CITAZIONE
Mamma mia, considerando che la prima parte era del 2020 (ricordo di averla guardata su YouTube durante la pandemia), i tempi sono davvero lunghissimi.
Purtroppo, Lis, è normale ormai che ci vogliano tutti questi anni per sviluppare un videogioco, soprattutto se vuoi un videogioco veramente fatto bene per la PS5. Non sono più i tempi della PS1 o della PS2, i motori grafici attuali spingono a fare lavori molto lunghi e se vuoi un gioco che ti sappia coinvolgere, almeno a livello di gameplay, devi dare agli sviluppatori molto tempo.
Comunque oggi sono qui per parlare del secondo capitolo di questo remake, dato che ho finito di visionare i gameplay di Otakuman su Youtube!
Allora la trama del Rebirth segue (pur con qualche lieve variazione) la storia del gioco originale dalla fuga da Midgard fino al Tempio degli Antichi dove avviene un certo evento che i fans conoscono bene.
Debbo dire che a livello di trama hanno fatto un buon lavoro sia come sviluppo degli eventi che come caratterizzazione dei personaggi, specie quelli secondari: Dyo, il proprietario del Gold Saucer, rimane un po' una macchietta ma ha un minimo di dignità, il passato di Barrett e Dyne è ben reso e commovente come nell'originale, e l'inserimento di Yuffie e Vincent Valentine nel party è ben reso, specie considerando che nel gioco originale erano personaggi opzionali.
Anzi, sono persino riusciti a dare una boss battle decente a Palmer (nel gioco originale la sua boss battle era una barzelletta, in linea col personaggio).
Hanno fatto anche un bel lavoro sulla possibilità che Cloud possa avere una romance o con Aerith o con Tifa (anche se i pare fosse una meccanica già presente nel gioco originale).
Tra l'altro mi ha sorpreso come hanno reso il personaggio di Cid Highwind. Non tanto il fatto che è presente ma non è giocabile (come Red XIII nel primo capitolo del remake), a proprio per l'estetica: è palesemente più giovane di come lo ricordavo! O meglio, ufficialmente, ha 32 anni nel gioco originale... ma li portava male! Cioè, negli artwork di Nomura e in Kingdom Hearts il personaggio sembrava un cinquantenne. Qui, invece, anche fisicamente, li dimostra i 32 anni.
Bello poi che Red XIII ha inizialmente una voce profonda e poi, una volta rivelata la sua vera identità di Nanaki, assume la sua vera voce che è squillante, quasi bianca, perché per la sua specie è ancora un adolescente.
Tutto bello per la trama? In realtà no, c'è ancora una sottotrama relativa ai Numen, queste creature "guardiane del destino" e a Zack Fair, che si ritrova in una realtà parallela in cui lui non è morto, e si gira intorno a degli esiti diversi della storia. Purtroppo non se ne percepisce lo scopo a livello narrativo e si spera che il prossimo e ultimo capitolo di questo remake ci dia delle delucidazioni in merito.
Insomma, la trama del remake di FF7 avrebbe funzionato anche senza queste ultime aggiunte.
A livello di gameplay nulla da ridire; abbiamo tante ambientazioni diverse da esplorare e diversi minigicohi divertenti da fare, tra cui il gioco di carte Regina Rossa, che però non raggiungerà mai di fama il Gwent di The Witcher 3.
Ottime le musiche, ma c'è un problema con i sottotitoli italiani: essi sono settati sul doppiaggio giapponese, non su quello inglese e perciò a volte c'è una discrepanza tra il parlato anglofono e le didascalie italiane nei filmati. Un problema che c'era anche nel primo capitolo del remake.
In definitiva, ritengo che sia un ottimo prodotto, che va giocato sia dai fan di FF7 che dai non fan.
