quindi perché non lasci Naminé a me?!
“Sora... hai mai pensato a cosa prova Naminé?”
Sora si immobilizzò per la sorpresa. “Cosa... prova?”
“Umpf, proprio come pensavo. Non ti sei nemmeno posto la domanda. Tu vuoi vederla, ma questo non significa che lei vuole vedere te. Non ci avevi pensato, vero?”
“Vuoi dire...”
Non penso proprio che Naminé voglia vederti. Non dopo quello che le hai fatto.
“Naminé non vuole nemmeno guardarti in faccia!”
“Perché?!”
Il ragazzo sapeva che Sora stava perdendo i suoi ricordi. Ma... non può permettersi di dimenticare questo. Sono cose importanti... ricordi importanti. Sora sta dimenticando tutto. Anche me.
Ma non aveva idea di come faceva a sapere che Sora stava perdendo i ricordi. La cosa lo preoccupava.
Odio Sora. E neanche Naminé lo sopporta.
Era l'unica verità che il ragazzo fosse riuscito a stabilire dentro di sé.
“Cerca tra i tuoi ricordi e lo scoprirai. Perché Naminé ha lasciato le isole? Se te lo ricordi capirai.”
“E' colpa mia? Ho fatto qualcosa di male? Riku...”
“Torna a casa, Sora. Penso io a proteggere Naminé. Chiunque si avvicina a lei... è mio nemico!”
Il ragazzo sollevò l'arma e la puntò contro Sora. L'oscurità lo circondò, e il ragazzo sentì il suo potere attraversargli il corpo.
“Che vuoi fare?! Ci siamo appena ritrovati!”
“Beh Sora, si vede che non hai pensato nemmeno a cosa provo io. Naminé non è l'unica a non volerti rivedere mai più. Anch'io non ti sopporto!” gridò, lanciandosi all'attacco.
Perché odio Sora? Perché sono così arrabbiato?
Il ragazzo calò la lama con rabbia, ma i dubbi continuavano a tormentarlo.
“Riku, basta!” Sora riuscì a stento a parare il colpo con il Keyblade.
“Sei diventato un po' più forte, eh?”
Nei suoi ricordi era sempre Sora a perdere i loro duelli.
“Non mi sopporti... perché dici questo?!”
“Te lo dico adesso, ma l'ho sempre pensato. Ti ho sempre odiato.” replicò il ragazzo, poi esitò.
Sempre... ?
Davvero l'ho sempre odiato? Non lo so. Non ricordo...

“Se dici sul serio... allora non mi tirerò indietro!”
Sora menò un fendente con il Keyblade.
“Argh...”
L'ho parato per un pelo. E' forte. Ha la forza di una persona vera...
“Forse sei tu che sei diventato un po' più debole, Riku!”
Il sorriso di Sora... è un sorriso di quelli che si rivolgono ai veri amici. Il ragazzo sussultò. Non capisco... perché Sora dovrebbe sorridere così? Non capisco. Mi sento triste. Sono arrabbiato con me stesso. Fa male.
I suoi ricordi erano sempre più confusi.
“Riku...!”
Il ragazzo corse via. Sora fece per inseguirlo, ma lui lo spinse di lato e scappò più veloce che poté.
Non capisco... Non riuscire a capire lo terrorizzava. Devo andarmene di qui. Voglio andarmene lontano. Lontano...


<<ЯR>>


Larxene e Vexen si avvicinarono al ragazzo che giaceva svenuto nel corridoio.
“Ah-ah-ah. Ti avevo detto che era troppo presto. Hai avuto troppa fretta, Vexen.” disse Larxene, dando un colpetto al corpo del ragazzo con la punta dello stivale.
“Sbaglio o sei stata tu a dire che Sora stava già per arrivare al piano successivo?”
Vexen sollevò il ragazzo tra le braccia, voltando le spalle a Larxene.
“E ora che vuoi fare?” chiese Larxene senza interesse, incrociando le braccia.
“Il processo di riscrittura dei ricordi è solo a metà... se la spirale dei suoi ricordi cedesse ora, anche la Replica andrebbe distrutta. Giusto, Naminé?”
“Sì...” rispose Naminé in un sussurro, gli occhi fissi sul viso bianco come il gesso della Replica.
“Quindi devi completare i suoi ricordi, in modo che possa combattere di nuovo con l'eroe.” disse Vexen, e Naminé lo seguì obbediente.
Per favore, basta...
A Naminé parve di udire una voce flebile, e sollevò lo sguardo.
“Replica... ?”
“Che c'è, Naminé?” chiese Vexen.
Naminé chiuse gli occhi per un momento, poi lo seguì senza parlare.

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Capitolo 5 - Rivali



Riku correva.
La città che stava attraversando gli era familiare. Ci era stato una volta con Malefica.
La Città di Mezzo. Un luogo di incontri. Lì aveva ritrovato Sora dopo che si erano separati alle Isole del Destino. Una città vivace, sempre piena di persone.
Riku si fermò davanti a una finestra da cui filtrava della luce.
Qui è dove ho visto Sora quella volta... sorrideva, rideva con i suoi nuovi amici. Non mi piace ricordarlo.
Il cuore di Riku era pieno di rimpianti.
Perché quella volta io... ?

<<ЯR>>


Il ragazzo era di fronte a una casetta di mattoni. Era buio fuori, l'unica luce veniva dalla finestra.
Sora era lì dentro.
Il ragazzo lo osservava.
“Vedi? E' come ti ho detto. Mentre tu facevi di tutto per trovarlo, lui non ha perso l'occasione di farsi dei nuovi amici.” disse la voce di Malefica alle sue spalle.
Non riuscivo a muovermi, non potevo staccare gli occhi da ciò che vedevo in quella casa. Sora che rideva insieme ai suoi compagni. Rideva, anche se non aveva ancora trovato Kairi. Rideva insieme ad altre persone che non eravamo noi. Ero arrabbiato... mi sentivo solo... triste...
“Vedi, per lui i suoi nuovi amici sono già più importanti di te.”
Davvero? Forse era vero. Forse Sora mi aveva già dimenticato. Per Sora io ero... io? Io ero... chi ero?
“Ma non devi preoccuparti. Lascia perdere quel ragazzino e vieni con me. Io ti darò ciò che desideri, Riku.”
Giusto. Io sono Riku. Amico di Sora e Kairi e... no, c'era un'altra persona, un altro amico. Ma chi era? Non mi ricordo...
Lentamente il buio si fece più fitto, e il ragazzo fu avvolto dall'oscurità.

<<ЯR>>


Seduta sulla spiaggia, Naminé disegnava. Sulla pagina bianca prendevano pian piano vita i sorrisi del ragazzo, di Sora e di Kairi.
“E tu non ti disegni, Naminé?” chiese il ragazzo.
“Io... beh, come faccio a disegnare la mia faccia se non posso vederla?”
“Oh...”
Al ragazzo sembrò una cosa triste. Già, lei non può vedersi mentre sorride insieme a noi... è un peccato.
“Allora potrei disegnarti io!”
“Eh?”
Il ragazzo prese i pastelli e il blocco di Naminé e iniziò a disegnare.
Io e Naminé che sorridiamo. Ci divertivamo sempre insieme. Eravamo felici... io e lei.
“Fatto! Che ne dici?”
Le mostrò il blocco, sui cui aveva disegnato lui e Naminé che sorridevano. Non era bello come i disegni che faceva lei, ma Naminé sorrise con dolcezza.
“Grazie, Riku.”
Il rumore delle onde è così rilassante, pensò il ragazzo, e proprio in quel momento si udì un ruggito.
“Eh...?”
Improvvisamente il suolo sotto i suoi piedi mutò, e la spiaggia si trasformò in roccia. Una bestia enorme stava correndo verso di lui.
Schivò l'attacco con la forza della disperazione ed evocò la propria arma, menando un fendente al fianco della bestia. L'animale si abbatté a terra con un ruggito di dolore.
“Riku, basta!”
La voce di Sora risuonò alle sue spalle.
Il ragazzo si voltò lentamente.
“Sei in ritardo, Sora. Ti aspettavo. Io e te ci siamo sempre contesi tutto. Tu volevi le cose che appartenevano a me, e io le cose che appartenevano a te. Siamo sempre stati rivali.” disse con aria indifferente, guardando Sora.
E' vero... non facevamo che sfidarci per poter avere l'uno le cose dell'altro.
“Che stai cercando di dire, Riku?”
Le parole di Sora fecero affiorare un lieve sorriso sulle sue labbra, e in quel momento espresse un desiderio.
Io sono forte. Spetta a me proteggere... Naminé e Kairi. Proteggere questo mondo.
“Facciamo decidere al Keyblade chi di noi due è il vero eroe!”
Il ragazzo tese il braccio, e in quel momento il Keyblade di Sora iniziò a vibrare come se percorso da una forza spaventosa, e sparì dissolvendosi nella luce. Un attimo dopo, il ragazzo stringeva il Keyblade nella mano destra.
“Non sei in grado di salvare Kairi. Solo il vero eroe, solo colui che può aprire la porta segreta e cambiare il mondo è degno di impugnare il Keyblade.”
Il ragazzo levò il Keyblade verso cielo. In quel momento dalla punta del Keyblade eruppe l'oscurità, e il mondo iniziò a vorticare.

<<ЯR>>


Il ragazzo correva, il respiro corto, mille domande che gli si affollavano nella testa.
Il Keyblade doveva essere mio, ma è tornato a Sora. Significa che sono più debole di lui? O c'è un altro motivo? Io e lui siamo sempre stati rivali. E io vincevo sempre. Tranne in una cosa... tranne che per Kairi. Forse dopotutto lui è più forte di me...
“Solo chi ha un cuore veramente forte può possedere il Keyblade.” disse una voce pacata alle sue spalle.
“Chi è?!”
Si voltò e si ritrovò di fronte a un uomo incappucciato.
“Devi rendere il tuo cuore più forte se vuoi che il Keyblade scelga te.”
“Stai dicendo che il mio cuore è più debole di quello di Sora?!”
“In quell'istante, lo è stato.”
Pieno di vergogna il ragazzo abbassò lo sguardo, e l'uomo incappucciato gli venne vicino.
“Ma diventare più forti è possibile. Tu hai varcato la porta, senza timore dell'oscurità... hai coraggio. E se ne avrai abbastanza da penetrare ancora più a fondo nell'oscurità, allora il tuo cuore diverrà realmente forte.”
Il ragazzo scosse piano la testa. “Che devo fare...”
“Apri il tuo cuore all'oscurità. Semplicemente questo.” L'uomo gli tese la mano, e il suo corpo fu avvolto dall'oscurità. “Il tuo cuore diventerà oscurità, inghiottendo tutto il resto...”
Mentre l'uomo parlava, il ragazzo sentì un nuovo potere risvegliarsi dentro di lui. Un potere che non poteva essere sconfitto da niente e nessuno. Il potere dell'oscurità.
Con questo potere al mio fianco non posso più perdere...
Il ragazzo si mise a correre.

<<ЯR>>


Era di nuovo avvolto nell'oscurità.
Non c'è altro che oscurità, completa, profonda. Dove vado? Questa oscurità... sembra in grado di inghiottire vite, voci, cuori, ogni cosa.
Sono già stato qui?
Il ragazzo inclinò la testa da un lato.
“Riku!”
Una voce gridava il suo nome.
E' vero... il mio nome è Riku...
“Riku!”
Il ragazzo ascoltò la voce nell'oscurità.
Di chi è questa voce?
Socchiuse piano gli occhi, e un raggio di sole squarciò le tenebre.
Com'è luminoso...
“Riku!”
Improvvisamente davanti ai suoi occhi apparve il viso di Naminé.
“Argh!”
Il ragazzo si alzò a sedere di scatto, sorpreso.
“Mi hai fatto prendere un colpo, Naminé!”
“Sei tu che hai spaventato me, Riku.” disse lei con espressione un po' triste. “Sembrava che stessi male.”
“Sognavo... c'era una specie di cosa oscura, mi faceva diventare più forte...”
“Tu diventerai sicuramente più forte, Riku.” disse lei, ma il suo viso era ancora velato di tristezza.
“Anche Sora.” rispose lui, ma Naminé scosse la testa.
“No... tu sarai sicuramente il più forte di tutti, Riku. E poi Sora è... ehi, Riku?”
“Eh?” il ragazzo si alzò in piedi, scuotendosi la sabbia dai pantaloni.
“Io... sai, riguardo Sora... ecco, e se ti dicessi che per causa sua devo lasciare le Isole... ?”
“Ma Naminé, che dici? Una cosa del genere non succederà mai!” disse lui sorridendo. E' impossibile. Siamo sempre stati felici tutti inseme qui.
“No... io...”
In quel momento si accorse che poco a poco la figura di Naminé stava diventando sempre più sfocata.
“Naminé?!”
“Mi dispiace, Riku... no... Re... pli...”
“Naminé?!” urlò il ragazzo.
Ma ancora una volta fu inghiottito dall'oscurità.

<<ЯR>>


Naminé era di fronte a un grosso macchinario.
E' quasi finito. Mancano solo un paio di ricordi da sistemare... ma...
Nel momento in cui la sua mano toccò il quadro comandi una voce alle sue spalle la chiamò, facendola sussultare.
“Che stai facendo Naminé? Non volevi mica modificare i ricordi della replica come pare a te, vero?” Naminé si voltò lentamente, ritrovandosi faccia a faccia con la proprietaria della voce. Un lieve sorrisetto increspava le labbra di Larxene. “Che c'è, il gatto ti ha mangiato la lingua?”
Voltando le spalle a Larxene, Naminé rimase in silenzio a fissare il volto del ragazzo raffigurato sul monitor.

<<ЯR>>


----Conversione all'87%----



<<ЯR>>


“Fate del vostro meglio ragazzi!” li incitò Kairi.
In quel momento la sua spada di legno tremò sotto l'impatto di un colpo piuttosto forte.
Il ragazzo bloccò l'attacco di Sora e ridacchiò.
“Tutto qui?!” gridò, e respinse indietro Sora con forza. Sora cadde sulla sabbia, e il ragazzo gli puntò la spada di legno alla gola.
Con un sospiro Sora alzò le braccia in segno di resa: “Ok, ho perso...”
“Devo allenarti ancora un bel po', Sora.” gli disse ridendo, e gli tese un braccio per aiutarlo a rialzarsi.
Sora rise a sua volta, accettando l'aiuto. “La prossima volta vincerò io!”
Il ragazzo gli rispose con una risatina e gettò la spada di legno sulla sabbia.
O meglio, lui la considerava una spada di legno, ma non era niente più che un bastone portato a riva dalla corrente del mare. Non avevano mai avuto spade vere.
“Ahaha, Riku è davvero forte!” disse Selphie raggiungendoli sulla spiaggia. Aveva assistito al combattimento da lontano.
Tidus raccolse il bastone da terra: “Ora tocca a me!”
Sora si mise in posizione di guardia: “Sono pronto! Questa la vinco io!”
Il ragazzo li guardò combattere, sentendosi incredibilmente sereno e in pace.

<<ЯR>>


Il ragazzo era avvolto da un'oscurità illimitata.
“Di nuovo...”
Ormai ho perso il conto delle volte che mi sono ritrovato qui...
L'oscurità era il più forte, il più nitido dei suoi ricordi. Gli altri erano confusi, sfumati. Tra di essi, i volti di Sora, Kairi e Naminé apparivano e scomparivano continuamente.

Presto ti sveglierai.


Il ragazzo si guardò intorno, cercando la sorgente di quella voce misteriosa.

Come ti chiami?


“Io... sono Riku.” rispose il ragazzo, e in quel momento vide una luce apparire in lontananza.

Ora vai, e chiudi la porta.


“Che vuoi dire?”

Vai e lo capirai.


Obbedendo alla voce il ragazzo avanzò verso la luce.
La luce proveniva da una grande porta. E là si ritrovò faccia a faccia con se stesso, un altro se stesso che cercava disperatamente di chiudere la porta.
“Ma cosa... ?” in quel momento la vista gli si offuscò.
“Eh..?!”
Quando rinvenne, si ritrovò in prima persona a spingere la porta nel tentativo di chiuderla.
Ho preso il suo posto... ? No... non è così... io sono lui. Lui era me.
“Sora, prenditi cura di Kairi.” disse il ragazzo, e dall'altra parte della porta Sora annuì.
E' giusto così... Sora può proteggere Kairi... e io proteggerò Naminé.
Non appena la porta si chiuse un boato fragoroso risuonò tutto intorno a lui.
Il terreno iniziò a sgretolarsi sotto i suoi piedi... e poi una pioggia di luce cadde dall'alto. Centinaia di stelle cadenti attraversavano il cielo, scintillando e poi svanendo. Il ragazzo le osservò confuso.
Ma queste sono...
“Riku, ho paura.”
Si trovava sul piccolo molo dell'isola. Lui e Naminé guardavano insieme le stelle cadenti.
Erano centinaia e centinaia, una pioggia di luce ininterrotta, così tante che il ragazzo non riusciva a contarle.
“Certo che...” iniziò il ragazzo. Voleva commentare la stranezza del fenomeno, ma tacque quando si rese conto di quanto Naminé era spaventata.
“Ho paura...”
E' un sogno? “Va tutto bene. Ti proteggerò io.” le disse.
“Davvero? Ma che farai se una di quelle stelle cade sull'isola?”
“La rispedisco dritta da dove è venuta!” disse il ragazzo con un gran sorriso.
“Me lo prometti?” chiese Naminé con voce flebile.
“Te lo prometto.” disse il ragazzo senza esitazione.
Finalmente Naminé sorrise. Dalla tasca del vestito trasse fuori un ciondolo a forma di stella.
“Tieni. Questo portafortuna sarà il simbolo della nostra promessa.”
Era un ciondolo ricavato da un frutto di paopu.
“Si dice che se due persone che si amano portano con sé questo frutto non si separeranno mai.”
Il ragazzo fissò il ciondolo con aria incredula. “Vuoi dire...”
“Vuol dire che qualsiasi cosa ci succeda riusciremo sempre a ritrovarci.” disse Naminé con un sorriso, e in quel momento la sua immagine si offuscò.

<<ЯR>>


Il rumore delle onde risuonava dolcemente nelle orecchie del ragazzo. Ammirava il tramonto sulla piccola isola, immerso nei propri pensieri.
Chissà dov'è ora la ragazza che ha lo stesso nome di queste onde... chissà che sta facendo...
Il ragazzo osservò il portafortuna che lei gli aveva regalato.
“Ehi Riku! Che hai in mano?” Sora era sbucato improvvisamente alle sue spalle. “Ah, un frutto di paopu!”
Il ragazzo rimise il ciondolo in tasca, nascondendolo da Sora, e i suoi occhi ripresero a vagare sull'oceano.
“Cos'era? Dai, dimmelo!”
“Che ti importa...”
Non so perché ma Sora non ricorda nulla di Naminé. Forse... lei se n'è andata subito dopo che lui le ha strappato il blocco da disegno, quindi... sicuramente Sora sta cercando di dimenticare la cosa orribile che ha fatto...
Più penso a Naminé e più detesto il buon umore di Sora.
“Dai, fammelo vedere!”
“Lascia perdere, ok?”
Sora gli frugò in tasca finché non trovò il portafortuna.
“Uh? Un frutto trasformato in ciondolo?”
“Ridammelo.”
“Chi te lo ha dato?” lo provocò Sora, tenendo il portafortuna fuori dalla sua portata.
“Ti ho detto di ridarmelo!” gridò il ragazzo, e un attimo dopo Sora era a terra. Guardandolo con odio, il ragazzo raccolse il ciondolo da terra.
“Cerca di imparare quali limiti puoi superare e quali no, Sora.”
“Eh? Ma perché devi avere tutti questi segreti? Ti vergogni solo perché te lo ha regalato una ragazza?”
Odio il modo in cui Sora calpesta i miei sentimenti. Questo non vuol dire che odio anche lui come persona, ma... uno come me, che non riuscirà mai a essere gentile e onesto come lui... sono geloso, non lo sopporto...
Avvolto dalla luce del tramonto, il ragazzo fissò il portafortuna.

<<ЯR>>


----Conversione al 100%----



<<ЯR>>


In mano stringeva un portafortuna ricavato da un frutto giallo di paopu.
Il ragazzo, la Replica, riprese conoscenza. Era in piedi in una stanza di marmo bianco.
“Dove mi trovo... ?”
Aveva una strana sensazione, come se qualcosa fosse fuori posto.
“Qualcosa non va, Naminé?”
All'udire quel nome la Replica si guardò intorno.
Naminé... giusto.
“Per cosa ti struggi con quella faccina depressa? Ti sei pentita di aver modificato i ricordi di Sora? Oppure...”
Il ragazzo si piantò di fronte a Larxene, interrompendola. “Basta così, Larxene. Naminé non vuole più sentir parlare di Sora.”
Larxene scrollò le spalle: “Ma davvero.”
“Non preoccuparti Naminé, non permetterò a nessuno di darti fastidio. Lo prometto sul portafortuna che mi hai regalato.”
Naminé si limitò a fissare la replica con espressione triste.
“A dopo.” salutò la Replica, e uscì dalla stanza.

<<ЯR>>


Un'altra stanza bianca. Ormai ci ho fatto l'abitudine.
La Replica stava aspettando Sora.
Devo sconfiggerlo, qui e ora. Quello era l'unico pensiero che occupava il suo cuore.
Sentendo un rumore di passi in avvicinamento la Replica si voltò: “Sei testardo, Sora. Ti avevo detto di tornare a casa.”
Sora gli si fermò di fronte e sorrise: “Non me ne vado finché non avrò salvato te e Naminé.”
“Non mi pare di aver mai chiesto il tuo aiuto.” la Replica evocò la propria arma, mettendosi in posizione di guardia. Non ho bisogno di lui. Io e Naminé siamo felici qui nel Castello dell'Oblio...
“Ma Kairi ti sta aspettando a casa, Riku!” gridò da dietro le spalle di Sora uno degli attendenti del Re, Pippo.
“Kairi... ” mormorò la Replica. I ricordi legati a Kairi erano terribilmente vaghi nella sua mente. Ma è perché io ho Naminé.
“E' vero.” disse Sora. “Kairi non vede l'ora di rivederti.”
La Replica sbuffò. “Ti sei dimenticato? Cosa ti ho detto quando abbiamo chiuso la porta di Kingdom Hearts? ‘Prenditi cura di Kairi’. Io non tornerò più a casa. Ormai ho deciso.”
“Kairi non è l'unica!” Sora non si dava per vinto. “Hai tanti amici che...”
Tanti amici... forse è vero. Ma non mi ricordo molto bene né di loro né di Kairi...
“Quella banda di perdenti? Li ho già dimenticati.” rispose.
“Ma... !” Sora era esterrefatto.
“E tu Sora? Non dirmi che tu ti ricordi tutte le loro facce.”
“Ma che dici, certo che... “
Sora si interruppe, sconcertato. Anche lui stava perdendo i ricordi, e la scoperta rincuorò un po' la Replica.
Già... è colpa di questo castello se i miei ricordi sono così confusi...

“Non ti preoccupare, succede a tutti quelli che passano del tempo in questo castello. Ti fa dimenticare le cose inutili, così puoi ricordare quelle veramente importanti. E io l'ho ricordata, Sora. Ora so qual è la cosa più importante per me.” disse la Replica con una risata.
“Come, le cose inutili... ?”
“Io devo proteggere Naminé” lo interruppe la Replica. “Tutto il resto non conta.”
Sora lo fissò interdetto e poi, per qualche strana ragione, gli sorrise. “Ehi, Riku... magari una bella sfida può aiutarti a ricordare?” disse evocando il Keyblade.
“Staremo a vedere.” anche la Replica preparò la propria arma.
“Paperino! Pippo!” gridò Sora.
“Quack, abbiamo capito!”
I due attendenti del Re si levarono dal centro della stanza, allineandosi alla parete.
“Cos'è, rimuovi gli ostacoli?”
“E' una sfida tra me e te!” disse Sora, e si lanciò all'attacco.
Con un grido la Replica parò il colpo, e la mano gli si intorpidì per la forza dell'impatto.
“Ti ricordi Riku? Combattevamo sempre così sulla spiaggia!”
“Se stiamo parlando di te che perdevi sempre, me lo ricordo eccome!” la Replica respinse il Keyblade e tentò un affondo con la propria lama.
“Allora dovresti ricordare anche il resto!”
Continuarono ad attaccarsi senza sosta, colpo su colpo, finché a entrambi non mancò il respiro.
“Fai uno sforzo, Riku! Ricordatelo!”
L'ultimo attacco di Sora lo colpì con potenza spaventosa, e le sue dita persero la presa sulla spada, che volò lontano.
La Replica cadde in ginocchio. “Dannazione... “
“Riku... “
“Non sei riuscito a farmi ricordare proprio un bel niente. Vuoi combattere ancora?” gridò la Replica rimettendosi in piedi su gambe malferme.
Ma Sora si limitò a tendergli la mano.
“Dai, Riku. Invece di combattere perché non andiamo insieme a salvare Naminé?”
“Insieme, dici... ?” la Replica scostò via la mano di Sora. “Sei sempre il solito. Cerchi sempre di farti strada nel mio cuore in questo modo!”
“Che vuoi dire?”
Tu hai dimenticato Naminé, ma io non ho dimenticato quello che hai fatto quel giorno.

“Umpf. Ovviamente lo hai scordato. Per te non ha mai avuto importanza!”
Dopo queste ultime parole la Replica voltò le spalle a Sora, imboccò di corsa la rampa di scale e sparì oltre la porta.
I miei ricordi di Naminé... e il portafortuna. Ma perché odio così tanto Sora? Perché... perché?

<<ЯR>>


Naminé li guardava combattere attraverso una grossa sfera di cristallo, il blocco da disegno stretto saldamente contro il petto.
Axel le si avvicinò con aria tranquilla. “Ti dispiace per lui?”
Naminé sollevò la testa, osservandolo.
“Beh, non puoi. Noi Nessuno non potremo mai essere ‘qualcuno’.”
Naminé abbassò di nuovo lo sguardo, le mani poggiate sulle ginocchia.
E' colpa mia...
“Ehi Naminé” continuò Axel a voce più bassa, quasi in un sussurro. “Forse c'è qualcos'altro che puoi fare, non credi?”
Naminé continuò a guardare a terra, immobile.

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Ok, ho letto sia il capitolo 4 che il 5! Secondo me sono davvero carini, perché mettono molto in risalto il cambiamento di Repliku, dandogli quel po' di spazio che, per ragioni di copione, manca nel gioco. Il capitolo 5 secondo me ha una narrazione un po' frammentata, ogni tanto perde la sua linearità, però è carino e si fa leggere!
 
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Capitolo 6 - Resa




Di fronte alla Replica, che era fuggita dopo la sconfitta contro Sora, apparve il membro dell'Organizzazione dai capelli rossi, Axel. “Ehi Replica... cioè, Riku.”
“Che vuoi?” chiese la Replica ansimando e fissando il nuovo arrivato con aria minacciosa.
“Era forte l'eroe, eh?” fece Axel con un sorrisetto. “Naminé dice che i ragazzi forti sono il suo tipo.”
La Replica non rispose. Abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. Dov'è che ho sbagliato? E perché odio Sora così tanto?
Non riusciva a dare un senso ai suoi ricordi confusi.
“Che dici Riku? Non vuoi provare a diventare ancora più forte?”
“Spiegati.”
Axel gli lanciò una carta. “Se usi questa ci riuscirai. Che te ne pare?”
“Perché vuoi aiutarmi?” chiese la Replica fissando la carta che era caduta sul pavimento. Era completamente nera, senza alcuna immagine sopra.
“Perché anch'io voglio vedere l'eroe sconfitto.”
Non mi sta dicendo tutta la verità, capì istintivamente la Replica. Ma ciò non toglie che ora come ora non sono in grado di battere Sora. E' un dato di fatto.
“Su, avanti Riku.” La Replica raccolse la carta e si diresse verso la porta in fondo alla stanza. “Bravo. Vai di fronte alla porta e solleva la carta. Lì capirai come diventare più forte.”
Le parole di Axel lo tentavano. La Replica fece come gli era stato detto, e Axel lo guardò varcare la soglia con un sorriso soddisfatto.

<<ЯR>>


Dopo aver lasciato la Città di Mezzo, Riku si ritrovò in un mondo costellato di fiori giganti. Era sicuro di non esserci mai stato prima di allora.
“Ma allora questi ricordi di chi sono... ?” mormorò mentre abbatteva un Heartless dopo l'altro. Comunque non aveva importanza. Ovunque l'oscurità decidesse di seguirlo, a lui non restava altra scelta che distruggerla. Altrimenti non gli sarebbe rimasto alcun futuro. E perciò Riku continuò a correre, correre, correre.

<<ЯR>>


Nella stanza bianca, completamente vuota, Paperino si guardava intorno con aria nervosa: “Ero convinto che avremmo di nuovo trovato Riku ad aspettarci, e invece...”
“Stavolta niente. Forse non vuole più combattere contro Sora.” ipotizzò Pippo. Lui e Paperino lanciarono un'occhiata preoccupata a Sora. Finora Riku era comparso dopo ogni mondo che avevano visitato, ma stavolta non c'era traccia di lui.
“Lo spero proprio...” mormorò Sora tra sé e sé, lo sguardo corrucciato.
Attraverso una sfera di cristallo, tre figure vestite di nero osservavano la scena . Larxene sollevò un sopracciglio elegante e rivolse a Vexen uno sguardo carico di sfida. “Che succede, Vexen? ‘Riku’ non doveva obbedirti? Che fine ha fatto? Che sta facendo?”
Accanto a lei, Axel sogghignava: “Ma come, si sta nascondendo apposta per attirare Sora in trappola, no? Non ci eri arrivata?”
In questo momento Riku, cioè, la Replica, dovrebbe aver iniziato il suo viaggio tra i mondi. Axel sorrise tra sé e sé. Tutto procedeva secondo i piani.
“Oooooh, mi dispiace tanto! Scusa se ho dubitato, è che ogni volta non si capisce mai se i tuoi esperimenti funzionano o no, e quindi...”
“Silenzio!” Vexen tremava lievemente per la rabbia.
“Oh, la verità fa male, lo so. Certo che non credevo che potessi essere così ingenuo...”
“Se vuoi sapere come la penso... “
Le liti tra questi due sono sempre così prevedibili. Ma ecco che entra in scena la star dello show...
“Basta così.”
Marluxia era apparso tra Larxene e Vexen, separandoli. Era lui il leader del Castello. Axel lo guardò tenendo le braccia incrociate. Con la coda dell'occhio vide Naminé tremare come un animaletto braccato, lo sguardo rivolto verso il basso.
“Vexen, la tua operazione è stata un fallimento. Vedi di non deluderci ancora.”
Per un momento il viso pallido di Vexen si accese di un vivo rossore, come le forze gli fossero tornate. “Deludere te? Ma chi ti credi di essere?! Sei il numero XI dell'Organizzazione e io il numero IV, non prendo ordini da te!!” gridò, e sembrava che stesse per saltare alla gola di Marluxia da un momento all'altro.
“Tuttavia Naminé e il Castello sono stati affidati a me. In questo luogo opporsi a me equivale a tradire l'Organizzazione.”
Larxene scoppiò a ridere come se Marluxia avesse fatto una battuta divertentissima: “I traditori vengono eliminati, è la regola!”
E' vero. Non c'è pietà per i traditori. Le regole dell'Organizzazione sono queste.
“In nome dell'Organizzazione dichiaro la tua operazione un fallimento. Farò rapporto al Superiore della tua incompetenza.”
Il Superiore... un uomo che un tempo aveva un altro nome, e altri ricordi. E' lui la vera copia, il vero falso. Lui che ha rubato il nome Ansem...
“Ma... aspetta! Per una sciocchezza simile! Puoi... puoi chiudere un occhio per una cosa così piccola!”
Marluxia sogghignò alla preghiera di Vexen: “Solo a una condizione.” disse piano.
Vexen sollevò lo sguardo: “Una condizione?”
“Distruggi Sora con le tue mani.”
“Cosa?!”
Mentre simulava sorpresa per l'ordine di Marluxia, Axel vide con la coda dell'occhio Naminé tremare per la paura.

<<ЯR>>


Al di là della porta c'era un mondo immerso nella luce del tramonto.
“Dove sono... ?” la Replica si guardò intorno, sbattendo le palpebre per il riverbero del sole. “Davvero posso diventare più forte in un posto come questo?” Sembrava un luogo tranquillo, dall'atmosfera quasi sonnolenta. Hanno detto che in questo Castello si possono ritrovare i ricordi perduti, ma io non riconosco nulla di questa città. Però sembra così calda in confronto alla desolazione oscura che riempie il mio cuore...
La Replica si mosse in una direzione a caso. Di Heartless neanche l'ombra. Improvvisamente, però, percepì uno spostamento d'aria alle proprie spalle.
“Eh?”
Un ragazzo biondo gli sfrecciò accanto su uno skateboard, ma non parve accorgersi di lui.
“Aspetta!”
La Replica corse dietro al ragazzo lungo una discesa che sbucava in una piazza piuttosto ampia, circondata da negozi. In giro non c'era anima viva. Sospirò.
“Chi diamine era... “
Il ragazzo biondo sembrava sparito nel nulla, come se fosse stato un'illusione.
La Replica riprese a vagare per la città dipinta di tramonto, e arrivò in una zona periferica, deserta, dove un grosso buco si apriva sulla facciata di un muro.
“Chissà cosa c'è da quella parte... “ disse tra sé e sé, avvicinandosi.

<<ЯR>>


Attraversata la foresta di fiori giganti Riku si ritrovò di fronte un Heartless enorme, il Trick Master. Senza esitazione spiccò un salto con tutta la sua forza e abbatté l'Animofago sul braccio della creatura.
“Heartless... sempre e solo Heartless... “ borbottò con rabbia mentre atterrava, e nello stesso momento il Trick Master lo colpì. Fu sbalzato via e cercò di arrestare la caduta aggrappandosi al suolo con le dita, poi si rimise in piedi in un unico, fluido movimento e ripartì all'attacco. Le dita gli sanguinavano.
Non importa. Devo sconfiggerlo. Devo sconfiggerlo per rivedere Sora e distruggere l'oscurità nel mio cuore.

<<ЯR>>


La Replica si chinò per attraversare il buco e si ritrovò in una foresta scura. Avanzò con cautela, guardandosi attorno. La foresta era permeata da un'atmosfera malinconica che alla Replica sembrava rispecchiare perfettamente ciò che sentiva nel proprio cuore.
Perché non ho saputo sconfiggere Sora? E... perché volevo combattere con lui? Perché Naminé lo detesta, certo. Se Naminé non vuole più vederlo, allora io lo devo fermare. Non potrebbe essere più semplice di così. Allora... perché c'è tutta questa tristezza nel mio cuore? Le sue dita si strinsero attorno al portafortuna nella sua tasca. Ho fatto una promessa a Naminé. Questa non è una bugia... ecco perché devo sconfiggere Sora.
In lontananza vide una radura inondata dal sole. Cercando di ignorare la propria ansia corse in quella direzione, sbucando a limitare degli alberi di fronte a una grossa villa.
“Sora... ?” Nella radura vide Sora e Vexen che si fronteggiavano. Nessuno dei due si era accorto della sua presenza. Stavano gridando qualcosa l'uno contro l'altro.
“Ma guarda, anche tu qui... Riku.“
La voce veniva dalle sue spalle. La Replica si voltò e si trovò faccia a faccia con Axel. “Che cavolo stai cercando di fare? Avevi detto che venendo qui sarei diventato più forte!”
Axel sorrise: “Davvero?”
“Mi hai preso in giro?!”
“No, assolutamente no. Ma ora stai zitto e guarda, Riku.”
La Replica spostò lo sguardo sulla radura, dove Sora e Vexen avevano iniziato a combattere.
“E' proprio forte, eh?”
La Replica osservava in silenzio. Sì, Sora è forte, ma...
“Non mi importa niente! Fai tornare Riku come prima!” gridò Sora, colpendo Vexen con il Keyblade.
“Oh cavoli. Se non mi sbrigo qui le cose finiscono male.” disse Axel, ma sembrava più rivolto a se stesso che alla Replica.
“Come prima? Stupido... non hai capito niente. Per quel Riku non c'è altro destino che sprofondare nel nulla dell'oscurità.”
Le parole di Vexen scossero la Replica. Cosa... ? Io... sprofonderò nel nulla dell'oscurità...
?

“Ahaha, su questo non ci contavo proprio!” rise Axel, come se fosse una cosa da nulla.
“Che vuoi dire?”
Axel sorrise: “Tu vai avanti, io ho un paio di cose da sistemare.”
In quel momento il corpo della Replica fu avvolto dalla luce.
“Che... ?” Un istante dopo si trovava di nuovo in una sala bianca del Castello. “Ma che.... “ Ma che diamine è successo? Non capisco. Il nulla dell'oscurità? E che sta complottando quell'Axel? Che devo fare? La testa... sembra esplodermi...

Odio Sora!


Naminé lo ha detto, ne sono sicuro. No... lo ha fatto davvero? I miei ricordi sono sempre più sfocati. L'unica certezza... è che devo proteggere Naminé da Sora. Devo sconfiggere Sora. Proteggere Naminé. La Replica continuò a ripetersi queste parole nella testa, ancora e ancora, finché non sentì i passi di qualcuno che si avvicinava. Erano Sora e i suoi amici.
Sora gli sfrecciò accanto senza nemmeno notarlo. “Sora... se non ti fermi adesso farai soffrire Naminé” disse. Quella era la verità. Non poteva essercene un'altra.
Sora si voltò a guardarlo. “Vuoi ancora combattere contro di me?” gridò. “Ma Vexen è morto, ora sei libero dal suo controllo!”
La Replica si accigliò per un momento. Vexen mi controllava? Ma i suoi sentimenti per Naminé spazzarono via ogni dubbio. Le ho fatto una promessa. “Devo fermarti per proteggere Naminé. Questo mi dice il mio cuore.” disse sollevando la propria arma.
“Perché non possiamo proteggerla insieme?!”
No, non possiamo farlo, mai. Perché... Naminé odia Sora. “Proteggerla è compito mio! Gliel'ho promesso tanto tempo fa!”

Me lo prometti?
Te lo prometto.


Quella notte le ho fatto una promessa. “Quando eravamo piccoli sull'isola c'è stata una cascata di stelle cadenti. Naminé era spaventata, aveva paura che una stella cadesse sull'isola, e allora io le ho detto ´se una stella cade su di noi io la rispedirò indietro, ti proteggerò´... “
“Ma... è la stessa storia di Sora!” esclamò Pippo interrompendo la Replica.
“Che stai dicendo?”
“Ma... quella volta sono stato io a fare la promessa a Naminé. La notte delle stelle cadenti io ho promesso di proteggerla!”
Sora è convinto di avere gli stessi miei ricordi. “Non è vero! Tu non eri nemmeno lì!” Quella notte eravamo solo noi due. Sora non c'era.
“No Riku, tu non c'eri! Ho anche il portafortuna che mi ha dato lei per dimostrarlo!”
“Il portafortuna... ?”
“Guarda!” Sora estrasse un ciondolo dalla tasca e... era identico a quello che aveva la Replica.
“Perché lo hai anche tu... ah, ma certo!” la Replica avanzò verso Sora con l'arma in pugno.
“Riku... ?”
“Il tuo portafortuna è un falso! Quello vero ce l'ho io!” gridò estraendo dalla tasca il suo.
“Ma... non è possibile!”
“Distruggerò quel falso!” la Replica si lanciò all'attacco di Sora.
“Argh!” Sora parò con fatica il colpo tremendo.
“Non è un falso! Me lo ha dato Naminé!” ora anche Sora urlava.
La Replica lo respinse, cercando di non dare peso alle sue parole. “Il mio è quello vero!”
Ma...
“No, quello vero è il mio!” Sora colpì con tutta la sua forza, e la Replica fu scagliata a terra.
“Argh... “ si rialzò in piedi, respirando pesantemente. Perché... non riesco a vincere? Sto davvero precipitando nel nulla dell'oscurità... ? Migliaia di dubbi affollavano la sua mente.
“Riku!” la Replica corse via, ignorando le urla di Sora che lo chiamava. Non si accorse che il portafortuna gli era caduto dalla tasca.

<<ЯR>>


In una stanza buia nei sotterranei del Castello Lexaeus apparve al fianco di Zexion. Tornava da una ricognizione.
“Che succede, Lexaeus?” domandò Zexion.
Per un attimo sul viso di Lexaeus si dipinse un'espressione di disappunto misto a paura. Poi disse in tono calmo: “Vexen è stato eliminato.”
“Sì, l'ho percepito anch'io. Ho sentito l'odore di Axel che lo annientava. Un membro dell'Organizzazione che elimina i propri compagni... è deplorevole.”
L'espressione di Zexion è indecifrabile... non riesco a capire se pensa davvero quello che dice o no.
Le luci flebili della stanza si riflettevano sui loro visi pensierosi.
“Il problema è Sora. Si è rivelato abbastanza potente da sconfiggere Vexen, ed è ancora sotto il controllo di Naminé. Presto diventerà il burattino di Marluxia.” disse Lexaeus abbassando lo sguardo.
Ma Zexion insistette: “E allora che facciamo? Eliminiamo Sora prima che cada nelle mani di Marluxia?”
Eliminare Sora... Lexaeus sgranò gli occhi. “Non sarà necessario. Se Marluxia si impadronisce della luce di Sora, allora noi prenderemo l'oscurità.”
“Vuoi dire Riku... ?” chiese Zexion. Lexaeus annuì, e scomparve.

<<ЯR>>


Nella stanza della sfera di cristallo Naminé sedeva in un angolo, con gli occhi bassi. In questo momento Sora sarà quasi arrivato sull'isola. Lì troverà me... e perderà l'ultimo frammento dei suoi ricordi.
“Naminé.” la ragazza alzò lo sguardo e si trovò di fronte Axel. Aveva sempre avuto la sensazione che quell'uomo fosse fuori posto nell'Organizzazione. “Sei tutto ciò che gli resta.” disse lui, e Naminé abbassò di nuovo lo sguardo.
E' per questo che ho modificato i suoi ricordi. Ma ora non posso più fare niente.
“Sei l'unica che può salvarlo.” Naminé lo guardò di nuovo. Non capiva dove volesse andare a parare. “Devo ripetertelo? Sei l'unica che può salvarlo.”
“Ma... è troppo tardi.” rispose con voce flebile. Non posso più fermare quello che ho iniziato. E' troppo tardi...
“E' un po' presto per dirlo, no?” Axel si avvicinò e la guardò dritto in faccia. “Ehi Naminé, hai notato? Marluxia non è qui ora.”
“Che stai dicendo... “
Axel sogghignò: “Sto dicendo che adesso nessuno ti fermerà.”
Quindi... in altre parole, tu non mi fermerai? Naminé si alzò in piedi lentamente.
“Non sprecare l'occasione.”
Naminé annuì e corse via dalla stanza. Axel la guardò uscire.
“Eh eh eh... “ rise. “Aahahahah. Ora sì che le cose si fanno interessanti. Ci avviciniamo allo scontro finale!” Axel si avvicinò alla sfera di cristallo e osservò l'immagine di Sora al suo interno. “Avanti... Sora! Naminé! Riku! Marluxia! Larxene! Spero che mettiate su uno spettacolo con i fiocchi! Voglio divertirmi, okay?” disse con un sorriso, toccando la sfera di cristallo.
Nella sfera apparve l'immagine della Replica. “E tu sei l'ultima cartuccia da sparare, copia... “ mormorò Axel guardando la Replica correre per i corridoi del Castello.

<<ЯR>>


Naminé correva giù lungo una rampa di scale. Sora deve essere già entrato. Se non mi sbrigo non farò mai in tempo.
In quel momento vide una figura stagliarsi davanti a lei.
“Ah... “ convinta che fosse un membro dell'Organizzazione arretrò istintivamente, ma poi vide che era solo la Replica.
“Naminé!” gridò lui, pallido come un fantasma. Naminé sentì un tremito attraversarle le spalle.
“Riku... cioè... Replica... “ Naminé aveva parlato a voce così bassa che il suo sussurro non raggiunse la Replica.
La Replica era fuori di sé: “Ehi, Naminé! Mi avevi detto che odiavi Sora, e allora... mi avevi detto che non volevi più vederlo, e allora io... io pensavo di proteggerti e... ma, Naminé... lui ha lo stesso portafortuna che ho io... perché Naminé? Perché?!” si prese la testa tra le mani, sofferente.
“Io... “ per un attimo Naminé abbassò lo sguardo, poi fissò la Replica dritto negli occhi: “Mi dispiace.” disse con voce flebile.
La Replica la afferrò per una spalla. “Come sarebbe ‘ mi dispiace’ ?!”
“I tuoi ricordi sono stati creati da me.” disse lei con voce chiara. “Sono falsi. E anche quelli di Sora. Vedi... io sono una strega che può manipolare i ricordi.”
“I miei ricordi... i ricordi di Sora... sono falsi?”
“Li ho creati disfacendo e connettendo le catene di ricordi. I tuoi ricordi li ho creati modificando la catena di ricordi di Riku... e poi li ho impiantati in un fantoccio costruito da Vexen.” la Replica cadde in ginocchio, come se le parole di Naminé gli avessero risucchiato tutta la forza. “Mi dispiace... ho commesso un errore... ed è per questo che ora devo andare.”
La Replica nascose il viso tra le mani. “Che vuoi dire?! Dimmelo, Naminé!” urlò. Naminé iniziò ad allontanarsi; poi gli voltò le spalle e si mise a correre. “Naminé, aspetta!” Non si fermò, non si voltò una volta sola indietro. “Naminé... !” Non rimase nessuno a udire l'urlo della Replica.

<<ЯR>>


La stanza bianca era permeata da un odore orribile. Riku percepì subito una presenza ostile e si mise in posizione di guardia, l'Animofago pronto a colpire. “Sei un ‘nessuno’ anche tu, vero? Ti riconosco dalla puzza.”
Davanti a Riku apparve una figura massiccia. “Mi chiamo Lexaeus. Vedo che sei all'altezza della tua reputazione, Riku. Sei stato bravo ad arrivare fin qui. Davvero eccellente. Ma per uno come te, avere paura dell'oscurità... che spreco.”
Riku si accigliò. “Io... non ho paura.” disse, più a se stesso che al membro dell'Organizzazione. “Io... “
“Lo sento.” lo interruppe Lexaeus. “Sei in grado di controllare l'oscurità. Liberati del timore di usarla, apri il tuo cuore e accettala.”
“E se dicessi di no?” rispose Riku con impazienza. Non ho bisogno del potere dell'oscurità. Voglio essere forte... ma con le mie forze, nient'altro.
Lexaeus sorrise per un attimo, poi evocò un enorme tomahawk. “Perderai sia la tua oscurità che la tua luce, e cadrai qui e ora!” gridò, e dal suo corpo proruppe una potente forza oscura. Tanto potente da ricordare a Riku quella di Ansem.
L'impatto lo fece tremare.
“Questo è il potere dell'oscurità! Chi ha un cuore debole e teme l'oscurità non può sperare di battermi! E ora arrenditi! Apri il tuo cuore all'oscurità!”
“Mai!”
Riku caricò Lexaeus con l'Animofago sguainato. “Io non ho paura dell'oscurità!”
“Ah! Menti! Puoi diventare forte quanto vuoi, ma se non accetti l'oscurità... ti spezzerai!”
Il colpo di Lexaeus scagliò Riku sul pavimento, spaccandolo e facendo volare pezzi di marmo da tutte le parti. Lexaeus ne afferrò uno e lo frantumò nel suo pugno. “Argh... “ Riku schivò i detriti e saltò oltre la testa di Lexaeus, atterrando alle sue spalle e colpendolo con un fendente alla schiena.
“Avanti!” gridò, colpendo ancora e ferendolo gravemente. Ma...
“Non ci siamo!” Lexaeus scagliò l'arma contro Riku. Lo colpì, strappandogli un gemito di dolore e facendolo cadere in ginocchio.
“Io... non perderò da uno come te... non mi farò sconfiggere dall'oscurità!”
Con un ultimo scatto Riku mirò al petto di Lexaeus, trafiggendolo con l'Animofago. “Aaargh... che potere immenso... “ Lexaeus barcollò e cadde in ginocchio. Riku indietreggiò con un salto per mettere distanza tra sé e l'avversario, respirando pesantemente.
“Allora... Lexaeus... che ti prende?” lo derise, respirando a fatica. Posso batterti... senza usare l'oscurità. “L'oscurità... non è tutto. Io... ho vinto.”
Lexaeus fece un sorrisetto. “Argh... ho perso, questo è vero. Ma non sottovalutarmi! L'oscurità che proromperà nel momento in cui svanirò ti inghiottirà vivo!”
Un istante dopo Riku fu travolto da un'onda di oscurità ancora più potente di quella all'inizio della battaglia. “C... Cosa?!” Era circondato da oscurità potentissima, che lo avvolse completamente finché non riuscì a vedere più nulla.
“Aahahahahhaha! Questo è il potere del numero V dell'Organizzazione... io, che un tempo ero l'amato discepolo di quell'uomo!” con queste ultime parole anche il corpo di Lexaeus fu inghiottito dall'oscurità e svanì.

<<ЯR>>


Oscurità. Oscurità ovunque io guardi, tutto intorno a me... Riku era solo. “Che... che mi è successo... ?” mormorò guardandosi intorno. “Dove sono... ?”
“Lo vedo... “ sussurrò una voce. “Lo vedo... “
“Lexaeus?!” gridò Riku.
“Riku... “ la voce sogghignante risuonò nelle sue orecchie. “Vedo il tuo cuore... “
“No, non è vero! Questa puzza di oscurità... non può essere... ?!”
“Sì... ricorda il passato... accoglimi di nuovo nei tuoi pensieri, nel tuo cuore... “
Riku ricordò quella presenza inquietante, quell'odore... Questo odore... sì. “Ansem!” gridò. Era il nome dell'oscurità che si era annidata dentro di lui.
“Eh eh eh eh... Riku... hai chiamato il mio nome. Stai pensando a me... “
La voce gli fece salire un brivido gelido lungo la schiena. Quei ricordi... no, non voglio più pensarci. La sensazione orribile nel momento in cui Ansem si è impadronito del mio corpo...
“Hai paura dell'oscurità... e questo è un bene... più pensi a me e più si avvicina il tempo del mio ritorno... e quando finalmente m risveglierò... mi impossesserò del tuo cuore e... “
Riku arretrò, pressato dall'oscurità. L'oscurità si ammassa su di me, come se... fosse a caccia del mio cuore.
“Controllala!” lo esortò la voce, e in quel momento Ansem apparve davanti a lui.
Ansem... Riku non riusciva a muoversi, come se lo sguardo gelido di Ansem lo avesse trasformato in una statua di ghiaccio. Come posso sfuggire all'oscurità? Come posso sfuggire ad Ansem? Lo sguardo di Ansem lo trapassò a parte a parte.
“Riku, no! Non lasciarlo avere il sopravvento!” gridò una seconda voce dal nulla, e un caldo raggio di luce avvolse Riku.
“Questa voce... Maestà!” gridò Riku, circondato dalla luce.
“Bastardo di un Re!” l'urlo di Ansem fu soffocato dalla luce.
“Aaah... “ Riku aprì gli occhi e si ritrovò sul pavimento della sala bianca. Mi sento un po' scosso... ma non sono ferito. “Maestà... mi ha protetto lei?” Riku si rialzò con fatica. “Maestà! Dov'è! La prego, risponda!”
Si guardò intorno disperatamente, ma il Re non si vedeva da nessun parte. Non sentiva nemmeno più la sua voce.
“E' al mio fianco, vero... Maestà... “ Riku strinse un pugno contro il petto, e in quel momento una voce flebile risuonò nella stanza.

Riku, non sei solo.


Rinvigorito dal pensiero che il Re vegliava su di lui, Riku riprese il cammino.

<<ЯR>>


E' una bugia... i miei ricordi non sono falsi! Ha mentito! La Replica correva alla ricerca di Naminé. Devo trovarla e farle dire che è tutto falso. E devo proteggerla da Sora. Sono i ricordi di Sora a essere falsi... Spalancò una porta e si ritrovò nell'ennesima stanza bianca. Al centro c'erano Naminé e Sora, immersi in un fitto discorso. Devo proteggere Naminé da Sora...
“E' perché sono entrata nei tuoi ricordi, Sora, e... “
La Replica si intromise: “Perché non lasci spiegare me?” gridò.
“Riku!” gridò Sora sorpreso.
“E' semplice. I tuoi ricordi sono falsi. Non sei mai stato tu a promettere a Naminé di proteggerla, ma io! Ma tu ti sei intromesso! Sei manipolato da ricordi falsi, Sora!” La Replica caricò Sora facendo lampeggiare la sua lama.
“Basta!” urlò Naminé, ma la Replica non le prestò ascolto. Sora trattenne il respiro, bloccando il colpo della Replica con il Keyblade.
“Sono io che devo proteggere Naminé!” gridò la Replica, arretrando e poi lanciando un altro assalto contro Sora.
“Riku, fermati!” cercando di ignorare le grida di Naminé la Replica colpì Sora e lo buttò a terra. “Sora!” urlò Naminé.
“No... Riku... “ Sora cercò di rimettersi in piedi barcollando, mentre la Replica si avvicinava lentamente a lui.
“Ho vinto.” la Replica puntò l'arma al volto di Sora.
“No Riku, ti prego!” lo supplicò Naminé. Ma la Replica sollevò la lama per sferrare il colpo di grazia.
“Sparisci, falso!”
“No!” urlò ancora una volta Naminé, e la stanza fu invasa da un lampo di luce.
Lo sguardo della Replica si annebbiò. Si lasciò sfuggire un gemito mentre cadeva, le gambe non più in grado di sorreggerlo.

Me lo prometti?


La voce di Naminé sembrava lontanissima.
“Riku... ?”
Sentiva la voce di Sora che lo chiamava.
Ma... non capisco... io sono... ?
“Riku! Riku!”
La voce di Sora è così lontana... io ti odio. Ma allora perché chiami il mio nome in quel modo?
Avvolto dalla luce, la Replica perse coscienza.

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