Capitolo 6 - Resa
Di fronte alla Replica, che era fuggita dopo la sconfitta contro Sora, apparve il membro dell'Organizzazione dai capelli rossi, Axel. “Ehi Replica... cioè, Riku.”
“Che vuoi?” chiese la Replica ansimando e fissando il nuovo arrivato con aria minacciosa.
“Era forte l'eroe, eh?” fece Axel con un sorrisetto. “Naminé dice che i ragazzi forti sono il suo tipo.”
La Replica non rispose. Abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro.
Dov'è che ho sbagliato? E perché odio Sora così tanto?Non riusciva a dare un senso ai suoi ricordi confusi.
“Che dici Riku? Non vuoi provare a diventare ancora più forte?”
“Spiegati.”
Axel gli lanciò una carta. “Se usi questa ci riuscirai. Che te ne pare?”
“Perché vuoi aiutarmi?” chiese la Replica fissando la carta che era caduta sul pavimento. Era completamente nera, senza alcuna immagine sopra.
“Perché anch'io voglio vedere l'eroe sconfitto.”
Non mi sta dicendo tutta la verità, capì istintivamente la Replica.
Ma ciò non toglie che ora come ora non sono in grado di battere Sora. E' un dato di fatto.“Su, avanti Riku.” La Replica raccolse la carta e si diresse verso la porta in fondo alla stanza. “Bravo. Vai di fronte alla porta e solleva la carta. Lì capirai come diventare più forte.”
Le parole di Axel lo tentavano. La Replica fece come gli era stato detto, e Axel lo guardò varcare la soglia con un sorriso soddisfatto.
<<ЯR>>
Dopo aver lasciato la Città di Mezzo, Riku si ritrovò in un mondo costellato di fiori giganti. Era sicuro di non esserci mai stato prima di allora.
“Ma allora questi ricordi di chi sono... ?” mormorò mentre abbatteva un Heartless dopo l'altro. Comunque non aveva importanza. Ovunque l'oscurità decidesse di seguirlo, a lui non restava altra scelta che distruggerla. Altrimenti non gli sarebbe rimasto alcun futuro. E perciò Riku continuò a correre, correre, correre.
<<ЯR>>
Nella stanza bianca, completamente vuota, Paperino si guardava intorno con aria nervosa: “Ero convinto che avremmo di nuovo trovato Riku ad aspettarci, e invece...”
“Stavolta niente. Forse non vuole più combattere contro Sora.” ipotizzò Pippo. Lui e Paperino lanciarono un'occhiata preoccupata a Sora. Finora Riku era comparso dopo ogni mondo che avevano visitato, ma stavolta non c'era traccia di lui.
“Lo spero proprio...” mormorò Sora tra sé e sé, lo sguardo corrucciato.
Attraverso una sfera di cristallo, tre figure vestite di nero osservavano la scena . Larxene sollevò un sopracciglio elegante e rivolse a Vexen uno sguardo carico di sfida. “Che succede, Vexen? ‘Riku’ non doveva obbedirti? Che fine ha fatto? Che sta facendo?”
Accanto a lei, Axel sogghignava: “Ma come, si sta nascondendo apposta per attirare Sora in trappola, no? Non ci eri arrivata?”
In questo momento Riku, cioè, la Replica, dovrebbe aver iniziato il suo viaggio tra i mondi. Axel sorrise tra sé e sé. Tutto procedeva secondo i piani.
“Oooooh, mi dispiace tanto! Scusa se ho dubitato, è che ogni volta non si capisce mai se i tuoi esperimenti funzionano o no, e quindi...”
“Silenzio!” Vexen tremava lievemente per la rabbia.
“Oh, la verità fa male, lo so. Certo che non credevo che potessi essere così ingenuo...”
“Se vuoi sapere come la penso... “
Le liti tra questi due sono sempre così prevedibili. Ma ecco che entra in scena la star dello show...“Basta così.”
Marluxia era apparso tra Larxene e Vexen, separandoli. Era lui il leader del Castello. Axel lo guardò tenendo le braccia incrociate. Con la coda dell'occhio vide Naminé tremare come un animaletto braccato, lo sguardo rivolto verso il basso.
“Vexen, la tua operazione è stata un fallimento. Vedi di non deluderci ancora.”
Per un momento il viso pallido di Vexen si accese di un vivo rossore, come le forze gli fossero tornate. “Deludere
te? Ma chi ti credi di essere?! Sei il numero XI dell'Organizzazione e io il numero IV, non prendo ordini da te!!” gridò, e sembrava che stesse per saltare alla gola di Marluxia da un momento all'altro.
“Tuttavia Naminé e il Castello sono stati affidati a me. In questo luogo opporsi a me equivale a tradire l'Organizzazione.”
Larxene scoppiò a ridere come se Marluxia avesse fatto una battuta divertentissima: “I traditori vengono eliminati, è la regola!”
E' vero. Non c'è pietà per i traditori. Le regole dell'Organizzazione sono queste.“In nome dell'Organizzazione dichiaro la tua operazione un fallimento. Farò rapporto al Superiore della tua incompetenza.”
Il Superiore... un uomo che un tempo aveva un altro nome, e altri ricordi. E' lui la vera copia, il vero falso. Lui che ha rubato il nome Ansem...“Ma... aspetta! Per una sciocchezza simile! Puoi... puoi chiudere un occhio per una cosa così piccola!”
Marluxia sogghignò alla preghiera di Vexen: “Solo a una condizione.” disse piano.
Vexen sollevò lo sguardo: “Una condizione?”
“Distruggi Sora con le tue mani.”
“Cosa?!”
Mentre simulava sorpresa per l'ordine di Marluxia, Axel vide con la coda dell'occhio Naminé tremare per la paura.
<<ЯR>>
Al di là della porta c'era un mondo immerso nella luce del tramonto.
“Dove sono... ?” la Replica si guardò intorno, sbattendo le palpebre per il riverbero del sole. “Davvero posso diventare più forte in un posto come questo?” Sembrava un luogo tranquillo, dall'atmosfera quasi sonnolenta.
Hanno detto che in questo Castello si possono ritrovare i ricordi perduti, ma io non riconosco nulla di questa città. Però sembra così calda in confronto alla desolazione oscura che riempie il mio cuore...La Replica si mosse in una direzione a caso. Di Heartless neanche l'ombra. Improvvisamente, però, percepì uno spostamento d'aria alle proprie spalle.
“Eh?”
Un ragazzo biondo gli sfrecciò accanto su uno skateboard, ma non parve accorgersi di lui.
“Aspetta!”
La Replica corse dietro al ragazzo lungo una discesa che sbucava in una piazza piuttosto ampia, circondata da negozi. In giro non c'era anima viva. Sospirò.
“Chi diamine era... “
Il ragazzo biondo sembrava sparito nel nulla, come se fosse stato un'illusione.
La Replica riprese a vagare per la città dipinta di tramonto, e arrivò in una zona periferica, deserta, dove un grosso buco si apriva sulla facciata di un muro.
“Chissà cosa c'è da quella parte... “ disse tra sé e sé, avvicinandosi.
<<ЯR>>
Attraversata la foresta di fiori giganti Riku si ritrovò di fronte un Heartless enorme, il Trick Master. Senza esitazione spiccò un salto con tutta la sua forza e abbatté l'Animofago sul braccio della creatura.
“Heartless... sempre e solo Heartless... “ borbottò con rabbia mentre atterrava, e nello stesso momento il Trick Master lo colpì. Fu sbalzato via e cercò di arrestare la caduta aggrappandosi al suolo con le dita, poi si rimise in piedi in un unico, fluido movimento e ripartì all'attacco. Le dita gli sanguinavano.
Non importa. Devo sconfiggerlo. Devo sconfiggerlo per rivedere Sora e distruggere l'oscurità nel mio cuore.<<ЯR>>
La Replica si chinò per attraversare il buco e si ritrovò in una foresta scura. Avanzò con cautela, guardandosi attorno. La foresta era permeata da un'atmosfera malinconica che alla Replica sembrava rispecchiare perfettamente ciò che sentiva nel proprio cuore.
Perché non ho saputo sconfiggere Sora? E... perché volevo combattere con lui? Perché Naminé lo detesta, certo. Se Naminé non vuole più vederlo, allora io lo devo fermare. Non potrebbe essere più semplice di così. Allora... perché c'è tutta questa tristezza nel mio cuore? Le sue dita si strinsero attorno al portafortuna nella sua tasca. Ho fatto una promessa a Naminé.
Questa non è una bugia... ecco perché devo sconfiggere Sora.In lontananza vide una radura inondata dal sole. Cercando di ignorare la propria ansia corse in quella direzione, sbucando a limitare degli alberi di fronte a una grossa villa.
“Sora... ?” Nella radura vide Sora e Vexen che si fronteggiavano. Nessuno dei due si era accorto della sua presenza. Stavano gridando qualcosa l'uno contro l'altro.
“Ma guarda, anche tu qui... Riku.“
La voce veniva dalle sue spalle. La Replica si voltò e si trovò faccia a faccia con Axel. “Che cavolo stai cercando di fare? Avevi detto che venendo qui sarei diventato più forte!”
Axel sorrise: “Davvero?”
“Mi hai preso in giro?!”
“No, assolutamente no. Ma ora stai zitto e guarda, Riku.”
La Replica spostò lo sguardo sulla radura, dove Sora e Vexen avevano iniziato a combattere.
“E' proprio forte, eh?”
La Replica osservava in silenzio.
Sì, Sora è forte, ma...“Non mi importa niente! Fai tornare Riku come prima!” gridò Sora, colpendo Vexen con il Keyblade.
“Oh cavoli. Se non mi sbrigo qui le cose finiscono male.” disse Axel, ma sembrava più rivolto a se stesso che alla Replica.
“Come prima? Stupido... non hai capito niente. Per quel Riku non c'è altro destino che sprofondare nel nulla dell'oscurità.”
Le parole di Vexen scossero la Replica.
Cosa... ? Io... sprofonderò nel nulla dell'oscurità...
?“Ahaha, su questo non ci contavo proprio!” rise Axel, come se fosse una cosa da nulla.
“Che vuoi dire?”
Axel sorrise: “Tu vai avanti, io ho un paio di cose da sistemare.”
In quel momento il corpo della Replica fu avvolto dalla luce.
“Che... ?” Un istante dopo si trovava di nuovo in una sala bianca del Castello. “Ma che.... “
Ma che diamine è successo? Non capisco. Il nulla dell'oscurità? E che sta complottando quell'Axel? Che devo fare? La testa... sembra esplodermi...Odio Sora!
Naminé lo ha detto, ne sono sicuro. No... lo ha fatto davvero? I miei ricordi sono sempre più sfocati. L'unica certezza... è che devo proteggere Naminé da Sora. Devo sconfiggere Sora. Proteggere Naminé. La Replica continuò a ripetersi queste parole nella testa, ancora e ancora, finché non sentì i passi di qualcuno che si avvicinava. Erano Sora e i suoi amici.
Sora gli sfrecciò accanto senza nemmeno notarlo. “Sora... se non ti fermi adesso farai soffrire Naminé” disse. Quella era la verità. Non poteva essercene un'altra.
Sora si voltò a guardarlo. “Vuoi ancora combattere contro di me?” gridò. “Ma Vexen è morto, ora sei libero dal suo controllo!”
La Replica si accigliò per un momento.
Vexen mi controllava? Ma i suoi sentimenti per Naminé spazzarono via ogni dubbio.
Le ho fatto una promessa. “Devo fermarti per proteggere Naminé. Questo mi dice il mio cuore.” disse sollevando la propria arma.
“Perché non possiamo proteggerla insieme?!”
No, non possiamo farlo, mai. Perché... Naminé odia Sora. “Proteggerla è compito mio! Gliel'ho promesso tanto tempo fa!”
Me lo prometti?
Te lo prometto.
Quella notte le ho fatto una promessa. “Quando eravamo piccoli sull'isola c'è stata una cascata di stelle cadenti. Naminé era spaventata, aveva paura che una stella cadesse sull'isola, e allora io le ho detto ´se una stella cade su di noi io la rispedirò indietro, ti proteggerò´... “
“Ma... è la stessa storia di Sora!” esclamò Pippo interrompendo la Replica.
“Che stai dicendo?”
“Ma... quella volta sono stato io a fare la promessa a Naminé. La notte delle stelle cadenti
io ho promesso di proteggerla!”
Sora è convinto di avere gli stessi miei ricordi. “Non è vero! Tu non eri nemmeno lì!”
Quella notte eravamo solo noi due. Sora non c'era.“No Riku,
tu non c'eri! Ho anche il portafortuna che mi ha dato lei per dimostrarlo!”
“Il portafortuna... ?”
“Guarda!” Sora estrasse un ciondolo dalla tasca e... era identico a quello che aveva la Replica.
“Perché lo hai anche tu... ah, ma certo!” la Replica avanzò verso Sora con l'arma in pugno.
“Riku... ?”
“Il tuo portafortuna è un falso! Quello vero ce l'ho io!” gridò estraendo dalla tasca il suo.
“Ma... non è possibile!”
“Distruggerò quel falso!” la Replica si lanciò all'attacco di Sora.
“Argh!” Sora parò con fatica il colpo tremendo.
“Non è un falso! Me lo ha dato Naminé!” ora anche Sora urlava.
La Replica lo respinse, cercando di non dare peso alle sue parole. “Il mio è quello vero!”
Ma...
“No, quello vero è il mio!” Sora colpì con tutta la sua forza, e la Replica fu scagliata a terra.
“Argh... “ si rialzò in piedi, respirando pesantemente.
Perché... non riesco a vincere? Sto davvero precipitando nel nulla dell'oscurità... ? Migliaia di dubbi affollavano la sua mente.
“Riku!” la Replica corse via, ignorando le urla di Sora che lo chiamava. Non si accorse che il portafortuna gli era caduto dalla tasca.
<<ЯR>>
In una stanza buia nei sotterranei del Castello Lexaeus apparve al fianco di Zexion. Tornava da una ricognizione.
“Che succede, Lexaeus?” domandò Zexion.
Per un attimo sul viso di Lexaeus si dipinse un'espressione di disappunto misto a paura. Poi disse in tono calmo: “Vexen è stato eliminato.”
“Sì, l'ho percepito anch'io. Ho sentito l'odore di Axel che lo annientava. Un membro dell'Organizzazione che elimina i propri compagni... è deplorevole.”
L'espressione di Zexion è indecifrabile... non riesco a capire se pensa davvero quello che dice o no.Le luci flebili della stanza si riflettevano sui loro visi pensierosi.
“Il problema è Sora. Si è rivelato abbastanza potente da sconfiggere Vexen, ed è ancora sotto il controllo di Naminé. Presto diventerà il burattino di Marluxia.” disse Lexaeus abbassando lo sguardo.
Ma Zexion insistette: “E allora che facciamo? Eliminiamo Sora prima che cada nelle mani di Marluxia?”
Eliminare Sora... Lexaeus sgranò gli occhi. “Non sarà necessario. Se Marluxia si impadronisce della luce di Sora, allora noi prenderemo l'oscurità.”
“Vuoi dire Riku... ?” chiese Zexion. Lexaeus annuì, e scomparve.
<<ЯR>>
Nella stanza della sfera di cristallo Naminé sedeva in un angolo, con gli occhi bassi.
In questo momento Sora sarà quasi arrivato sull'isola. Lì troverà me... e perderà l'ultimo frammento dei suoi ricordi.“Naminé.” la ragazza alzò lo sguardo e si trovò di fronte Axel. Aveva sempre avuto la sensazione che quell'uomo fosse fuori posto nell'Organizzazione. “Sei tutto ciò che gli resta.” disse lui, e Naminé abbassò di nuovo lo sguardo.
E' per questo che ho modificato i suoi ricordi. Ma ora non posso più fare niente.“Sei l'unica che può salvarlo.” Naminé lo guardò di nuovo. Non capiva dove volesse andare a parare. “Devo ripetertelo? Sei l'unica che può salvarlo.”
“Ma... è troppo tardi.” rispose con voce flebile.
Non posso più fermare quello che ho iniziato. E' troppo tardi...“E' un po' presto per dirlo, no?” Axel si avvicinò e la guardò dritto in faccia. “Ehi Naminé, hai notato? Marluxia non è qui ora.”
“Che stai dicendo... “
Axel sogghignò: “Sto dicendo che adesso nessuno ti fermerà.”
Quindi... in altre parole, tu non mi fermerai? Naminé si alzò in piedi lentamente.
“Non sprecare l'occasione.”
Naminé annuì e corse via dalla stanza. Axel la guardò uscire.
“Eh eh eh... “ rise. “Aahahahah. Ora sì che le cose si fanno interessanti. Ci avviciniamo allo scontro finale!” Axel si avvicinò alla sfera di cristallo e osservò l'immagine di Sora al suo interno. “Avanti... Sora! Naminé! Riku! Marluxia! Larxene! Spero che mettiate su uno spettacolo con i fiocchi! Voglio divertirmi, okay?” disse con un sorriso, toccando la sfera di cristallo.
Nella sfera apparve l'immagine della Replica. “E tu sei l'ultima cartuccia da sparare, copia... “ mormorò Axel guardando la Replica correre per i corridoi del Castello.
<<ЯR>>
Naminé correva giù lungo una rampa di scale.
Sora deve essere già entrato. Se non mi sbrigo non farò mai in tempo.In quel momento vide una figura stagliarsi davanti a lei.
“Ah... “ convinta che fosse un membro dell'Organizzazione arretrò istintivamente, ma poi vide che era solo la Replica.
“Naminé!” gridò lui, pallido come un fantasma. Naminé sentì un tremito attraversarle le spalle.
“Riku... cioè... Replica... “ Naminé aveva parlato a voce così bassa che il suo sussurro non raggiunse la Replica.
La Replica era fuori di sé: “Ehi, Naminé! Mi avevi detto che odiavi Sora, e allora... mi avevi detto che non volevi più vederlo, e allora io... io pensavo di proteggerti e... ma, Naminé... lui ha lo stesso portafortuna che ho io... perché Naminé? Perché?!” si prese la testa tra le mani, sofferente.
“Io... “ per un attimo Naminé abbassò lo sguardo, poi fissò la Replica dritto negli occhi: “Mi dispiace.” disse con voce flebile.
La Replica la afferrò per una spalla. “Come sarebbe ‘ mi dispiace’ ?!”
“I tuoi ricordi sono stati creati da me.” disse lei con voce chiara. “Sono falsi. E anche quelli di Sora. Vedi... io sono una strega che può manipolare i ricordi.”
“I miei ricordi... i ricordi di Sora... sono falsi?”
“Li ho creati disfacendo e connettendo le catene di ricordi. I tuoi ricordi li ho creati modificando la catena di ricordi di Riku... e poi li ho impiantati in un fantoccio costruito da Vexen.” la Replica cadde in ginocchio, come se le parole di Naminé gli avessero risucchiato tutta la forza. “Mi dispiace... ho commesso un errore... ed è per questo che ora devo andare.”
La Replica nascose il viso tra le mani. “Che vuoi dire?! Dimmelo, Naminé!” urlò. Naminé iniziò ad allontanarsi; poi gli voltò le spalle e si mise a correre. “Naminé, aspetta!” Non si fermò, non si voltò una volta sola indietro. “Naminé... !” Non rimase nessuno a udire l'urlo della Replica.
<<ЯR>>
La stanza bianca era permeata da un odore orribile. Riku percepì subito una presenza ostile e si mise in posizione di guardia, l'Animofago pronto a colpire. “Sei un ‘nessuno’ anche tu, vero? Ti riconosco dalla puzza.”
Davanti a Riku apparve una figura massiccia. “Mi chiamo Lexaeus. Vedo che sei all'altezza della tua reputazione, Riku. Sei stato bravo ad arrivare fin qui. Davvero eccellente. Ma per uno come te, avere paura dell'oscurità... che spreco.”
Riku si accigliò. “Io... non ho paura.” disse, più a se stesso che al membro dell'Organizzazione. “Io... “
“Lo sento.” lo interruppe Lexaeus. “Sei in grado di controllare l'oscurità. Liberati del timore di usarla, apri il tuo cuore e accettala.”
“E se dicessi di no?” rispose Riku con impazienza.
Non ho bisogno del potere dell'oscurità. Voglio essere forte... ma con le mie forze, nient'altro.Lexaeus sorrise per un attimo, poi evocò un enorme tomahawk. “Perderai sia la tua oscurità che la tua luce, e cadrai qui e ora!” gridò, e dal suo corpo proruppe una potente forza oscura. Tanto potente da ricordare a Riku quella di Ansem.
L'impatto lo fece tremare.
“Questo è il potere dell'oscurità! Chi ha un cuore debole e teme l'oscurità non può sperare di battermi! E ora arrenditi! Apri il tuo cuore all'oscurità!”
“Mai!”
Riku caricò Lexaeus con l'Animofago sguainato. “Io non ho paura dell'oscurità!”
“Ah! Menti! Puoi diventare forte quanto vuoi, ma se non accetti l'oscurità... ti spezzerai!”
Il colpo di Lexaeus scagliò Riku sul pavimento, spaccandolo e facendo volare pezzi di marmo da tutte le parti. Lexaeus ne afferrò uno e lo frantumò nel suo pugno. “Argh... “ Riku schivò i detriti e saltò oltre la testa di Lexaeus, atterrando alle sue spalle e colpendolo con un fendente alla schiena.
“Avanti!” gridò, colpendo ancora e ferendolo gravemente. Ma...
“Non ci siamo!” Lexaeus scagliò l'arma contro Riku. Lo colpì, strappandogli un gemito di dolore e facendolo cadere in ginocchio.
“Io... non perderò da uno come te... non mi farò sconfiggere dall'oscurità!”
Con un ultimo scatto Riku mirò al petto di Lexaeus, trafiggendolo con l'Animofago. “Aaargh... che potere immenso... “ Lexaeus barcollò e cadde in ginocchio. Riku indietreggiò con un salto per mettere distanza tra sé e l'avversario, respirando pesantemente.
“Allora... Lexaeus... che ti prende?” lo derise, respirando a fatica.
Posso batterti... senza usare l'oscurità. “L'oscurità... non è tutto. Io... ho vinto.”
Lexaeus fece un sorrisetto. “Argh... ho perso, questo è vero. Ma non sottovalutarmi! L'oscurità che proromperà nel momento in cui svanirò ti inghiottirà vivo!”
Un istante dopo Riku fu travolto da un'onda di oscurità ancora più potente di quella all'inizio della battaglia. “C... Cosa?!” Era circondato da oscurità potentissima, che lo avvolse completamente finché non riuscì a vedere più nulla.
“Aahahahahhaha! Questo è il potere del numero V dell'Organizzazione... io, che un tempo ero l'amato discepolo di quell'uomo!” con queste ultime parole anche il corpo di Lexaeus fu inghiottito dall'oscurità e svanì.
<<ЯR>>
Oscurità. Oscurità ovunque io guardi, tutto intorno a me... Riku era solo. “Che... che mi è successo... ?” mormorò guardandosi intorno. “Dove sono... ?”
“Lo vedo... “ sussurrò una voce. “Lo vedo... “
“Lexaeus?!” gridò Riku.
“Riku... “ la voce sogghignante risuonò nelle sue orecchie. “Vedo il tuo cuore... “
“No, non è vero! Questa puzza di oscurità... non può essere... ?!”
“Sì... ricorda il passato... accoglimi di nuovo nei tuoi pensieri, nel tuo cuore... “
Riku ricordò quella presenza inquietante, quell'odore...
Questo odore... sì. “Ansem!” gridò. Era il nome dell'oscurità che si era annidata dentro di lui.
“Eh eh eh eh... Riku... hai chiamato il mio nome. Stai pensando a me... “
La voce gli fece salire un brivido gelido lungo la schiena.
Quei ricordi... no, non voglio più pensarci. La sensazione orribile nel momento in cui Ansem si è impadronito del mio corpo...“Hai paura dell'oscurità... e questo è un bene... più pensi a me e più si avvicina il tempo del mio ritorno... e quando finalmente m risveglierò... mi impossesserò del tuo cuore e... “
Riku arretrò, pressato dall'oscurità.
L'oscurità si ammassa su di me, come se... fosse a caccia del mio cuore.“Controllala!” lo esortò la voce, e in quel momento Ansem apparve davanti a lui.
Ansem... Riku non riusciva a muoversi, come se lo sguardo gelido di Ansem lo avesse trasformato in una statua di ghiaccio.
Come posso sfuggire all'oscurità? Come posso sfuggire ad Ansem? Lo sguardo di Ansem lo trapassò a parte a parte.
“Riku, no! Non lasciarlo avere il sopravvento!” gridò una seconda voce dal nulla, e un caldo raggio di luce avvolse Riku.
“Questa voce... Maestà!” gridò Riku, circondato dalla luce.
“Bastardo di un Re!” l'urlo di Ansem fu soffocato dalla luce.
“Aaah... “ Riku aprì gli occhi e si ritrovò sul pavimento della sala bianca.
Mi sento un po' scosso... ma non sono ferito. “Maestà... mi ha protetto lei?” Riku si rialzò con fatica. “Maestà! Dov'è! La prego, risponda!”
Si guardò intorno disperatamente, ma il Re non si vedeva da nessun parte. Non sentiva nemmeno più la sua voce.
“E' al mio fianco, vero... Maestà... “ Riku strinse un pugno contro il petto, e in quel momento una voce flebile risuonò nella stanza.
Riku, non sei solo.
Rinvigorito dal pensiero che il Re vegliava su di lui, Riku riprese il cammino.
<<ЯR>>
E' una bugia... i miei ricordi non sono falsi! Ha mentito! La Replica correva alla ricerca di Naminé.
Devo trovarla e farle dire che è tutto falso. E devo proteggerla da Sora. Sono i ricordi di Sora a essere falsi... Spalancò una porta e si ritrovò nell'ennesima stanza bianca. Al centro c'erano Naminé e Sora, immersi in un fitto discorso.
Devo proteggere Naminé da Sora...“E' perché sono entrata nei tuoi ricordi, Sora, e... “
La Replica si intromise: “Perché non lasci spiegare me?” gridò.
“Riku!” gridò Sora sorpreso.
“E' semplice. I tuoi ricordi sono falsi. Non sei mai stato tu a promettere a Naminé di proteggerla, ma io! Ma tu ti sei intromesso! Sei manipolato da ricordi falsi, Sora!” La Replica caricò Sora facendo lampeggiare la sua lama.
“Basta!” urlò Naminé, ma la Replica non le prestò ascolto. Sora trattenne il respiro, bloccando il colpo della Replica con il Keyblade.
“Sono io che devo proteggere Naminé!” gridò la Replica, arretrando e poi lanciando un altro assalto contro Sora.
“Riku, fermati!” cercando di ignorare le grida di Naminé la Replica colpì Sora e lo buttò a terra. “Sora!” urlò Naminé.
“No... Riku... “ Sora cercò di rimettersi in piedi barcollando, mentre la Replica si avvicinava lentamente a lui.
“Ho vinto.” la Replica puntò l'arma al volto di Sora.
“No Riku, ti prego!” lo supplicò Naminé. Ma la Replica sollevò la lama per sferrare il colpo di grazia.
“Sparisci, falso!”
“No!” urlò ancora una volta Naminé, e la stanza fu invasa da un lampo di luce.
Lo sguardo della Replica si annebbiò. Si lasciò sfuggire un gemito mentre cadeva, le gambe non più in grado di sorreggerlo.
Me lo prometti?
La voce di Naminé sembrava lontanissima.
“Riku... ?”
Sentiva la voce di Sora che lo chiamava.
Ma... non capisco... io sono... ?“Riku! Riku!”
La voce di Sora è così lontana... io ti odio. Ma allora perché chiami il mio nome in quel modo?Avvolto dalla luce, la Replica perse coscienza.
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