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sgfenice
view post Posted on 8/1/2014, 15:12 by: sgfenice
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BATMAN

Batman (in italiano letteralmente "uomo pipistrello") è un personaggio dei fumetti ideato da Bob Kane e Bill Finger[1] (sebbene solo Kane sia stato per lungo tempo riconosciuto ufficialmente come ideatore[2]), pubblicato dalla DC Comics. Fece il suo esordio nel maggio 1939 nel numero 27 della rivista Detective Comics, ed è diventato una delle icone più importanti del fumetto supereroico. Soprannominato Il giustiziere[3] o il cavaliere oscuro[3], il personaggio in Italia è stato presentato in passato coi nomi di Ala d'Acciaio e Pipistrello.

Dietro la maschera del giustiziere Batman si nasconde il miliardario Bruce Wayne, uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo. L'avere assistito da bambino all'assassinio dei suoi genitori da parte di un ladro lo spinge a intraprendere una guerra contro il crimine, sottoponendosi ad allenamenti fisici e mentali estremi e indossando un costume con cappuccio e mantello disegnati allo scopo di incutere timore nei suoi avversari e fungere da equipaggiamento[4].

Il sito web IGN ha inserito Batman alla seconda posizione nella classifica dei cento maggiori eroi della storia dei fumetti, dopo Superman e prima dell'Uomo Ragno[5].
Biografia del personaggio

Il medico Thomas Wayne si reca al Monarch theatre con la moglie Martha e il figlio di otto anni Bruce[6], per vedere il film Il segno di Zorro. All'uscita dalla sala, i tre vengono rapinati da un balordo, Joe Chill, che però spara, uccidendo i coniugi di fronte al bambino. Traumatizzato, il piccolo promette un giorno di vendicarsi e combattere i criminali. Bruce, erede di una fortuna milionaria, viene cresciuto da Alfred Pennyworth, maggiordomo di casa Wayne, e raggiunta la maturità gira il mondo, apprendendo arti marziali e tecniche investigative dai migliori maestri del mondo[7].

Di ritorno a Gotham City, un pipistrello irrompe da una finestra della casa di Bruce, che decide allora di utilizzare un oscuro travestimento ispirato all'animale per spaventare i criminali[8].
(EN)
« Criminals are a superstitious cowardly lot. So my disguise must be able to strike terror into their hearts. I must be a creature of the night, black, terrible… » (IT)
« I criminali sono codardi e superstiziosi. Il mio travestimento dovrà infondere terrore nei loro cuori. Dovrò essere una creatura della notte, nera, terribile… »
(Bruce Wayne/Batman[8])

Grazie al suo patrimonio mette a punto un sofisticato equipaggiamento, collaborando con il commissario di polizia James Gordon nella lotta alla malavita[9]. Oltre alla mafia, Bruce, chiamato Batman, combatte terribili criminali come lo psicopatico Joker, l'acuto Enigmista, l'ex procuratore distrettuale Harvey Dent (ora conosciuto come Due Facce), il Pinguino, Mister Freeze[10] e moltissimi altri.
Storia editoriale
Ideazione
Bob Kane ritratto da Graziano Origa

Quando Bob Kane venne spinto da Vincent Sullivan a buttarsi nel mondo dei supereroi, il personaggio di Superman, ideato da due ragazzi di nome Jerry Siegel e Joe Shuster, aveva debuttato da pochi mesi. La possibilità di guadagnare di più spinse Kane a mescolare in un unico personaggio molte delle icone e delle fonti che allora avevano maggior successo al cinema e sui pulp magazine.

Da sempre affascinato dai progetti ingegneristici di Leonardo da Vinci e colpito soprattutto dal suo "uomo volante" (la fonte leonardesca ritornerà nell'Elseworlds Capolavoro Nero, di Moench e Cueva), unirà l'ingegno davinciano nell'ideazione di macchine complesse e fantastiche con le visioni suggerite da due film in particolare: Il segno di Zorro del 1920, con l'eroe solitario che combatte contro le ingiustizie, e l'horror The Bat del 1926.ref>(del quale venne realizzato un remake nel 1930, The Bat Whispers, questa volta in sonoro)[11] A questi si devono aggiungere anche le influenze, come detto, delle riviste pulp, e in particolare di Black Book Detective, il cui protagonista era un investigatore mascherato dal nome Black Bat, ma probabilmente anche l'Uomo ombra (The Shadow), personaggio ammantato di quella stessa aura leggendaria caratteristica di Batman. Ipotizzabile, anche, un'influenza dei fumetti di Wesley Dodds, il Sandman della golden age, anch'egli un ricco ereditiere affiancato da un fedele maggiordomo, come Bruce è affiancato dal fedele Alfred Pennyworth. Per le ambientazioni urbane, invece, l'influenza principale sembra essere, almeno in ambito fumettistico, Gang Busters in Action di Henry Vallely, che ha ispirato alcune vignette presenti nel racconto delle origini del personaggio.

Con questi ingredienti, e con il fondamentale aiuto di Bill Finger, che può essere considerato a tutti gli effetti co-creatore del personaggio (ha contribuito allo sviluppo del personaggio e del suo armamentario: ad esempio sue sono le invenzioni del bat-arang e della bat-caverna, e sempre sua l'idea di affiancare a Batman un giovane assistente, Robin)[12], nasce finalmente il personaggio di Batman."[13], il quale debutta sul numero 27 di Detective Comics del maggio 1939, pubblicato dalla National, oggi DC Comics.[14]
Successo ed evoluzione del personaggio

Il successo del personaggio[15] spinse ben presto la National a varare una seconda testata, questa volta intitolata espressamente al vigilante mascherato: nella primavera del 1940 usciva, così, il primo numero di Batman, con storie completamente inedite e con il contemporaneo esordio di due dei personaggi più importanti nell'universo batmaniano, ovvero il letale Joker e la sensuale Catwoman.[16]

Le origini di Batman non vennero approfondite fino al 1939, quando Kane realizzò una storia dove, sebbene costituita da appena due pagine, venivano sintetizzate la rapina e l'omicidio dei genitori, la promessa di un piccolo Bruce[8][17], e il pipistrello come ispirazione del costume[8].
Jerry Robinson

Il periodo di Kane non si riduce al semplice racconto delle origini, pur se il cartoonist realizzò di fatto uno studio creativo a cui collaborarono sceneggiatori come il già citato Finger o il grandissimo Gardner Fox, e disegnatori come Jerry Robinson, Dick Sprang (che fu uno dei primissimi eredi a prendere ufficialmente in mano il personaggio dopo l'abbandono di Kane), ma propose personaggi e storie altamente inquietanti. Innanzitutto bisogna ricordare che il primo Batman non aveva alcuna remora morale nell'uccidere un criminale, anche se questo atteggiamento venne abbandonato già nel periodo Kane così come la sua iniziale invulnerabilità fisica dovuta ad alcune sostanze chimiche sviluppate dallo stesso Bruce Wayne: tutti questi elementi vennero via via abbandonati anche grazie all'introduzione del primo Robin, Dick Grayson, anch'egli orfano dei genitori, una coppia di trapezisti, morti in un incidente durante uno spettacolo del circo per il quale lavoravano (si scoprì che in realtà l'incidente venne provocato dal boss mafioso Zucco per convincere il padrone del circo a diventare, in pratica, copertura per i suoi loschi affari).[12]

Poi la creazione di personaggi inquietanti come i già citati Joker e Catwoman, o come lo scienziato folle Hugo Strange, novello dr. Hodson, o le sfide al chiaro di luna contro stregoni, maghi, licantropi e vampiri.[18] Ispirandosi, poi, sempre alla letteratura e al cinema, nascono personaggi come Due Facce o come il Pinguino: mentre il primo venne presto abbandonato a causa della sua depressione (salvo poi un recupero negli anni settanta), il secondo fu subito un personaggio di enorme successo, diventando ben presto più un criminale dalla vena fortemente comica, per poi evolversi con il succedersi degli autori.[19]

Tra gli altri criminali notevoli ideati da Kane in questo stesso periodo vi sono il Monaco, che rapisce la prima fidanzata di Bruce, Julie Madison, con l'intento di sacrificarla; il Dr. Death (Dr. Morte), un letale chimico pronto a minacciare di morte intere nazioni in cambio del denaro[20]; Basil Karlo, il primo Clayface, un attore impazzito che, novello Erik, iniziò ad uccidere il cast del remake di un suo vecchio film horror[21]; il Cappellaio Matto, un folle criminale esperto nel controllo mentale che si ispira, per il costume e le armi, all'omonimo personaggio del romanzo Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll[22]; lo Spaventapasseri (a volte tradotto anche come Spauracchio)[23], inquietante criminale ossessionato dal desiderio di indurre paura negli altri e ispirato alla figura di Hicabod Crane nella leggenda del cavaliere senza testa.

I toni inquietanti imposti da Kane e che si erano sfumati a causa della presenza di Robin[12], ideato appositamente per rendere il prodotto usufruibile da un vasto pubblico, vennero abbandonati con il suo abbandono e con l'arrivo alle matite di Dick Sprang.
Dick Sprang e le minacce giganti

La creazione più importante del periodo Sprang (metà anni quaranta, anni cinquanta) e che dà una perfetta connotazione al periodo è il personaggio dell'Enigmista (creato nel 1948).

I criminali più classici, invece, come Joker e Pinguino, o come l'assurdo Uomo Lampadina, danno vita a sfide incredibili in set composti da oggetti comuni ma enormemente ingigantiti, mentre le sfide con la malavita mantengono un tono più oscuro, ricche di azione e sovente anche con l'intervento di Alfred. Sprang, dal tratto gouldiano, propose, insieme allo sceneggiatore Don Cameron, delle storie leggere e un Batman spesso con il sorriso anche quando indossa la maschera e che non è difficile supporre abbia fatto da base per la serie televisiva degli anni sessanta con Adam West per protagonista.

Tra gli ideatori delle gigantesche minacce c'era anche Bill Finger, accanito lettore di Popular Science e Popular Mechanics, sue continue fonti di ispirazione. È di questo periodo, ad esempio, la celebre moneta gigante di Due Facce che si trova nella batcaverna come trofeo. Tra gli autori che seguirono questa linea narrativa vi furono anche Arnold Drake, Edmond Hamilton e Leigh Barckett. Sono ancora di questo periodo alcune storie incredibili, di tema puramente fantascientifico, come i viaggi nel tempo (anche se il primo, su Batman n.24, era indotto attraverso l'ipnosi) e nello spazio (come ad esempio Caccia all'uomo nello spazio profondo, sul Batman n.119 del dicembre 1958.

Una delle cause di questa versione giocosa del Cavaliere Oscuro è la crociata contro i supereroi condotta dallo psichiatra Fredric Wertham con il suo libro Seduction of the Innocent (1954) che unita a un calo di vendite produsse la sparizione dei supereroi dalle edicole statunitensi, fatta eccezione per Superman, Wonder Woman, Aquaman e lo stesso Batman e per il concorrente Capitan Marvel della Fawcett. In particolare le accuse di Wertham verso Batman (omosessualità e pedofilia) produssero proprio quelle storie giocose, destinate a tranquillizzare i genitori sulla dirittura morale dell'eroe in maschera.

Tra le altre creazioni del periodo vi sono Firefly, un criminale comune che iniziò ad usare le fiamme per i suoi crimini, Mr. Freeze, che esordì come Mr. Zero su Batman 121 nel 1959, scienziato esperto in criogenia[24], nonché la combattente del crimine Batwoman, effettiva risposta al proliferare della Superman-family e tentativo di bissare il successo dell'introduzione di Robin.[25] Importantissima, poi, a livello di continuity, è l'introduzione di Joe Chill (Batman n.47 del giugno 1948), un piccolo boss criminale che si scopre essere il rapinatore che ha ucciso gli Wayne, e quindi l'indiretto responsabile della nascita di Batman.[26][27] Il personaggio muore abbastanza presto, ucciso dai suoi stessi uomini, proprio per la sua responsabilità nella creazione del vigilante.

Oltre a Sprang, è abbastanza certa anche la collaborazione di Sheldon Moldoff tra i responsabili della creazione di Batwoman e della sua assistente Batgirl. Di Moldoff si ricordano anche altri due componenti della Batman-family: il Bat-Mito, un piccolo folletto che, come Mister Mxyzptlk, viene dalla sua dimensione per tormentare Batman con i suoi maldestri tentativi di aiuto[28]; e il segugio Asso, probabilmente una delle creazioni meno assurde del periodo.[29]
Carmine Infantino e la Silver Age

Dopo il periodo di passaggio caratterizzato dalle scarse vendite e dalla crociata di Wertham, il mondo dei supereroi ricomincia ad alzare la testa. Il primo gustoso prologo lo dà proprio Detective Comics che, in appendice, sul n.225 del novembre 1955, presenta l'esordio di Martian Manhunter, il segugio di Marte, primo supereroe originale da lungo tempo a questa parte. L'effettivo inizio della silver age sarebbe, però, da collocarsi al settembre del 1956, quando su Showcase n.4 esordì Barry Allen, alias il nuovo Flash: autore di questa nuova rinascita era l'inossidabile Gardner Fox, già deus ex machina dell'ormai defunta golden age.

Il nuovo periodo, però, era destinato ad esplodere solo con il nuovo decennio (gli anni sessanta), con il ritorno di altri vecchi eroi come Lanterna Verde, Hawkman, Atomo, la Justice League, dal cui rinnovato successo nacquero altri supergruppi come la Doom Patrol, la Suicide Squad, la Legione dei Supereroi, o i Vendicatori nella concorrente Marvel Comics (tra le cui fila si contano, invece, alcuni dei contributi più originali e significativi della silver age: l'Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, X-Men). In tutta questa esplosione Batman rimase però alla finestra, con storie prettamente avventurose come gangster extraterrestri o perdute civiltà Maya) che ancora risentivano pesantemente del periodo precedente.

Il rinnovamento, tuttavia, era ormai prossimo e portava il nome di Julius Schwartz. Probabilmente il miglior supervisore di Batman di tutti i tempi, Schwartz ereditava nel 1964 le "Bat"-testate da Jack Schiff, esclusa World's Finest Comics passata sotto il controllo di Mort Weisinger, e subito decise di rinnovare completamente la linea editoriale batmaniana, forte dei successi ottenuti con Flash e Lanterna Verde. Innanzitutto invenzioni e personaggi del passato come Batwoman, Batgirl, Bat-Mito, il segugio Asso vennero eliminate dalle storie, quindi propose come logo per il costume un pipistrello stilizzato su campo giallo, e, ultima delle novità, propose la morte del fido Alfred su Detective n.328.

Tra gli autori che vennero coinvolti nel progetto di riscoperta delle origini del personaggio vi era il geniale sceneggiatore Gardner Fox, come detto abile autore sia della golden che della silver age, affiancato da validi artisti come Joe Giella, Murphy Anderson, Gil Kane e, soprattutto, Carmine Infantino, artista simbolo insieme a Jack Kirby di questi primi anni della silver age. La mossa successiva di Schwartz dopo il rinnovo dei team creativi fu il ritorno del criminali della golden age, le invenzioni migliori di Finger-Kane, iniziando dall'Enigmista (Batman n.171 del maggio 1965), tornato ad una nuova primavera dopo quindici anni d'assenza. Tra le ideazioni originali, invece, vi fu la Poison Ivy di Robert Kanigher.

Il rinnovamento di Schwartz, però, venne ostacolato dal successo della serie televisiva che stava imperando in quegli anni. La serie interpretata da Adam West (Batman) e Burt Ward (Robin), trasmessa dal 1966 sulle frequenze ABC, ebbe un grandissimo seguito. La prima conseguenza fu un aumento dello spazio lasciato a Batman sulla testata World's Finest Comics e all'interno della Justice League, gruppo del quale era fondatore. Non solo: molti fumetti cercavano il più possibile di presentare Batman tra i co-protagonisti, mentre il merchandising esplodeva con una grande vendita di statuette, giocattoli, poster, costumi. Il tutto influì negativamente sul progetto Schwartz, che si vide costretto a reintrodurre Batgirl, co-protagonista del serial televisivo, la cui identità segreta era quella di Barbara Gordon, bibliotecaria e figlia di James Gordon, il commissario di polizia di Gotham City. L'esordio da un milione di dollari di Batgirl (Detective Comics n.359 del gennaio del 1967), affidato a Gardner Fox e Carmine Infantino, ad ogni modo, risentì comunque dei toni leggeri della serie televisiva, che come altro effetto ebbe quello di far tornare in vita Alfred in Detective Comics n.356, dove si spiegò che il maggiordomo di casa Wayne non era morto, bensì scomparso per diventare il malvagio Outsider. Il serial televisivo fu concluso nel 1968, dando così la possibilità a Schwartz di riprendere un discorso lasciato in sospeso troppo a lungo.
Il Batman definitivo

La fine degli anni sessanta e tutti i settanta sono caratterizzati soprattutto dalle geniali intuizioni del supervisore Julius Schwartz, rimasto forse troppo nascosto dal successo degli autori che ha alternato nella gestione del Crociato Incappucciato (Caped Crusader), com'era anche chiamato il personaggio.

Il primo punto nodale, la prima versione considerata definitiva dell'era pre-Crisis da una buona metà di lettori e critici porta la firma dello sceneggiatore Dennis O'Neil che, soprattutto in coppia con Neal Adams (coadiuvato dal fido inchiostratore Dick Giordano), riuscì nel difficile compito di riportare Batman verso le atmosfere oscure delle origini. Al fianco di O'Neil, Schwartz utilizza anche Bob Haney, abile, al pari di O'Neil, nel passare dalle atmosfere urbane a quelle horror e d'avventura di ampio respiro. Dietro di loro, poi, un abile sceneggiatore come Len Wein, esperto in questo genere di atmosfere (non a caso è l'ideatore di Swamp Thing).

Una delle prime proposte che la coppia O'Neil-Adams fece fu il ritorno di Harvey Dent, meglio noto come Due Facce. Sulle pagine del n.234 di Batman vengono, infatti, rinarrate le drammatiche origini di un personaggio lontano dalle scene da un paio di decenni: un giovane procuratore distrettuale, protagonista indiscusso del processo contro la più importante famiglia mafiosa di Gotham, venne sfigurato con l'acido dal teste che stava interrogando in aula, un mafioso di nome Salvatore The Boss Maroni.

I due colpi successivi furono l'utilizzo del Joker in una storia prettamente d'azione e che permise ad Adams di realizzare uno dei suoi Batman migliori, e la realizzazione di una lunga saga, Il risveglio del Demone, con la quale introdussero uno dei più letali e terribili nemici di Batman, Ra's al Ghul. Primo tra i nemici di Batman a scoprirne l'identità segreta, Ra's è un potente immortale che, periodicamente, rigenera il suo corpo in un bagno chimico detto Pozzo di Lazzaro; il suo principale intento è sterminare la razza umana lasciando solo pochi degni per ricreare un mondo migliore: per fare ciò, per diverso tempo, ha cercato di convincere Bruce Wayne a prendere parte al gioco terribile utilizzando l'amore, ricambiato, che prova per sua figlia Talia. Il loro primo contatto, invece, avviene dopo il rapimento di Dick, che costrinse Batman a fare un giro per l'Himalaya e consentì agli autori di costruire una delle più belle avventure esotiche del personaggio.

In generale, comunque, le avventure di Batman prendono anche una piega orrorifica e inquietante: non a caso Len Wein ripropone, dopo tre decenni circa, una sfida contro un licantropo, mentre Frank Robbins, in una drammatica trilogia, crea la tragica figura del Man-Bat, un ricercatore, Kirk Langstrom, esperto di pipistrelli, che nel tentativo di ottenere le facoltà speciali delle sue amate creature, diventa un vero e proprio pipistrello umano.

Haney, invece, si occupò soprattutto dei team-up, ovvero degli incontri con altri eroi mascherati, principalmente sulla ormai mitica testata The Brave and the Bold: si contano, quindi, appassionanti indagini e serrate avventure con Superman, Flash, Freccia Verde, Aquaman, i Teen Titans (gruppo che, tra gli altri, vede la presenza del fedele Dick Grayson nel suo primo tentativo di indipendenza), Sgt. Rock e soprattutto Deadman, il fantasma del trapezista Boston Brand che spesso collabora con Batman o nel tentativo di avvicinarsi all'identità del suo uccisore, o per aiutarlo con minacce mistiche contro le quali Batman potrebbe poco. Il tutto, come sempre, splendidamente illustrato dal maestro Neal Adams.

La partenza della coppia O'Neil-Adams per altri lidi (la gestione di una lunga e drammatica saga con Hal Jordan e Oliver Queen per protagonisti) viene prontamente supplita dall'arrivo, nel 1977, di una coppia d'autori che darà la seconda interpretazione definitiva del Cacciatore Mascherato: Steve Englehart e Marshall Rogers. Il primo a salire a bordo è Englehart. Lo sceneggiatore, proveniente dalla Marvel dove uno dei suoi ultimi lavori aveva visto per protagonista il mistico Dottor Strange, inizia subito a dare un tono brillante ai dialoghi, e, soprattutto, fa partire due importanti sotto trame: la prima, che vede per protagonista Rupert Thorne, presidente della giunta comunale e capo della malavita locale, tiene alti i toni oscuri e misteriosi della serie (Detective Comics); la seconda, che vede per protagonista Silver St. Cloud, ha il pregio di far avvicinare Bruce Wayne ad una donna che finalmente ne apprezzerà ed amerà ogni suo aspetto, incluso quello di vendicatore mascherato. Le due sotto trame, che iniziano subito con il disegnatore prima scelta di Englehart, il grande Walter Simonson, hanno il pregio di introdurre non poche complicazioni nella vita di Batman.

Il primo criminale che lo scrittore propone è, però, tal Dottor Phosphorus, dietro il quale si nasconde il Dr. Sartorius, medico che aveva investito nella centrale nucleare che Rupert Thorne aveva intenzione di far costruire al largo della baia di Gotham. Sartorius cadde nel nucleo della centrale, ottenendo poteri letali e terribili.

Dopo i primi due numeri, però, Schwartz si rende conto che lo stile, in un certo senso cosmico, di Simonson mal si adatta alle atmosfere oscure e drammatiche della serie, così decide di affiancare ad Englehart un giovane disegnatore quasi esordiente, il già citato Marshall Rogers, che, coadiuvato da Terry Austin alle chine, si occuperà anche del colore.

Il biglietto da visita di Rogers è una splendida splash page, ovvero un'illustrazione a tutta pagina, con Rupert Thorne che lancia una foto di Batman sul tavolo di una riunione mafiosa, completamente circondata dal fumo di sigari e sigarette. La rivoluzione grafica introdotta da Rogers, comunque, e che porterà anche allo sviluppo in anni successivi di talenti come John Byrne e Todd McFarlane, è incredibile: i contorni delle figure più marcati, così come i lineamenti dei personaggi, mentre aumenta la gamma delle espressioni, le onomatopee fanno parte integrante di muri e pavimenti, e le inquadrature diventano molto più cinematografiche, ispirandosi molto di più alla lezione di Eisner che non a quella di Kane. E mentre il mantello di Batman sembra vivere di vita propria, le chine pesanti ma precise di Austin completano perfettamente l'opera.

In questa sorta di nuovo revisionismo, l'opera della coppia sembra comunque ricalcare le orme di Kane molto più di autori precedenti: oltre all'introduzione di un personaggio come Phosphorus, è importante lo sviluppo di Silver St.Cloud come fidanzata di Bruce, apparentemente salda come Julie Madison ma decisamente molto più intelligente; inoltre è fondamentale la riproposta di un nemico classico come Hugo Strange. Creduto morto, ritorna a minacciare la città sotto le mentite spoglie del dr. Todhunter, alla cui clinica si rivolge proprio Bruce Wayne per recuperare dall'avvelenamento da radiazioni cui l'ha esposto la battaglia con Phosphorus. Strange riesce a scoprire l'identità segreta di Wayne, ma, nonostante abbia cercato di venderla, non la rivelerà nemmeno in punto di morte al letale Rupert Thorne, al quale comparirà nelle storie successive come fantasma.

L'operazione recupero, però, non finisce qui: prima viene ripescato il Pinguino in una breve storia che vede il Dinamico Duo riunito giusto il tempo di sventare il piano criminoso di Cobblepot, quindi è la volta di un vecchio personaggio dei primi anni cinquanta, Deadshot, che viene completamente attualizzato in quella che è, praticamente, la sua attuale versione. Munito di armi da fuoco a lungo raggio, Deadshot viene fornito di un nuovo costume (una calzamaglia che lo ricopre completamente in luogo del vestito alla Arsenio Lupin degli esordi), trasformandosi di fatto nel letale assassino che è tuttora.

L'ultima caratterizzazione importante, su cui sostanzialmente si basa il personaggio attualmente, è quella del Joker. Il criminale pallido con il sorriso perenne sul volto ritorna a colpire con un piano assolutamente folle, un ricatto che la città non può accettare e che il Joker utilizza come semplice pretesto per uccidere persone innocenti. Ovviamente il Joker è molto più di questo (pura follia senza motivazioni), ma è su questa base che, ad esempio, J.M. DeMatteis potrà realizzare un angolo di sanità mentale nel cuore del criminale nella storia Tornare in sé. Quasi scontato il finale della saga in due parti, con Batman e Joker che, in una notte di pioggia, si sfidano tra i grattacieli di Gotham. E proprio la sfida con il Joker è il motore che permette ad Englehart di chiudere le sue due sotto-trame. Prima porta alla follia un Rupert Thorne ossessionato dal fantasma di Strange in un incontro risolutore con il Joker, che lo allontanerà dalla città fino a morire fuori strada nell'ennesimo tentativo di sfuggire al fantasma di Hugo Strange. Contemporaneamente, in città, torna Silver St.Cloud, che aveva cercato di allontanarsi da Gotham, proprio mentre l'eroe combatte con la sua nemesi per antonomasia: vedere l'amato sfidare la morte tra i cieli di Gotham è l'ultimo colpo per la donna che, dopo un ultimo bacio d'addio, va via per non tornare mai più.

Gli ultimi due numeri disegnati da Rogers verranno scritti dal solito Len Wein, mentre le chine assegnate a Dick Giordano, che in certi passaggi praticamente coprirà lo stile del cartoonist facendo affiorare le influenze adamsiane del tratto di Giordano. Seguendo, comunque, la linea tracciata da Englehart, Wein riporta in pista Faccia di Creta, questa volta una terza e, se possibile, ancora più letale versione, limitata semplicemente dalla sua stessa follia. Preston Payne, questo il suo nome, è uno scienziato dei laboratori S.T.A.R. che, ottenuto un campione del sangue di Matt Hagen, il Faccia di Creta precedente, cerca di cambiare il proprio aspetto deforme grazie ad un siero ottenuto artificialmente. Dopo un successo iniziale, la pelle di Payne inizia a sciogliersi e, come secondo ed indesiderato effetto, scioglie, letteralmente, tutti gli esseri viventi che tocca. Costretto in un'armatura dalla forza incredibile e sempre più spinto dalla follia, inizia ad uccidere, scontrandosi inevitabilmente con Batman e finendo sconfitto.

Marshall Rogers saluta, così, Batman, per poi tornarvi nel 2000 prima con Il Dinamico Duo, una storia della serie Realworlds, scritta da Cristopher Golden e Tom Sniegoski con le chine di John Cebollero. Quindi, nell'agosto dello stesso anno Rogers torna sul luogo del delitto riprendendo le vicende di Bruce e Silver (ormai da considerarsi fuori continuity - vedi sezioni successive) da dove le aveva lasciate.

Sui numeri 132-136 di Legends of the Dark Knight viene pubblicata quella che può essere considerata come l'ultima storia del compianto Archie Goodwin. Dopo aver scritto il soggetto e il primo episodio completo, nonché buona parte dei due successivi, Goodwin non poté portare a termine la storia per i gravi problemi di salute che portarono alla sua morte, avvenuta nel 1998. A questo punto Assedio, questo il titolo della saga in cinque parti, venne completata da James Robinson, acclamato autore dell'ultima incarnazione di Starman, nonché della miniserie The Golden Age. Rogers, così, con l'aiuto alle chine di Cebollero e Wiacek, poté portare a termine il progetto ideato con Goodwin che riportò Silver St.Cloud a Gotham per organizzare la convention di un gruppo di mercenari, il cui vero obiettivo è però quello di penetrare a Villa Wayne. Il capo del gruppo, infatti, il colonnello Brass, conosceva sia il nonno di Bruce, Jack Wayne, sia il padre, Thomas, e aveva molti motivi per vendicarsi di quest'ultimo con la distruzione della villa. Nonostante le difficoltà nel raggiungere la casa avita (Bruce, infatti, viveva ancora nel grattacielo nel centro della città) e nonostante Silver si fosse trovata in mezzo alla lotta tra Batman e Brass, l'eroe riesce non solo a riportare il controllo nel caos seminato dai mercenari per le strade cittadine, ma a giungere in tempo per difendere Villa Wayne dal folle piano di Brass, che porterà anche lui il segreto di Bruce nella tomba, facendosi esplodere nelle scene finali del combattimento.

Alla fine, Bruce decide di tornare alla sua vera casa, Villa Wayne, e di lasciare andare via per sempre Silver, con profondo dolore per tutti, Alfred incluso.
 
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