Posts written by RoxasXIII95

view post Posted: 12/9/2021, 14:34 I video di Valyx & Venator - Gallerie degli utenti
Wow...video stupendo come al solito, ma stavolta siete stati geniali! Quanto ci è voluto per scriverlo? Va bene che sapendo voi dall'inizio l'ordine degli eventi eravate ovviamente avvantaggiati, ma ce ne vuole per dischiudere le informazioni nell'ordine adatto E CONTEMPORANEAMENTE infilarci le battute. Credo sia uno dei lavori più complicati che avete mai fatto, forse batte addirittura i video a scelte multiple.
Ora commentiamo con ordine, come al solito.
CITAZIONE
Roxas:"Capo, ascolta, il punto è che-"
Xemnas:"Sta zitto Roxas, non tollero interruzioni!"

E pensare che la soluzione era lì dall'inizio. Ed ho notato tutte le altre volte che ha provato a parlare disseminate per il video, ottimo tocco!
CITAZIONE
Axel:"Ti piano, dimmi che hai un prego!"

Oh cielo, se mi è mancato.
CITAZIONE
Xigbar:"Ah, dopo un lungo mattino di ozio, un po' di riposo è quello che ci vuole!"

Lapalissiano. Non vedo nulla di sbagliato in questa scena.
Pe quanti flashack abbiamo avuto con Luxord disperato, alla fine la questione non si è risolta. Che i problemi coniugali con Marluxia siano al centro del prossimo video?
Quell'Aeroga urlato mi ha spaccato ogni volta che ricompariva nella storia, e il tutto facendo da punto fermo in tutte le testimonianze per accentuarne la contemporaneità. Una buona battuta e un buono strumento narrativo, mi piace!
CITAZIONE
Saix:"La prossima volta evita di scatenare un tornado per spegnere un fuoco. Hai fatto tremare tutto il castello!"
Xaldin:"E cosa avrei dovuto fare?"
Marluxia:"Usare l'estintore."
Axel:"Abbiamo un estintore?"
Vexen:"Demyx. Demyx è l'estintore."
Demyx:"Che volete, ho così tanti talenti."

Migliore battuta del video, a mani bassissime proprio!
Fanculo i bitcoin. I cocomeri sono il futuro dell'economia...a patto che il cambio Munny/Euro sia decente, si intende.
Solo io ho pensato che Roxas e la sua preoccupazione per la disposizione dei turni fosse un indizio che forse è quello che più di tutti ricorda Xion, nella sua amnesia? Non sottovaluterei questo dettaglio.
Vexen e lo sfruttamento di Demyx è sensato, ma mi chiedo: quanto vale il cambio pistacchi/cocomeri? Ah, domande, domande!
In tutto questo, non ci credo quasi che il flashback di Lexaeus contenesse la causa di tutto: il dannato barattolo di sottaceti! Passato per battuta sulla sintesi di Lexaeus, e invece!
CITAZIONE
Luxord:"Io ero deforme!"

So che non c'era un riferimento a quel che penso, Valozzo. Ma io ce l'ho visto. *Wink*
Geni per il montaggio della tristezza di Luxord...con "Ridi pagliaccio" di sottofondo, oltretutto! Chapeau.
CITAZIONE
Xigbar:"Ma ceeeerto, ti mentirei mai? Io e te siamo fratelli, biondo, siamo il Dialga e il Palkia del Castello!"

IT'S REMAKE TIME!
Notare che anche Larxene è stata importante alla genesi del tutto: deviando l'odio di Marluxia da Lexaeus a Naminé, il piano del numero XI è ingigantito in magnitudine.
CITAZIONE
Zexion:"Ok, tipo, sapete che Xemnas ha un drago nel seminterrato?"

Migliore consegna di una frase del video. Non lo so se fosse il tono o il momento in cui è entrata, ma mi ha fatto ridere più del dovuto.
CITAZIONE
Xemnas:"Lexaeus, ero certo di potermi fidare a metterti a guardia dellla porta del seminterrato! Santo cielo, sei praticamente tu la porta del seminterrato!"

Nulla di sbagliato. Ma sono smemorato o nella scena dopo assistiamo alla prima volta che si sente il rumore della monetina per Lexaeus? O era successo anche tempo fa?
Aaaaaah, grazie per averci restituito un'altra volta l'accoppiata canora di Demyx e Lexaeus. Un giorno torneranno più forti di prima.
Ok, da quanto ho dedotto finora, una carta "Esci gratis di prigione" supera in valore due sacchetti di pistacchi, visto che vale di più della fiducia di un amico, e quindi anche dell'Organizzazione, per Demyx. Iniziamo ad arrivare da qualche parte.
Il TG Disney è stato mitico. Ovviamente ho letto ogni articolo nel sottotitolo: non so se ho preferito quella della pallafrutta o quella dell'armatura di Terra, devo dire.
CITAZIONE
Luxord:"Ok, potrei aver corretto il mio tè con una minuscola e poi sempre crescente quantità di whiskey..."

Quel "E poi sempre crescente" mi ha fatto ridere un sacco. Dà proprio l'idea della discesa nell'abisso.
Alla fine dei giochi...povero Pence! Primo posto a Seifer immeritatissimo, spero qualcuno lo scoppi davvero di botte al torneo Struggle. Oh, aspetta...

Che dire, continuate con questi video, io attendo il prossimo con molta fiducia nel fatto che riuscirete sempre a ravvivarmi la giornata.
view post Posted: 2/3/2021, 14:03 Il Ramingo e lo Stregone - Fanfiction
Dopo un bel po' di tempo passato in silenzio, torno finalmente a commentare. Fortunatamente avevo lasciato con la fine della scorsa stagione, quindi riparto con un fresco inizio di serie.
Partiamo dall'impostazione: abbiamo già avuto nelle scorse stagioni un cambio continuo di prospettiva, ma la cosa che più mi garba è che adesso le tre storie narrate hanno un "genere" diverso. Per quanto ci fosse uno stacco tra l'amicizia tra Roxas e Axel e i piani di Marluxia, tutte le storie parallele giravano intorno al conflitto tra due fazioni.
Qui no invece: Zexion e Vexen sono collegati, ma la storia del primo è più di alto intrigo politico, mentre il secondo segue i canoni di un investigativo un po' action. Zam invece prende una direzione diversa inserendo un unico flashback in più parti, diverso però da quello della scorsa stagione perché non è la storia di un gruppo, ma di un solo individuo (due volendo, se aggiungiamo Fett, ma per esempio non conterei Boba come un terzo protagonista, almeno per ora). Sono curioso di vedere se le tre liee si intrecceranno a fine stagione (conoscendovi, Zexion e Vexen che si riabbracciano non è una conclusione scontata, potrebbero facilmente sorgere altre complicazioni).

Per le singole storie, ho molto apprezzato le scene tra Vexen e Camus all'inizio. Il loro rapporto maestro-allievo continua a svilupparsi, ma quello che ci stupisce di più non è Vexen che dice "Grazie", bensì Camus che inizia ad aggirare prepotentemente le regole e ad aiutare l'alchimista in ogni modo possibile. Camus ha decisamente più autonomia sia del suo vecchio sé mentalmente controllato, sia del vecchio sé da sacerdote. E riesce comunque a rimanere il solito ansioso con i suoi mille messaggi e chiamate.
Vexen è probabilmente quello che considererei la vera star della serie: lo vediamo calcolare ogni azione in modo da ottimizzare la riuscita, farsi prendere dall'ansia, fallire a causa dello scontro con la tecnologia imperiale, persino divenire nostalgico. E' un viaggio a Coruscant, ma in verità è un viaggio nella mente e nei limiti del Freddo Accademico come interpretato da voi.
CITAZIONE
Una fitta di nostalgia lo sorprese al pensiero delle loro vecchie stanze al Castello dell’Oblio, accanto all’enorme laboratorio nei sotterranei. Il mosaico colorato dei disegni di Zexion sulle pareti, i cerchi delle tazze di tè sul legno della scrivania, libri e fogli di appunti sparsi su ogni superficie disponibile, l’angolo botanico dove Vexen aveva insegnato a suo nipote i rudimenti dell’erboristeria…

Questa parte mi ha in particolare colpito molto, perché associo sempre Vexen a luoghi asettici e semplici, e vederlo stravolto davanti alla monotonia dell'appartamento di Zexion fa un certo effetto. E' forse l'indizio più evidente del suo cambiamento.
Una cosa che ho adorato è la realizzazione dell'indagine e di tutti gli imprevisti: tutto torna. E' ovvio che i servizi segreti mettano dei controlli a chi cerca membri nei suoi ranghi, e quindi il conseguente tentato arresto non sembra venire dal cielo. Nessun dettaglio della fuga di Vexen viene lasciato al caso, con la presenza della rodiana che funge sia da informatrice della mancanza di Zexion, sia da futuro elemento per sviluppare la scena. La descrizione lenta e cadenzata del cambio di atmosfera man mano che Vexen scende verso i bassifondi di Coruscant rende verosimile una minore presenza della polizia e l'arrivo di qualcuno che ha beghe con l'Impero a salvare lo scienziato.
Più di tutto, ho apprezzato il dettaglio cruciale dell'uso dell'alchimia come estraneo agli Imperiali. Come già visto anche negli altri capitoli, è un'arma che quasi nessuno conosce, e l'unico vantaggio di Vexen in terra straniera. Non è tecnologia, quindi non può essere requisita, ma non è nemmeno magia, quindi non può essere individuata da eventuali assistenti magici dell'Imperatore, né è comprensibile tramite la Forza. Spero la vedremo all'opera in altri momenti di tensione.


La parte di Zam è un classico stacco tra presente e flashback che abbiamo già visto, ma resta fresco. In particolare non mi aspettavo di vedere Hadler con una...cotta, credo? Nonostante tutto, per me rimane sempre l'idea di partenza che i demoni non sopportino chi non sia demone come loro, ma evidentemente l'onore di Zam e le sue capacità di trasformazione li mette tutti un po' in scacco. Basti pensare al Cavaliere del Drago, che sta iniziando a diventare più loquace del solito.
Non ho potuto evitare di notare l'ansia legata al precedente padrone del Puzzle del Millennio citato da Zam. E' qualcuno di cui si era già parlato e mi è passato di mente? O lo scopriremo durante questa stagione? Sono MOLTO curioso.
Quanto al passato di Zam, state riuscendo molto bene a presentare molte nuove razze dell'universo di Star Wars (molte sono andato a cercarle su Google per avere un'immagine mentale più nitida), ed anche di come pian piano Zam le abbia aggiunte al suo repertorio, come per il Wookie e il Tarc. Non ho visto "The Mandalorian", ma forse è meglio perché mi piace scoprire questa lore sulla gente di Jango. Sul beskal in particolare.
Domanda che devo fare perché purtroppo ormai è passato tanto tempo, dopo la stagione sull'Org: ma quale è esattamente il rapporto tra Boba e Zam? Perché ora so che Zam stava col padre, ma ricordavo anche un po' di tenero col figlio. Istinti materni? Ha trovato in lui quello che aveva col padre? O per lei è un fantasma del passato troppo vicino?
CITAZIONE
Alla loro destra, le indicò Jango, fluttuava a migliaia di chilometri dal terreno un intero parco costruito su una piattaforma ad impulsi senza emettere la minima oscillazione; oltre, riconoscibile per le alte guglie bianche, svettava il Tempio Jedi.

E qui mi è preso un colpo, perché ero così immerso nel canon del Ramingo e lo Stregone che mi ero completamente dimenticato che è parecchio collegato a quello delle fonti originali, ed eccoci qui, ad Episodio II. Ripercorrere i passi vedendo le scene da un altro angolo è stato molto bello, e ogni piccolo dettaglio come il sonnifero o i kouhuns un foreshadowing da cardiopalmo. E temo molto per il dolore di Zam, visto che so cosa succede dopo...


Tuttavia, la parte di Zexion è quella che mi ispira di più. Siamo sempre concentrati su quanto sia scomodo per lui il suo dono, e quando è usato a suo favore è sempre in situazioni di sopravvivenza estreme, in cui lui ha un ruolo "passivo". Ora invece sta portando avanti un SUO piano, o anche se fosse diretto da Papa Impe o da Tarkin, è lui a mettere in moto gli eventi e controllare i pezzi sulla scacchiera. Spero che sia finalmente giunta la rivalsa per lui. E' interessante vederlo fare l'eroe con i minatori, il tono pacato e sicuro che in genere non gli vediamo assumere, sapendo che è tutta una finta, ma una finta che porta avanti per vincere, non per sopravvivere, come già detto.
Una parte che non mi spiego invece è l'atteggiamento di Saruman. Metto le mani avanti, e so bene che le autrici probabilmente vedono il vecchio Istari in modo diverso dal mio, ma fatemi spiegare e tentare una teoria: di base Saruman è certamente una persona che non considera molto i suoi sottoposti e anche i cittadini, quindi il modo in cui tratta Zexion ci sta. Tuttavia rimango un po' perplesso dal suo essere definito come persona dai "pensieri semplici", o dalle sue aperte critiche agli altri Signori Oscuri. E' vero, forse Zexion ha troppa paura di lui per riferire la cosa, ma Saruman nel Signore degli Anelli è sempre stato un manipolatore, ha passato molti anni a nascondere i suoi accordi con Sauron, e la sua motivazione dell'unirsi a questo per sopravvivere, per quanto cinica, resta comunque simpatetica, possiamo vedere il suo ragionamento. Mi sembra un po' strano vederlo sbuffare così platealmente e perdere un po' il controllo e la calma.
Più di tutto, non mi torna il suo abuso di potere per le terme personali: sì, era un po' vanesio, ma non lo avrei mai preso per uno che ama lo sfarzo esagerato.
Il che mi porta a una teoria: Saruman è diventato così perché è fuori dal suo ambiente. Sì, è un mago potente e saggio, ma il confronto con la tecnologia di Coruscant e dei suoi capi è troppo per lui, e quindi forse risulta il più "campagnolo". Ha un altro sistema di valori e un diverso tipo di pensiero, non flessibile come quello di Gandalf sulla Terra II. E questo elemento sfugge alla sua mente, facendogli prendere sempre la pagliuzza più corta negli scontri "politici" con gli altri Signori Oscuri, e quindi si sta forse isolando in una sfera di paranoia?
E' forse per questo che appare così cambiato? E' forse il capitalismo il vero Signore Oscuro?
Comunque vada, spero proprio di vederlo ritornare in un ruolo importante in questa serie. Senza una sua entrata in scena a sorpresa non sarebbe lo stesso.
view post Posted: 13/10/2020, 07:11 Iscrizioni per l'undicesimo anniversario del XIII Order - Area Grigia
Ok, arrivo in ritardo e potrei non scrivere ogni mese a questa botta, ma mi iscrivo pure io.
view post Posted: 2/10/2020, 10:51 I video di Valyx & Venator - Gallerie degli utenti
Uao ragazzi, video fantastico come al solito! Cielo, come vola il tempo, questo era un format che mi era sempre piaciuto, sono contento che lo abbiate ripreso.
CITAZIONE
Xemnas:"Ci siamo dimenticati il riepilogo, Xaldin, PER BEN QUATTRO ANNI!"
Xaldin:"Santissima miseria!"

CITAZIONE
Zexion:"Oh oh oh, non so che cazzo sta succedendo, ma sarà uno spasso!"

Sto notando ad ogni video come migliori la vostra intonazione nel doppiare. Ogni volta riuscite a farmi ridere solo per COME dite le cose.
Sentire Ven che intona le sigle di Attack On Titans mi mancava, poi.
Ho adorato in particolar modo i vari riferimenti alla Lega del Male che starnutisce sparsi in tutto il video. Sottile!
CITAZIONE
Xaldin:"Scusi, lei è dell'Organizzazione?"
Xemnas:"Sono il capo, veda un po' lei!"

Devo confessare all'inizio pensavo questa fosse un intermezzo al fatto precedente, appena Xemnas ha parlato ho avuto l'illuminazione e riso come un fesso. Ma mai quanto al portafoglio piangente. Quello è un tocco di classe.
CITAZIONE
Olaf:"Non ancora Sora, continua a cercare!"
Sora:"Ti prego, bastaaaaaaa."

Ad ogni video. Dovete mettere questa battuta ad OGNI. SINGOLO. FOTTUTO. VIDEO.
CITAZIONE
Xaldin:"Evangelion, la recalcitranza di Cannarsi."

Nemmeno io ho il coraggio di quotare cosa viene dopo questa frase.
Gli australiani sparano ai cammelli. Sì. Lo so che sto citando il video senza il Quote. E' che lo devo ripetere a me stesso per accettarlo. Ma non ce la farò mai.
CITAZIONE
Zexion:"Eh, volevi!"

Zexion:"Eh, pensavi!"

Zexion:"Eh, presumevi!"

Nei prossimi video anche questo deve continuare, scalando nel ridicolo più estremo.
Madò, ho giocato tipo mezz'ora a Final Fantasy VII Remake da amici (wink) e riuscivo a guardare solo le discrepanze tra dialoghi e sottotitoli! Lo avevo rimosso, dannati!
La Disney ha comprato anche questo video, comunque.
All'ultimo pezzo con tutte le uscite di film, videogiochi e altro ho avuto i brividi. Uao.
CITAZIONE
Xigbar:"Larxene, al posto del cuore hai un bidone dell'immondizia. Vado a sparare a qualche cammello!"
Vexen:"Guarda che così non risolvi il problema della siccità."
Xigbar:"Ma quale siccità, io voglio solo sparare a un cammello!"
Luxord:"MA PERCHE'?"
Xigbar:"Perché dovrò pure sparare a qualcuno!"

Questo è l'apice del video. E' bello come lentamente avete costruito questo momento.
E gli interventi finali di Vanitas e Junior: a puntino proprio.
CITAZIONE
Xemnas:"Ok, Junior, ci vediamo."
Junior:"Oh, no, non credo proprio."

E Junior si porta a casa il pane con questa scena. Chapeau!

Ragazzi, come al solito avete fatto un lavorone che ho adorato. Continuate così!
view post Posted: 18/7/2020, 12:46 Through space and time, my heart will reach you - Fanfiction
Complimenti per la vittoria Val! E' più che meritata, goditi quella bellissima targhetta (e complimenti a White che come sempre si supera col suo lavoro).

Sarò di poche parole visto che ho commentato ogni singola Fanfiction a fine mese, ma complimenti a tutti. Ce ne vuole per trovare il tempo di scrivere tutte queste storie tra gli impegni e i tumulti di questo 2020. E questo è un traguardo che non può togliervi nessuno!

Nonostante debba ammettere che alcune delle mie storie siano state meno elaborate e più corte di come avrei voluto (sempre causa uni), mi piace affrontare comunque questo evento perché mi dà (anzi, mi DATE ogni mese) vari spunti per poter scrivere, che alla fine è il mio premio: potervi raccontare una storia. Se poi una o due vi sono pure piaciute, tanto meglio!

Un appaluso a noi, che devo dire!

E grazie, grazie, grazie mille a White e Val per essersi avventurati con me in questa enorme storia a sei mani scritta insieme. Il finale è stato semplicemente magnifico, e mi ha intristito realizzare che non avremo più simulazioni. Ma ehi, come ha scoperto l'AI di Kai, la fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro.

CITAZIONE
Solo, un paio di domande:
-cos'è un Ephitet?
-I poteri di Zora consistono sia nel far levitare le cose (o è un richiamo al Gravity?) sia nel far invecchiare gli oggetti colpiti con le sue pallottole?

Come avevo spiegato in una delle vecchie storie (credo sia quella di 358/2 Days), un Epithet è un tipo di potere: nel mondo narrativo di Epithet Erased, quando si nasce, vi è una possibilità che una data parola sia legata alla propria anima, dando alla persona poteri legati a COME LORO INTERPRETANO TALE PAROLA.
Esempio, se una persona ha come Epithet "BEACH", potrebbe avere poteri legati all'acqua, se lui pensa al nuoto sentendo "spiaggia". Mentre se associa la spiaggia ai castelli di sabbia, potrebbe avere poteri legati alla sabbia stessa. Oppure potrebbe controllare entrambi, con molto allenamento.

Quanto a Zora, se vuoi posso dirti il suo potere, ma ti consiglierei di vedere la serie da cui viene, Epithet Erased. Sono solo 7 episodi da 20 minuti ciascuno e si trova gratis su Youtube.
Ma se la curiosità vince...
L'Epithet di Zora è "SUNDIAL".
Il suo potere le permette di rallentare, fermare, accelerare, invertire e in genere controllare qualunque processo che abbia un inizio e una fine definiti, compresi gravità, inerzia e movimento del Sole.
L'unico punto debole del suo potere visto finora è che una volta che un processo si è concluco, non può più influenzarlo. Quindi se vaso cade e tocca terra, non può più farlo levitare verso il punto iniziale.
view post Posted: 9/7/2020, 14:37 Through space and time, my heart will reach you - Fanfiction
Ok gente, ultima tornata di Fanfiction. Complimenti a tutti quelli che hanno lavorato duramente fino ad oggi! Prima di postare la mia Fanfiction ,come al solito, mi permetto di fare una breve serie di commenti veloci.

Fen: Mi è molto piaciuto come hai messo i vari temi degli scorsi mesi in giro per la storia. Credo di averli trovati quasi tutti. La virata dell'uscita dalla quarta parete ammetto che non me l'aspettavo, e devo dire che fa sempre piacere vedere un personaggio venire a patti con il suo destino inevitabile, e il caso di un personaggio che scopre di essere il frutto di una penna d'autore...beh, quello è raro!
Direi inoltre che hai fatto bene a concentrarti sulla descrizione dello stato d'animo di Marinette, facendo sì che la caduta nell'oscurità (so che dovrei dire akumizzazione, ma sai com'è, Kingdom Hearts) fosse più realistica.

White: Beh, Mai non era qualcuno che m aspettavo di vedere, ma diamine se sono felice che ci sia. La prima parte è sicuramente quella che mi è piaciuta di più, sei riuscita a rendere molto vivida la scena, specie usando gli odori. Arrivi addirittura a pensare di esserti dovuto svegliare presto anche te. Per quanto la tensione della parte finale sia certo d'effetto, credo che non batta tutto il microcosmo di relazioni che hai creato nella nuova Radiant Garden, vista non dalla prospettiva dei soliti Keyblader o Apprendisti, ma da quella che nella simulazione è una comune cittadina.
E poi Mai ed Aeleus, awwwwwwwww! Avrei voluto davvero vedere quella parte di simulazione, il nostro gigante si merita più screentime. Dannato Saix, sempre ad arraffare la luce dei riflettori!

Val: Ti sei tenuto Nao per ultimo, eh? Vecchio smargiasso. Utilizzare il quadro di Xehanort apprendista, ecco, già la partenza è ottima: è un elemento molto di sfondo ma che in KH 2 aveva un'importanza non indifferente nella storia, rivelandoci dell'appropriazione di un'identità. Poi che piccina Nao, sempre messa in situazioni dove si sente insicura: tenere alto il nome dell'atelier Mishima (ormai famoso in tutti i mondi, a quanto abbiamo visto), dover subire le ire di tutte le fan di Zexion, entrare in un laboratorio dove se tocchi qualcosa come minimo parte una multa.
Il tutto per poi trovarsi davanti quello che potrebbe essere un corpo da nascondere. Mi ha fatto un po' ridere quella scena, ma ci ha guidati in una descrizione davvero bella del processo di disegno di Nao. Sei stato molto dettagliato, complimenti! E poi vabbè, arriva Rio e succede un quarantotto. E' uno strazio guardare Nao farsi coraggio, perché sai che vuol dire andare incontro alla morte per lei, quindi mischi l'orgoglio per lei e l'ansia per la sua sorte.
E beh, manca solo una storia e poi si chiude il cerchio di tutte queste simulazioni...mi chiedo cosa accadrà.

LadyB: Oof, che finale drammatico! Ma aveva molto molto senso: durante tutte le altre storie avevamo visto Carlos e il rapporto quasi tossico che aveva con quest'ideale del padre perfetto che doveva essere Xigbar/Luxu, e di come lo abbia cambiato pian piano. Abbiamo anche potuto vedere come ciò fosse effettivamente voluto dal padre, ed ecco che tutti i fili si congiungono: il piano riesce, Carlos cade completamente nell'Oscurità, il gruppo è spezzato, e Luxu ha un nuovo recipiente.
Tutto molto organico, devo dire. E se posso aggiungere, ho molto apprezzato le interazioni tra Mal e Riku, più che altro perché quest'ultimo ha molte meno interazioni nei giochi, se non con Sora e Topolino. E' una ventata d'aria fresca vederlo con una nuova amica.

Lis: Come al solito, ottima interpretazione di Vexen, ma devo aggiungere che anche Demyx è parecchio preciso per come lo hai reso. Sembra quasi di vedere la loro chiacchierata in KH III, adattata però a un'altra situazione, rendendo realisticamente una conversazione futura a quella.
Ma il momento clou è ovviamente il confronto con Xion. Per quanto mi piaccia molto la sua descrizione come automa e la "resa" di Vexen alla propria morte, mentirei se non dicessi che la mia parte preferita è stata la narrazione ci come il Freddo Accademico l'abbia cresciuta, e di come fosse fiero quando ha scoperto che anche dopo la sua morte lei sia stata capace di pensiero critico.
E oltretutto, ci hai dato una sequela di eventi verosimile per la reincarnazione in Qualcuno di Even.

Hime: Non so se era voluto, ma la parte iniziale con l'immersione e il Keyblade tempestato di gemme mi sapeva troppo di riferimento al fatto che Luxord va sempre nel mondo dei Caraibi, un bel dettaglio. Poi mi piace la seguente narrazione fatta di stralci di vita quotidiana che costruiscono man mano non solo i rapporti tra i futuri Nessuno, ma anche la sottotrama della caduta nell'oscurità di Ephemer, che espolde nel finale. La sua discesa nella pazzia e la descrizione dei mostri come "orrori" mi ha dato un non so che di Lovecraftiano, ma forse ce lo vedo solo io.
E poi vabbè, mi citi la leggendaria lancia di Cu Chulainn. Una stellina d'oro per te!



Uuuuuuuff...sono alla mia ultima storia. Si ricollega molto alla precedente per obiettivi e a quella di 358/2 Days per il mondo in cui è ambientata. Spero vi piaccia!


9° tale
Focus on: Keiji Shinogi




Rating: Verde


IL TRIELLO



La prima cosa che lo raggiunse del Count Basie Bar fu la musica frizzante che permeava il locale. Keiji non era famoso per essere un amante della musica, giù al distretto centrale, ma non poté fare a meno di schioccare le dita a tempo. Si guardò intorno: il posto dove Megumi gli aveva dato appuntamento era scintillante, dal marmo del pavimento fino ai bicchieri stipati dietro al bancone. Individuò subito i lunghi capelli neri della collega, seduta in un angolo, senza occhi indiscreti che la guardavano. D’altronde, gli avventori del bar erano persone molto ordinarie. Megumi diceva sempre che preferiva parlare di cose private in piena vista. Si destava meno attenzione che essendo riservati.
Giunto al tavolino rotondo, Keiji vi appoggiò la mano sopra.
“Wow, non ho mai visto una bellezza simile. Vieni qui spesso?”
“Wow, non ho mai sentito una frase da acchiappo più banale di questa. Rimani in bianco spesso, Shinogi?”
Keiji tentennò un momento, ridacchiando nervosamente.
“Uao, Capitano, questo è un colpo basso.”
“Mi fa piacere vedere che sei pieno di energie, Shinogi. Ne avrai bisogno per questa missione. Siediti pure.”
L’agente obbedì, tirando indietro la sedia e mettendosi seduto in modo di dare le spalle all’entrata, così da coprire Megumi. Era alquanto ansioso di iniziare: finalmente lo avevano tolto da quei tediosi incarichi a Crepuscopoli, iniziando ad assegnargli vere e proprie indagini.
“Come mai il nuovo...look?” chiese Megumi, indicando la tinta bionda di Keiji.
“Ordini dal Commissario Basettoni. Pare che alcuni dei nostri fascicoli sugli agenti siano finiti nelle mani di qualche bastardo che li sta facendo girare per le associazioni malavitose di tutti i mondi. Per sicurezza, ogni agente deve entrare nei mondi sotto un altro alias. E’ successo mentre lei era in missione sotto copertura, motivo per cui mi hanno mandato a informarla anche di questo, oltre che a...sostituirla.”
Keiji indicò il braccio ingessato di Megumi. Lei sospirò.
“Sigh, una disgrazia dietro l’altra...mi fido di te, Shinogi, ma onestamente ho un brutto presentimento riguardo a questa indagine. Mi sento come se ci fosse una forza invisibile che vuole tenerci lontani dalla verità.”
“Beh, capitano, più che prometterle di fare del mio meglio, non so cosa dirle. Vuole un drink per rilassarsi?”
“Ci ho già pensato io.” disse la donna. Come se fosse una battuta d’entrata, il barista portò loro un vassoio con sopra due bicchieri riempiti per un quarto di cubetti di ghiaccio, e due lattine di Fizz Soda, che aprì e versò per entrambi. Detto questo, fece un cenno a Megumi e si defilò.
“Sempre efficiente, eh capitano?” disse Keiji, prendendo il bicchiere ed iniziando a sorseggiare. Era piena estate nel mondo di Sweet Jazz City, e per Keiji, che si era dovuto fermare due giorni ad Arendelle per un guasto alla Gummiship della Polizia dei Mondi, la differenza si faceva sentire prepotentemente.
“Mh mh. Ora smettila di essere formale e dammi del tu, Shinogi, o ci metteremo una vita.” gli rispose Megumi, tirando fuori da sotto il gesso un fascicolo, “Abbiamo una situazione delicata tra le mani.”
I due poliziotti esaminarono insieme i vari rapporti. Nell’ultimo periodo, la Polizia aveva ricevuto una soffiata su una certo forziere misterioso, che pareva essere ricercato da parecchi fazioni pericolose: innanzitutto dalla spietata Malefica, una delle ultraricercate giù al distretto centrale. L’informazione stessa dell’esistenza di questa fantomatica “Scatola Nera” era stata ottenuta spiando un suo complice, Pietro Gambadilegno, un criminale già da tempo infelicemente noto alle autorità, e per loro fortuna poco propenso a notare microfoni nascosti.
L’altra fazione invece era nientepopodimeno che la Nuova Organizzazione XIII, anche se vi erano prove indiziarie che solo uno dei membri fosse effettivamente interessato all’artefatto. Sebbene l’Ispettore Manetta avesse teorizzato che questo potesse significare la presenza un disertore, ciò non era bastato a convincere il Commissario a tentare di contattare questo possibile alleato. Vista la pericolosità dei soggetti che davano la caccia a quel forziere, la priorità più alta era stata data al recupero dell’oggetto, non al procurarsi contatti.
Vari agenti erano stati disposti in giro per i mondi, venendo man mano ricollocati quando arrivavano notizie che Malefica o l’Organizzazione aveva rinunciato alle ricerche in quella zona.
Megumi riassunse le sue ricerche negli altri mondi a Keiji in maniera molto frettolosa, essendo state infruttuose, e passò direttamente al momento in cui una Inscribed con l’Epithet “Sightseeing” la aveva contattata per darle delle informazioni, ribaltando completamente il caso: la Scatola era in quel mondo.
Keiji si disse che era proprio una fortuna che l’oggetto desiderato fosse proprio in quel mondo, dove una buona fetta delle persone aveva poteri paranormali. A quanto aveva compreso dal briefing prima di partire, avere un “Epithet” equivaleva ad avere quelli che in altri mondi erano un concetto ristretto all’immaginazione, dei superpoteri legati a una certa parola.
Certo, questo voleva dire che il potere giusto nelle mani di un criminale avrebbe potuto compromettere la loro missione. Motivo in più per accelerare i tempi.
“Alla fine io e un’agente del posto, la detective Percival King, abbiamo ristretto i luoghi più simili a quelli della visione a due: un deserto molto lontano da qui, dove lei si è diretta, e la piccola Redwood Run, nelle nostre vicinanze. Essendo tu privo di poteri, sei stato assegnato a quest’ultimo. E’ un po’ fuori mano, ma è generalmente molto tranquillo da quando la polizia vi ha fatto un raid qualche mese fa.”
“Che è successo?” chiese Keiji
“Pare che vi fosse una piccola cella dei Banzai Blaster insediata. Hai letto il loro fascicolo, vero?”
“Ovviamente. Per quanto non sembrano essere più che teppisti un po’ troppo sicuri di sé.”
“Questo è vero. Ma va anche detto che hanno dei membri che posseggono un Epithet tra le loro fila. Non abbassare la guardia, ok? Non voglio che tu finisca come me.”
Detto ciò, Megumi alzò il gesso, quasi sventolandoglielo in faccia.
“Starò attento, Megumi.”
“Bene.” disse lei, prendendo una mappa dal fascicolo di fronte a lei, “Qui ci sono le indicazioni per raggiungere Redwood Run, più il nome di qualche contatto utile in loco.”
“D’accordo.” annuì Keiji, prendendo la mappa e infilandosela in tasca, “Vuoi che ti accompagni alla Gummiship prima di dirigermi lì?”
“No, c’è un ultimo incarico che devo gestire al commissariato della città, prima. C’è una volante che mi scorterà, lì fuori.”
Keiji constatò che effettivamente due agenti stavano aspettando Megumi fuori dal locale. Fece loro un cenno, per poi girarsi verso il capitano.
“Beh, con permesso.” disse, facendo il saluto.
Megumi rispose. Poi, mentre Keiji si girava, gli afferrò il polso.
“Cosa-”
“Agente Shinogi, ascoltami bene!”
L’atmosfera si era fatta d’un tratto molto più seria. Lo sguardo di Megumi fece scorrere un brivido lungo la schiena di Keiji, nonostante il caldo.
“Fai MOLTA attenzione mentre sei qui. Ti ricordo che non è difficile incontrare qualcuno con un Epithet, senza considerare che al momento c’è un movimento terroristico che si annida in questo mondo, e sono sicura che farebbero i salti di gioia se trovassero una tecnologia come quella delle Gummiship. Lo so che sei felice per il tuo trasferimento, ma fai attenzione che questo non ti renda meno recettivo al pericolo. Basta un secondo, uno solo, e quella felicità verrà sfruttata da qualcuno e si romperà. E se andasse a finire nel peggiore dei casi, mi costringeresti a sentire l’odore del tuo sangue sulla scena del crimine. Non. Fare. Stronzate. Capito, Keiji?”
Il giovane deglutì al sentire il capitano chiamarlo per nome.
Poi, con un cenno silente, confermò di aver capito. Megumi sorrise, e i due si separarono. Keiji andò alla sua macchina, infilandosi la cintura di sicurezza. Poi, un attimo prima di girare la chiave, si fermò. Aprì il cruscotto della macchina e tirò fuori alcuni faldoni consegnatigli dal Commissario Basettoni. Andò subito verso quello dedicato alle organizzazioni criminali del posto, verso la sezione “terrorismo”: lì, un unico nome faceva capolino.
Bliss Ocean.
L’organizzazione che si era posta l’obiettivo di eliminare, secondo una distorta etica di uguaglianza, tutti gli Epithet, compresi quelli dei propri membri. Una logica quasi contraddittoria, che però era appoggiata da alcuni degli individui con i poteri più pericolosi al mondo, che sedevano all’apice della catena di comando.
Keiji si disse che forse era una buona idea fare un piccolo ripasso.




Redwood Run era, per voler essere il più gentili possibili, un tugurio.
Keiji era rimasto alquanto colpito dalle lussureggianti foreste che costeggiavano la strada che aveva preso per dirigersi fuori città, solo per parcheggiare, addentrarsi tra gli alberi seguendo la direzione di un cartello, e infine ritrovarsi nello sperduto paesino che aveva davanti agli occhi. Calmo, decisamente troppo, con qualche persona che ciondolava per le strade senza meta, le abitazioni quasi tutte in legno, con qualche lamiera qui e lì. Quasi sicuramente tutte contenenti amianto.
La città non aveva locali, solo un grosso saloon. Sì, non un bar, non un ristorante, bensì un maledetto saloon. E in effetti sembrava di essere ritornati alla corsa dell’oro, girando per quelle strade sterrate.
Keiji raggiunse finalmente la piazza, se possibile più spoglia del resto della cittadina. Gli unici punti di possibile interesse erano un vecchio pozzo scalcinato e una sedia a sdraio sulla quale riposava un uomo in abiti logori e con un cappello a tesa larga. Keiji si disse che tanto valeva iniziare ad indagare da lì, visto che c’era qualcuno che probabilmente aveva osservato tutto il viavai di gente.
Si schiarì la gola.
“Buongiorno, come andiamo?”
“Ah, tutto bene direi.” rispose l’uomo, spostando leggermente lo sguardo, “C’è molto lavoro oggi.”
“Lavoro? Di cosa si occupa, se posso chiedere?”
“Oh, lei non deve essere di qui, vero?”
“Ammetto di essere arrivato da poco per una...valutazione edilizia, diciamo.” improvvisò Keiji, “Ci sono voci riguardo al rimodernamento della città, e stiamo prendendo delle precauzioni. Quindi, lei lavora in…?”
“Oh, beh ragazzo, io sono il Guardapozzo!”
Keiji rimase in silenzio per cinque secondi.
“Uhm, esattam-”
“Io controllo il pozzo.”
Keiji prese a guardarsi i piedi, insicuro su come continuare.
“E mi diceva che oggi c’è...molto lavoro?”continuò l’agente, fissando la cordicella da cui si calava il secchio del pozzo.
“Oh, sì. Di solito non si avvicina nessuno al pozzo, è secco da anni. Ma poco fa uno strano tizio dal cappotto nero ci si cala dentro, e poi lei arriva e inizia a fare domande sul pozzo. In pochi minuti la mia mole di lavoro si è raddoppiata!”
Keiji non rispose. Nel momento esatto in cui il Guardapozzo aveva accennato al cappotto nero, i suoi muscoli si erano irrigiditi e il suo cervello aveva iniziato a macinare ad una velocità assurda.
“Si allontani da qui.” intimò Keiji
“Cosa?”
“Questo non è un sopralluogo, è un’operazione di polizia. Vada e contatti lo sceriffo del posto...e gli dica di chiamare rinforzi dal distretto di Sweet Jazz City. Codice nero. Ora vada!”
“Ma lo sceriffo non-”
“VADA!”
L’uomo si scapicollò fuori dalla sedia e corse via, mentre Keiji metteva mano alla pistola d’ordinanza nascosta sotto la giacca. Per un attimo provò qualcosa di strano: sentì una sorta di rigetto verso l’arma, come se vi fosse un ricordo sepolto che non riusciva a dissotterrare. Scosse la testa. Non era quello il momento di farsi prendere dal panico. Aveva possibilmente a che fare con un membro della Nuova Organizzazione XIII, quindi non poteva permettersi errori.
Sentì del raspare provenire dal pozzo, e puntò la pistola in quella direzione. La prima cosa che uscì lo stupì non poco: un grosso forziere nero, che probabilmente era stato spinto a fatica nel poco spazio a disposizione nel pozzo. Keiji notò subito le varie serrature rosse sui lati, non lasciando spazio a dubbi. Dopodiché una testa fece capolino, coperta da un cappuccio nero. Il misterioso figuro gli dava le spalle. Un’occasione da non perdere!
“Polizia dei Mondi, metti le mani sopra la testa! Sei sotto tiro!” comandò Keiji, radunando tutto il coraggio che aveva ed iniziando ad avanzare verso il losco figuro. Quest’ultimo sussultò per lo spavento, tanto che il cappuccio che lo copriva cadde.
Capelli neri con righe bianche, tenuti in una lunga coda, spuntarono fuori. Keiji non ebbe bisogno di vedere il volto per capire che si trattava del soggetto XIII-N-002, meglio noto come Xigbar. Un cecchino nato e veterano della precedente Organizzazione, famoso per un tentato assassinio all’Imperatore della Terra dei Dragoni qualche anno fa. Un avversario temibile, nonostante Keiji avesse il vantaggio della sorpresa e di un’arma già estratta. Vide le braccia dell’uomo alzarsi in segno di resa, mentre la testa si girava, mostrando una cicatrice sulla guancia che accompagnava un altrettanto inquietante ghigno.
“Oh oh, beccato, immagino!” disse l’uomo dall’iride dorata
“Non fare movimenti bruschi! Ora allontanati piano piano da quella scatola...” gli intimò Keiji, sudando copiosamente
“Ah, mi sa proprio che non posso agente. Questa viene via con me!”
Fu un istante. Xigbar afferrò una maniglia della Scatola Nera. Keiji premette il grilletto.
Ebbe il tempo di spostare gli occhi. Una grossa massa nera si era dipanata dalla mano del suo avversario. E fu lì che Keiji ricordò.
Poteri dello spazio.
Si buttò a terra più in fretta che poté, ma era già troppo tardi. Il proiettile era entrato in quel piccolo “portale” ed era uscito alle sue spalle. Keiji sentì un dolore lancinante al braccio sinistro, il proiettile che gli attraversava la carne in un millisecondo, che però si allungò all’infinito. L’agente si era buttato in tempo per evitare di essere colpito ad organi vitali, ma neanche i suoi riflessi erano bastati ad evitare la velocità di un proiettile.
Iniziò a sanguinare copiosamente, sentendosi svenire. Fulmineo, si tolse la giacca e la premette contro la ferita, cercando di legarla per fermare l’afflusso di sangue. Alcuni secondi dopo, alzò lo sguardo: Xigbar aveva già recuperato la scatola nera e stava aprendo un Portale Oscuro, il mezzo di spostamento tra i mondi prediletto dall’Organizzazione.
“Merda.” sibilò Keiji mordendosi il labbro.
“Beh, è stato un piacere caro mio!” gli disse il cecchino, sfoggiando un sorriso a trentadue denti sotto la benda sull’occhio, “Ti do un consiglio, dovresti arrestare il tipo che ti ha sparato, sembra uno pericoloso. Lo ho intravisto, ha i capelli biondi e una faccia da tonto. Ti saluto.”
Xigbar si tirò appresso la Scatola Nera. Keiji chiuse gli occhi, battendo il pugno sul terreno arido di Redwood Run. Aveva fallito.
Tlink
“Mh?” fece Xigbar
Keiji aveva sentito uno strano rumore. Come quello di anelli che sbattono contro una barra di metallo a cui sono attaccati. Rialzò lo sguardo: la maniglia della Scatola era tesa, ma il forziere stesso non la seguiva. Era sospeso in aria, immobile: aguzzando la vista, Keiji riuscì a intravedere un lieve alone arancione circondare l’oggetto.
“Che diamine succede? Forza, muoviti!” sbraitò Xigbar, tentando di smuovere senza successo l’oggetto. Nulla, neanche un millimetro.
“Dunque, dunque, dunque! Sembra che questa città sia proprio piena di sorprese! Prima quel dannato amuleto, e adesso questo. AH! Quante possibilità c’erano?” proruppe una nuova voce.
Keiji scattò immediatamente verso la direzione della nuova voce con la sua arma, mentre il guercio faceva lo stesso, evocando le sue. Due pistole dall’aspetto alieno e pericoloso, ma al momento non erano puntate verso di lui, quanto più verso il tetto di un edificio al limitare della piazza.
Lì, stagliata contro un sole che calava pian piano verso l’inizio di un tramonto, si ergeva una donna. Il suo abbigliamento era alquanto assurdo: stivali con speroni, una grosso poncho con il simbolo di un mezzo sole che le copriva quasi tutto il corpo, una sciarpa rossa nonostante il caldo torrido, e quello che non poteva essere altro che un cappello da cowboy.
Xigbar rise a squarciagola.
“Oh, capisco, costumi di scena, perfetti per qualsiasi prestigiatore! Solo due problemi: il trucco della scatola che levita è vecchio stile, e lo stile western non si addice al mestiere!” la canzonò il Tiratore Libero.
Keiji non disse nulla. Anzi, non mosse nemmeno un muscolo, perché lui sapeva bene con chi avevano a che fare. Nonostante da quella distanza non riuscisse a intravedere i segni intorno agli occhi, non vi era alcun dubbio sull’identità della nuova arrivata.
Zora Salazar.
Cacciatrice di taglie, ricercata numero uno di quel mondo, e una dei membri di spicco di Bliss Ocean. Per essere precisi, era denotata come Corps Officer numero 3, con solo due altri membri sopra di lei in quanto a potere, nel suo gruppo.
La situazione stava andando di male in peggio: non uno, ma ben due individui con poteri non concessi all’umano medio di fronte a lui, che volevano litigarsi l’oggetto che doveva recuperare. E i rinforzi ci avrebbero messo almeno un’ora ad arrivare.
Doveva rimanere calmo. Girare la situazione a suo favore. Il sangue si era più o meno fermato, e il cervello ancora funzionava. Scelse di osservare la scena e decidere come comportarsi in base alle reazioni dei due: se c’era una cosa in cui Keiji era un esperto, dopotutto, era leggere le persone.
Zora spiccò un balzo dal tetto, i capelli lunghi fino alla cintola che svolazzavano, sollevando un polverone una volta toccata terra. Si rialzò, sfoggiando un sorriso sornione a Xigbar, che stava iniziando a farsi più guardingo, nonostante avesse la canna delle pistole puntata verso il basso.
“Uao, il bue che dice cornuto all’asino!” replicò la cacciatrice di taglie, “Chi te l’ha prestata la benda sull’occhio, Barbanera o Bartholomew Roberts? Comunque, ti chiederei di lasciare quella scatola qui, per favore. Noi di Bliss Ocean potremmo certamente farne buon uso!”
“Mh, che ne dici di...no?”
Quattro colpi a ripetizione. Xigbar aveva approfittato di un piccolo spiraglio nelle difese della nemica per sparare, solo per rimanere a bocca aperta.
I quattro dardi viola erano fermi a mezz’aria, inerti, ad un metro di distanza da Zora, che camminò in avanti con tutta calma, scansandosi dalla loro traiettoria. Una volta superati, questi ripresero velocità ed impattarono contro il muro di legno alle sue spalle.
“Vedo che sei un uomo di cultura, nonnino!” disse Zora, sfoderando da sotto il poncho due pistole dall’impugnatura gialla, “Le tue sono un po’ troppo fantascientifiche per i miei gusti, ma una pistola è una pistola. Le hai fatte da te come la sottoscritta?”
Xigbar sputò per terra. Nonostante lui stesso fosse un tipo irritante, la nuova arrivata sembrava già dargli sui nervi. Scosse la testa, ricomponendosi e sfoggiando ancora il suo sorriso storto. Keiji fece un passo indietro, continuando a tenere i due sott’occhio.
“E allora dimmi, se davvero mi stimi tanto come socio pistolero: cosa vuoi da questa scatola? Non ha nulla a che fare con questo mondo. Non ci sono soldi, armi, o nulla di utile a una combattente come te.”
Zora fece schioccare ripetutamente la lingua.
“Oh, davvero? Perché è strano, una delle nostre fonti vicine alla polizia dice che la stanno cercando in parecchi. Se non contiene qualcosa di prezioso, deve come minimo contenere informazioni...o qualcosa con cui far leva sui nostri nemici.”
Xigbar fissò di nuovo la Scatola Nera, allungando una mano e dandole un altro strattone. Nulla. Era ovvio che non fosse a conoscenza dei poteri di Zora, capaci di fermare, accelerare o invertire qualsiasi processo, anche la vita umana. Un potere temibile, per quanto anch’esso con limitazioni, credeva Keiji. E conoscere le armi di un nemico dava al poliziotto un flebile vantaggio sugli altri due.
Xigbar sapeva bene che non poteva muovere un portale intorno a un oggetto, specie quando l’inerzia di quest’ultimo pareva funzionare in modo innaturale. Erano ad uno stallo. I due malfattori si fissarono a lungo, le pistole puntate l’uno contro l’altra.
Keiji decise di rompere quel silenzio.
“Beh, perché non deciderla...alla vecchia maniera, diciamo?”
Gli altri due si girarono verso il poliziotto.
“In che senso, impiastro?” chiese Xigbar
“Tre persone in disaccordo, una grossa piazza al cui centro c’è un lauto bottino, una città che sembra uscita da un western...insomma, è il posto ideale per un duello. A tre.”
Xigbar lo guardò stranito, come se stesse ascoltando un pazzo delirante. Gli occhi di Zora invece brillarono come mille soli, il sorriso che si incurvava ancora di più verso l’alto.
“AHAHAHAHAH! Mi piaci ragazzo!” disse la cowgirl, “Non so chi tu sia, ma hai due cojones come non li vedevo da tempo. Che diamine, userò anche una sola pistola, visto che parti già in svantaggio con quella ferita e beh...il fatto che non sei nessuno. Spero che tu sia dei nostri, amico guercio, o potrei coalizzarmi col pivello!”
Xigbar si morse la lingua, ma poi si rilassò.
“Eh...eheheh...mi avete convinto!”
Una delle pistole del membro della Nuova Organizzazione sparì nell’etere.
“D’accordo, all’inizio mi sembravate solo una seccatura, ma immagino che ci sia un po’ di divertimento da guadagnare dall’intrattenere due folli come voi. E sia pure!” sghignazzò Xigbar.
Keiji sospirò di sollievo.
“Benissimo, mettetevi ciascuno a un angolo della piazza.” li coordinò Zora, riponendo una delle sue pistole, “Un colpo ciascuno dovrebbe bastare a chiudere la questione con due cadaveri. Il vincitore si prende tutto! Oh, ma prima ci serve l’atmosfera giusta.”
I triangoli intorno agli occhi di Zora si illuminarono. Inizialmente, nessuno dei suoi due avversari avvertì nulla. Poi entrambi guardarono le proprie ombre spostarsi da sole, diventando via via più piccole. Osservarono il cielo, capendo cosa fosse successo: il sole era tornato indietro, alto nel cielo.
“Un mezzogiorno di fuoco...” sussurrò Keiji.
L’aria si fece immediatamente più torrida. Il sudore dovuto all’ansia di Keiji venne raggiunto da quello per la calura estiva. Per un attimo si sentì svenire, ancora stordito dalla perdita di sangue, ma si riprese. La sua bocca era secca, impastata. Mosse qualche passo piano piano, in accordo con gli altri due. Gli occhi di tutti e tre dardeggiavano da un contendente all’altro, finché non giunsero a formare i vertici di un triangolo. Al centro, il pozzo e la Scatola Nera.
Keiji respirò a pieni polmoni. Doveva escogitare un piano. Era chiaro che, negli occhi degli altri due, lui non fosse una minaccia. Forse se la sarebbe cavata senza ulteriori ferite, ma doveva stare attento. Gettò uno sguardo veloce verso Xigbar: era chiaro che avesse deciso di rinunciare alla pistola per avere una mano libera. Da ciò che aveva osservato, gli sarebbe servito a creare un portale per ridirezionare un proiettile. Era sicuro da vecchi rapporti che potesse muoversi da una parte all’altra di un luogo senza avere mano libere, ma quel movimento di prima non sembrava essere stato fatto per capriccio. Evidentemente aveva problemi a spostare elementi non appartenenti alla sua persona.


I tre abbassarono le pistole al loro fianco, stringendole e fissando gli altri.


Zora, invece, sembrava non avere problemi ad attivare i suoi poteri con niente di più che un battito di ciglia. Ma era pur sempre vero che il poncho le aveva coperto le braccia prima, quindi non poteva esserne sicuro. Inoltre, dei tre, era sicuramente quella più spavalda, al momento.


Tutti e tre serrarono la presa.


Xigbar avrebbe probabilmente sparato a Zora, che avrebbe fermato il colpo. Lei avrebbe sparato al guercio, che avrebbe ridirezionato il suo, possibilmente prendendola nella schiena. Quindi Keiji avrebbe dovuto colpire Xigbar.
No, troppo semplice da prevedere. Forse Xigbar avrebbe sparato a lui, lasciando che Zora si sentisse sicura, sparasse, e si colpisse da sola. Ma no, lei non era così semplice da fregare. Forse avrebbe sparato a Keiji per distrarre Xigbar, fermato a mezz’aria il suo colpo, e una volta visto dove il portale si era formato, tirare fuori la seconda pistola in un millisecondo per finire Xigbar. In tal caso, Zora era quella da colpire...o no?
E se Xigbar potesse aprire DUE portali? E se Zora fosse virtualmente impossibile da colpire, e avesse semplicemente aspettato che i due facessero la loro mossa per poi sparargli all’ultimo?
Doveva pensare, pensare, pensare! Più veloce, dannazione!


Un alito di vento si alzò, per poi affievolirsi.
Zora fece la sua mossa per prima, alzando la pistola.
In un millisecondo, Keiji decise, pregando qualunque divinità in ascolto di salvarlo.
I tre colpo echeggiarono. Keiji chiuse gli occhi.
E li riaprì.
La scena davanti era...calma. Troppo.
Keiji e Xigbar avevano entrambi sparato verso Zora. Entrambi i colpi erano fermi a mezz’aria.
No. Non due. Tutti e tre. Un portale era aperto dietro la schiena di Zora, col proprio proiettile che era rimasto fermo a mezz’aria, come a non voler colpire la sua mandante.
Xigbar prese un respiro di troppo. Zora ne approfittò per tirare fuori la seconda pistola.
Keiji andò nel panico, e lanciò.
Esatto, non sparò un colpo. Lanciò la pistola nella sua interezza, per poi buttarsi dietro un edificio.
Zora strabuzzò gli occhi per un secondo. Poteva tranquillamente fermarla. Ma il gesto era così assurdo che le costò un attimo di distrazione.
E Xigbar lo sfruttò, lasciando andare la pistola e affondando la mano nel terreno, che si aprì in un altro portale. Keiji, prima di cadere, vide la mano guantata di nero afferrare la caviglia della cowboy, tirandola indietro e facendola cadere.
Bastò a farle perdere la concentrazione, e i tre colpi ripartirono, perdendosi nel vuoto, visto che tutti e tre i contendenti erano a terra. Così come la Scatola Nera, che era uscita dalla stasi.
Xigbar si gettò in avanti, aprendo un Portale Oscuro sul terreno, facendo così cadere per gravità l’oggetto dei suoi desideri. Poi vi ci si buttò dentro, sfiorato appena da un ultimo proiettile di Zora, che si era rimessa in ginocchio. Ma era troppo tardi ormai per recuperare il premio, il portale si era richiuso.
“FIGLIO DI PUTTANA!” urlò Zora, iniziando ad ansimare rabbiosamente.
Keiji si appiattì addosso al muro di legno della casa dietro cui si era rifugiato. Cercò di calmarsi e di trovare una via di fuga. Poi senti uno sparo, e uno scricchiolio. Poi un altro, e un altro ancora. Sì giro, vedendo il legno della casa dietro di lui che marciva a vista d’occhio.
“Merda, i suoi proiettili possono invecchiare le cose che colpiscono!” si ricordò, provando a scansarsi.
Nulla da fare. Il peso della casa si abbatté su di lui, alzando un polverone immenso e creando un fracasso infernale. Prese vari colpi, e sentì una gamba rompersi, mentre milioni di schegge gli riempivano la carne. Una volta finito il crollo, usò il braccio buono per spostare una trave mezza marcia. Provò a muoversi, senza risultati.
Tap tap
Alzò gli occhi al cielo, ormai tornato arancione. Sentì due voci diverse urlare di dolore, sepolte sotto le macerie, mentre una figura si avvicinava a lui, minacciosa. Oscurata dall’ombra gettata dalle ultime luci del vespro, la faccia di Zora Salazar era mille volte più inquietante. Era un tristo mietitore con occhi fuoco che puntavano la preda con puro, incontrollabile disprezzo.
“Eh...eh eh.” tossicchiò Keiji, “Immagino di potermi scusare offrendoti un drink?”
L’unica risposta che ricevette fu il tamburo della pistola di Zora che roteava.
“Fai silenzio, biondo!” rispose cupa la cacciatrice di taglie, “Non mi piace farmi scappare un obiettivo. E soprattutto...”
Keiji si ritrovò la canna puntata sulla sua fronte.
“...Non intendo che si sappia che un microbo come te sia parte del perché ho fallito. Mi spiace proprio, ma ho una reputazione da difendere.”
Keiji chiuse gli occhi.
Per l’ultima volta.








“NO! CE L’HA FATTA UN’ALTRA VOLTA!”
Sue Miley fece calare prepotentemente il pugno sul mouse, distruggendo i due tasti. Lo scagliò via in un secchio lì vicino e ne prese un altro di riserva, iniziando a cliccare furiosamente.
Erano ormai due giorni che cercava di recuperare la dannata Scatola Nera, una volta identificata la sua posizione nei file della cartella “III”, ma per quanto modificasse i parametri a sfavore di quello Xigbar, o Luxu, o quel che era, il bastardo riusciva sempre a sfuggirle. E con lui quel dannato forziere. Era sicura che l’ultima simulazione avrebbe funzionato, avendo inserito non solo il soggetto più pericoloso di quel mondo, ma anche il concorrente più esperto con un’arma da fuoco. Era arrivata addirittura a cancellare gli ultimi eventi traumatici di Keiji Shinogi con le pistole, pur di far riuscire il tutto. Ed eccolo lì, che si coalizzava insieme al guercio contro Zora!
Decise di riprovare un’ultima volta, ma un rumore ripetuto la interruppe. Osservò il display sul PC: erano le 12 in punto.
Sospirò, nascondendo tutti i file che aveva usato e spegnendo l’apparecchio. Oramai aveva fallito, ma poteva consolarsi del fatto che nessuno avrebbe scoperto del suo piccolo esperimento. Prese l’hardware con tutti i file del Grillario, e si diresse fuori dalla sua stanza, ritrovando il suo classico sorriso.
Avrebbe dovuto far rapporto dei suoi risultati a Gashu. E non solo lei, ma anche Safalin e Rio.
E non bisognava dire che avrebbero litigato su chi dei tre avesse contribuito di più alla causa di Asunaro. Giochi di potere del genere non erano nuovi in quelle struttura.
Varcò la soglia di una stanza, dirigendosi verso il triello finale prima del Death Game.

---


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Zora Salazar

view post Posted: 11/6/2020, 10:44 Through space and time, my heart will reach you - Fanfiction
Bene, stavolta rientro nei tempi accettabili per questo mese.

8° tale
Focus on:
Hinako Mishuku



Rating: Verde




MASTERMIND




C’era qualcosa, riguardo al portamento di Ira, che ispirava fiducia in chi lo guardava. Forse era il passo preciso, ma non rigido, capace di rispettare il più religioso silenzio ma, alla bisogna, di suonare perentorio. Schiena sempre dritta, espressione seria, ma non scorbutica.
Nessuno lo avrebbe mai sospettato di nulla di nefasto, specie mentre girava per la torre dell’orologio, luogo a cui, in un certo senso, apparteneva. Ecco perché era il travestimento perfetto, anche durante la notte. D’altronde era risaputo che, se dubbioso di qualcosa, il capo dell’Unione Unicornis fosse solito fare le ore piccole nel suo studio.
Hinako ringraziò per l’oggetto consegnatole dal capo, una spilla capace di creare illusioni talmente reali da essere quasi tangibili.
Guardò a destra, guardò a sinistra, constatando che la via era libera. Mise cautamente la mano sulla maniglia: il Maestro dei Maestri era un ben noto burlone, e anche se dalle sue informazioni risultava che a quell’ora fosse in giro a passeggiare per altre parti della torre, Hinako non sapeva cosa aspettarsi, dal semplice secchio d’acqua appeso sulla porta ad una trappola capace di lanciare uno Zettaflare sugli intrusi.
Si fece coraggio, ed aprì. I cardini non mandarono neanche un flebile cigolio, mentre Hinako si sporgeva per essere sicura che il Maestro fosse effettivamente assente. La figura di Ira scrutò in giro per la stanza, seguendo le movenze di Hinako, che alla fine si decise ad entrare, chiudendosi la porta alle spalle. Tirò un sospiro di sollievo.
Hinako Mishuku non era di certo la Keyblader più popolare, ad Auropoli. Né la più forte, né la più agile, né altro, ma a lei stava bene così. Poteva aver avuto grandi sogni quando si era unita alla sua Unione, ma ben presto la verità era venuta a galla: la lotta continua per il Lux e il riconoscimento era alquanto spietata, per quelli che dovevano essere esempio di bontà e altruismo, e ben presto le speranze di Hinako si erano trasformate in gretto nichilismo.
Era per questa mancanza di ambizione che dava alla ragazza, insieme al suo essere silenziosa e minuta, la quasi innaturale capacità di essere impercettibile dai suoi coetanei. Fossero Unicornis, Ursus, Vulpeus o Anguis, tutti scambiavano la ragazza per una semplice passante e parlavano liberamente tra di loro in sua presenza. Persino tra gli stessi Leopardos era capace di ascoltare qualsivoglia conversazione le fosse a portata d’orecchio senza essere scoperta.
E ciò la rendeva la migliore per quella missione: infiltrarsi nelle stanze del Maestro dei Maestri. Aveva passato settimane a raccogliere voci sulla torre dell’orologio per trovare una qualsiasi finestra di tempo da sfruttare. Per quanto Gula sapesse a menadito la planimetria e avesse i suoi metodi per far entrare di straforo Hinako all’interno (tra cui la spilla), anche per lui le abitudini del Maestro dei Maestri rimanevano un mistero.
La stessa Hinako non credette alla sua fortuna quando sentì un Chirithy parlare con un altro di strane voci su un fantasma che alle undici di notte vagava in certe parti della torre. Fantasma che Hinako aveva dedotto essere il Maestro.
La perfetta ricognizione, il perfetto travestimento, il perfetto silenzio nel muoversi per i piani.
Ed ora non restava che cercare l’oggetto di cui le aveva parlato il capo e finire l’opera. Dopo una veloce ricerca rovistando nella stanza, Hinako trovò ciò che cercava: un forziere nero con quelle che sembravano sette serrature sul lato. Mise la mano in tasca, cercando un altro oggetto che Gula le aveva affidato.
Tap.
Un tocco.
Un sussulto.
Il mondo si fermò per Hinako. Una cascata di emozioni che non aveva provato per molto tempo le arrivò addosso: sorpresa, panico, delusione, dubbio. Ma soprattutto, terrore. Perché chi la aveva appena toccato la spalla era andato per la sua, non per quella dell’illusione. Il che metteva sul tavolo tre possibilità: la prima, che Gula la avesse seguita tutto il tempo, e che quella fosse una sorta di prova per vedere se avrebbe tradito o meno le Unioni. Un’opzione alquanto assurda, ma che trovata fondamento nel fatto che solo il capo dei Leopardos sapeva di quel travestimento.
La seconda, che fosse stata beccata da Ira. Parte del piano di Hinako, dopotutto, si basava sulla sua verosimile presenza nella torre in quel momento della sera. Oltretutto, vedendo qualcuno con le sue sembianze, avrebbe saputo discernere la natura dell’illusione.
Ma qualcosa , dentro di lei, le diceva che nemmeno questo era il caso. Era una sensazione particolare, come una paralisi che l’attraversava piano piano la colonna vertebrale. Come se le sue stesse viscere stessero urlando per rivelarle la verità, ma il cervello si rifiutasse di ascoltare. Perché se Ira la scopriva, Hinako era stata istruita da Gula su come cavarsela, mentendo e indicando un qualche complotto del Maestro dei Maestri. Ma Hinako sentiva come se fosse proprio quest’ultimo la persona che le stringeva la spalla.
“Ehi ehi, non è un po’ tardi per una Custode come te per stare ancora alzata? Beh, non che il “quando” sia l’unica cosa strana della tua presenza! E’ anche il “dove”, non credi?”
Quando Gula gli aveva descritto la voce del Maestro, casomai la sentisse durante la sua missione, Hinako quasi non voleva credergli. Eppure il tono scherzoso e rilassato della figura incappucciata che si sporgeva per cercare di vederla in faccia era reale, a differenza della tunica di Ira attraverso cui scrutava.
“Ma devo ammetterlo ragazzina, hai stoffa! Vieni qui, ti preparo una bevanda calda!”
Pietrificata e ancora molto confusa, la giovane venne trascinata per un braccio verso il tavolino, con mille domande che le rimbalzavano per la testa.




“Aaaaaaah, dicono tutti che il tè nero è sopra agli altri, ma vuoi la mia opinione? Tè alla menta, quello sì che ti ringalluzzisce!”
“Mh mh...”
La situazione era critica. Molto. Hinako sapeva di essere in trappola, chiusa nella stretta di colui che controllava tutti i capi delle Unioni. Nonostante probabilmente fosse inutile, i suoi occhi dardeggiavano cercando una qualsiasi via d’uscita, ma il ciarlare della persona che aveva di fronte era una delle cose più destabilizzanti che avesse mai affrontato.
Era come un torrente di battutacce e domande a trabocchetto che sbatteva la capacità di ragionare di Hinako da una parte all’altra, incurante della direzione, ed impedendole di concentrarsi.
Forse, stava iniziando a pensare, il Maestro dei Maestri l’avrebbe perdonata. Forse era fiero che qualcuno avesse tali capacità di spionaggio, e la avrebbe ingaggiata togliendola a Gula. Sì, forse avrebbe incolpato lui, e se lo sarebbe meritato. Mandare una ragazzina come lei in missione per affossare il gran capo? Certamente lei non aveva colpe, aveva solo obbedito al sistema. Sì, forse poteva cavarsela così!
“Ma passando ad altro, vediamo di capire la faccenda: è stato Gula a mandarti qui, vero?”
La stoccata arrivò peggiore di quanto si aspettasse. Era come se fosse stato tutto una finta per distrarla, né era sicura. Hinako provò a raddrizzare la schiena. L’avversario era più astuto del previsto: già sapeva chi era il mandante, nonostante lei avesse fatto attenzione a non portare emblemi con sé. Che il suo capo fosse effettivamente in combutta con l’uomo che aveva davanti per metterla alla prova? In ogni caso, le poche informazioni su cui poteva fare leva per provare a comprarsi una via d’uscita stavano pian piano sparendo. Decise di giocare la carta della pentita.
“Sì, signore...” disse Hinako, inclinando la testa per evitare che la sua espressione venisse letta, cercando di tirare fuori il tono più piagnucoloso e docile che poteva.
“Ok, ed ora rispondi sinceramente ed io e te saremo amici per supersemprissimo: per fare cosa?”
Dritto al punto, come immaginava. Le opzioni andavano assottigliandosi, ma Hinako decise di non demordere. Poteva ancora contare sui dettagli della missione per uscirne pulita.
“C’entra forse qualcosa questo particolare oggetto?” chiese il Maestro, tenendo in mano quello che sembrava uno strano adesivo nero pece.
Hinako stava per strabuzzare gli occhi dalla sorpresa, ma si trattenne.
“Stai calma, stai calma...” si ripeteva mentalmente. Non poteva permettersi di perdere quel gioco mentale. C’era in ballo più che la sua appartenenza ai Leopardos. Vi era un motivo se, nonostante la sua apatia, aveva accettato quella missione.
Ma esattamente...quale era il motivo? Non riusciva a ricordarlo. Era qualcosa a che fare con una guerra? Ed evitarla? Ma a lei non interessava cosa succedesse, i Keyblader delle Unioni potevano tutti sparire per quanto le interessava.
Mentre rimuginava, però, una scarica le attraversò il corpo. Si ridestò, rinvigorita da quella sensazione, che in qualche modo aveva spazzato via quei dubbi.
Quali dubbi? Era in missione. Doveva rimanere concentrata sull’obiettivo, dannazione!
“No, quello è solo uno sticker che ho trovato dentro ad una confezione di gelati.” disse Hinako, inespressiva. Fissò per un secondo l’oggetto. Gula le aveva detto che era vitale che venisse attaccato sotto il forziere. Non erano visibili al momento, ma strani glifi apparivano quando si attivava, del tipo che non aveva mai visto studiando libri sulla magia.
Un oggetto unico nel suo genere, il mandatario era stato chiarissimo sul fatto che non dovesse andare perduto, e come una scema lei se lo era fatto fregare nel momento in cui il Maestro le aveva messo una mano sulla spalla, di sicuro.
“Uhm...mi sa che non parlerai, vero? Facciamo così.” disse l’uomo incappucciato, chinandosi e prendendo qualcosa dalla scrivania dove si erano messi a prendere il tè. Appoggiò con delicatezza una scatolina in legno, uno dei lati coperto di quadrati bianchi e neri: un set da scacchi portatile.
“Una partita sola: se vinco io, tu mi dici cosa volevi fare con questo.” propose, sventolando l’adesivo, “Ma se vinci te...puoi farci quello che vuoi. Attaccarlo sopra, nasconderlo dentro, e io prometto di non rimuoverlo. E potrai farmi qualunque domanda tu voglia ed io risponderò sinceramente. Ehi, sono il Maestro dei Maestri per un motivo, dopotutto: so tutto quello che c’è da sapere di importante.”
Hinako dovette contenersi ancora dal mostrare un’espressione di stupore. Aveva ascoltato la voce dell’interlocutore con estrema attenzione, eppure non aveva notato alcun accenno di falsità.
“E’ pazzo!” penso tra sé e sé. Ma questo voleva dire che poteva scamparla forse. Certo, sarebbe stato difficile superare in astuzia un uomo del genere.
E subito dopo, il programma si attivò.





La partita durava ormai da più di mezz’ora. Entrambi i contendenti avevano mostrato notevoli capacità di anticipare le mosse altrui senza battere ciglio, al punto da portare la partita più volte sull’orlo dello stallo. Le mosse di Hinako erano immediate, mentre il Maestro ponderava, sorseggiava il tè prima di una mossa, e narrava aneddoti inutili mentre spostava i pezzi.
La giovane Leopardos non sapeva spiegarselo: era sì sveglia e calcolatrice, ma non aveva mai avuto molti amici con cui giocare a scacchi o altro. Eppure, era come se qualcuno le avesse iniettato dell’adrenalina pura e il suo cervello stesse macinando alla velocità della luce. Riusciva a vedere tutte le mosse possibili, sue e dell’avversario, ed a decidere quale sequenza di eventi fosse la più probabile. In quel momento era 20 mosse avanti all’avversario, e non vi era alcun dubbio: avrebbe vinto.
“Uhm, questa è complicata…metterò la torre...qui!”
La mossa del Maestro fece bloccare Hinako. Era impossibile, non vi era nemmeno lo 0,1 % di possibilità che una persona sana di mente avrebbe fatto quella scelta. Fece per prendere la regina, lasciata scoperta, ma venne fermata dalla sua mente. 13 mosse più avanti, la partita sarebbe potuta finire in stallo, se avesse continuato. Decise di fare una mossa più difensiva.
Era strano...perché la sua mente era guidata da questo sesto senso alieno? Mentre ci pensava, il Maestro si grattò la tempia coperta dal mantello con un dito.
“Non capisco, come mai hai fatto quella mossa? Potevi vincere, in quel modo.”
“No, non è vero.” tagliò corto lei, “Tu stai cercando di far finire in parità.”
“Oh, e che ci guadagnerei dal nostro patto? Sì, saprei cosa volevi fare, ma dovrei permetterti di farlo. E dirti un sacco di segreti! O in alternativa, perdiamo entrambi e siamo da capo davanti al tè, senza dirci una parola.”
Hinako sentì l’impulso di muovere i pezzi, ma si oppose.
“Allora...allora cosa intendevi fare con quella mossa?” chiese all’uomo
“Beh, che ti interessa? Se vuoi vincere, fallo e basta. Sei abbastanza intelligente da farlo...da sola...non ho ragione?”
Quella frase.
Il tono. Di quella frase.
Enigmatico. Misterioso. Indecifrabile. Cosa aveva voluto dire?
Chi o cosa stava mettendo in dubbio?
La sua intelligenza? O la sua volontà?
Volontà?
Era forse controllata da qualcuno? No, no...ma quelle mosse...e se fosse controllata dal Maestro? Tutto un grande gioco ammaestrato da lui?
Uno schiocco di dita.
“Forza, forza!” la invitò lui, “Fa la tua mossa, signorina. Mica ho tutta la notte, io.”
Hinako si mise una mano sulla fronte. Doveva ignorare le mosse e i calcoli che aveva in testa.

Giusto?













Miley osservò lo schermo, furiosa.
Si sarebbe data una pacca sulla spalla da sola per come aveva recuperato in fretta e installato nel database dell’AI di Hinako Mishuku un programma fatto esclusivamente per giocare a scacchi e che avesse sconfitto qualunque campione umano contro cui si fosse confrontato.
Ed ora eccolo lì che andava in palla e non funzionava a dovere.
Tutto stava andando per il peggio: quando aveva finito la sua parte di lavoro su Coded in anticipo, pensò a quanto sarebbe stato divertente consegnarla all’ultimo a Gashu E sbattere in faccia alle altre due Doll una scoperta che gli altri non sarebbero mai riusciti a fare. Per questo aveva cercato in ogni modo di crackare uno dei punti più nebulosi del Grillario: la Scatola Nera, la cassa che l’ancora più misterioso Maestro dei Maestri aveva affidato a tale Luxu (il futuro guercio noto come Braig, o Xigbar) per essere nascosta. La crittografia con cui i contenuti della Scatola erano stati nascosti a chiunque era di grande interesse per la Asunaro, che avrebbe sicuramente ricompensato chiunque fosse riuscito nell’impresa di trovare un modo per decifrarla. E a Miley non dispiaceva che qualcuno le dovesse dei favori.
Per questo aveva escogitato un piano: scoprire cosa vi era nella scatola dall’interno di una simulazione. Purtroppo il Grillario resisteva a infiltrazioni di AI con poteri spropositati nel punto finale del terzo capitolo, quando Luxu richiamava a sé quattro dei cinque Veggenti, motivo per cui attaccare Luxu e gli altri era solo tempo sprecato. Né si era rivelato possibile farlo durante gli eventi del capitolo “X”. No, doveva cogliere Luxu nel momento in cui recuperava la Scatola Nera, nel momento esatto.
Per questo Miley aveva passato notti su notti a creare un programma “cimice”, ma attaccarlo alla scatola si era rivelato complicato: le parti del Grillario della cartella “X” erano protetti da firewall, antivirus e sequele di programmi che limitavano ampiamente i parametri impostati per le AI. Non poteva creare una scorciatoia e far passare da lì qualcuno. La missione fallita di Hayasaka era un ricordo ancora fresco, e Miley non poteva permettersi scivoloni simili.
Miley aveva passato ore cercando un bug o una scappatoia per far scoprire prematuramente a uno dei Veggenti della misteriosa scatola, e ci era riuscita alzando i parametri di sospetto verso Luxu. Alla fine, Gula aveva origliato la discussione tra il Maestro e il sesto allievo, divenendo il candidato perfetto come mandante di una missione.
Dopodiché, Miley aveva iniziato prove su prove per trovare qualcuno dei partecipanti con istinti suicidi abbastanza elevati da accettare la missione: dopotutto, doveva essere per forza un’AI di Asunaro ad usare la cimice. Non vi era nessun bug che potesse usare per aggirare ciò.
E nonostante questo, l’AI di Hinako Mishuku aveva sì l’incuranza di seguire la missione, ma non la motivazione. Anche in quel caso, aveva dovuto modificare pesantemente alcuni parametri della sua personalità, e monitorare in continuazione che qualche fluttuazione casuale non la facesse arrendere a metà, come stava per succedere poco prima.
Ma nonostante tutto, dopo tanto lavoro, era stata scoperta E anche sconfitta.
No, non era normale: quel Maestro dei Maestri era un tantino TROPPO infallibile. Quella sera era tornato prima dalla passeggiata che Hinako aveva scoperto. E aveva battuto un programma di scacchi creato dai migliori matematici e ingegneri...no, molto peggio: aveva reso cosciente di quel cambiamento un’AI e la aveva mandata in palla!
Miley iniziò a sudare freddo. E se…?
Tuttavia, qualcosa la distrasse. Fissò lo schermo, dove Hinako, dopo aver perso e spiattellato tutto, inarcava un sopracciglio ad un’affermazione del Maestro dei rompicoglioni.
“Posso...attaccare questo adesivo?”
“Certo, certo, fai pure.”
“Ma...ma...allora perché fare tutto questo?”
“Oh beh, ero curioso di sapere i motivi dietro questa operazione e...dopo averti osservato in quella partita, ho capito cosa c’è DAVVERO sotto. Ah, ma tu non preoccuparti di questo. Su, va via, prima che qualcun altro possa beccarti.”

Miley fissò incredula quello che stava accadendo. Per poco non esultò per il suo successo, ma si bloccò. Qualcosa puzzava, e molto. Mentre Hinako andava via, decise di attivare per qualche secondo il controllo manuale dell’AI, in modo che una precisa domanda venisse fatta nella simulazione. Hinako, che stava per uscire dopo aver fatto il suo lavoro, si girò vero il Maestro.
“Solo una domanda, Maestro. Come ha fatto a sapere che sarebbe venuto qualcuno qui stasera, durante la sua passeggiata?”
L’uomo ridacchiò da sotto il cappuccio.
“Beh, quando prendi informazioni da un Chirity, dovresti stare attenta a vedere se torna da un Custode e, in caso, che tipo di persona è: potresti scoprire con tuo dispiacere che l’uomo che li ha creati può usarne molti per piantare informazioni dove vuole.”
Hinako sbiancò.
“Ma...come...perché?”
“Oh, mia cara. I miei piani vanno molto, molto lontano. Così come un cuore può raggiungere ogni punto nel tempo o nello spazio, con i giusti legami, così possono gli scopi di una persona...se solo sai anticipare le mosse davanti a te!”

Detto questo, il Maestro dei Maestri si girò. Guardando in camera. Come se sapesse da che angolazione Miley lo stesse guardando in quell’istante.
La Laughing Doll spense lo schermo, allontanando la poltrona dalla sua postazione.
Stava respirando affannosamente. Ci mise qualche secondo a calmarsi e a riprendere a sorridere. Un sorriso tirato, storto, preoccupato.
Non poteva esser così, vero?
Sospettava da vari file che quell’uomo avesse causato la Guerra del Keyblade e molto altro col suo Libro delle Profezie, per qualche strano fine. Dopotutto, potendo vedere nel futuro, doveva avere una conoscenza enorme.
Quel dubbio che rodeva dentro Miley era...assurdo. Ma non impossibile.
E se...e se anche le sue azioni fossero tutte un piano di quel Maestro? L’arrivo del Grillario e tutto quello che ne era scaturito?
Decise che doveva scoprire la verità. Non si sarebbe fatta fregare dalla versione cybernetica di un uomo che parlava come un cinquantenne in crisi di mezza età che voleva apparire giovane.
Riaccese lo schermo e tracciò la sua cimice tra i file. Ci vollero parecchie ore di caricamento, ma finalmente lo aveva trovato: il punto nello spazio e nel tempo dove Luxu aveva dissotterrato la Scatola Nera, dopo la Seconda Guerra del Keyblade.
Sì, forse poteva fermarlo...aveva in mente l’AI perfetta da mandare per stanare il cecchino.
E il Grillario le aveva anche dato la cacciatrice perfetta per quell’occasione.



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Inizializing process...


Edited by RoxasXIII95 - 7/7/2020, 20:20
view post Posted: 10/6/2020, 12:19 Through space and time, my heart will reach you - Fanfiction
Ok, la mia storia è ancora in elaborazione al momento, causa periodo di esami. Dovrebbe essere pronta in tempo, stavolta, ma nel mentre posso commentare le altre Fanfiction che sono uscite dall'ultima volta.

LadyB: Innanzitutto voglio dire che la parte iniziale di assegnazione dei poteri è intrippante. Tutti quanti abbiamo almeno una volta pensato a "Se questo personaggio fosse in quest'altro universo, che poteri avrebbe?", spesso e volentieri con interi cast. E devo dire che tutti quanti hanno senso.
CITAZIONE
-Voi siete solo i miei amici, non siamo una famiglia.-

E con una sola frase, Carlos perse il mio rispetto. Va detto che adesso siamo alle battute finali, quindi arriverà il momento in cui dovrà effettivamente decidere se conta di più il padre o meno. Sarà interessante.
Oltretutto, complimenti per l'idea della maschera di Luxu. E' un dettaglio che mi è piaciuto particolarmente. Anche perché così si può aggiungere la classica scena della maschera che vola via.

_Hime_:
CITAZIONE
Oltre: tutto ciò che si estende al di là dell'Universo "protetto" dal Kingdom Hearts.

Concetto interessante, mi ricorda il Far Realm di D&D, lo spazio oltre la realtà dove vivono i Grandi Antichi come Cthulhu. Oltre all'ambientazione, la storia di per sé è carina: nei giochi non ci viene illustrata del tutto la fiducia di Luxu verso il Master of Masters. Qui invece è il fulcro di tutto, e devo dire: ottima scelta.
Poi se mi usi i miti greci, sono ancora più contento di leggere.

White: Beh, beh, beh, che dire...non mi aspettavo Alice usato da te, ma va anche detto che metà della storia la sorregge anche Reko. E in effetti, è difficile separarli, posso capire. Ho apprezzato tantissimo come nella raccolta dei dati sui partecipanti hai riversato alcuni dei risultati delle vecchie Fanfiction. Questo contest ha creato una storia corposa e sfaccettata, intorno a YTTD.
Domanda, ho colto la citazione a Crio, ma...Fiamma? A meno che non siano entrambi personaggi minori di KHuX che non ricordo, si intende.
Ma la parte migliore è il rapporto fra i due: Alice è pronto a mentire. Reko riesce a vedergli dentro da molto prima e sa che non gliela racconta giusta. Reko cerca di trattenere le lacrime per evitare di sobbarcare il fratello con altri pesi. Ma per Alice il problema non si pone a prescindere, perché lui non andrà.
E' una storia così semplice, eppure il modo in cui è narrata la rende molto più sfaccettata. E diciamocelo, le parolacce aggiungono molto alla storia. Reko e Alice sono parte della scena rock, sono resi meglio con una maniera di parlare senza troppi fronzoli.
Punti bonus per l'uso di Strelitzia e degli altri fan. Il punto più alto, comicamente parlando, è di certo stato:
CITAZIONE
al Castello dei Sogni, quando quell’imbecille col monocolo aveva cercato di ficcarle un’orribile scarpetta di cristallo e si era dovuta levare gli anfibi per farlo.

Non riuscirò mai a togliermi quest'immagine dalla mente. E' semplicemente sublime!
Grande uso di Safalin, come sempre. Pian piano, le nostre percentuali si stanno definendo, dopo mesi di storie.

Val: E con questa storia, tutti e tre abbiamo dedicato uno dei nostri mesi ad Anzu! Non sarà popolare tra i membri delle Unioni, ma nel nostro gruppo è al top! XD
E come negarglielo? E' dannatamente adorabile!
CITAZIONE
Capitava che la giovane, vinta dalla timidezza, attendesse a volte persino delle ore appostata dietro ad un albero al limitare del colle in attesa che gli sconosciuti levassero le tende e avere, così, lo spazio tutto per sé.

Direi "classica Anzu", se non fosse per il fatto che nel gioco sappiamo molto poco su di lei, eppure riesce ad evocare quest'immagine di lei a cui sappiamo rapportarci così facilmente.
Il modo in cui narri il tentato Firaga, poi, è geniale: ci hai ingannato facendoci pensare che avesse un Keyblade e che sapesse già fare qualche magia minore, mentre invece usando "arma", precedentemente, anziché "Keyblade", stavi già dando un indizio sulla realtà.
CITAZIONE
- "Nota a sé: l'arrivo dell'Estate non favorisce il successo degli incantesimi elementari di fuoco..." - appuntò, macchiandosi le dita di inchiostro.

Potrò ripetermi durante i commenti di questa storia, ma: adorabile! Come leggiamo dopo, la vera qualità di Anzu è la tenacia, il non arrendersi.
Ed è un argomento che mi è molto caro, e centrale in YTTD. Potremo aver perso qualcosa nel viaggio, ma bisogna andare fino alla fine, anche per chi non ce l'ha fatta. Quest'ultima parte, in particolare, si lega bene a KHuX, visto che alla fine buona parte della storia parla dei Keyblader perduti nella guerra.
Ava completa bene questa storia: la mentore saggia e gentile, ma ferma e seria quando capita l'occasione. Anche solo il semplice gesto in cui evoca il globo di luce è stato evocativo, almeno visto da me.
CITAZIONE
- Forse... non sei esattamente "portata" per la magia? -

Questo strapa una piccola risata, ma aggiunta al confronto con Invi, ci fa vedere in prospettiva com'è essere Anzu. Com'è sentirsi "lasciati indietro". Molto, molto bello.
Ed anche nel tuo caso, ho adorato i riferimenti alle percentuali. Quell'8% è un dettaglio che tutti noi adoriamo, dopo aver conosciuto Anzu!

Edited by RoxasXIII95 - 10/6/2020, 14:12
view post Posted: 13/5/2020, 13:40 Through space and time, my heart will reach you - Fanfiction
Ok gente, purtroppo ammetto di essere in ritardo (di poco) per il mese di Lis, ma posto comunque giusto perché comunque ci tenevo a finire questa storia.
Prima di tutto, qualche commento:

LadyB: Questa storia mi ha tenuto in bilico continuo. C'era una parte di me che non credeva a Xigbar, conoscendo il suo modo di agire. Dall'altra, una piccola speranza che fosse venuto a riconciliarsi col figlio. Sicuramente anche Carlos è al momento un poì indeciso su Sora, dopo la scoperta che ha permesso a Xigbar di tornare "alla normalità", un Somebody, insomma. Decisamente, sarà interessante vedere come si porrà Carlos rispetto al conflitto finale in KH III.
CITAZIONE
-Papà, come posso trovarti?-
Il vento era sempre più forte: padre e figlio stavano per separarsi.
-Pensa a me.- disse -Per il resto, lascia che sia il tuo cuore a guidarti.-

Eh. Rimando al "May your heart be your guiding key" più avanti. Clever.

White: Oooooooh, Nao ritorna! Devo dire che la parte migliore della storia è come hai gestito l'ambientazione in cui è inserita: scuole di pittura, la visuale su Parigi, ed anche un piccolo rimando al recente incendio che c'è stato alla Cattedrale. In particolare, è un tuffo su come funzionavano le ristrutturazioni di luoghi d'arte nel passato, ed ha dato molto l'atmosfera della Parigi di quei tempi.
Quasimodo è semplicemente adorabile, come sempre è il miglior consigliere. Semplicemente leggere le descrizioni dei suoi modi ti rilassa.
E poi...il pezzo della danza di Esmeralda è si bello, ma lo è di più la tensione di Nao che deve decidere se ritrovare la gitana o aiutare la povera piccola Anzu...dannato Midori, ti si odia, ma ti si ama anche.
Ora però ESIGIAMO una Maria col cappuccio e i capelli magenta!

Predator (Mese scorso e questo mese): Ok, leggere due storie di mesi consecutivi è stata un'esperienza...peculiare. Non avere un mese in mezzo alla continuità della storia devo dire ha reso il tutto più scorrevole, anche se lungo. Cercherò di riassumere.
Innanzitutto, è tragicomico come Gabriel pensi inizialmente che Adrien sia il Papillon del futuro, e non pensi minimamente che LUI avrebbe potuto essere la causa, visto l'abbandono a cui sottopone il figlio! Mi è piaciuto alquanto il Gufo, per quanto poverino, ha buone intenzioni ma nessuno se lo fila! XD
CITAZIONE
ogni singola vittoria che i nostri avversari hanno avuto finora faceva parte di un piano più grande.

And that's Xehanort in a nutshell! More or less!
Comunque ho riso quando ho visto che Axel viene maledetto in entrambe le storie! Sembra che ai suoi nemici gli...BRUCI proprio! (Ba dum tsssss)
Ma la cosa che più ho apprezzato è vedere Bunnyx avere uno o due problemi nell'orientarsi nelle ere in cui salta. Dà un che di realismo che ci sta bene, secondo me.

Val: Ok, e qui ti giochi tutto, perché siamo arrivati a Kai! Per cominciare, mi è piaciuto moltissimo come ti sei soffermato sulla descrizione della Asunaro nel panico. La vediamo sempre come questa entità misteriosa nel gioco, che non ci soffermiamo a pensare al mucchio di lavoro, di persone e risorse che ci sono dietro al Death Game. In particolare questo pezzo:
CITAZIONE
Un evento così importante e così atteso viene messo a rischio, e i pezzi grossi iniziano a muovere i pedoni. Kai osservò come le guerre iniziassero spesso in circostanze simili: quando un delicato equilibrio viene reciso senza preavviso.

Ti dà davvero la prospettiva su quello che è il gruppo Asunaro e sulla sua copertura di tutto.
Poi ho adorato come hai descritto i piccoli dettagli delle emozioni di Kai e Rio, con la loro piccola rivalità che cova sotto le ceneri e sembra pronta a esplodere da un momento all'altro.
E si arriva alla battaglia: l'ho semplicemente amata! A parte l'avermi stupito la scelta del mondo di 3D, siamo abituati a vedere Kai così tanto come agente nell'ombra che vederlo, proprio come dice lui, in una battaglia senza sotterfugi, vedi la sua immensa figaggine. Il modo in cui hai usato le sue "armi preferite" è bellissimo.
E infine, quando vedi che l'AI sa di essere tale, e si confronta coi programmi di Tron, inizi a realizzare ancora di più il miracolo che ha fatto l'Asunaro, ma anche come i Chidouin abbiamo cambiato nel profondo il vero Kai. E complimenti per il biglietto nel forziere, un'idea simpatica.
E beh, spero che il gioco di scacchi mentale tra Rio e Kai continui magari, nelle prossime storie. Mi sta intrippando parecchio.


Ed ora, postiamo la Fanfiction a tema:"Think of me".


7° tale
Focus on: Q-taro Burgerberg



Rating: Verde




ONE OF US



I passi risuonano come amplificati nelle sue orecchie, mentre attraversa la piccola calca nel cortile principale. I vari uomini riuniti si danno strette di mano, pacche sulle spalle, e scambiano battute tra di loro.
Si chiede se tutti quanti non stiano per girarsi a guardarlo, visto quel rumore, ma si rendere conto che, nonostante la sua stazza, il rimbombo è più che altro nella sua testa.
A Q-taro non piacciono gli addii, lo rendono nervoso. O peggio, fragile. Cosa che si è sempre ripromesso di evitare, visto il suo lavoro. Ma questa volta è difficile, vorrebbe quasi girarsi e scappare via. Però sa che non può: non è questa la via del moschettiere.
“Ahem, capitano Topolino, se permette due parole.”
“Oh oh.” gli risponde il suo superiore, congedandosi dall’addetto alla polveriera.
Il Capitano dei Moschettieri di Sua Altezza, Topolino, all’occhio superficiale non sembrerebbe uno dei pezzi grossi: la semplice tunica blu con il fleur-de-lis che copre il resto dei suoi abiti non presenta dettagli o filigrane in oro per differenziarlo, e solo la penna rossa sul cappello sembra distinguerlo dagli altri, equipaggiati con la classica piuma bianca.
A parlare, più che il suo aspetto, sono le sue gesta: il salvataggio della principessa Minnie da una congiura, anni fa, ha consacrato lui ed i suoi vice, Paperino e Pippo, a gloria imperitura. Q-taro stesso ha potuto vedere, talvolta sulla sua pelle, l’abilità con lo stocco e la tattica che il Capitano ha padroneggiato nel tempo.
Eppure, per tutti questi anni in cui è stato sotto la sua tutela, il capitano si è sempre dimostrato una persona umile, vicina ai suoi allievi, specialmente a quelli scoraggiati. E Q-taro deve ammettere di essere stato uno di questi, a volte.
Ecco perché, prima di essere trasferito dalla parte opposta dell’Ile de France, vuole parlare con lui un’ultima volta.
Si toglie il cappello e se lo avvicina al cuore.
“Capitan Topolino...grazie di tutto!” dice con un tono così alto da sembrare un urlo, esibendosi in un profondo inchino.
“Woah, non spaventarmi così, Q-taro!” risponde il topo, saltando in aria, “Ho fatto solo il mio dovere verso la Corona. Non posso che essere felice e fiero che tu abbia superato l’esame per diventare moschettiere della Regina.”
Diamine. Quel suo sorriso e la risposta pronta, qualità preziose per un leader, lasciano sempre stupito Q-taro, che deve ripassare un momento ciò che voleva dire.
“Non è solo quello, Capitano. E’ ciò che lei ha fatto per me personalmente: quando ha salvato me e i miei amici dal posto in cui eravamo nati, e ci ha resi persone migliori, in barba a cosa dicessero i suoi superiori!”
Topolino ricorda quel giorno. Non si direbbe, ma custodisce gelosamente i ricordi di tutti i moschettieri che ha allenato.
Con Q-taro però, è particolare: ricorda ancora quel giorno caldo di Giugno, in cui lui, Paperino e Pippo si erano addentrati nei quartieri dove si aggirava la Corte dei Miracoli per indagare sulle voci di un covo di latitanti. Dopo un’ora di ricerche, un ragazzo dai capelli rossi era saltato fuori dal nulla e aveva sfilato loro i sacchetti col loro denaro. Datisi all’inseguimento, i tre moschettieri avevano assistito al gioco di squadra di sette ragazzini che, lanciandosi i sacchetti, facendo finte tra i vicoli e creando ostacoli per dissuadere gli inseguitori, erano quasi riusciti a seminarli.
Quasi.
Q-taro e gli altri suoi amici non riuscirono a crederci quanto, messi spalle al muro, scoprirono che il loro gioco di squadra era stato battuto da quello di tre gendarmi in abiti pomposi. Pensavano fosse la loro fine, quando il Capitano sorrise a tutti loro.
“Ah ah, questo sì che è un lavoro di squadra come si deve! Ditemi ragazzi, se vi facessimo tenere quelle monete, sareste disposti a darci una mano?”
Quella domanda spiazzò tutti. Dopo essersi messi a cerchio a dibattere, Q-taro aveva convinto gli altri a dare una chance ai tre, sognando di poter finalmente dire addio a quella vita, per un po’, con tutto quello che stavano per guadagnare.
Oh, ed era cambiata sì. Ma non come credevano.
Dopo aver aiutato i tre moschettieri a trovare il criminale in fuga che stavano cercando, si erano visti offrire un posto nella guardia personale della Corona. Nonostante Paperino fosse contrario e Pippo dubbioso, Topolino convinse i due amici ricordandogli che, per un moschettiere, l’abilità più importante è saper aiutarsi l’un l’altro.
Ed eccolo lì, dopo dieci anni. Anni di sfide e tribolazioni, ma anche di avventure, risate e sconsideratezze. Anni di scherma martellati dentro al proprio cervello, di pratica col moschetto fino a causargli sogni notturni mentre ricaricava la polvere da sparo.
Dieci anni in cui Q-taro e i suoi amici avevano scoperto il sapore del buon cibo, e avevano pelato patate e pulito cucine come punizione per le loro trasgressioni. Anni di rimproveri e complimenti, di sconfitte e ricompense. Anni passati a provare a superare il Capitano nella scherma, fallendo a colpirlo mentre eseguiva le sue tremila capriole. Ma soprattutto, anni a consolidare i rapporti fra sé e i suoi amici, non solo quelli del suo circolo iniziale.
Da mendicante a moschettiere. Un’avventura incredibile.
Topolino legge tutto questo negli occhi della sua recluta. Non può che fare a meno di sorridere.
“Tutto ciò che ho fatto, mio caro Q-taro, è prendere l’uomo giusto per il lavoro giusto. Guarda come sei cambiato: dal piccolo e scarno bambino all’uomo muscoloso e comunque agile che spicca sopra Pippo in altezza. Sapevo che avevi del potenziale, io lo ho solo messo nelle condizioni giuste per risvegliarsi.”
Q-taro si gratta il mento con imbarazzo. Non è abituato a tutte queste lodi, nemmeno dopo una sessione vincente di duelli d’allenamento.
“Ma adesso che sei arrivato qui, vedi di non battere la fiacca!” lo redarguisce il Capitano, “Solo perché non sarai sotto la mia supervisione, non vuol dire che non verranno a lamentarsi da me se farai un passo falso! Vedi di pensare anche a me, anzi, a noi, mentre sarai lontano!”
“Assolutamente, Capitano!” risponde Q-taro, mettendosi sull’attenti, “Vedrà, se sentirà parlare di me, sarà per tutti i nemici della Corona che acciufferò.”
“Oh oh , sicuro di te, vedo. Ma...”
Un colpo veloce. Q-taro sente appena il movimento che lo stocco di Topolino fa nell’aria per dargli una sorta di frustata sul polpaccio, per poi rinfoderarlo. Il gigante è ferito, non nel corpo, ma nello spirito, per quel gesto che il Capitano fa quando qualcuno commette un errore.
“Devi ricordarti di dire “i nemici che ACCIUFFEREMO”. Sei con i tuoi compagni, no? E quale è il motto dei Moschettieri?”
Q-taro per poco non si dà una manata sulla fronte, per il suo scivolone. Poi pone la mano davanti a sé, rivolta verso il basso.
“Tutti per uno...”
Topolino mette la sua manina sulla vanga che è quella di Q-taro.
“...E uno per tutti!”
I due si guardano, e poi annuiscono.
KABOOM!
Topolino è costretto a fare un salto mortale all’indietro, mentre Q-taro si butta a terra. Il pezzo di muro li manca entrambi di molto, ma rimbalza e per poco non finisce addosso alla rastrelliera con le armi. Il cortile della guarnigione dei moschettieri viene ben presto riempito di polvere che fa tossire i soldati e oscura la loro visuale.
Poi, dalla breccia creata, una manona nera si attacca a parte delle mura. Poi un piede con un enorme stivale metallico. Poi una clava lunga tre metri, avviluppata in filamenti oscuri. Infine, due occhi gialli spuntano mentre il polverone si dirada.
“HEARTLEEEEEEEEEEEEEEEEESS!” urla uno dei soldati, richiamando tutti gli uomini all’azione.
“Dannazione, come è possibile che nessuna delle guardie di vedetta lo abbia visto?” chiede Q-taro ad alta voce.
“Non c’è tempo per questo!” dice Topolino, raggiungendolo, “Devo chiamare Paperino e Pippo, più gli squadroni di cecchini. Q-TARO!”
Topolino estrae lo stocco, mettendolo davanti a sé.
“FINO AL MIO RITORNO, TU SEI A CAPO DI QUESTI SOLDATI!” dice in modo da farsi sentire da tutti, poi corre via.
Q-taro deglutisce, ma fa cenno di sì con la testa. Si gira, e tutti quanti gli danno un cenno d’assenso.
“FORZA, COSA ASPETTATE?” inizia a ordinare Q-taro, “Chi è vicino alla rastrelliera, prenda le picche e le passi agli altri! Niente stocchi per chi è in prima linea, tenetelo a distanza e non fatelo entrare più di così. Voglio tre uomini sopra le mura ad entrambi i suoi lati per un attacco dall’alto. Voi altri, sparpagliatevi e non rimanete accorpati nello stesso punto!”
Ci vuole un po’ perché tutti si organizzino, ma gli ordini di Q-taro li smuovono. Mentre ognuno va al suo posto, un pezzo di macerie viene preso dal mostro e lanciato verso un colonna, che si spezza e inizia a cadere su due moschettieri.
L’impatto, però, non arriva. I due osservano, esterrefatti, il gigante dai capelli rossi che sorregge il pezzo d’architettura, le vene sul collo gonfie e i muscoli tesi.
“Pierre, Moliere, una mano?” dice digrignando i denti. I due amici d’infanzia cercano di afferrarla e buttarla via, ma lui li ferma.
“No, alzatela insieme a me! Facciamo sentire del vero dolore a quell’Heartless.”
I due rimangono a bocca aperta, poi sorridono. Le idee del loro amico sono sempre folli, ma fin da quando erano piccoli hanno funzionato.
“Oui!”
“Ci puoi scommettere, Q-taro.”
L’omone si mette davanti, essendo più alto, e inclina leggermente la colonna per farla prendere e spingere dai due sul retro.
“UNO PER TUTTI, E TUTTI PER UNO!”
I tre si lanciano alla carica, urlando a squarciagola. Mentre l’Heartless fa volare una cinquina di moschettieri con una spazzata della sua clava, tutti gli altri si aprono come il mare davanti a Mosè e fanno passare i tre. Un grugnito di sforzo di Q-taro, e la colonna colpisce l’essere immondo in pieno volto, stordendola.
Nello stesso momento, con perfetta coordinazione, i soldati in cima alle mura si lanciano, atterrando sulle spalle e iniziando a infilzare la testa del mostro.
“Ora le sue difese sono aperte!” annuncia Q-taro, estraendo lo stocco, “Moschettieri...CARICAAAAAAAAAA!”
Il reggimento sguaina le spade e assalta il mostro, seguiti poco più tardi dagli spari dei moschetti, e la battaglia si infiamma.




Miley si alza dalla sua postazione, soddisfatta della simulazione.
Questo “potere del risveglio” è affascinante. Prendendo la versione finale del programma, copiata dai file della cartella “KH III”, e applicandola ai mondi delle altre, Coded è in grado di sviluppare il risveglio e la crescita del mondo anche per anni dopo il suo “finale” programmato. E’ addirittura possibile inserire le AI dei concorrenti in uno di questi percorsi non originali senza bug o effetti collaterali. L’aggiunta di Q-taro Burgerberg in un punto non facente parte dell’originale Country of Musketeers ne è la prova concreta.
Mentre cammina per i corridoi della struttura, si chiede che effetto possa avere quel potere se usato sulle AI. Istantanea realizzazione del fatto di essere solo dei programmi, che in genere richiede eventi straordinari all’interno delle simulazioni? O forse addirittura recupero di file cancellati, ricostruiti partendo dall’attuale stato dell’AI?
Fissa un momento la grata collegata a quella a forma di cuore nella stanza del Primo Piano. La passa, ed entra nella struttura con la familiare finestra che dà sul lettino. Tubi si attorcigliano intorno ad un corpo controllato da numerosi strumenti. Appoggia una mano sul vetro.
“Mi chiedo se...potremmo usarlo su...”
La frase rimane incompiuta e si perde nel vuoto, mentre i pensieri di Miley vagano per la stanza.
Sorride.

Edited by RoxasXIII95 - 10/6/2020, 17:05
view post Posted: 29/4/2020, 15:33 I video di Valyx & Venator - Gallerie degli utenti
Cacchio, non mi aspettavo che uscisse così in fretta! Confermo che la nuova sigla è bellissima!
CITAZIONE
Sulley:"Non più: l'economia gira, il mercato va avanti!"
Sora:"Ho familiartià con il concetto di capitalismo, grazie."

L'unico motivo per cui Sora non è forte in questo gioco è che non lo è mai stato: lui voleva studiare per fare il commercialista!
CITAZIONE
Paperino:"Pippo, sto cominciando a pensare che Tetsuya Nomura non sia quello sceneggiatore brillante che io credevo..."

Me too, buddy.
Sora che si insulta da solo con Vanitas è stato catartico. Stavamo tutti aspettando solo questo.
CITAZIONE
Vanitas:"E cosa intendi fare, cacciarmi via di forza?"
Sulley:"Sì."

Beh...ha senso, dannazione!
CITAZIONE
Replica:"Ebbene, quali sono i vostri superpoteri?"
Sora:"L'amicizia!"
Baymax:"Essere rassicurante e coccoloso."
Fred:"Coso, mio padre è Stan Lee!"

A volte il potere più forte è la fama e i soldi.
CITAZIONE
Luxord:"Mi auguro che tu non abbia maltrattato mio padre."
MX (in lontananza):"Non è tuo padre!"

Qui mi sono sbellicato. Sarà stato che la voce era fuori campo, ma era inaspettato!
E poi eccola, dal nulla: la scena di Hayner. Quella che aspettavamo tutti. E non solo la fate a tema Pokémon, ma ci mettete pure le musiche di Hoenn!
Ho semplicemente adorato Demyx nelle scene del tradimento: il modo in cui dice "Idi di Marzo", il tono del suo "No Vexen, non funziona sempre così!", e il modo in cui accompagnate la sua gestualità con la voce nel momento del ritorno di Ansem il Saggio...sublime!
Il momento di Dilan e Aeleus è...è stato...scusate, sono ancora scosso, non posso farcela! *Piange*
CITAZIONE
Axel:"Ci scuoi pommettere!"

Ah, sì, la mia droga di frase sconnesse!
Possiamo dire che Aqua incazzata nera è realistica visti tutti gli "Ahia" che Nomura le ha tirato addosso nel terzo gioco? Sì, è lecito dirlo. Le mazzate su Sora anziché su lei sarebbero migliori.
CITAZIONE
Paperino:"Quack. (Se hai bisogno di confidarti con qualcuno Aqua, noi siamo qui per te!)"
Pippo:"Paperino, questo è sessista!"

Questa mi aveva già conquistato come migliore scena con Paperino, prima del finale.
CITAZIONE
Eraqus:"Infatti, la frase corretta era: "Terra, sei un idiota!""

Ah, citazione magnifica!
Il ritorno di Sulley nella Terra di Partenza è stato molto apprezzato. E' come un codice cheat.
CITAZIONE
MX:"E a guidare tutti loro sono io, lo stratega più brillante di tutta la saga!"
Xigbar:"Sono QUASI d'accordo!"

Quel piccolo indizio alla trama segreta di Unchained. Mitico.
CITAZIONE
Axel:"Io ho avuto questo Keyblade per pura raccomandazione, lo capisco perfino io!"

Almeno capisce, gli si danno punti per lo sforzo.
CITAZIONE
Riku:"Signori, è stato un piacere impugnare il Keyblade insieme a voi!"

Questo pezzo classico non me lo aspettavo proprio. Chapeau!
Ah, la scatola misteriosa colpisce ancora. Essa e Terra sono uniti dal destino.
CITAZIONE
Paperino:"Questo ci fa un culo a tarallo."

PERCHE' HO SENTITO LA VOCE DI WHITE CHE DICEVA QUESTO?!
CITAZIONE
Marluxia:"Uao, sul serio? Cioè, abbiamo vinto noi?"
Demyx:"Urrà!"
Vexen:"Demyx, tu hai tradito il gruppo e sei passato ai buoni!"
Demyx:"Awwww!"

Oscar per Demyx e Vexen! Questa scena mi ha steso!
Ok, siete dei geni. Avete giustamente tolto il palcoscenico a Sora e al potere del risveglio, e lo avete dato ai degni eroi: le vere sette luci! I paladini di noi giocatori hanno dimostrato il potere dei personaggi secondari!
CITAZIONE
Paperino:"E' finito il tempo delle cure, puttanelle!"

Quanto mi sono GASATO a questa scena! Sì, ha poco senso perché Paperino non curava manco prima, ma sticazzi! EPICITA' PURA!
E comunque...sì, il cipiglio di Paperone intimidisce.
Olette e la sua sempre gradita presenza scenica curano lo spirito.
Anacleto possiede la più vasta conoscenza di magia arcana dopo Yen Sid.
Ma Fra Tuck, ragazzi...voi non potete mettere un campo un essere di cotanta potenza!
CITAZIONE
Zexion:"Ehi, sarà pure un cumulo di schifo, ma è il nostro cumulo di schifo!"

Ogni fan di qualcosa quando gli chiedono perché continua a stare in una community anche se è piena di gente tossica.
CITAZIONE
Xigbar:"E infine Gula, nessuno sa perché sia qui, forse nemmeno lui."
Gula:"Sono un cittadino del mondo,fratello!"

Che sia il padre segreto di Junior?

E niente, ora cosa farò quando avrò finito di riguardarmi il video 300 volte e non mi farà più salire la botta? Il prossimo sembra già così lontano.
Complimentoni ragazzi! Avete reso anche KH 3 un capolavoro comico. Grazie mille!
view post Posted: 10/4/2020, 20:53 Through space and time, my heart will reach you - Fanfiction
Va bene gente, sono tornato a leggere le Fanfic che mi mancano prima di postare la mia. Facciamo l'appello.


LadyB:
CITAZIONE
Carlos aveva una benda all’occhio, precisamente sull’occhio giallo, su consiglio di Yen Sid.

Ammetto che questo mi sa molto di foreshadowing. Yen Sid di sicuro non è così scaramantico da non mettere la benda sull'occhio a qualcuno solo perché la ha il padre, ma sento odore di "Guardati Carlos, anche la tua faccia somiglia alla mia" per il futuro.
CITAZIONE
-E riportateci Sora sano e salvo.- implorò Pippo.

Awwww, mi piace sempre vedere come in Coded Pippo (e transitivamente anche Paperino) tengano a Data Sora quanto al vero amico.
Comunque questa storia ha avuto tutto il passato in una volta sola per Mal: la madre, Riku...più il finale dove da Keyblader decide comunque di salvare i "cattivi".

Fen:
CITAZIONE
«Potere di Queen Wasp: creare vespe dalla puntura paralizzante. Punto debole: acqua. Presenza di acqua sulla terra 70%, presenza di acqua qui dentro 0%. Possibilità di vittoria: 99,9%.»

Devo ammettere che è interessante questo concetto: usare il topos "virtuale" di Coded per riutilizzare nemici precedenti, ma migliorando le loro chance di vittoria attraverso cambi di ambiente. Molto matematico, diciamo.
CITAZIONE
«Cambiando argomento, Marinette, sai una cosa? Mi sembra strano che abbia sospettato che tu potessi essere Ladybug, ti ricordi quando Ladybug perse un libro e, guarda caso, tu avevi dimenticato il medesimo libro?»
Marinette annuisce.
«Eppure guardala: lei è forte, coraggiosa, carismatica e sicura di sé. Tu, invece, sei,… l'esatto opposto: maldestra, sbadata, e incapace di prendere iniziativa senza di me. Anche se avete lo stesso taglio di capelli, adesso mi sembra impossibile pensare che tu sia Ladybug.»

Quando (e se) Alya scoprirà la verità, credo che ci sarà un giro di scuse. Ha come attenuante il fatto che è la migliore amica di Marinette pur credendola "sbadata".
CITAZIONE
Miraculous prima che io li prenda, per questo continuerà ad attaccare, ma io ti propongo una tregua: alleiamoci fino alla sconfitta del Papillon del futuro, poi torneremo ai nostri combattimenti quotidiani.» Propone Papillon porgendogli la mano.

Interessante, come si dice: meglio il nemico che conosco piuttosto il nemico che non conosco. Per quanto il nemico che Papillon non conosce è lui stesso. Dal futuro. Ma dopotutto non si dice anche che conoscere se stessi è un percorso difficile?


Ed ora faccio il mio dovere e posto la mia.


6° tale
Focus on: Anzu Kinashi



Rating: Verde




INSPIRATION




Il vuoto.
Nell’immaginario collettivo, una distesa infinita di solo sfondo. Per alcuni completamente bianco, come un foglio di carta immacolato. Secondo altri, nero senza fine, come lo spazio più profondo. Qualcuno azzarda che, essendo il vuoto una mancanza di qualsivoglia cosa, nessun colore lo contraddistingua.
All’interno del programma Coded, però, molte di queste visioni si mescolano: il vuoto qui è uno spazio nero, disseminato di miriadi di scintillanti frammenti luminosi. Dati, per l’esattezza. In genere questi frammenti sono staccati l’uno dall’altro, seguendo la direzione in cui il computer principale li indirizza. Alcuni si legano e formano degli ammassi scintillanti di grandezza variabile: file, programmi, cartelle.
Ma c’è una particolare eccezione all’interno di Coded: frammenti di dati che si ammassano insieme con densità elevata, iniziando a perdere lo scintillio bianco per assumere colore diverso. Le forme squadrate e spigolose degli ammassi si assottigliano, vengono levigate, e assumono la forma di un corpo umano. Comunque, il loro contorno resta lucido, assorbendo frammenti di luce che si avvicinano e rilasciandone altri. Ciò avviene perché tali ammassi continuano a ricevere nuove informazioni e ad assimilarle, escludendo quelle non ritenute più necessarie. Questa è la natura alla base delle AI, le Intelligenze Artificiali create dal gruppo Asunaro. Sono l’orgoglio dell’azienda, assieme ai perfetti corpi sintetici in cui questi programmi vengono installati.
Ma quando non sono necessarie per simulazioni del Death Game o test di prova delle bambole, le AI non fanno altro che fluttuare nel gigantesco vuoto di Coded, sperando che qualche frammento luminoso arrivi verso di loro, portandogli un’immagine, un suono, un sapore che li distragga dalla noia di quella stasi.
In questi giorni, tuttavia, Coded è in subbuglio. Da alcuni dati che sono sfuggiti e schizzati verso di loro, le varie AI hanno dedotto che deve esserci stato qualche sorta di attacco al sistema. Difatti, in questo momento loro sono state spostate in uno spazio sicuro del programma, compresse insieme.
Anzu (o meglio, i suoi dati) riesce addirittura a vedere fluttuare i corpi degli altri partecipanti al Death Game. Fissa alcuni gruppi di due, tre persone che si sono addirittura avvicinatoeed hanno iniziato a chiacchierare. Sicuramente, più tardi, i dati di quelle conversazioni verranno cancellati, se ritenuti non necessari. Anzu fissa una delle varie figure che fluttuano vicino a lei. Vorrebbe avvicinarsi, ma sa che è tutto inutile. Sospira.
“C’è qualcosa che non va?” le chiede una voce vicina.
Anzu si gira, riconoscendo il timbro vocale. E’ un arrivo recente tra le AI lì presenti, che fluttua nel nero pece indossando vestiti alquanto bizzarri. Non che lei possa permettersi di giudicare, comunque, col suo cappuccio.
“No, niente...” risponde Anzu, cercando di far finta di nulla
“Sembravi alquanto triste guardando quella persona laggiù. Avete litigato, per caso?”
Beccata. Anzu si morde la lingua, maledicendosi per la facilità con cui lascia trasparire le proprie emozioni sul suo volto. Era per quello che il suo maestro di clownerie le aveva consigliato di portarsi dietro una maschera durante le sue esibizioni, in modo da nascondere al suo pubblico eventuali momenti di incertezza. “Lo spettatore non deve mai realizzare i veri pensieri dell’artista”, le ripeteva sempre.
Sente il bisogno di tirare fuori la maschera e coprirsi il volto, ma realizza ben presto che a quella distanza probabilmente anche solo la sua voce tradirebbe ciò che pensa davvero. Sospira un’altra volta.
“E solo che...vorrei trovare il coraggio di parlare ma...è ancora più difficile sapendo che alla fine della giornata non conterà nulla...”
“In che senso, Anzu?”
“Oh, andiamo, sai come me che siamo entrambi...solo...dei programmi, no?”
Il suo interlocutore inclina la testa, confuso. I capelli marroni fluttuano nel vuoto dei server, ondulando come la risacca del mare.
“E con questo?” chiede alla ragazza, “Vuoi forse dirmi che non provi nulla? Che non sei felice, triste o arrabbiata pur con questa conoscenza? Sia la mia che la tua...come si diceva...programmazione sono abbastanza avanzate da darci essenzialmente un cuore. Non credo che nessuno avrebbe il coraggio di dire che quello che proviamo è falso o che non conti nulla.”
“Non è questo il punto! Resta il fatto che siamo programmi! Creazioni altrui che non possono opporsi, e le cui memorie, preferenze e tutto il resto possono essere cambiate con un clic di un mouse!”
Anzu abbassa le braccia, come ad arrendersi. I momenti in cui resta abbastanza da sola a pensare negli archivi sono quelli che odia di più, quando nessun programma le impedisce di ricordare (o dedurre) di essere solo una personalità fasulla, uno spettro fatto di dati. E’ una coscienza misteriosa, quella di un’Intelligenza Artificiale sviluppata come la sua, sempre in bilico tra il credere di essere una persona normale e la realizzazione di essere qualcosa che sta seguendo una lunga stringa di codici.
Eppure è sempre “se stessa”. Con il suo essere impacciata, i ricordi delle risate dei bambini, la nostalgia per i suoi cari...tutto quanto. A volte le sembra di essere in un inferno fatto di solitudine e nichilismo: credere di avere tutte le infinite possibilità di un essere umano, ma essere imprigionata in un PC o in una chiavetta USB, ad attendere che sia necessaria una simulazione per testare le capacità della “vera” Anzu. E quando i dati sono raccolti, tutte le esperienze inutili sono cancellate e lei viene ripristinata a uno stato dove sono necessari ulteriori studi.
Quante cose aveva mangiato qualcosa che non ricordava? Quante volte aveva parlato con una certa persona? Quante volte era morta? E quante volte aveva trovato il coraggio di vincere le proprie paure ed alla fine aveva perso quei progressi?
“Non appena quest’emergenza sarà finita...faranno tabula rasa di tutte le nostre interazioni...che senso ha sprecare tempo così, se tanto nessuno ricorderà niente di me o di ciò che ho fatto?”
Dopo questo sfogo, Anzu guarda la persona davanti a lei. Il ragazzo si è messo a braccia conserte ed ha appoggiato il mento sulla mano, riflettendo sulle parole di Anzu.
“Ah...” si accorge lei, “Scusa. Non avrei dovuto sfogarmi su di te.”
“Ah beh, tanto non ce lo ricorderemo, no? Quindi perché ti scusi?” fa all’improvviso l’altro, sfoggiando un sorriso sornione.
“Eh? Uh? Beh, ma è stato scortese, e-”
“Beh, ma che ci importa? Tanto è solo quello che il computer ci dice di fare, no?”
Anzu rimane allibita per un momento. Dopo i precedenti argomenti del suo interlocutore, quell’improvvisa inversione di pensiero era chiaramente sospetta.
“Beh, sì, ma...non posso fare a meno di scusarmi, è quello...”
“Quello che ti senti di fare, giusto?”
Gli occhi magenta di Anzu si specchiarono in quelli azzurri che ha davanti.
“Vedi Anzu, sono passato anch’io per quello che stai vivendo tu ora. Scoprii dei miei...creatori, diciamo, di essere solo una copia di dati di un loro amico. Eppure mi trattavano come se fossi lui. Mi sostenevano, mi incoraggiavano, si preoccupavano per me. Ed anche quando qualcuno mi mostrò quanto facilmente dei dati potevano essere distrutti...la volontà di aiutarli mi permise di creare qualcosa di nuovo. Forse sempre di dati, o forse vero. Ma posso dirti una cosa per certo: anche se, diversamente dalla mia situazione, per quelli lì fuori tu non sei che un falso...per te stessa sei vera. Anzi, sei l’unica su cui puoi contare per vedere il mondo. Per sentirlo. Tutto ciò che è davanti a te esiste solo nella tua percezione.”
Anzu rimane senza parole. Il ragazzino che aveva davanti a lei, e che fino ad allora le era sembrato un po’ fesso a dirla tutta, le stava aprendo gli occhi su dei concetti che non aveva considerato.
“Vedi, anche se cancellano quello che vivrai da qui in poi...nessuno potrà dirti che non è mai esistito. E’ accaduto. Ha rallentato il lavoro di queste persone, magari. E quel minuto, secondo, attimo che ci mettono per cancellarlo cambierà la loro giornata, in modo piccolo magari, ma con conseguenze sul mondo. Non saranno mai ricondotte a te, ma che ci saranno. Esisteranno. Il tuo gesto di imparare qualcosa in questo mondo si ripercuoterà sul mondo reale, in un modo o nell’altro.”
“Dici...come una specie di effetto farfalla?”
“Uhm, non so bene cosa sia, ma se ti aiuta a capirlo sì. Il punto è: i legami che crei con le persone non svaniscono mai, anche se li dimentichi. E’ questo che ho imparato all’interno del Grillario, perché da qualche parte quelle memorie vanno a finire. Nascoste, ma mai distrutte. Quindi non importa quante volte provi e fallisci o scordi. Tu sei sempre te stessa, e quindi proverai di nuovo a fare ciò che il tuo cuore ti dice, ogni volta. Come cercare di parlare con quella persona.”
Il ragazzo indica con l’indice verso un punto nell’etere. Anzu arrossisce subito, coprendosi il volto con la sua agghiacciante maschera da clown. Ancora non riesce ad accettare di essere riuscita a farsi leggere così facilmente da qualcuno che conosce da così poco.
“Beh, puoi decidere di rimanere qui e non fare nulla, ed annoiarti per il resto della giornata. Oppure puoi buttarti e provare a fare amicizia con queste persone, no? Dopo tutto, loro sono come noi...e questo è un legame che nessuno potrà mai recidere.”
Anzu si guarda attorno, osservando gli altri abitanti di quello spazio privo di materia che non fossero dati. E li guarda muoversi, parlare, vivere, noncuranti di cosa sarebbe accaduto dopo. Senza domandarsi cosa avevano o avrebbero dimenticato, nelle loro vite.
Eh.
Le aveva definite vite, anche se erano solo programmi.
“Forse...forse hai ragione. Alla fine dei conti, anche gli umani prima o poi cessano di vivere e vengono dimenticati, ma...”
“Questo che non vuol dire che il mondo li scordi, no? E comunque, questo non li ferma dal godersi la vita al massimo.”
Anzu deglutisce.
“Beh, ora non ho più scuse a parte il possibile imbarazzo, quindi...d’accordo, p-proverò a parlare con lei!” proclama, iniziando a correre nel vuoto. Poi si ferma, girandosi:“Ah, grazie dei consigli, Sora. Spero che tu riesca a tornare a casa presto!”
La giovane versione di dati dell’Eroe del Keyblade, con le mani dietro la testa, le sorride:“Sempre pronto ad aiutare un’amica!”
Anzu inizia a correre in avanti con decisione, per poi accorgersi di ciò che sta facendo e frenare all’ultimo in modo da non andare a sbattere contro la sua interlocutrice. Si ritrova a fissare degli incuriositi occhi neri.
“Oh, err, uhm...” si impappina prontamente. Già si stava pentendo dell’aver messo il piede sull’acceleratore senza pensare alla benché minima frase per attaccare discorso. Oh beh, al diavolo la preparazione, ormai stava improvvisando: era ora di fare quello che aveva sempre rimandato.
“P-Piacere signorina Reko Yabusame! Io sono Anzu Kinashi, fin da piccola ho sempre voluto lavorare nel mondo attoriale ed ho iniziato a studiare clownerie un po’ per caso, poi mi hanno detto che ero brava, poi un po’ di persone mi hanno detto che era un hobby assurdo, e mi sono demoralizzata, ma poi ho sentito la sua musica e qualche sua intervista, e gli abiti di scena dei vostri concerti mi hanno ispirato, e poi, e poi!”
Se fosse stata in un cartone animato, Anzu avrebbe potuto immaginare i suoi occhi che ruotavano con degli vortici bianchi al posto della pupilla, tanto era andata in completa confusione. La sequela inconsistente e senza senso di frasi con cui stava mitragliando la famosa cantante Reko Yabusame sembrava uscire da solo come da una diga esplosa a causa di svariate cariche di C4.
Le ci volle un minuto intero prima che smettesse di sciorinare frasi a destra e manca, per poi riprendere controllo della propria lingua e fermarsi.
Un lungo, interminabile, istante di silenzio, durante il quale Anzu prega intensamente qualunque divinità protegga i programmi informatici di formattare completamente la sua memoria, piuttosto che vivere le conseguenze delle sue azioni.
Poi, Reko che aveva mantenuto uno sguardo confuso per tutto il tempo, le risponde.
“Oh, devi essere una fan, giusto?”
Anzu avrebbe perso quarant’anni di vita se avesse potuto invecchiare, mentre realizzava che aveva parlato così velocemente da non lasciare comprendere a Reko l’ammasso di emozioni che le stavano venendo lanciate addosso. Mentalmente, tira un sospiro di sollievo.
“S-Sì, esattamente!”
“E nel tempo libero fai...attività da clown? Tipo un gruppo di teatro?”
“U-Una specie, lo so, è strana come cosa...”
“No no, è interessante, devo dire che non immaginavo le canzoni dei Samurai Yaiba arrivassero a una certa fetta di pubblico. Cos’è esattamente del nostro stile che ti ha attratto?”
“B-Beh, signorina Yabusame-”
“Oh, chiamami Reko, signorina Yabusame è lungo e scomodo.”
“CERTO!”
Accorgendosi subito di aver urlato quella parola a un volume altissimo, Anzu si copre immediatamente il volto arrossito per l’imbarazzo con la sua maschera, fissandosi le scarpe.
Mentre Sora osservava Reko che si stava preoccupando e le chiedeva se si sentisse bene, non poté far altro che notare che un altro legame duraturo stava nascendo.









“Dannazione, ma dove è? DOVE E’?”
Miley ne stava uscendo matta. I suoi scatti d’ira non erano di certo paragonabili a quelli di Rio Ranger, ma il vedere la sempre sicura di sé Smiling Doll perdere le staffe era un evento alquanto raro.
“Qualche problema col tuo lavoro, Sue Miley?”
Per il nervosismo Miley non riuscì a capire immediatamente di chi si trattasse dalla voce, e si girò istintivamente, trovando sulla porta della sua stanza il figlio del suo capo. Soppesò per qualche secondo l’idea di tirargli qualcosa in testa per sfogare la rabbia, ma avrebbe portato più noie e discussioni con Gashu che non sollievo, ed al momento non poteva perdere tempo neanche a prendere la mira.
“Tu occupati del TUO lavoro ed io faccio il mio, Kai. Non che tu riusciresti a cavare un ragno dal buco da questa situazione. Dopo il casino che è successo a Coded con quel Grillario, rintracciare ogni cartella e programma proveniente da lì per isolarlo e rianalizzare il tutto è stato un inferno. Ma non credevo che avrei utilizzato metà del tempo per rintracciare UN SINGOLO programma.”
“Mio padre mi ha informato. Sembra che manchi all’appello una parte della cartella “Sora”, per quanto una particolare...sai dirmi di che si tratta?”
Miley intuì subito che Gashu, come al solito, ometteva alcune informazioni a Kai, per qualche motivo ignoto. Vuoi perché non considerava importante quel dettaglio o solo per fare dispetto a Gashu, Sue Miley decise che tanto valeva rivelarglielo.
“Si tratta di una AI particolare, creata per essere una sorta di debugger...a differenza degli altri programmi della cartella, però, la sua età sembra non variare durante le simulazioni. Inoltre pare essere capace di fare di testa sua e viaggiare da una cartella all’altra...strano che non sia stato quello, tra i vari programmi, a tentare di rubarci dati!”
“Uhm, e non lascia tracce sui file? Le modifiche dovrebbero rimanere registrate.”
“Oooooooh, eccome se ne ha lasciate! Ha sistemato un blocco delle stampanti dei nostri uffici, rimesso in ordine il desktop di Rio, ed ha risolto le migliaia di bug dovuti all’interazione Coded-Grillario che Safalin stava cercando di sistemare. Ma a un certo punto stamattina PUF, la cronologia dei suoi interventi si è interrotta...dove diamine si è nascosto il bastardo...”
Kai rimase a riflettere per qualche minuto, interrotto solamente da qualche saltuaria bestemmia di Miley.
“E se fosse…nascosto nel server dove abbiamo messo in sicurezza le AI?”
“Già cercato, anzi, ho chiesto ai programmi se avevano notato qualcosa di strano. Nulla all’orizzonte.”
“Sicura che non lo stiano coprendo?”
“Ma sentilo, “Sicura che non lo stiano coprendo?”. Sono dei programmi, dannazione, mi avvertirebbero di qualcosa che potrebbe distruggerli! Sono AI della Asunaro, mantengono anche la paura di morire.”
Miley aprì per l’ennesima volta lo strumento di scansione dei programmi, immettendo nuovi parametri di ricerca.
“Che idiota che sei Kai, perché credi che degli ammassi di dati consci della loro situazione sprecherebbero tempo a fare amicizia?”

Edited by RoxasXIII95 - 13/5/2020, 16:52
view post Posted: 30/3/2020, 10:45 I video di Valyx & Venator - Gallerie degli utenti
Finalmente...dopo tanto tribolare, la grande serie raggiunge il suo finale. Cosa? No, non KH! Bensì le vostre parodie di KH!
Innanzitutto complimenti per la nuova sigla, quell'Hayner alla fine è un tocco di classe, anche se da voi me lo aspettavo che finisse da qualche parte. Bello sapere che ora lo vedremo almeno una volta a video!

Già si parte con un mistero: cosa è che Xemnas ha messo in forse?
CITAZIONE
Axel:"Oh oh, io candelerò le accenderine!"
Saix:"Io non mi fiderei a lasciartene accendere anche solo più di cinque."
Axel:"Esagerato, neanche sapessi contare fino a lì!"

Ah, l'efficienza di Axel che si insulta da solo risparmiando tempo ed energia agli altri membri dell'Organizzazione. Eco-friendly, se non contassimo gli incendi...
A partire dal discorso di Vexen sul fare sempre l'errore di cercare l'approvazione di suo nonno, si nota per tutto il video come stare nella famiglia di MX, con Junior e Ansem Heartless, potrebbe aver effettivamente condizionato Xemnas abbastanza da raccogliere quella squadra di Nessuno così disfunzionale. Profondo.
CITAZIONE
Roxas:"Io non ho ancora capito come fa una fortezza volante sospesa su di un baratro ad avere una porta sul retro!"

Magic! You ain't gotta explain shit!
Comunque mi piace come questo gioco sia narrato da qualcuno, dando più possibilità di battute, specie quelle che prendono in giro le parti del gioco come Sora che torna a livello 1, gioca con le bambole e fa balli di gruppo.
CITAZIONE
Paperino:"Quack!"

ARTE! Mi hai fatto piangere! (Seriamente, fermare il video per leggere i sottotitoli di Paperino è un dovere, ragazzi. Non dimenticatelo mai.)
Ok, quando è partita "I want it that way" è stato il momento in cui sono morto dal ridere. Voto finale: 99 su (Brooklyn) 99.
Vexen è il maestro dell'inganno. Se non avessi già visto tutto KH3 non avrei mai indovinato che stava dalla parte della NUOVA Organizzazione XIII solo per finta!
CITAZIONE
Woody:"Ho un serpente nello stivale!"
Sora:"Ah, hai sempre le parole giuste per tutto!"
Paperino:"Quack! (Io ho sempre le parolacce giuste per tutto!)"

Paperino gangsta.
YMX nuovo Imperatore Zurg? It's more likely than you think.
Max è al centro della storia in cui appare, come è giusto che sia. Scommetto che Marluxia ci ha visto giusto e nel finale il cavallo salverà la situazione.
Strano comunque che Pietro, tra tutte le cose che ha scavato, non abbia trovato un Sacro Graal, una figurina di baseball rara o un tizio impomatato che somiglia a Elvis.
Larxene come direttrice stampa e manager...un lavoro spietato per una donna spietata.
CITAZIONE
Larxene:"Uuuuuuuh, stiamo mettendo a punto un altro tradimento? Posso accoltellare Demyx alle spalle in questo gioco?

Honestly, Larxene is only here for the ride, wherever it'll go.
CITAZIONE
Olaf:"No, non ci siamo, questo non è il mio corpo Sora, continua a cercare."
Sora:"Sicuro? A me sembra che...ti doni."
Olaf:"Non puoi sbagliare, è fatto tuuuuuutto di neve!"
Sora:"QUI OGNI COSA E' FATTA DI NEVE!"

Questa è il migliore scambio di tutto il video. Punto. Chiunque dica il contrario è un eretico!
Non so come, ma Vexen è riuscito a essere più Jack Sparrow di Jack Sparrow stesso mentre era ai Caraibi. Chapeau.
"Oh, per tutte le caravelle del Boston Tea Party!" è la mia nuova esclamazione preferita.
CITAZIONE
Luxord:"Parlay!"
Pippo:"Orzo?"

*Applausi scroscianti* Magnifico! Stupefacente! La nuova scena che vincerà l'Oscar!
CITAZIONE
Terra:"Il Maestro Xehanort mi ha detto che se cedevo all'Oscurità lasciando che il mio cuore si tingesse del nero più profondo e malvagio, mi avrebbe reso più forte!"
Vanitas:"Cioè, non è proprio una bugia, ma..."

La faccia di tutti quanti imbambolati è stata la cosa migliore di questa scena.
Devo correggermi ahimé, e scappare dall'Inquisizione. Ho trovato la VERA scena migliore del video:
CITAZIONE
Terra:"Spero saremo tutti amici."
Terranort interno:"Zitto, idiota, non sono amici tuoi! Alla prima occasione li farai fuori tutti!"

Il semplice contrasto tra la voce da bambacione di Terra che ormai ci è stata innestata nei video precedenti e la nuova voce che arriva all'improvviso con piani di omicidio è stato semplicemente troppo divertente.
Per finire, Xion si riconferma come gag che non annoia mai. Punti bonus per la tenerezza di Riku Replica.


Che dire, non vedo l'ora che il secondo episodio venga completato! Mi avete messo addosso una trepidazione incredibile! Come sempre, ottimo lavoro!
view post Posted: 17/3/2020, 16:01 Through space and time, my heart will reach you - Fanfiction
Dannazione White, hai sganciato una bomba sulla trama! Adesso sarà decisamente più interessante scrivere alcune storie per me e Val. Ormai mi sembra quasi plausibile e canonico che i mondi di KH e YTTD siano venuti a contatto.
CITAZIONE
Mette una mano sotto la giacca: il Programma Ostruttore M.A.P.L.E. ha la forma di una sfera rosa non più grande del suo pugno.

Ottimo riferimento al capitolo appena uscito. Che poi, col finale della Fic spieghi un po' il suo comportamento non violento, ma infido. Il far riflettere Sara come fa Naminé qui.
CITAZIONE
Mentre osserva la distesa compatta di blocchi pensa alla reazione esplosiva del signor Ranger il giorno in cui ha buttato fuori un giovane e promettente stagista -tale Tsukimi, se ricorda bene- dopo soli due giorni di lavoro perché gli aveva rovesciato del caffè sulla cravatta.

Era assonnato perché il giorno prima aveva avuto sessione fino alle tre del mattino.
Comunque devo dire che non mi aspettavo avresti usato Hayasaka di tutti quanti. E mi dispiaccio di averlo pensato, perché ho realizzato che alla fine l'ho visto anch'io come il grigio impiegato uguale agli altri che tutti vedono in lui. Mi hai dato da riflettere, complimenti.
E tre urrà per la vittoria di Safalin e la sua paranoia! Come ci insegna anche Zerocalcare:"Salva. Ogni. Cinque. Minuti!"
view post Posted: 15/3/2020, 18:01 Through space and time, my heart will reach you - Fanfiction
CITAZIONE
Curiosità: Matt, Jaffe, Annabell etc sono personaggi di tua invenzione o provengono da qualche altra opera?

I nomi dei tre nuovi giocatori, Terence, Annabelle e Vincent, sono semplici allitterazioni coi lori personaggi Terra, Aqua e Ven.
Matt, Jaffe, Ashley e Kim sono nomi (alcuni un po' storpiati) di persone più o meno famose coinvolte nel panorama ludico di D&D.
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