CASA DC

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sgfenice
view post Posted on 7/1/2014, 21:08 by: sgfenice
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ALLORA MI PAREVA DISCRIMINANTE AVER FATTO UN POST SULLA CASA MARVEL E NON SULLA DC CHE è UN ALTRA GRANDE CASA DI FUMETTI

DC Comics è una delle più importanti e attive case editrici di fumetti negli Stati Uniti d'America. Tra i suoi simboli ci sono personaggi che hanno fatto la storia del genere supereroistico e avventuroso, come Superman, Batman e Wonder Woman. È presente sul mercato con vari prodotti, anche non supereroici.
Le origini

Nel 1934 nasceva la National Allied Publications, casa editrice di fumetti, fondata dal maggiore della cavalleria statunitense Malcom Wheeler Nicholson[1]. Nel febbraio dell'anno successivo esce la sua prima pubblicazione, New Fun. La sua prima grande innovazione risiede nel realizzare una pubblicazione a fumetti contenente del materiale inedito. Fino a quel periodo le riviste a fumetti contenevano in gran parte ristampe delle strisce pubblicate sui quotidiani (newspaper comic strips). Le dimensioni di questa prima pubblicazione sono quelle di un quotidiano e le pagine interne sono in bianco e nero[1]. Questo rende la rivista costosa per via della carta utilizzata per il formato e poco attraente per l'assenza del colore. La seconda serie pubblicata cambia formato e viene intitolata inizialmente New Comics per poi divenire More Fun Comics[2] e di fatto impone sul mercato le dimensioni (circa 17 centimetri di larghezza per 26 di altezza) oggi da tutti utilizzate nel mercato fumettistico internazionale, almeno per quel che riguarda i supereroi[3]. Il nuovo formato viene scelto principalmente per ridurre il quantitativo di carta per la stampa ma anche per renderlo più visibile e gestibile sugli espositori delle edicole. Dal novembre 1938 More Fun Comics prende il nome Adventure Comics, con il quale viene distribuita e pubblicata (anche se non continuatamente) fino al 2011[4].

Tecnicamente le due serie New Fun e New Comics non erano ancora pubblicazioni DC in quanto questa sigla non era stata ancora introdotta. La sua origine la si deve all'arrivo di nuovi soci in aiuto del fondatore-editore Nicholson, il quale alla fine del 1936 si trova in difficoltà economiche e non riesce a garantire i fondi necessari alla distribuzione. A questo punto subentrano Harry Donenfeld e Jack Liebowitz che fondano la Detective Comics Inc. (1937) la quale sovvenziona le due pubblicazioni. Inoltre sono coloro che prendono il ruolo di redattori e decidono di lanciare le serie Detective Comics (marzo 1937) e Action Comics (giugno 1938). Il nome ufficiale dell'editore diviene National Periodical Publications (o anche National Comics) ma a partire dal 1940 sulle serie pubblicate compare il logo DC che da metà degli anni settanta darà alla casa editrice il nome definitivo Dc Comics.

Con gli anni l'editore ingloba anche altri piccoli marchi e case editrici, come la gloriosa Fawcett Comics, casa di origine di Capitan Marvel, o la Quality Comics, casa di origine, tra gli altri, di Blue Beetle.
The Golden Age (1938-1951)

Sulle pagine di Action Comics n.1 (giugno 1938) viene creato il primo supereroe della storia del fumetto: Superman. Si tratta di un difensore della giustizia che è in possesso di superpoteri grazie alla sua origine aliena. In questa creazione si mescolano elementi della letteratura Pulp e delle storie di fantascienza dell'epoca. Senza neanche prevederlo la National Allied Publications crea un'icona dell'immaginario collettivo del ventesimo secolo e mette le basi per la creazione di un genere che caratterizzerà l'editoria del fumetto fino ai primi anni cinquanta. In questo periodo si raggiungono anche i record assoluti di vendita per i supereroi e i fumetti in generale (è la Golden Age della storia dei fumetti)[5]. Nell'anno successivo si arriva all'ideazione dell'altro personaggio simbolo dell'editore e cioè Batman sul numero 27 di Detective Comics (maggio 1939).
All-American Publications

Altre case editrici seguono il successo portato dal genere supereroi e tra queste vi è la All-American Publications di Max Gaines. In poco tempo l'intraprendenza di questo editore porta alla creazione di personaggi storici quali Flash (Jay Garrick) - Atomo (Al Pratt) - Lanterna Verde (Alan Scott) - Wonder Woman. Le serie su cui vengono pubblicate le loro storie sono però distribuite dalla Detective Comics Inc. che nei primi anni quaranta è ancora principalmente un distributore. Avendo Max Gaines bisogno di fondi si rivolge al proprietario della Detective Comics: Harry Donenfeld. Questi accetta di aiutarlo alla condizione che Jack Liebowitz (suo socio e redattore alla National Comics) diventi partner della All-American Comics. Gaines accetta e le conseguenze sono una progressiva integrazione tra le due compagnie: la National Allied Publications e la All-American Publications. Di fatto entro il 1944 la fusione distributiva e direzionale è totale e tutte le serie prodotte dai due editori portano in copertina il logo di distribuzione DC. Le conseguenze sono un ampliamento del parco personaggi gestito dalla Detective Comics che ora può contare anche su altri supereroi quali Wonder Woman e Flash. Una delle scelte editoriali più vincenti di Max Gaines fu il lancio della serie All-Star Comics nel 1940. Sul numero 3 di tale serie debutta la Justice Society of America, il primo supergruppo della storia e di fatto il primo albo che vede l'incontro di personaggi di diverse case editrici. Nel gruppo troviamo supereoi quali Hourman I (Rex Tyler) - Sandman I (Wesley Dodds) della National Comics e Flash - Atomo - Lanterna Verde della All-American Publications. Questi supereroi e le storie narrate sulla serie costituiscono le fondamenta dell'Universo fumettistico della futura DC Comics.
I Fumetti entrano in guerra (1941-1945)

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale trascina gli USA nel conflitto dopo il raid aereo giapponese su Pearl Harbour il 7 dicembre 1941. L'impatto sull'industria del fumetto è incredibilmente positivo e le vendite dei comic books triplicano nell'arco dei quattro anni di impegno nel conflitto[6]. Questo nonostante il razionamento della carta e i molti autori e disegnatori arruolati e mandati al fronte. Tra questi è degno di nota Bert Christman, noto per il suo lavoro su Sandman (Wesley Dodds)[7] e morto in azione con il reparto denominato Flying Tigers[6]. Tra i più celebri a dover lasciare i fumetti per i campi di battaglia vi sono stati Joe Simon e Jack Kirby che poco prima di partire crearono Boy Commandos, tipico esempio di fumetto ambientato in zone di guerra e incentrato sull'eroismo dei soldati delle truppe alleate. La serie ebbe un successo enorme vendendo un milione di copie per numero[6]. Anche Jerry Siegel diede il suo contributo creando The Star Spangled Kid, una sorta di combattente mascherato con i simboli della bandiera americana. Debutta sulla storica serie Star Spangled Comics che darà anche i natali nel 1944 ad altre due celebri creazioni di Jack Kirby: Guardiano e Newsboy Legion. Come si può notare in questi fumetti ambientati in zone di guerra sono assenti eroi con superpoteri quali Superman, Wonder Woman o altri membri della Justice Society of America. Questo è reso necessario dal fatto che un supereroe come Superman potrebbe porre fine alla Guerra in un attimo e i fumetti si troverebbero immediatamente in un mondo pacifico e al di fuori del contesto storico. Per questo la DC opta per la creazione di un manufatto magico cioè La lancia del Destino in possesso di Adolf Hitler e che gli permette di neutralizzare i poteri dei supereroi nei territori occupati dalle Forze dell'Asse. Su tutti i fumetti della DC Comics si cerca allo stesso tempo di aiutare lo sforzo del Governo promuovendo l'acquisto di war bonds ed enfatizzando l'eroismo e il sacrificio dei soldati al fronte. Il fumetto diventa un potente veicolo propagandistico che viene abilmente usato per alimentare il sogno di vittoria delle democrazie occidentali e screditare-diffamare il nemico nazifascista o nipponico.
Il declino dei supereroi (1946-1951)

Dopo la fine della Guerra le vendite di fumetti dei supereroi scesero drasticamente, insieme con le vendite globali dell'editoria a fumetti. Nella storia dei comics americani tale periodo viene indicato come la fine dell'epoca d'oro del fumetto, un evento che costringe la stessa DC a cambiare radicalmente la propria linea editoriale. Segno emblematico del tempo è la trasformazione della storica serie All-Star Comics (che vedeva protagonisti i membri della Justice Society of America) in All-Star Western con il n.58 (datato maggio-giugno 1951). Difatto si passa da una serie di supereroi ad un serie di genere western. Non si tratta di un caso isolato ma la crisi del genere colpisce tutte le serie dell'editore e anche dei suoi competitors. Basti pensare che la Timley Comics sospende le storie di Capitan America e ogni altra serie supereroistisca. Da questa prima implosione del mercato dei supereroi (quello trainante sin dal 1938) si salvano tre personaggi destinati a diventare icone: Superman le cui storie continuano sulla serie omonima, su Action Comics e su Adventure Comics (come Superboy), Batman sulla serie omonima e Detective Comics, e Wonder Woman. La DC riesce quindi a mantenere vivo un genere che sembra aver speso tutto a livello di mercato e interesse. Questa posizione gli permetterà di ricreare interesse intorno agli eroi mascherati e rilanciare l'intero settore alla fine degli anni cinquanta ponendo le basi della Silver Age.

Ma per sopravvivere al turbolento periodo che si snoda tra il 1945 e i primi anni sessanta non si può solo fare affidamento alle tre icone sopra citate, l'editore deve cercare di trovare nuovi lettori e nuovi spunti narrativi volgendo l'attenzione a diversi generi che spaziano dalla fantascienza al western, dall'horror alle storie romantiche.
Nuovi generi (1948-1956)

Il lento ma inesorabile declino di vendite porta la DC a puntare in maniera decisa su altri generi e alla guida di questa nuova impostazione editoriale troviamo Irwin Donenfield come Editor-in-chief e le cui scelte portano la casa editrice ad attraversare positivamente questo difficile momento del mercato fumettistico[8]. L'anno in cui si comincia ad intravedere il mutamento nel parco testate è il 1948 quando la serie supereroistica All-American Comics diviene All-Star Western e anticipa la trasformazione di All-Star Comics in All-Star Western nel 1951. In entrambi i casi, al posto dei supereroi trovano spazio personaggi western quali Johnny Thunder, e i Trigger Twins. Ma sorprendentemente il personaggio di maggior successo risulta essere Tomahawk, ambientato circa cento anni prima del periodo del classico genere western[8]. Infatti le sue avventure si inseriscono durante l'epoca coloniale e della Guerra d'Indipendenza americana. Il successo è tale che gli viene dedeicata una serie a partire dal 1950 e che dura per 22 anni.

Il 1948 segna anche il lancio di nuove serie del genere crime story, storie a fumetti che prendono spunto dall'attualità e raccontano lo scontro tra le forze dell'ordine e la malavita. Il più celebre titolo di questa nuova generazione è Gang Busters che debutta a dicembre. Lo stesso anno ha debuttato Mr.District Attorney e due anni dopo Big Town (1950)[9]. La caratteristica di queste pubblicazioni è che si basano su dei serial radiofonici dell'epoca. Il passo successivo è l'approccio al genere horror con la nascita di House of Mistery nel 1951 (anch'essa vagamente ispiratasi ad un radio show trasmesso tra il 1945 e il 1949) e The Phantom Stranger (1952) tra i titoli più celebri[10].

Verso la fine degli anni cinquanta si guarda anche alla fantascienza per cercare nuovi spunti per i fumetti anche se difatto le tematiche tipiche del genere sono già presenti nelle avventure di supereroi come Superman che ha nelle sue stesse origini al tematica per eccellenza della science fiction cioè l'arrivo di alieni (o un alieno) sulla Terra. Non è un caso quindi che Tommy Tomorrow (capostipite dei nuovi eroi futuristici) venga pubblicato su Action Comics (serie natale di Superman). Il successo è tale che il suo corso di pubblicazione copre 11 anni (1948-1959). Julius Schwartz propone ed ottiene la pubblicazione della serie antologica Starnge Sdvantures, serie cult dell'epoca che permette a Schwartz di ottenere consensi come redattore-scrittore. Su questa serie debutta Capitan Comet nel giugno 1951 ma il più celebre spaceman della DC diviene Adam Strange che debutta sulla serie Mistery in Space. Viene creato da Otto Binder e Gil Kane e racchiude molte delle caratteristiche e ingenuità delle storie di questo periodo, Adam è un uomo ordinario che viene trasportato da un raggio cosmico su un altro pianeta di nome Rann dove trova amore e avventura.
The Silver Age (1956-1971)
Introduzione del Comics Code Authority (1956)

Nonostante i ripetuti tentativi di rilanciare le vendite del mercato fumettistico nei primi anni cinquanta, i risultati non sono stati soddisfacenti. A questo si aggiunge la feroce campagna contro i fumetti dello psichiatra Fredric Wertham che con il libro Seduction of the Innocent incolpa i fumetti di corrompere l'etica delle menti dei giovani americani. Il suo obiettivo principale sono i fumetti dell'orrore dell'editore EC ma non si sottrae neppure l'attacco a personaggi storici della DC come lo stesso Batman che viene accusato di omosessualità latente nei confronti di Robin. Le sue accuse di violenza, eccessi di scene macabre e promiscuità sessuale arrivano di fronte allo stesso Senato Americano. Gli editori si trovano forzati a creare un codice di auto-censura denominato Comics Code Authority che di fatto limita la creatività e i temi trattati dai fumetti e arriva a far chiudere pubblicazioni e case editrici. Tra queste vi è la storica EC e i suoi fumetti horror. Da questa propaganda anti-fumetti ne esce però rafforzata proprio la DC, grazie al suo personaggio simbolo Superman e grazie al fatto che le serie crime e horror da lei pubblicate non presentano mai eccessi nella rappresentazione di scene violente. Non a caso dopo l'introduzione dell'Autorità sul codice dei fumetti viene lanciata la storica serie House of Secrets, contenente storie del mistero, e che punta a raccogliere i lettori rimasti orfani delle altre serie del genere.
Il rilancio dei supereroi

Nella seconda metà degli anni cinquanta la DC si trova ad avere una posizione di relativa forza sul mercato in quanto i suoi rivali storici della Golden Age quali la Fawcett Comics e quelli più recenti quali la EC hanno esaurito il loro ciclo (per cause esterne di carattere politico e giuridico). Ora però il Direttore editoriale Irwin Donenfield vuole tornare ad aumentare le quote di mercato e per fare ciò si rivolge al redattore-scrittore Julius Schwartz. L'idea di base è di riprendere i personaggi dei supereroi degli anni quaranta e riproporli ad una nuova generazione di lettori[11]. Bisogna sottolineare che le tre icone del genere quali Superman, Batman e Wonder Woman non hanno mai cessato la pubblicazione ma ora si vuole cercare di riportare in auge le decine di personaggi mascherati della Golden Age.

Il punto di partenza è il rilancio di Flash su Showcase n.4 (settembre-ottobre 1956). Il personaggio è sempre un supereroe in grado di muoversi a velocità elevatissime ma non è più Jay Garrick (il Flash degli anni quaranta e membro della Justice Society of America) bensì Barry Allen[12]. Si decide quindi di inserirlo in un contesto aggiornato ai tempi e si modernizzano anche il costume (ricreato da Carmine Infantino e Joe Kubert) nonché le origini dei poteri, che sono spiegate con un taglio più scientifico. Di fatto si crea un nuovo universo supereroistico popolato di personaggi che spesso si ispirano a supereroi già pubblicati nella Golden Age[11]. L'operazione ha successo e porta al proliferare di serie supereroistiche che registrano una forte crescita delle vendite durante gli anni sessanta.

Flash(Barry Allen) ottiene la sua serie regolare con The Flash n.105 (febbraio-marzo 1959) dopo aver avuto il suo rodaggio editoriale su una serie antologica come Showcase. Lo stesso tipo di percorso viene scelto per la genesi e il lancio di molti altri supereroi. Julius Schwartz cura personalmente la creazione del nuovo Lanterna Verde Hal Jordan su Showcase n.22 (ottobre-novembre 1959) per poi lanciarlo nella nuova serie regolare Green Lantern nel 1960. Anche in questo caso il precedente Lanterna Verde (cioè Al Scott) è sostituito da un nuovo personaggio i cui poteri non sono più di origine magica ma dati da un corpo di polizia spaziale. I due autori John Broome e Gil Kane sapranno poi dare a questo eroe un background narrativo mai tentato prima su una serie supereroistica[13]. La prossima idea di Schwartz è la rinascita dei supergruppi cioè un insieme di supereroi che si uniscono a combattere minacce di vasta portata. Sullo storico The Brave and The Bold n.28 (marzo 1960) nasce la Justice League formata da Lanterna Verde, Aquaman, Wonder Woman, Flash e Martian Manhunter[14]. L'immediato successo porta al repentino lancio della serie Justice League of America e segna un nuovo inizio per l'intero movimento fumettistico americano.
L'epoca di Carmine Infantino (1966-1976)
Nuova proprietà e nuova direzione

Nel 1966 viene proposto al disegnatore Carmine Infantino di diventare il nuovo Direttore Editoriale della DC[15]. Infantino veniva già considerato il direttore artistico dell'editore e la sua capacità di creare delle copertine sorprendenti e originali l'ha portato a realizzare le matite o gli schizzi della copertina di quasi ogni albo pubblicato dalla DC. Così dopo il ritiro di Irwin Donenfield, viene nominato direttore editoriale, ricoprendo una carica mai avuta in precedenza da un artista[15].
Logo DC 1977–2005, noto come "DC Bullet"

Nel 1967 abbiamo un altro storico cambiamento in quanto la DC viene acquistata dalla Kinney National Services che acquista poi il gruppo Warner Bros. la cui integrazione con la DC sarà lenta ma inesorabile[15]. Da questo momento in poi la DC non è più soltanto un editore ma entra a far parte un sistema interconesso di aziende destinate a diventare uno dei gruppi mediatici più potenti al mondo. Nonostante questo cambio di proprietà, Infantino viene lasciato libero di lavorare e decidere e nel 1972 viene promosso Editore. La prima mossa del nuovo direttore è quella di promuovere artisti quali Mike Sekowski, Joe Kubert e Joe Orlando al ruolo di Redattori e supervisori delle varie collane[15]. Comincia inoltre a reclutare nuovi artisti ed autori da altre casa editrici quali Steve Ditko, Dennis O'Neil e nel 1970 riesce a strappare alla Marvel l'ormai leggendario Jack Kirby. Questi realizza nei primi anni settanta la saga del Quarto Mondo, lanciando diverse nuove collane e portando nell'universo DC nuovi orizzonti narrativi e personaggi quali il supercriminale Darkseid, divenuto negli anni la vera nemesi storica di tutti i più potenti supereroi DC tra i quali lo stesso Superman e il supergruppo Justice League. Tra i giovani autori reclutati va menzionato il giovanissimo Jim Shooter che a soli 14 anni assume il compito di scrittore della Legione dei Super-eroi realizzando un ciclo di storie memorabili[16]. Già nella sua prima storia (cioè Adventure Comics n.346 del 1967) introduce quattro nuovi personaggi quali Principessa Projecta, Iron Lad, Karate Kid e Nemesis Kid[17]. Nello stesso anno su Action Comics crea con Al Plastino il supercriminale denominato Il Parassita, destinato a diventare uno dei nemici storici di Superman. L'importanza di questo autore appena quattordicenne è scritta nella storia del fumetto e lo vede diventare Redattore in capo alla Marvel Comics dal 1978 al 1987, fondatore dell'etichetta Epic Comics e delle case editrici indipendenti Valiant Comics (nel 1989) e Defiant Comics (nel 1993).
La conquista della TV

Nell'anno dell'insediamento di Infantino, la DC compie un passo fondamentale (seppur ancora inconsapevole) della trasformazione dei suoi personaggi da personaggi cartacei in fenomeni multimediali capaci di radicarsi nell'immaginario colelettivo, espandendosi verso un pubblico che mai aveva letto fumetti di supereroi. Il 12 gennaio del 1966 debutta sul canale ABC la serie televisiva Batman con Adam West nel ruolo dell'Uomo Pipistrello, Burt Ward nel ruolo di Robin e una moltitudine di star di Hollywood ad interpretare il ruolo del supercriminale di turno nei vari episodi[18]. La serie si rivela inizialmente uno dei più grendi successi nelle storia della televisione americana e viene trasmessa due volte a settimane con storie divise in due episodi con relativo cliffhanger tra le puntate[18]. La popolarità di Batman raggiunge livelli mai visti ma le vendite dei fumetti non ne beneficeranno nel lungo periodo. Infatti la serie televisiva ci presenta un personaggio distante dalla figura di vigilante mascherato creata da Bob Kane e il tono delle storie viene subito definito camp dalla ctitica[18]. Questo a sottolineare un tentativo maldestro e a tratti ridicolo di impostare le scene d'azione, l'utilizzo eccessivo delle tecniche di ripresa Dutch Tilts (cioè a camera angolata), una scelta della fotografia che accentua troppo i colori vivaci e la presenza di oggetti di scena di dubbio gusto (che si suppone ispirati dalla pop art del periodo)[18]. Tra l'altro la serie va incontro ad un rapido declino degli ascolti già durante la seconda stagione, tendenza inesorabile che porta alla chiusura dello show nel 1968 dopo 120 episodi[18]. L'effetto di questa prima opera per la televisione avrà un impatto duraturo non solo su Batman ma sulla percezione del grande pubblico nei confronti dei supereroi e delle dinamiche narrative che ne regolano le sue storie[18]. Nonostante il successo della serie e delle repliche in syndication, Carmine Infantino si trova di fronte non solo ad un calo delle vendite dei fumetti tra cui lo stesso Batman, ma anche alla necessità di ridare credibilità ad un personaggio stravolto nella sua natura e modernizzare allo stesso tempo quegli elementi primigeni che ne avevano decretato il successo nei decenni passati[19].

Tra le conseguenze positive dello show live action di Batman si può annoverare la nascita dell'interesse dei grandi network per i supereroi. Il passo successivo è lo sviluppo di serie d'animazione che sembrano la naturale trasposizione delle storie dei comics all'interno del mezzo televisivo. La prima serie d'animazione è dedicata a Superman e viene supervisionata da Mort Weisinger[20]. Debutta il 10 settembre del 1966 con episodi di appena 7 minuti che alternano avventure dell'Uomo d'Acciaio a quelle di Superboy e del supercane Krypto[20]. Il titolo della serie è The New Adventures of Superman e viene prodotta con tecniche di animazione scadenti, riprendendo il sistema limited animation diffuso dagli studios Hanna-Barbera a partire dal 1958[20]. Si tratta di una tecnica d'animazione a basso costo che permette di creare cortometraggi animati in tempi relativamente brevi[20]. Nonostante ciò la serie riscuote un discreto successo e nel 1967 è sostituita dallo show The Superman-Aquaman Hour. La novità risiede nella presenza di Aquaman a cui si aggiungono diversi personaggi DC quali Atom, Flash, Green Lantern e Hawkman[20]. Si tratta di supereroi relativamente poco conosciuti e che grazie al piccolo schermo cominciano a far breccia nell'immaginario delle nuove generazioni. Nel 1968 lo show cambia in The Batman-Superman Hour e nel 1969 diviene The Adventures of Batman[20]. Quest'ultima serie presenta esclusivamente avventure di Batman e Robin, doppiati dal duo di attori West-Burt, presentandosi di conseguenza come il naturale proseguimento della serie televisiva di Batman terminata appena l'anno prima[20]. Nel 1973 gli studios Hanna-Barbera presentano alla ABC il progetto per una nuova serie d'animazione liberamente ispirata ai fumetti della Justice League. L'idea viene subito accettata e nasce quindi lo Super Friends Show che vede protagonisti Superman, Batman, Robin, Wonder Woman, insieme a dei nuovi personaggi (creati appositamente per la serie) quali Marvin, Wendy e Wonder Dog[20]. Il successo ottenuto è strepitoso e prosegue ininterrottamente fino a metà anni ottanta con cambiamenti minori che riguardano solo il titolo e alcuni dei personaggi. Infatti prende il nome The All-New Super Friends Hour nel 1977, Challenge of the Super Friends nel 1978, The World's greatest Super Friends nel 1979, e Super Friends: The Legendary Super Powers Show nel 1984[20].
Rinnovamento dei personaggi classici

Tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, personaggi classici quali Batman, Superman e Wonder Woman risentono di un forte un calo di vendite[19]. La concorrenza della Marvel si fa ormai sentire e le vendite delle serie delle tre icone della DC diminuiscono. Il compito di aggiornare questi personaggi viena assegnato a Dennis O'Neil e al veterano Julius Schwartz[19]. Il cambiamento più radicale viene tentato sul personaggio di Wonder Woman che a partire dall'albo Wonder Woman n.178 del 1968[21]. A Diana vengono tolti tutti i superpoteri e viene trasformata in una donna indipendente e moderna (secondo gli stereotipi dell'epoca) con qualche conoscenza delle arti marziali[19]. Steve Trevor, l'uomo che ama, viene ucciso nel tentativo di azzerare il passato del personaggio[22]. L'idea non funziona ed è lo stesso pubblico femminile a ribellarsi ad un ridimensionamento così drastico dei poteri della Principessa Diana. Dopo venti numeri O'Neil è così costretto a riportare il personaggio al suo status quo originario. Nel 1971 arrivano anche dei cambiamenti per Superman[23], un personaggio iconico e immutato da trent'anni. L'idea di O'Neil, supportato da Schwartz è quella di ridimensionare i poteri di Superman (senza però stravolgerne la natura come con Wonder Woman), eliminare la minaccia della kryptonite (con la quale si erano ormai scritte decine di storie inutili e ripetitive) e dare un nuovo lavoro a Clark Kent[19]. A quest'ultimo viene dato un lavoro come reporter televisivo togliendolo dalla redazione del Daily Planet e privandolo di elementi fantascientifici come i robot con le fattezze di Clark/Superman che permettevano di risolvere qualsiasi dubbio riguardo la sua identità segreta. I disegni di questo periodo sono ancora assegnati a Curt Swan, il quale realizza alcune delle sue migliori opere sull'Uomo d'Acciaio[19]. Tutti questi cambiamenti non servono però a risollevare le vendite e l'interesse dei lettori. Il lavoro di revamping effettuato su Batman ha invece successo e non è effimero e passeggero ma getta le basi per la future incarnazioni del personaggio, da quella di Frank Miller nei fumetti a quella di Tim Burton nei film[19]. O'Neil e Adams intuiscono che il personaggio deve tornare alle sue origini di vendicatore mascherato, ossessianato dalla sua lotta al crimine. Neal Adams cerca di ridare all'Uomo pipistrello quell'aspetto oscuro e inquietante che aveva caratterizzato le storie degli anni trenta, il suo stile realistico lo aiuta a circondare il personaggio di una drammaticità e autenticità mai visti prima[19]. Determinante è anche il contributo delle chine di Dick Giordano, responsabili dei toni più scuri riscontrabili sulle tavole del fumetto[19]. A questo si aggiungono le storie e i dialoghi di Dennis O'Neil, prive dei toni ingenui e "naif" del Batman degli anni sessanta e dirette verso tematiche più mature e attuali[19].

Nel 1972 la DC cerca di reintrodurre nel mondo dei comics uno dei supereroi di maggior successo di tutti i tempi: Capitan Marvel[24]. Questo personaggio, pubblicato dalla Fawcett Comics tra il 1939 e il 1953 era riuscito a battere Superman nelle vendite dei fumetti, compromettendone la popolarità all'alba dell'epoca dei supereroi (Superman viene creato nel 1938 e Capitan Marvel nel 1939). La DC aveva quindi agito per vie legali accusando di plagio la Fawcett (accampando motivazioni discutibili) e facendo chiudere le serie a lui dedicate[24]. Ancora oggi è poco chiara la ragione della sentenza che aveva dato ragione alla DC e che difatto cancellava dal panorama fumettistico una delle icone della Golden Age. Come se non bastasse la DC a distanza di un ventennio compra i diritti di tutti i personaggi della Fawcett e decide di lanciare una serie sul personaggio/rivale di Superman (almeno a livello commerciale)[24]. Il titolo della pubblicazione non può però essere Capitan Marvel, in quanto già esiste un Capitan Marvel pubblicato dalla stessa Marvel Comics (che non ha nessuna attinenza con quello del '39)[24]. La serie prende il nome Shazam!, il termine udato dal giovane Billy Batson per trasformarsi nel magico eroe Marvel[25]. Il progetto viene assegnato a Julius Scwartz e Dennis O'Neil che però (per loro stessa ammissione) non riescono nell'impresa di ridare splendore ad uno dei miti dei supereroi[24]. Probabilmente il peccato originale risiede nell'aver tentato di ricreare le atmosfere classiche (ormai troppo ingenue e favolistiche), chiamando ai disegni il disegnatore originale della Golden Age C.C.Beck[24]. La serie debutta con data di copertina febbraio 1973 e non riscuote il successo sperato ma riesce però a ridestare l'interesse per il personaggio. Questo porta sorprendentemente alla creazione di una serie televisiva andata in onda sulla CBS a partire dal 1º settembre 1974 e che vanta una durata di tre stagioni per un totale di 28 episodi[24]. La trasmissione ha un discreto successo e aiuta le vendite della serie a fumetti, che però si trova a dover chiudere con il numero 35 del maggio/giugno 1978, a circa un anno dalla chiusura della serie televisiva[26].
Nuovi e oscuri eroi

Durante la gestione Infantino le novità narrative e creative sono molteplici, aumenta la libertà espressiva degli autori, i disegni sono più dinamici ma il tratto saliente rimane il lato oscuro dei nuovi supereroi DC. Non a caso uno degli ultimi personaggi disegnati da Infantino è Deadman sulla serie Strange Adventures. Nel 1968 Steve Ditko realizza la serie The Creeper il cui protagonista è un sinistro personaggio ben lontano dagli stereotipi supereroistici della Silver Age. Da menzionare lo stesso anno il debutto del gruppo di spie denominato Secret Six il cui leader non viene mai identificato. Nel 1971 viene anche creato il personaggio del genere western Jonah Hex, prototipo dell'anti-eroe che avrebbe caratterizzato la produzione fumettistica degli anni settanta (e quindi della Bronze Age dei comics). Grazie a questi nuovi personaggi e ad altri quali Black Orchid (su Adventure Comics) il lavoro direttivo di Infantino riesce a trascinare il mondo dei comics americani fuori da un ambito narrativo considerato spesso infantile e bidimensionale. Si accende proprio in questo periodo la scintilla che spingerà il fumetto supereroistico e non solo verso atmosfere più cupe e violente, cominciando a mettere le fondamenta per una revisione del genere che sdoganerà il fumetto verso un pubblico più maturo e post-adolescenziale.
DC Entertainment (2009-2012)
Il logo della DC dal 2005 al 2012

Nel corso del 2008 la DC ha subito una profonda ristrutturazione per meglio sfruttare le sinergie delle sue proprietà-personaggi a livello mediatico e cercare quindi di contrastare efficacemente il nuovo colosso multimediale di cui fa ora parte la rivale Marvel. Nel settembre 2009 la Warner Bros. (proprietaria della DC Comics) ha deciso di riorganizzare i vertici esecutivi della casa editrice. Dopo le dimissioni di Paul Levitz da presidente (lo è stato per 7 anni dal 2002 al 2009[27]), Diane Nelson è stata nominata a capo della nuova struttura editoriale denominata DC Entertainment[28]. Paul Levitz rimane come consulente e sceneggiatore mentre la Nelson lavorerà in collaborazione con Jeff Robinov, presidente della Warner Bros Pictures Group (la divisione che cura la produzione cinematografica della Warner). L'obbiettivo è velocizzare la trasposizione di un fumetto in altri prodotti mediatici quali film, serie televisive o cartoni animati ed integrarli con operazioni di merchandising a livello globale. Non per caso Diane Nelson è stata Vicepresidente esecutivo e responsabile del Global brand management della Warner Bros. Entertainment per poi passare ad essere presidente della Warner Premier[29]. In queste funzione ha avuto lo scopo di ottimizzare a livello globale i marchi e le proprietà del gruppo Time Warner distingundosi particolarmente per la gestione del brand di Harry Potter[29]. Con la trasformazione da DC Comics a DC Entertainment si vuole quindi una compagnia che sfrutti i personaggi e le storie a fumetti per creare prodotti mediatici facilmente riconoscibili e quindi vendibili al grande pubblico. Rispetto a Levitz (che nasce come autore di fumetti), la Nelson ha costruito la sua carriera nel Corporate worldwide marketing and planning della Warner Bros. e quindi sembra più idonea allo sviluppo delle nuove sinergie e trasposizioni dei fumetti in altri media[29]. Finora la gestione di questo passaggio è stato l'anello debole rispetto alla Marvel Comics che tramite i Marvel Studios cura direttamente la fase produttiva dei progetti legati ai suoi fumetti. Negli ultimi anni la DC (a parte Superman e Batman) non ha preso decisioni definitive su produzioni quali Wonder Woman e Flash, cambiando spesso sceneggiatori, registi e produttori.
Linea editoriale ed etichette

A partire dal 2011, dopo la miniserie Flashpoint, la DC Entertaiment ristruttura l'intero parco testate della sua divisione a fumetti sia per le pubblicazioni DC Comics che per le etichette editoriali (in lingua inglese Imprints)[30]. Le pubblicazioni vengono così suddivise:

DC Comics: si tratta della linea editoriale principale nella quale confluiscono la maggior parte delle serie supereroistiche, i personaggi dell'etichetta Wildstorm Productions di Jim Lee e alcuni dei personaggi Vertigo che venivano pubblicati sotto tale etichetta dal 1993. La sezione DC Comics riparte con 52 nuove serie ed è a sua volta suddivisa in gruppi di titoli affini per personaggi, tematiche e target di pubblico. Quindi abbiamo il settore Justice League che oltre alle due serie Justice League e Justice League International presenta alcuni dei supereroi più popolari come Wonder Woman, Aquaman, Flash e molti altri. A questo si aggiungono il gruppo di fumetti legati a Superman e Batman, quelli imperniati su Lanterna Verde, The Dark dove confluiscono ex-personaggi Vertigo come Swamp Thing, The Edge (con titoli e personaggi sia dell'universo Wildstorm che DC), Young Justice che ha come titoli di punta Teen Titans e Legion of Super-heroes.
DC Comics Collected Editions: questa sezione pubblica raccolte dei fumetti DC che spaziano l'intero arco di vita dell'editore dal 1935 ad oggi. I formati usati sono del tipo Hardcover (con copertina cartonata), Deluxe Edition Hardcover (un formato più costoso e con un numero di pagine superiore a 300), Tradepaperbacks (brossurato e più economico, che talvolta presenta storie in bianco e nero).
Vertigo: si tratta della linea editoriale indirizzata ad un pubblico maturo e attiva dal 1993. Sotto tale etichetta rientrano anche le proposte della defunta Paradox Press e in genere le serie, miniserie e graphic novel più sperimentali e rigorosamente pubblicate con l'avvertenza Mature Readers (cioè «Per lettori maturi»).
DC Comics Kids: etichetta dedicata a un pubblico pre-adolescenziale e che traspone in fumetti serie a cartoni animati realizzate sia sui supereroi DC Comics, sia su franchise della Warner Bros. come Looney Tunes e Scooby-Doo. Le serie regolari dedicate ai supereroi sono Green Lantern:The Animated Series, Superman Family Adventures e Young Justice.
Mad Magazine: rivista satrica, fumettistica e alternativa nata sotto l'editore EC Comics nel 1952. Continua ad essere pubblicata dalla DC Entertainment nonostante la diversità di contenuto e di genere rispetto ad ogni altro prodotto editoriale proposto dalla casa editrice.

A maggio 2011, la DC ha annunciato la fine di tutte le serie storiche di supereroi per agosto 2011[31] facendo ripartire, con il nome di Nuovi 52, tutto il suo universo narrativo attraverso il lancio di cinquantadue nuove serie in sostituzione delle precedenti.

In lingua italiana la pubblicazione di buona parte dei Nuovi 52 inizia a maggio 2012, con delle anteprime sul finire di aprile in alcune fiere[32].
Crisi e grandi crossover

Come tutti i grandi editori di fumetti si cerca di sfruttare la popolarità di alcuni personaggi per rilanciarne altri. Anche la DC decide periodicamente di realizzare dei crossover, che coinvolgono alcuni, se non tutti, i personaggi pubblicati ogni mese.

Durante la Golden Age la DC non adotta lo sviluppo classico dei crossover, che prevede una storia in più parti che inizia su un albo a fumetti per poi proseguire su quello di un altro personaggio. Questo espediente narrativo viene adottato soprattutto nella Silver Age (introdotto frequentemente sulle serie della rivale Marvel). Per fare incontrare i vari personaggi si utilizza invece una serie apposita intitolata All-Star Comics. Nei primi due numeri sono presenti storie di personaggi differenti ma a partire dal n.3 si fonda il primo supergruppo della storia del fumetto: la Justice Society of America. Si ha così modo di creare vicende a cui partecipano molti personaggi che appaiono su serie differenti o anche che non hanno una testata a loro dedicata.

A partire dalla Silver Age si diffonde un particolare tipo di espediente narrativo simile ad un crossover ma che non vede l'incontro di supereroi di diverse serie ma di Terre Parallele (o Multiple). Una minaccia che coinvolge più universi differenti ma coesistenti prende il nome di "Crisis" (crisi in lingua inglese)[33].

Elenco delle principali Crisi e crossover realizzati da questa casa editrice:

Crisi on Earth-One and Earth-Two: su Justice League of America (Vol.1) n.21-22 (agosto-settembre 1963) si incontrano per la prima volta la JSA (primo supergruppo di Terra-Due) e la JLA (primo supergruppo di Terra-Uno).
Crisi sulle Terre multiple: da allora in poi periodicamente (circa con cadenza annuale) i due supergruppi si incontrano per sventare Crisi che minacciano più Terre parallele. In questo ciclo di storie si mettono le basi per lo sviluppo del primo Multiverso DC.
Crisi sulle Terre infinite n.1-12 (aprile 1985 - marzo 1986): miniserie che vede la distruzione del primo Multiverso. Dal punto di vista editoriale si vuole semplificare la continuity dei personaggi e delle serie. Dopo il 1985 tutte le storie si svolgono in un unico universo narrativo. Le origini di quasi tutti i personaggi vengono riscritte o comunque aggiornate.
Legends n.1-6 (novembre 1986 - aprile 1987): il semidio Darkseid cerca di screditare i supereroi agli occhi degli altri esseri umani, ma fallisce. Si tratta del primo evento post-Crisis e coinvolge tutte le principali serie pubblicate. Tutti i supereoi si trovano a combattere ma questa volta la minaccia non prende il nome editoriale di Crisis e non vi è nessun accenno a Terre parallele.
Millennium n.1-8 (gennaio-febbraio 1987): la Justice League of America e gli altri supereroi si trovano a combattere i Manhunters, la razza di androidi creata dai Guardiani di Oa prima di passare al Corpo delle Lanterne Verdi. Lo scopo della miniserie è di stabilire un nuovo background narrativo per la Green Lantern Hal Jordan nel nuovo contesto post-Crisis.
Invasione! n.1-3 (1988): i supereroi combattono la razza aliena dei Dominators (Dominatori).
Guerra degli dei n.1-4 (settembre-dicembre 1991): primo grande evento DC Comics ispirato alla mitologia. La dea malvagia è Circe che vuole distruggere Gaea (la madre Terra). Per il suo fine riesce a scatenare un confronto tra il pantheon degli dei greci e quello degli dei romani. La battaglia topica è Wonder Woman vs. Capitan Marvel.
Armageddon 2001 n.1-2 (maggio-ottobre 1991): la storia non si articola con crossover all'interno delle serie regolari ma negli albi con cadenza annuale (Annuals). La minaccia consiste nel supercriminale del futuro Monarch. L'importanza del personaggio è data dal fatto che, con il nome Extant, sarà uno dei protagonisti di Zero Hour.
Eclipso: L'oscurità interiore
Linee di sangue
Ora zero n.4-0, la numerazione è inversa, (settembre-ottobre 1995): lo scopo degli autori è di dare maggior coerenza e linearità all'Universo narrativo post-Crisis. Dopo 9 anni si torna ad utilizzare il termine Crisis (il titolo originale dell'opera è Zero Hour: Crisis in Time).
Our Worlds at War
Il Male si scatena
L'ultima notte: con l'ultimo sacrificio da vivo di Hal Jordan per la Terra.
Genesi
One Million
Il Regno: una sorta di pre-quel della miniserie fuori continuity Kingdom Come – Venga il tuo Regno.
Il giorno del giudizio
I nostri mondi in guerra
Crisi d'Identità
Crisi Infinita
Crisi finale
La Triplice Crisi

A questi si possono aggiungere gli incontri/scontri con altre grandi case editrici, come quello con i personaggi della concorrente Marvel Comics (JLA/Vendicatori).

Da ricordare l'avventura editoriale congiunta tra DC e Marvel che diede vita all'effimero marchio Amalgam, dove i personaggi delle due case editrici erano fusi gli uni con gli altri dando vita a supereroi che miscelavano poteri e carattere dei personaggi uniti.

La DC in italiano

I diritti per la pubblicazione in italiano dei fumetti DC sono stati detenuti da diversi editori nel corso degli anni. Le case editrici che hanno pubblicato materiale DC sono state la Mondadori, la Williams, la Cenisio, l'Editoriale Corno, la Play Press, la Comic Art, la Planeta de Agostini.

Dal 2006 gli editori che hanno tradotto in italiano gli albi della DC Comics sono stati quattro: la Planeta DeAgostini (che ha rilevato i diritti precedentemente detenuti dalla Play Press) per gli "eroi classici" e le serie Vertigo, la Magic Press per la divisione Wildstorm e la Kappa Edizioni per le storie di Spirit e i graphic novel di Will Eisner, Panini Comics che propone la nuova serie di Spirit di Darwyn Cooke.

Da dicembre 2011 i diritti per la traduzione e pubblicazione in Italia di DC Comics e Vertigo sono detenuti da RW[34]. Il primo numero distribuito dal nuovo editore italiano è JLA Zero, distribuito come copia omaggio nel gennaio 2012. Nell'editoriale dell'albo viene enunciato il programma di distribuzione delle testate le cui serie principali partiranno dalla pubblicazione di parte delle 52 nuove serie DC Comics (o The New 52 in originale) nate dal reboot avvenuto dopo la miniserie-evento Flashpoint[35].
 
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